Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/guaragna_piccola.jpg

GUARAGNA Gioacchino

Milano 14.06.1908 / Milano 19.04.1971

1928. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre

1932. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre, 4° Fioretto Individuale

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, 5° Fioretto Individuale

Figlio di un maestro di scherma, Angelo, che lo segue sportivamente sin dalla tenera età, coglie il primo successo di rilievo già a soli 17 anni, il 6 dicembre 1925 quando si aggiudica il campionato lombardo di fioretto, disputato alla gloriosa “Società del Giardino” di Milano: è il più giovane in gara e non perde nemmeno un assalto. Ovviamente, i tecnici gli pronosticano un grande futuro. Si conferma subito, già il 4 gennaio 1926 quando si aggiudica il tricolore di fioretto ad Ancona. Vero che sono assenti molti schermidori di rilievo, ma il successo di un 17enne fa scalpore e si sprecano gli elogi. Guaragna viene definito “attaccante nato, grande tempista, uomo dell’avvenire”. Sorprende che gareggi col fioretto come mancino mentre tiene sciabola e spada con la destra, da vero ambidestro, capace per questo di disorientare l’avversario. Il suo gioco è definito “semplice e vigoroso, impostato su una parata di quarta e contro-quarta, con una risposta secca e veloce”. Ha talento ma non deve sprecarlo. Si conferma il 26 febbraio a Torino, in un’esibizione, quando col fioretto batte l’anziano ma sempre valido Bertinetti 10-8. Con la stessa arma si ripete due giorni dopo, all’hotel Continental di Milano dove supera 10-7 l’olimpionico Argento. Brusco passo indietro il 1 giugno a Cremona, nel “Trofeo del Littorio” di fioretto: chiude difatti addirittura solo 12° (vince il rampante Gaudini). Va un po’ meglio, ma senza entusiasmare, nel tricolore di fioretto del 16 luglio a Venezia, disputato nel sontuoso teatro “La Fenice”: chiude settimo (vince Carniel). Nel 1927 rimane tra i migliori. Il 23 gennaio a Mantova vince il torneo di fioretto, senza perdere un assalto. Con la stessa arma il 13 marzo a Praga chiude secondo, battuto solo da Pignotti. Il 24 marzo, al Teatro Lirico di Milano, in una grande esibizione, col fioretto supera 10-9 Gaudini, al termine di un assalto tiratissimo. Con la stessa arma è selezionato, assieme a Puliti e Chiavacci, per la “Coppa Bregnat” che si disputa a Montecarlo il 26 aprile. I nostri perdono 4-5 col Belgio, ma vincono 7-0 con la Francia. Poichè la Francia batte il Belgio 5-4, è necessario uno spareggio dove trionfa Puliti che regala la vittoria finale agli azzurri. Il 6 giugno Guaragna è grandioso nei campionati studenteschi meneghini: vince fioretto e spada mentre nella sciabola chiude secondo, battuto solo da Bianchi. Piccolo passo indietro il 3 luglio a Cremona: nel torneo di fioretto, dove svetta Puliti, chiude solo ottavo. Si riscatta il 17 agosto nei tricolori di fioretto a Como: termina ottimo secondo, battuto solo da Pignotti. Con la stessa arma, dieci giorni dopo guadagna un bel bronzo negli Europei di Vichy, superato da Puliti e Cattiau.

