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GOZZI Giovanni

Milano 19.10.1902 / Arma di Taggia 11.08.1976

1924. Lotta Greco-romana. Eliminato Terzo Turno pesi gallo

1928. Lotta Greco-romana. MEDAGLIA DI BRONZO pesi gallo

1932. Lotta Greco-romana. MEDAGLIA D’ORO pesi piuma

La famiglia è originaria del mantovano, poi alla fine dell’800 si trasferisce a Milano dove nasce Giovanni che già da adolescente, negli anni più bui della Prima Guerra Mondiale, sale in pedana, tesserandosi per l’US Milanese e trovando nel maestro Roncaglieri il mentore che gli insegna i primi rudimenti. Passa poi all’APEF ed il primo torneo di rilievo cui prende parte si svolge a metà marzo del 1920 nei locali dell’USM di Via Pastrengo. Nei “piuma”, peso-limite 60 kg, è 5° su 7, vincendo solo con Bosetti e Secondini: è giovane, fa esperienza. Si rivede nel 1921 quando il 13 aprile partecipa ad un’esibizione nell’ex Teatro Zirotti a Milano, organizzata dallo SC Volta: viene battuto da Ranghieri, che intanto è diventato suo mentore, per schienamento dopo 16’ di gara. Il 22 aprile, in un torneo sociale dell’APEF, vince con Brambilla ma perde con Saletti. Deve ancora maturare, come atleta e come uomo. Ai primi di maggio altra riunione dell’APEF: batte Fattorini in soli 30”, con una manovra fulminea, e pareggia col “solito” Saletti anche se è sfavorito dal sorteggio che gli fa perdere il match. Nell’inverno la svolta: tesserato per il “CS Agamennone” e ben consigliato da Ranghieri, acquisisce la giusta consapevolezza dei suoi mezzi; in un certo senso, “si trasforma”, ovviamente in meglio. Ai tricolori di Bologna del 26-28 marzo vince difatti tutti gli incontri e guadagna il titolo nei “piuma”, battendo ai punti Ghezzi nell’incontro decisivo. È nata una stella che però deve svolgere il servizio militare: i severi superiori non gli concedono licenze per svolgere l’attività agonistica e, in pratica, Gozzi perde un anno intero. Si rivede difatti solo il 18-20 febbraio 1923 quando partecipa all’incontro Italia-Germania organizzato dall’US Bolognese nel capoluogo emiliano, prima grande manifestazione sportiva in cui atleti tedeschi fronteggiano italiani dopo la fine della guerra. Chiude terzo tra i “leggeri”, battuto da De Marchi ed il tedesco Steputat. Gareggia poco, pensa solo ad allenarsi in vista dei Giochi. Terminato finalmente il servizio militare, è libero di esprimersi al massimo livello. Il 29 febbraio 1924 Gozzi è grande nel primo torneo preolimpico, disputato nella sala Filzi della “Costanza” a Milano. Vince nei “piuma”, superando anche il mostro sacro Porro, oro nel 1908, ed il quotato Pizzoccaro. Nella seconda preolimpica, disputata a Prato a metà aprile, è secondo, superato solo dallo stesso Pizzoccaro che intanto sta meditando di passare alla lotta “libera”. Il fatto decisivo si verifica nell’ultima gara di selezione, il torneo che il 1 giugno si conclude alla “Colombo” di Genova: Gozzi vince bene tra i “gallo”, categoria nella quale è passato, e si guadagna la maglia azzurra. Parte dunque per l’apposito ritiro collegiale che si tiene in uno sperduto paesino sulle colline dell’alessandrino, in località Piancastagna, non lontano da Cimaferle, nel comune di Ponzone. Qui, a partire dal 18 giugno, i nostri compiono la rifinitura decisiva, interrotta però dopo pochi giorni causa un clima pessimo. Gli azzurri proseguono il ritiro a Genova e poi tutti a Parigi.

