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JANNI Antonio

Santena (TO) 19.09.1904 / Torino 29.06.1987

1928. Calcio. MEDAGLIA DI BRONZO

janni grandeAttratto presto dal capoluogo sabaudo e dal calcio, già a 16 anni entra nella prima squadra del Torino: è Vittorio Pozzo in persona, il futuro mitico CT azzurro, ad intuirne le grandi potenzialità. Inizialmente viene schierato centrocampista offensivo, talora pure centravanti, mostrando una certa verve realizzativa. Il 1920-21 è la sua prima stagione ufficiale in maglia granata: gioca 7 partite e segna tre gol. Il Torino si piazza sempre nei primi posti del girone eliminatorio, ma non riesce mai ad accedere alle finali. Janni comunque spesso si distingue, in qualsiasi ruolo venga schierato anche se alla fine troverà la sua collocazione perfetta come centromediano. Nel 1921-22 colleziona 16 presenze, l’anno seguente 22 con ben 12 gol, nel 1923-24 gioca 21 partite con 4 reti. Nonostante lo conosca fin troppo bene, il CT Pozzo non lo prende in considerazione per i Giochi di Parigi: d’altra parte non ha ancora compiuto i 20 anni e probabilmente lo considera acerbo per una competizione tanto importante. Nella seconda metà degli anni Venti la carriera di Janni decolla. Intanto il 24 novembre 1924 esordisce in Nazionale, a Duisburg con la Germania, segnando addirittura il gol decisivo che fissa il punteggio sull’1-0. Quindi col Torino si toglie molte soddisfazioni. Dopo un’annata di transizione, con 13 presenze e 7 gol nel 1924-25 ed un mediocre sesto posto nel girone eliminatorio, già l’anno seguente Janni è grande protagonista: 22 partite e ben 17 gol, schierato anche all’attacco. Il Torino risale al 2° posto del girone eliminatorio, prodromo delle strepitose stagioni successive: nel 1926-27 i granata vincono il torneo, ma il titolo viene poi revocato per il famoso, e mai chiarito, “caso-Allemandi”. Janni, tornato definitivamente al ruolo di centromediano, gioca 26 partite, mostrando sempre sagacia tattica, abilità difensive e di impostazione, perno del centrocampo. Difatti ha conquistato il posto di titolare anche in Nazionale: è in campo, ad esempio, il 17 gennaio 1926 a Torino quando battiamo 3-1 la Cecoslovacchia come a Stoccolma il 18 luglio 1926 quando perdiamo 5-3 con la Svezia, ma anche il 24 aprile 1927, nel rocambolesco 3-3 a Parigi con la Francia.

Nel 1927-28 è l’apoteosi, per Janni ed il Torino che vince, senza strascichi polemici nè sorprese, il Campionato, aggiudicandosi il girone finale con due punti di vantaggio sul Genoa. Janni colleziona 21 presenze, con altre due partite in Nazionale, di preparazione per i Giochi, che però non vanno benissimo: il 15 aprile 1928 perdiamo 4-1 col Portogallo ad Oporto ed il 22 aprile pareggiamo 1-1 a Gijon con la Spagna. Il CT Rangone comunque tiene Janni in grande considerazione e lo inserisce nella lista dei 22 per Amsterdam. Al torneo olimpico di calcio, con la formula ad eliminazione diretta, partecipano 17 nazioni e, data la complessità, è la prima competizione ad iniziare, addirittura il 27 maggio. Gli azzurri, con Janni in campo, esordiscono il 29 maggio negli ottavi, contro la Francia e non è una partita facile. Si gioca alle 14 all’Olympisch Stadion di fronte a 2500 spettatori, arbitra il belga Christophe. L’inizio è sconvolgente: dopo 20 minuti siamo sotto 2-0 causa una doppietta dello scatenato Brouzes. La reazione dei nostri è veemente: al 21’ accorcia Rossetti ed al 39’ pareggia Levratto. All’ultimo minuto del primo tempo rovesciamo il risultato con Banchero. Si va al riposo sul 3-2. Dopo un quarto d’ora della ripresa Baloncieri mette il suo sigillo, ma c’è ancora da soffrire perchè un minuto dopo accorcia Dauphin. Manca mezz’ora alla fine ma i nostri controllano e vincono 4-3. Il 1 giugno altro incontro difficile e complicato: nei quarti affrontiamo la Spagna. Si rigioca all’Olympisch Stadion, stavolta con inizio alle 19, di fronte a 3388 spettatori paganti. Arbitra l’uruguaiano Lombardi (di chiare origini italiane). Janni ancora titolare. La Spagna è avversario ostico: al 21’ passa in vantaggio con Zaldua. Si va al riposo sullo 0-1. Nella ripresa ci pensa ancora Baloncieri che pareggia al 63’. Il risultato non cambia, neanche dopo i supplementari. In quel tempo non sono previsti i rigori e la partita si ripete tre giorni dopo, il 4 giugno, nella stessa sede, con inizio alle 14, davanti a 4770 spettatori. Arbitro l’olandese Boekman. Janni sempre in campo. Stavolta non c’è partita, la Spagna è annientata: vinciamo 7-1. Il primo tempo termina 4-0 per le reti di Magnozzi al 10’, Schiavio al 15’, Baloncieri al 18’ e Bernardini al 40’. La Spagna accorcia alla prima azione della ripresa con Yemo, ma nel finale i nostri dilagano: al 73’ segna Rivolta e poi Levratto chiude con una doppietta (82’ e 84’). Janni viene considerato dalla stampa il migliore in campo.