Il 26 novembre è grande protagonista al torneo di Offenbach, in Germania: termina al primo posto, a pari vittorie col tedesco Casmir, ma con un numero minore di stoccate ricevute. Avrebbe vinto, ma la giuria fa disputare uno spareggio dove Guaragna, infuriato e deconcentrato, soccombe 3-5. Il 1928 è annata olimpica e Guaragna è in predicato di andare ai Giochi. Il 28 gennaio a Cannes è battuto 10-7 dal forte Cattiau in un match di fioretto che ha già il sapore olimpico. Il 26 febbraio si conferma nella preolimpica di fioretto a Firenze dove si affrontano due squadre “miste”: 4-2 il suo score, riesce perfino a battere il grande Puliti. Il 4 marzo è a Bruxelles dove i nostri affrontano i padroni di casa. Nel fioretto vinciamo 2-1, con Guaragna che supera De Rocker. Con la stessa arma il giorno seguente, ad Anversa, Guaragna supera Pecher 6-4. La settimana seguente la tournée continua nei Paesi Bassi. A Rotterdam Guaragna batte Kunze 6-3 e pochi giorni dopo a L’Aja supera Schiff 6-2. Infine ad Amsterdam il 10 marzo i nostri fiorettisti, con Guaragna in bella evidenza, battono 8-1 i Paesi Bassi. Guaragna, abbandonate ormai le altre armi, sembra essersi guadagnato il posto in Nazionale per i Giochi col fioretto. Difatti il 18 marzo è pure nella squadra italiana che si aggiudica la “Coppa Bregnat” nel Casino di Montecarlo: i nostri dominano, non perdendo un assalto anche se pesa l’assenza della Francia che, poco sportivamente, diserta l’incontro per non scoprire troppo le carte in vista di Amsterdam. Il 3 aprile, in un’esibizione di fioretto al casinò di Sanremo, Guaragna domina 12-4 il francese Rousset. Il 22 aprile a Lodi si aggiudica il campionato lombardo di fioretto. Con la stessa arma il 3 giugno domina il tricolore di Bologna, senza perdere un assalto: la maglia azzurra per i Giochi è sua. Anche perchè si conferma il 22 giugno a Cremona nell’ultima e decisiva preolimpica. Gli azzurri partono per Amsterdam consapevoli che c’è aria di medaglia, ma ci sarà da soffrire. Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Guaragna gareggia nel fioretto a squadre che inizia il 29 luglio, giornata campale visto che prevede ben tre turni. Al via 16 nazioni.

Il primo ostacolo viene superato di slancio dai nostri che vincono 15-1 con l’Austria e 16-0 con la Gran Bretagna. Guaragna dà subito spettacolo e vince 8 incontri su 8. I britannici sono letteralmente spazzati via: 5-0 a James, 5-1 a Sheriff e Pearce, 5-2 a Simey. Trattamento similare agli austriaci: 5-1 a Lion, Berger e Schonbaumsfeld; 5-3 a Brunner. Un totale di 40 stoccate a 10, niente male. Nei quarti di finale Guaragna si ripete contro gli ungheresi cui i nostri rifilano addirittura uno storico “cappotto” di 16-0: 5-0 a Rady e Piller, 5-1 a Toth, 5-2 a Kalniczky. Nell’altro quarto, contro gli ostici danesi, a Guaragna viene concesso un turno di riposo ed è sostituito da Pessina: i nostri vincono 12-4. Guaragna torna in pedana nella semifinale contro gli USA e le cose si complicano: 5-1 a Calman e 5-1 a Peroy, ma perde 2-5 con Lewis e 4-5 con Breckenridge. Gli azzurri comunque dominano 14-2 e volano in finale[1]. Qui il 30 luglio Guaragna è di nuovo grande anche se con qualche battuta a vuoto. Col Belgio difatti è battuto 3-5 da De Roocker, ma vince 5-1 con Verbrugge e Pecher, 5-2 con Crahay. I nostri vincono 13-3 ed è il miglior viatico per il match decisivo, coi tradizionali rivali francesi coi quali si devono regolare i conti dai tempi di Parigi 1924. Guaragna non va benissimo: perde 3 incontri su 4. Vince solo con Labatut 5-3. Viene sconfitto da Gaudin 5-1, da Cattiau 5-3 e da Ducret 5-4. Ci pensano gli altri ed alla fine vinciamo 10-6, facendo un passo decisivo verso l’oro. Rimane difatti solo l’Argentina: con Guaragna in panchina, vinciamo 11-5: è medaglia d’oro! Argento alla Francia, bronzo alla stessa Argentina. Per i nostri è la “vendetta” di Parigi, per Guaragna un successo strepitoso che viene dopo una prestazione notevole, macchiata solo in parte dalla prova coi sempre forti francesi. Il suo score, 19-5, è comunque eloquente e certifica la parte importante da lui assunta in questa prova a squadre. Si rivede il 26 novembre in una grande serata di esibizione al Teatro Lirico di Milano: perde 6-10 col francese Cattiau un match di fioretto. Torna in pedana il 27 gennaio 1929 a Montecarlo dove, assieme a Puliti e Pignotti, vince la “Coppa Principe di Monaco” di fioretto. I nostri battono 8-1 la Germania e 7-2 la Francia, con Guaragna a vincere tutti e sei i suoi incontri.

