GRILLO Amedeo
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La Spezia 04.04.1900 / deceduto nel 1974
1924. Pugilato. Eliminato Ottavi di Finale pesi massimi-leggeri
Detto “il colosso di Toracca”, piccolo borgo sulle colline spezzine di cui è originario. Tarda a segnalarsi, ma a livello locale è un portento, vince numerosi combattimenti anche per ko, e nel 1924 ambisce alla qualificazione olimpica. Ai primi di marzo partecipa all’apposita prova di selezione organizzata a Milano nella sala di pattinaggio in Via Menotti. Viene però battuto da Palmucci e non solleva grandi entusiasmi. Si tratta di una serata-no perchè due settimane dopo Grillo è brillante nei tricolori di Firenze, disputati a metà marzo, valevoli anche come selezione primaria per i Giochi. Dopo aver battuto Mannini ai punti, lotta ad armi pari col forte Saraudi dal quale è superato in semifinale ancora ai punti. Le sue prestazioni convincenti non passano inosservate ed anche se nell’ultima preolimpica, a Milano il 4 maggio, Grillo è battuto dal romano Palmieri, il CT Bianchi lo inserisce tra i 30 azzurrabili che svolgono l’apposito ritiro collegiale a Bellusco, nella villa Bartesaghi di proprietà del cav. Ostali (vice-presidente della FIP), attrezzata a palestra con tanto di ring e punching ball. Non mancano scherzi e divertimento, con frequenti bagni nel vicino Adda. Grillo si impegna con serietà ed abnegazione, migliora molto sotto le cure di Bianchi, diventando meno lezioso e più efficace, convinto e convincente. Poco a poco, tra abbracci e lacrime di commiato, i trenta devono essere “dimezzati”, rimandando a casa coloro i quali non dimostrano di essere pronti al punto giusto per i Giochi. Non è mai semplice escludere qualcuno, ma è la dura legge dello sport ed il CT compie il suo lavoro con giudizio severo ma imparziale: alla fine però Grillo, premiato anche per la sua determinazione, si guadagna il viaggio a Parigi dove arrivano 16 pugili, in pratica due per categoria. Una bella soddisfazione per Grillo che supera la concorrenza del quotato milanese Gry. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al famoso Vel d’Hiv, il velodromo d’inverno teatro di numerose competizioni ciclistiche di rilievo. Il torneo dei massimi-leggeri (peso-limite 79,379 kg) è ad eliminazione diretta e vi partecipano 20 pugili di 14 nazioni. Esentato per sorteggio dal primo turno, Grillo esordisce negli ottavi contro il francese Rossignon. L’azzurro si batte bene, ottimo in ogni fase, superiore in tutto al transalpino, ma la giuria, non nuova a verdetti scandalosi, regala letteralmente il successo al francese. A niente valgono le proteste italiane: Grillo dunque viene eliminato, con grande rammarico. L’oro va al britannico Mitchell sul danese Petersen ed il norvegese Sorsdal. Grillo rientra in Italia alquanto abbacchiato, sentendosi giustamente defraudato, ma a La Spezia lo festeggiano alla grande, come se avesse vinto. Il 9 agosto si tiene una grande cerimonia all’Arena Principe Umberto dove Grillo riceve applausi a scena aperta e disputa un incontro con Colognato il quale, ovviamente, si guarda bene dal guastare la festa e perde onorevolmente ai punti. Poi Grillo passa professionista, senza tuttavia ottenere risultati grandiosi. Nel 1928 emigra a New York dove all’inizio si fa valere: il 5 settembre batte per kot il quotato Cavanaugh, ma poi negli anni seguenti infila una sequela di sconfitte che pregiudicano il suo palmares. Rimane in America sino al 1932 per chiudere l’attività nella sua La Spezia il 22 maggio 1933, superando Daccò. Il suo score parla fin troppo chiaro: 28 incontri, 7 vittorie, 16 sconfitte, 5 pareggi. Niente di memorabile per un pugile che comunque ai Giochi ha subìto una sonora ingiustizia: non è il primo e non sarà certamente l’ultimo.