Le prove olimpiche di lotta si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Gozzi gareggia nei “gallo”, col limite di 58 kg che viene istituito ai Giochi per la prima volta. Al via 25 atleti di 15 nazioni. Vige la regola della doppia sconfitta ovvero viene eliminato il lottatore che perde due incontri. Il 7 luglio Gozzi esordisce nel torneo, perdendo ai punti col finlandese Ikonen, in un match dove la sua condotta appare troppo passiva. Poche ore dopo vince ai punti con l’estone Koolmann. Infine l’8 luglio perde ai punti col forte finnico Ahlfors e viene dunque eliminato. Oro all’estone Putsep sullo stesso Ahlfors ed Ikonen. Poco fortunato nei sorteggi (battuto dall’argento e dal bronzo), Gozzi è comunque autore di una partecipazione olimpica senza infamia e senza lode. Assunto all’Azienda Tramviaria Milanese, Gozzi si rivede ai primi di aprile del 1925 quando, il giorno 9, conquista il campionato lombardo dei “piuma”, superando ai punti nello scontro decisivo Pizzoccaro. Nell’anno gareggia poco, disertando pure i tricolori, ma si ripresenta in forma agli Europei di Milano, tenuti al Teatro Carcano tra il 17 e 19 dicembre. Gozzi perde un solo incontro, schienato dall’ungherese Magyar (poi oro), ma vince tutti gli altri, compreso quello fratricida con l’altro azzurro Ponte, e guadagna un bellissimo argento che lo conferma ad alti livelli. Nel 1926 le gare scarseggiano e non mancano sui giornali polemiche a questo proposito. Il 31 ottobre Gozzi si laurea campione lombardo tra i “gallo”. 15 giorni dopo, è a Prato per i tricolori che si svolgono nel Politeama Novelli: stravince senza perdere un incontro, confermandosi ottimo protagonista della nostra greco-romana. Nel febbraio 1927 è tra i prescelti per una sorta di ritiro collegiale agli ordini del neo CT della Nazionale, l’ungherese Miklos Breznotits. Il raduno è informale, si svolge a Milano ma in giorni alterni ed alla fine si disputano alcuni incontri dimostrativi: Gozzi batte nettamente Nava. Il 26 aprile a Bologna, tra i “gallo”, chiude al terzo posto la “Coppa Herion”, superato dall’ungherese Magyar e Quaglia. Si allena e si diletta anche nel sollevamento pesi: il 5 giugno a Milano vince un torneo organizzato dalla “Pro Patria”. Il 17 luglio vince il campionato lombardo di lotta nei “gallo”. 14 giorni dopo, a Como si laurea campione italiano nella stessa categoria nella quale si impone anche a Bologna, nella palestra di San Gervasio, l’11 settembre. Il 2 ottobre, nella palestra meneghina della “Costanza” in Via Sondrio, si aggiudica la selezione per gli Europei dove, a Budapest, dà spettacolo. Ai primi di novembre difatti nella capitale ungherese conquista il titolo continentale, superando in rapida successione i migliori lottatori della categoria: lo jugoslavo Hoffmann, il polacco Moczko, l’estone e campione olimpico Putsep ed infine l’idolo locale Magyar con cui si prende la sontuosa rivincita della sconfitta patita due anni prima a Milano. Un trionfo grandioso che lo pone ai vertici internazionali della specialità. Oltre tutto si tratta del primo titolo europeo in assoluto per la FAI a livello di lotta. Nel 1928, annata olimpica, inizia alla grande. Il 5 febbraio nella meneghina Sala Carpegna partecipa all’incontro Italia-Austria. Vince bene tra i “gallo” anche se il match tra le due nazionali finisce in parità, 3-3. Il 18 marzo, nonostante un allenamento precario causa una brutta malattia della moglie che ha assistito amorevolmente, si conferma il migliore nei tricolori, disputati nella “Sala del Balilla” a Milano: un titolo che gli assicura il posto ai Giochi. Di nuovo grande a Prato, tra il 30 aprile ed il 1 maggio, nell’incontro Italia-Cecoslovacchia, finito 3-3: Gozzi batte Pazout.