Ormai è tra i più forti fiorettisti a livello internazionale: il 3 marzo ad Anversa supera 10-8 il belga De Roocker. 14 giorni dopo, a Nizza supera il maestro francese Anchetti 12-7. A metà aprile è protagonista degli Europei di Napoli: vince il fioretto a squadre mentre nel torneo individuale finisce 4° (vince Puliti). Il 25 aprile al Casinò di Merano col fioretto batte nettamente Haydu 10-4. Il 20 maggio si aggiudica il tricolore di fioretto ad Abbazia. Con la stessa arma non è altrettanto brillante nel prestigioso torneo di Cremona dove il 24 giugno chiude sesto (vince Puliti). Si rivede solo un anno dopo, ai tricolori di Napoli: nella finale del fioretto è costretto al ritiro da un piccolo guaio muscolare. Si riprende comunque in fretta tant’è vero che alla fine del mese è a Liegi per gli Europei: gli azzurri vincono l’oro nel fioretto, superando 10-6 la Francia, 12-4 l’Inghilterra e 11-5 il Belgio[2]. Il giorno seguente Guaragna è bronzo nel fioretto individuale, battuto dagli altri due azzurri Gaudini e Marzi. Non gareggia molto e torna in pedana solo il 4 febbraio 1931, al Teatro Lirico di Milano dove col fioretto supera 10-7 il quotato tedesco Casmir. Il 20 marzo a Montecarlo è nella squadra azzurra che vince, dominando, il match di fioretto contro la Francia 27-9[3]. Il 5 maggio Guaragna si aggiudica a Venezia il titolo tricolore di fioretto. Torna in Nazionale per gli Europei di Vienna dove il 27 e 28 maggio vince l’oro nel fioretto a squadre[4]. Tre giorni dopo, chiude al terzo posto il torneo individuale, superato dal francese Lemoine e Marzi. Rimane uno dei nostri migliori fiorettisti ed il CT degli azzurri, il grande Nedo Nadi, lo sa. Così lo segue attentamente nei vari stage preolimpici, tenuti a Roma nello stadio del PNF, dove lo stesso CT testa direttamente in prima persona gli schermidori, con la solita cura maniacale dei dettagli. Alla fine, ai primi di febbraio del 1932, dopo un’infinità di prove ed assalti ma senza vere e proprie selezioni, viene diramata la lista ufficiale per i Giochi e Guaragna è tra i selezionati. Festeggia la convocazione il 14 febbraio a Sanremo dove, col fioretto, supera 6-2 il tedesco Eisenacker. Si continua quindi con gli stage, tenuti soprattutto a Roma, nello Stadio PNF, con l’infaticabile Nadi a dirigere, rifinire, scremare, cercare di eliminare ogni piccolo difetto agli azzurri, Guaragna compreso. Poi si va in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Vengono allestite anche alcune pedane di fortuna dove gli schermidori provano qualche assalto, peraltro in spazi angusti. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Guaragna appare in buone condizioni.

