GRUPPIONI Mario
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San Giovanni in Persiceto (BO) 13.09.1901 / Bologna 19.01.1939
1932. Lotta greco-romana. MEDAGLIA DI BRONZO pesi massimi-leggeri
Tesserato per la “Sempre Avanti” di Bologna, ottiene i primi risultati importanti nel 1925: ai tricolori, disputati proprio a Bologna tra 9 e 11 gennaio, nei “medioleggeri” chiude secondo, superato solo dalla rivelazione Dotti[1]. Il 5 maggio a Prato termina ancora secondo, battuto stavolta dal carneade Gattai. Ancora nei “medi” vince il tricolore a Genova, nei locali della “Colombo”, il 7 e 8 novembre, lanciandosi nell’èlite dei nostri lottatori. L’8 dicembre a Bologna si aggiudica nettamente il campionato sociale della “Sempre Avanti”, ovviamente nella sua categoria. È in forma e viene selezionato per disputare gli Europei di Milano, tenutisi al Teatro Carcano tra il 17 e 19 dicembre. Dopo aver vinto diversi incontri eliminatori, tra cui quelli con gli jugoslavi Arzensek e Nikolic, entra nel giro delle medaglie: viene battuto dal tedesco Braun e dal finnico Kokkinen, rispettivamente oro e argento, ma Gruppioni chiude terzo e guadagna un bel bronzo, segnale di una crescita tecnica evidente. Si conferma presto. Il 28 marzo 1926 vince tra i “medio-massimi” l’importante riunione di Bologna, tenutasi nella palestra San Gervasio, di fronte anche ad alcuni lottatori stranieri. Il 9 maggio, nella palestra doriana a Genova, in un’esibizione supera agevolmente Barbieri, schienandolo. 15 giorni dopo, vince tra i “medio-massimi” nella “Targa Pampuri”, disputata a Torino nei locali della YMCA. In estate non gareggia mai, complice la scarsezza di gare e le relative polemiche sui giornali. Quando i tornei ricominciano, in autunno, Gruppioni si sente male: ha forti disturbi intestinali che lo tengono lontano anche dai tricolori di Prato. La sua annata è già finita. La ripresa è lenta e complicata. Il 24 marzo 1927, alla presenza del neo-CT Breznotits, Gruppioni perde malamente da Golinelli, a sorpresa, nella riunione organizzata al Teatro Masini di Faenza. Non è in forma: il 26 aprile nella “Coppa Herion” a Bologna chiude solo al 5° posto tra i “medi” dove si rivede Gattai. Il 18 dicembre a Venaria Reale chiude al secondo posto, battuto da Bonassin. Un’annata da dimenticare. Ma i tecnici azzurri lo tengono in considerazione ed il 5 febbraio 1928 è in Nazionale, nella meneghina Sala Carpegna, per l’incontro Italia-Austria: vince tra i “medi”, ma il match finisce in parità, 3-3. Ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori: il 18 marzo guadagna il titolo italiano, disputato nella “Casa del Balilla” a Milano. Può ambire ai Giochi, ma si trova davanti l’erculeo Bonassin, sceso di categoria dai “medio-massimi”, che lo sconfigge nell’ultima e decisiva preolimpica, il 17 giugno nei locali della “Costanza” a Milano. Deve così rinunciare alla maglia azzurra di Amsterdam e sparisce di scena. Si rivede ad inizio 1929 quando effettua una tournée in Svezia assieme al compagno di colori Donati. Gruppioni si comporta bene, ottenendo due secondi posti a Goteborg e Stoccolma.
L’esperienza scandinava tuttavia non lo agevola più di tanto agli Europei di Dortmund, disputati tra 4 e 7 aprile. Batte di misura ai punti il ceco Sassek, ma viene schienato nel giro di un minuto sia dal tedesco Rupp che dal finnico Pellinen (poi oro): chiude così il torneo al quinto posto. Gruppioni si rivede il 1 settembre quando si aggiudica il titolo emiliano a Bologna. Torna grande ai tricolori di Bari, organizzati il 28 e 29 settembre nei locali della “Angiulli”: vince difatti il titolo senza perdere un incontro. La sua carriera sembra costellata da alti e bassi. Inizia bene il 1930. Il 26 gennaio torna in Nazionale per il match contro la Francia a Bologna: batte Bonnefont dopo appena 2’30” di combattimento. I nostri si aggiudicano il confronto 5-2. Il 16 marzo a Milano, nella palestra del “GS Oberdan”, si tiene l’incontro Lombardia-Emilia: vincono gli ospiti 4-3 grazie anche a Gruppioni che si aggiudica il suo match con Roveda. Stesso risultato il 30 marzo a Roma, nella palestra dell’Audace. Il 7 settembre è di nuovo in Nazionale a Bari, nel match contro l’Austria che i nostri vincono 4-3, grazie anche a Gruppioni che riesce a schienare Muller. Si ripete nella rivincita, disputata il 9 settembre a Roma dove gli azzurri si impongono 4-2. Due giorni dopo, a Bologna il risultato non cambia e l’Emilia sconfigge 5-2 gli austriaci dell’Hakoah. Gruppioni si rivede ai tricolori di Napoli del 2 novembre: vince alla grande tra i “mediomassimi”. Il 30 novembre è protagonista del match Emilia-Piemonte, finito 5-2: vince contro Sereno per schienamento. Sette giorni dopo, guadagna il campionato sociale della “Bologna Sportiva”, soffrendo non poco con l’osso duro Malossi. Il 14 dicembre batte Lucchesi, schienandolo, nell’incontro tra “Bologna Sportiva” e “Club Atletico Faenza”, vinto dai felsinei 4-3. Ai primi di febbraio del 1931 ritrova la Nazionale a Parigi, per il match Francia-Italia disputato nella Sala Wagram: viene schienato da Puyuelo ed i nostri perdono 5-2. Sceso di peso ed entrato nei “medi”, l’8 marzo a Bologna partecipa alla selezione azzurra per gli Europei di Praga: batte Ciampolini e Golinelli per schienamento, garantendosi la convocazione. La manifestazione continentale si svolge alla fine di marzo e Gruppioni, dopo un fiammante inizio, si arena. Vince con l’estone Kullisaar e col polacco Kaluska, entrambi schienati, ma poi perde con lo svedese Johansson e questo match lascia strascichi importanti. Gruppioni difatti ha subìto l’incrinatura di una costa: prova comunque a combattere col ceco Prybil, ma abbandona subito, rendendosi conto di non poter proseguire. Viene comunque classificato quarto.