Siamo in semifinale e la medaglia pare vicina. Il 7 giugno, all’Olympisch Stadion, con inizio alle 19, ci tocca però il fortissimo Uruguay, campione in carica. 15.290 spettatori, arbitra l’olandese Eijmers. Janni presente. Baloncieri (ancora lui) ci fa sognare e segna dopo 9’. Il sogno dura appena nove minuti perchè Cea pareggia. Gli uruguayani sono forti e tessono con abilità la loro trama offensiva: al 28’ Campolo ed al 31’ Scarone sembrano mettere la parola fine alla disfida. I nostri si rinfrancano nel riposo e ci provano: dopo un quarto d’ora della ripresa Levratto ci porta sul 2-3. L’impresa pare possibile, ma il risultato non cambia. L’Uruguay vince 3-2, ma non abbiamo demeritato. Siamo così relegati alla “finalina” per il bronzo dove troviamo il sorprendente Egitto. Sulla carta l’avversario sembra malleabile (ne ha presi sei dall’Argentina nell’altra semifinale). Si gioca il 9 giugno all’Olympisch Stadion, con inizio alle 16, arbitro il belga Langenus, spettatori paganti 6378. Stavolta Janni lascia il posto a Genovesi. In effetti vinciamo facile anche se gli africani non sono così sprovveduti ed all’inizio ci fanno soffrire. Dopo sei minuti segna Schiavio, ma dopo altri sei minuti pareggia Riadh. Al 14’ Baloncieri riporta avanti gli azzurri ma ancora Riadh pareggia due minuti dopo. Una doppietta di Banchero, al 19’ ed al 39’, indirizza la partita nel verso giusto. Schiavio, al 42’, e di nuovo Banchero, al 44’, chiudono i conti. La ripresa ha poca storia: Baloncieri (al 52’) e Schiavio (al 58’) arrotondano il punteggio, con El-Ezam (al 60’) a salvare la bandiera. Una tripletta di Magnozzi (72’, 80’ e 88’) fissa definitivamente il risultato in un clamoroso 11-3 che ci regala un bel bronzo, a dimostrazione della crescita internazionale sviluppata dal nostro movimento calcistico. L’oro va di nuovo all’Uruguay che così si laurea nuovamente “Campione del Mondo”: difatti, come quattro anni prima, anche questo torneo olimpico ha valenza di Mondiale, secondo quanto stabilito dalla FIFA. Ma che fatica per la “celeste”! La finale tra Uruguay e Argentina del 10 giugno termina difatti 1-1 ed è necessaria la ripetizione, tre giorni più tardi, che va agli uruguagi per 2-1. Quegli stessi uruguagi che due anni dopo, superando di nuovo i tradizionali rivali argentini, guadagneranno anche il primo “vero” Campionato del Mondo. Intanto l’Italia inizia ad emergere, rinfrancata dal bronzo olimpico, il primo alloro intercontinentale del nostro calcio.

Per Janni un bel torneo, con 4 partite giocate su 5 ed una presenza costante nel vivo del centrocampo: la medaglia che si mette al collo è più che meritata. Negli anni seguenti Janni non abbandona la maglia granata anche se non vi saranno più successi. Il 1928-29 è comunque un’altra grande stagione, con 20 partite e 2 gol, ma il Torino è battuto nella finale di Campionato dal Bologna[1]. In quell’annata Janni gioca anche la sua ultima partita in azzurro, il 7 aprile 1929 a Vienna contro l’Austria: perdiamo 3-0 e Janni subisce un brutto infortunio. In azzurro totalizza 23 partite con 1 gol. Poi, con l’introduzione del girone unico, i granata vivacchiano a metà classifica, vincendo comunque la Coppa Italia nel 1935-36. L’anno seguente è l’ultimo di Janni nel Torino con cui in totale realizza 322 gare e 48 reti, uno dei fedelissimi nella storia granata. Nel 1937-38 gioca la sua ultima stagione, nel Varese. Quindi intraprende, con un certo successo, la carriera di allenatore che inizia, con una breve parentesi, proprio in granata. Passa quindi al Varese, poi torna al Torino con cui nel 1942-43 coglie la splendida accoppiata scudetto-Coppa Italia, la prima in assoluto nella storia del nostro calcio: sono i prodromi di quello che sarà definito “Grande Torino[2]”. La guerra blocca tutto, quindi Janni riparte dalla Pro Vercelli, trovando ingaggi in squadre e serie minori. Compie una bella impresa nel 1950-51, portando in serie A per la prima volta la Spal con cui rimane un lustro. Termina quindi l’attività con Novara e Ravenna. Un’ottima carriera, per un grande giocatore e grande tecnico. 


[1] Il Bologna vince 3-1 in casa e perde 0-1 a Torino. Si rende necessario lo spareggio, giocato a Roma e vinto 1-0 dai rossoblu felsinei

[2] In squadra difatti troviamo, tra gli altri, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola, Menti