Le gare olimpiche di scherma si svolgono nei locali dell’Armeria di Stato del 160° Fanteria, all’Olympic Park di Los Angeles. Guaragna esordisce il 1 agosto nel fioretto a squadre cui prendono parte solo 6 nazioni, per una sorta di torneo di elite. Nel primo turno, che poi è una semifinale, l’Italia affronta il Messico, dominando facilmente la contesa 16-0. I nostri scendono in pedana con la formazione-tipo: Marzi, Gaudini, Guaragna e Pignotti. Guaragna batte 5-0 Prieto e Sanchez, si impone 5-1 su Candiani e fatica con Izcoa, domato 5-4. Poichè anche la Danimarca batte il Messico ed al turno successivo accedono due compagini, non viene effettuato l’incontro tra azzurri e scandinavi. Si va così, lo stesso giorno, in finale, con Francia, USA e la stessa Danimarca. Con i francesi è battaglia a viso aperto, incerta ed equilibrata. Finisce difatti 8-8 e decide il computo delle stoccate che, per un solo punto, ci è sfavorevole: 58 a 59. Come vedremo, proprio questa stoccata di differenza sarà determinante. Guaragna, a disagio, è il peggiore dei nostri e chiude con uno score di 1-3. Batte Gardere 5-1, ma perde 0-5 con Lemoine e 4-5 con Cattiau e Bougnol. Gli altri due match filano via lisci. Battiamo gli USA 11-5, con Guaragna stavolta in palla. Perde difatti solo con Every 3-5, ma vince gli altri tre assalti: 5-1 a Levis, 5-2 a Calnan e Righeimer. Ripete pari pari la prestazione con la Danimarca, agevolmente domata 12-4. Guaragna perde 3-5 con Osiier, ma batte Bloch e Leidersdorff 5-0 mentre si impone 5-2 su Kofoed-Hansen. Per l’oro sembra tutto perduto dopo la sconfitta con la Francia che però, clamorosamente e troppo rilassata, perde con gli USA, al computo delle stoccate. Dunque Italia, Francia ed USA terminano a pari punti, con 2 vittorie ed 1 sconfitta a testa. Necessario lo spareggio, tutto torna in gioco. Con la Francia è un’altra battaglia, di nuovo 8-8 ed ancora le stoccate ci sono sfavorevoli, sia pure stavolta in modo più netto (58-66). Guaragna si batte bene: vince 5-3 con Gardere e 5-4 con Bougnol, ma è sconfitto 3-5 da Lemoine e 4-5 da Cattiau. Stavolta l’oro ci sfugge veramente. Inutile difatti battere nettamente gli USA 9-1, con Guaragna a superare 5-2 Steere, ma battuto 5-4 da Alessandroni per l’unico punto a stelle e strisce. I francesi non si fanno più sorprendere e sconfiggono 11-5 gli USA. L’oro va oltralpe. A noi resta comunque un bell’argento, sfumato in definitiva per una stoccata nella “prima” finale. Niente di trascendentale il comportamento di Guaragna che alla fine esce con uno score di 14-8. Guaragna cerca la rivincita nel fioretto individuale che inizia il giorno seguente, 2 agosto. Al torneo partecipano 26 schermidori di 12 nazioni. Guaragna inizia bene, con un bel 5-0 nel primo turno. Supera 5-1 il messicano Candiani ed il canadese Dalton, 5-2 il danese Block ed il francese Bougnol, 5-3 l’argentino Gorordo. Il giorno seguente si comporta bene anche in semifinale dove perde, 3-5, solo col britannico Lloyd, ma vince gli altri sei assalti: 5-1 al belga De Bourguignon ed allo svizzero De Graffenried, 5-4 a Marzi, Bougnol, il danese Osiier e lo statunitense Every. Vola dunque in finale, disputata il 4 agosto. Se Marzi è inarrivabile e guadagna un grandissimo oro senza sconfitte, per le posizioni restanti c’è grande lotta ed equilibrio. L’argento va allo statunitense Levis, ma per il bronzo è guerra aperta, decisa solo dal computo delle stoccate tra quattro schermidori con lo score di 5-4. Fatti i conti, la medaglia tocca a Gaudini che beffa Guaragna per due stoccate (+6 contro +4). Guaragna vince 5-1 con lo stesso Gaudini e l’argentino Larraz, 5-3 contro Gorordo, 5-4 con Cattiau e Bougnol. Perde 1-5 con Marzi, 3-5 col tedesco Casmir, 4-5 con Lloyd e Levis. Una vera beffa per Guaragna cui tocca la scomoda “medaglia di legno”: rimane comunque protagonista di un bel torneo.