Intanto aumenta di peso ed è costretto a battersi nei “massimi” dove trova il forte Donati che lo costringe al secondo posto nella preolimpica di Bologna, disputata il 21 giugno. Calato di peso, rientra nei “medi”, ma non è a posto fisicamente: il 13 settembre a Bologna viene battuto da Malossi nella prova di selezione per la squadra bolognese da inviare a Parigi per un incontro con la compagine della Polizia locale. Gruppioni si riscatta ai tricolori di Roma del 17 e 18 ottobre, disputati nella palestra di Borgo Prati, che vince alla grande, lanciandosi verso la maglia azzurra ai Giochi. Malossi è infortunato ed allora Gruppioni, alla fine, va a Parigi dove però è battuto ai punti da Jourlin: i bolognesi però si impongono 4-3. Diverso discorso il 27 ottobre ad Anversa dove i felsinei affrontano la nazionale belga: Gruppioni è battuto ai punti da Appels ed i padroni di casa si impongono 6-2. Il 1932 è annata olimpica ed ovviamente Gruppioni punta ai Giochi. Il 29 gennaio ad Hornberg, in Germania, riesce a schienare Muller e gli azzurri superano i tedeschi 10-7. Due giorni dopo, a Stoccarda la musica cambia poco: Gruppioni batte Buher ed i nostri si impongono 4-3. Il 28 febbraio a Bologna un brusco stop per Gruppioni che, nell’incontro Emilia-Toscana, viene a sorpresa battuto ai punti dal semisconosciuto Pecchioli: comunque i padroni di casa si impongono 4-3 nel computo totale. Non è un buon momento: il 1 maggio a Genova, nella seconda prova tricolore disputata nella palestra della Doria, viene battuto dal redivivo Bonassin e la situazione per i Giochi si ingarbuglia. Si riscatta il 29 maggio a Roma nella terza gara di Campionato dove domina qualsiasi avversario anche se il titolo, per somma di punti in base ai piazzamenti, va a Pecchioli. Viene comunque convocato per il collegiale preolimpico, tenuto nella capitale, dove però la Commissione Tecnica, col CT Raicevich in prima fila, chiede una sorta di “supplemento d’indagine” e fa disputare le selezioni decisive: Gruppioni batte Pecchioli e Bonassin, guadagnandosi definitivamente i Giochi. Poi si va in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”.
Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa dell’imbarcazione viene pure allestito un ring nel quale si allenano prevalentemente i pugili ma dove pure i lottatori talora si cimentano nelle varie “prese”. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Gruppioni appare in buone condizioni. Le gare olimpiche di lotta si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “massimi-leggeri”, peso-limite 87 kg, partecipano addirittura solo tre atleti: per Gruppioni la medaglia è al collo già prima di cominciare ed è un caso più unico che raro nella storia dei Giochi. Gruppioni però non fa una bella figura: il 6 agosto viene schienato dal finnico Pellinen dopo 14’31” di combattimento. Il giorno seguente stessa storia con lo svedese Svensson, addirittura nel giro di 5’. Ottiene il bronzo, ma con due sonore sconfitte e prestazioni insufficienti. L’oro va a Svensson che supera ai punti Pellinen. Gruppioni in ogni caso torna a casa con una medaglia, raggiunta in condizioni del tutto particolari: si tratta probabilmente del podio più anomalo mai raggiunto da un azzurro nella storia dei Giochi. È difficile smaltire la sbornia olimpica, per di più con una medaglia al collo: tra viaggio di ritorno, feste, ricevimenti, premiazioni (Duce e principe Umberto compresi) passano praticamente due mesi. Gruppioni non torna in pedana sino al 5 marzo 1933 quando a Torino, nei locali della YMCA, vince la prima prova tricolore tra i “medio-massimi”. Il 1 luglio, con una grande cornice di pubblico, a Bologna perde ai punti con Gallegati. Il 3 settembre, con la “Bologna Sportiva”, vince il tricolore a squadre, disputato a Genova. Non presentandosi alla seconda prova per il titolo italiano a Faenza, chiude secondo nella classifica finale, superato da Bolognesi. Dal 1934 la sua attività si dirada, complici i prodromi di una grave ed incurabile malattia che nel giro di poco tempo lo porta alla morte. Se ne va a soli 37 anni, primo tra gli olimpionici di Los Angeles, per una polmonite.
[1] Si tratta dei tricolori del 1924 posticipati. Per questo a novembre si disputano altri campionati italiani, quelli ufficiali del 1925