È difficile smaltire la sbornia olimpica: tra viaggio di ritorno, feste, ricevimenti e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi), passano due mesi. In pratica Guaragna non rientra in pedana sino al 7 marzo 1933 quando in un’esibizione col fioretto a Bordeaux supera Bougnol 10-7. Pochi giorni dopo, è a Sanremo dove batte il belga Paternoster 10-8 e 10-6. Il 23 maggio a Ferrara si aggiudica il tricolore di fioretto, arma in cui si conferma strepitoso agli Europei di Budapest dove, tra il 9 e 11 giugno, guadagna il titolo a squadre[5] ed individuale. Si rivede solo il 14 gennaio 1934 quando a Genova, in un’esibizione col fioretto, batte 10-7 il francese Gardere. Il 31 gennaio nei saloni della “Patriottica” Guaragna supera agevolmente 10-4 l’argentino Luchetti. Il 18 marzo a Cannes Guaragna ribatte 10-9 Gardere dopo un match emozionante. Il 25 maggio, a Cremona, Guaragna guadagna il titolo nazionale, confermandosi il nostro migliore specialista. Ovviamente viene convocato in Nazionale per gli Europei di Varsavia: il 21 giugno è nella squadra che vince l’oro nel fioretto[6], superando in finale Ungheria (9-0), Germania (9-0) e la sempre temibile Francia (9-4). Il giorno seguente Guaragna chiude al quarto posto il torneo individuale, superato da altri tre azzurri (nell’ordine Gaudini, Marzi e Bocchino). Si rivede solo il 24 marzo 1935 quando passa alla sciabola: termina secondo il torneo della “Patriottica” a Milano, battuto solo da Montano. Il 15 maggio torna al fioretto ed a Bolzano chiude al quarto posto il tricolore vinto da Bocchino. Due giorni dopo, finisce ottavo nella spada vinta da Ragno. Si rivede in pedana solo nel 1936: il 9 febbraio alla “Società del Giardino” perde 3-10 un match di spada con Brusati. Torna all’amato fioretto e ne ha ben donde: il 16 febbraio a Sanremo batte 10-6 l’austriaco Lion. Il 21 marzo, ancora col fioretto, chiude al secondo posto la preolimpica di Ferrara, superato solo da Bocchino: ha già in valigia la divisa azzurra per Berlino. Un mese dopo, il 21 aprile, è a Montecarlo dove gli azzurri[7] chiudono secondi: vincono difatti col Belgio (9-7), ma perdono con la Francia (7-9) che poi supera agevolmente i belgi (9-3) e si aggiudica la manifestazione.

Guaragna si riscatta a Linz dove il 24 maggio vince il torneo di fioretto, arma con cui si impone pure nei tricolori, disputati a Napoli il 13 giugno: la maglia azzurra è di nuovo sua. Viene perciò convocato per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Guaragna esordisce nel fioretto a squadre che si tiene nella “Haus des Sports”, la “casa dello sport”, un palazzetto nei pressi dell’Olympiastadion. Partecipano 18 nazioni ed il 2 agosto nel primo turno viene subito schierato titolare contro l’Egitto, agevolmente superato 13-1. Gli altri azzurri sono Di Rosa, Bocchino e Verratti, con Guaragna che si aggiudica i suoi 4 assalti. Poichè anche l’Austria supera gli africani (11-5) ed accedono al turno successivo due squadre, non si effettua l’incontro tra azzurri ed austriaci. Guaragna va invece in panchina contro la Svizzera, liquidata con un sonoro 15-1. In pedana troviamo Gaudini, Marzi, Verratti e Di Rosa (che perde con Fauconnet). Poichè anche gli USA superano gli elvetici (13-3), pure stavolta accediamo subito alle semifinali senza ulteriori incontri. In semifinale, iniziata quello stesso 2 agosto, il discorso diventa più impegnativo, ma non troppo. Liquidiamo difatti l’Austria per 12-4 e Guaragna è ancora a riposo. Titolari Bocchino, Gaudini, Di Rosa e Verratti. Quest’ultimo è l’unico ad uscire imbattuto mentre Bocchino perde un assalto (con Losert che batte pure Di Rosa) e Gaudini, a sorpresa, ne perde due (Baylon e Losert). L’ultimo match dell’estenuante giornata arriva contro l’Ungheria e, con Guaragna di nuovo in pedana, è un’altra schiacciante vittoria: 13-3 il risultato, con Guaragna che perde solo con Bay (4-5). Gli altri due punti sono ceduti da Bocchino mentre Marzi e Verratti non subiscono sconfitte. Se ne riparla il 4 agosto contro gli USA e Guaragna torna titolare. Con lui Di Rosa, Gaudini e Verratti. Dominiamo 13-3, con Guaragna che perde l’assalto con Hurd. Anche Verratti e Gaudini, entrambi battuti da Pecora, cedono un punto. Voliamo dunque in finale, disputata poche ore dopo. Come spesso accaduto, l’incontro decisivo è con la Francia. Schieriamo ovviamente la nostra migliore formazione: Gaudini, Bocchino, Marzi e Guaragna che fa appieno il suo dovere, vincendo i suoi tre incontri (A. Gardere, Bougnol e Lemoine).

Se Gaudini (0-3) delude clamorosamente, ci pensano Marzi (3-0) e Bocchino (3-1) a rimettere i nostri sulla giusta via: alla fine vinciamo 9-4 (i restanti assalti non si disputano per il risultato acquisito). Gli altri due incontri sono formalità: la Germania è schiantata con un indiscutibile 16-0 dalla stessa formazione che ha battuto la Francia mentre Guaragna, che dunque disputa tutti i tre incontri di finale, è in pedana anche con l’Austria, dominata 13-3: Guaragna perde solo con Schonbaumsfeld. Altrettanto fanno Di Rosa (con Baylon) e Marzi (con Lion) mentre Verratti esce imbattuto. Con tre vittorie su tre, ed un cammino senza ostacoli, gli azzurri guadagnano uno splendido oro davanti alla “solita” Francia e Germania. Per Guaragna un torneo in prima fila, di tutto rispetto, da fuoriclasse, titolare fisso in finale: 22-3 il suo splendido ed autorevole score. Con l’oro al collo, Guaragna affronta con entusiasmo il torneo individuale che tra l’altro inizia il giorno seguente nell’adiacente “Sportforum”. Al via 62 schermidori di 22 nazioni. Supera agevolmente il primo turno, con uno score di 5-0: batte il greco Manolesos, il belga Bru, l’olandese Kunze, lo jugoslavo Marion e l’egiziano Tawfik. Poco dopo affronta il secondo turno, uscendo con un ottimo score di 3-1 che lo qualifica ai quarti: perde solo con lo statunitense Alessandroni, ma supera il francese A. Gardere, il norvegese Frolich e Manolesos. Il giorno seguente nei quarti altro 3-1: unica sconfitta col tedesco Casmir, vittorie col magiaro Hatszeghy, Frolich ed il ceco Jesensky. In semifinale Guaragna dà spettacolo, chiudendo 6-0 e battendo tutti gli avversari: il francese E. Gardere, il belga De Bourguignon, il magiaro Bay, il francese Lemoine, lo statunitense Levis e l’austriaco Losert. Entra quindi in finale tra i favoriti, ma si inceppa e chiude con lo score di 3-4. Perde difatti con E. Gardere, Gaudini, Bocchino e Casmir. Vince con Bru, A. Gardere e De Bourguignon. Troppo poco per le medaglie, finisce quinto. Oro a Gaudini, argento per E. Gardere, bronzo a Bocchino. Guaragna è superato anche da Casmir. Più che positiva comunque la sua partecipazione che lo ha confermato tra i migliori fiorettisti del mondo. La sua carriera continua alla grande: nel 1938 è strepitoso ai Mondiali di Piestany, in Cecoslovacchia, dove nel fioretto vince l’oro individuale ed a squadre. Quindi continua per un decennio a calcare le pedane, con successo, ma senza più cogliere vittorie eclatanti. L’ultima sua gara internazionale è Italia-Francia del 1949, finita in parità. Guaragna è certamente un primattore nella scherma mondiale degli anni ’30.


[1] Nel turno di semifinale gli azzurri avrebbero dovuto incontrare anche i francesi, ma poichè pure i transalpini superano gli USA, questo match risulta inutile e non viene disputato, in quanto si qualificano alla finale due squadre

[2] Con lui gareggiano Marzi, Pignotti, Gaudini, Terlizzi e Ragno

[3] Con lui gareggiano Puliti, Pignotti, Marzi, Gaudini e Chiavacci

[4] Con lui gareggiano Chiavacci, Gaudini, Marzi, Ragno e Pignotti

[5] Con lui gareggiano Macerata, Nostini, Bocchino, Ragno e Di Rosa

[6] Con lui gareggiano Gaudini, Bocchino, Marzi e Di Rosa

[7] Con lui gareggiano Bocchino, Gaudini e Macerata


Vai alla gallery