Un infortunio al piede destro lo tiene lontano dall’ultima e decisiva preolimpica del 17 giugno a Milano (nei locali della “Costanza”), ma è indiscutibilmente il miglior “gallo” italiano e dunque, ristabilitosi dal problema e con la moglie fuori pericolo, può vestire la maglia azzurra ad Amsterdam. Rifinisce la preparazione nel ritiro collegiale di Monza, svoltosi nella palestra della “Forti e Liberi”: è in forma, c’è fiducia intorno a lui. Le gare olimpiche si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di palazzetto degli sport di potenza, situato a lato dell’Olympisch Stadion, verso est. Gozzi gareggia nei “gallo” cui prendono 19 lottatori di altrettante nazioni ed il cui peso-limite è di 58 kg. Nel torneo vale la “doppia sconfitta” ovvero viene eliminato l’atleta che perde due incontri. Il 2 agosto l’esordio è convincente: Gozzi batte ai punti il quotato finnico Ahlfors, ex iridato. Prosegue ancora meglio: il giorno seguente schiena il francese Aria e poche ore dopo la stessa sorte è riservata al belga Mollin. Il 4 agosto però la battuta d’arresto che compromette la corsa all’oro: perde ai punti col cecoslovacco Maudr, con un verdetto che scatena qualche protesta tra il pubblico. L’azzurro è dunque costretto ad una serie di incontri suppletivi, alla caccia del bronzo: il 5 agosto vince con l’ungherese Zombori ai punti ed il giorno seguente, in pratica nella finale 3-4° posto, schiena lo svedese Lindelof e guadagna un bel bronzo. In entrambi i match ottiene il vantaggio decisivo nella posizione a terra in cui è maestro. Oro al tedesco Leucht, argento per lo stesso Maudr. Bella prova di Gozzi che in pratica perde un solo incontro, peraltro in modo discutibile, e sale meritatamente sul gradino più basso del podio. Si rivede agli Europei del 1929, disputati tra il 4 e 7 aprile a Dortmund, in Germania. Vince con lo svedese Lindotser ed il tedesco Reiber, sembra ben lanciato, ma è fermato dall’ungherese Zombori e finisce quinto. Torna in pedana il 30 giugno a Milano, nel torneo organizzato dalla “Sempione”: vince agevolmente tra i “piuma”. In estate non si organizzano gare importanti e Gozzi si rivede solo il 1 settembre quando si aggiudica a Milano il titolo lombardo. Sembra in forma, ma viene clamorosamente battuto ai tricolori di Bari, disputati il 28 e 29 settembre nei locali della “Angiulli”, anche per qualche leggero infortunio fisico: finisce difatti solo quarto, superato nell’ordine da Chiari, Gargano e Nizzola. La sconfitta incrina il suo prestigio al punto che a metà gennaio 1930 si deve guadagnare la maglia azzurra per l’incontro Italia-Francia, affrontando il tricolore Chiari: lo batte ai punti. Così il 26 gennaio è in Nazionale a Bologna: supera ai punti Guillaume ed i nostri si aggiudicano il match 5-2. Il 16 marzo, nella palestra del “GS Oberdan” a Milano, Gozzi batte Degli Esposti: il match fa parte dell’incontro Lombardia-Emilia, vinto dagli ospiti per 4-3. Il 30 marzo a Roma, nella palestra dell’Audace, Gozzi batte ai punti sia Quaglia che Chiari. Il 4 maggio vince il suo incontro nella sfida Piemonte-Lombardia, disputata alla “Società Ginnastica” di Torino e che termina 5-2 per i sabaudi. Gozzi ritrova la nazionale il 7 settembre a Bari per il match contro l’Austria che i nostri vincono 4-3, grazie anche a Gozzi che supera ai punti Gettlier. Si ripete esattamente nella rivincita, disputata il 9 settembre a Roma dove gli azzurri si impongono 4-2[1]. Si rivede in pedana nella prima preolimpica, effettuata già il 2 e 3 maggio 1931 nella palestra di Via Moscati a Milano, organizzata dalla “Sempione”.

S’è allenato a lungo, e bene, col forte magiaro Reschowsky e si vedono i frutti del suo lavoro: domina difatti tra i “piuma”, incontrastato. Stesso discorso il 24 maggio a Torino, nella palestra della “Società Ginnastica” ed il 21 giugno a Bologna, nella seconda preolimpica, dove vince tutti gli incontri (D’Eri, Zoli, Zamboni e Chiari). Ovviamente è il favorito dei tricolori che si svolgono a Roma, palestra di Borgo Prati, il 17 e 18 ottobre: guadagna in effetti il titolo anche se Chiari lo impegna non poco. Per Gozzi il 1932, annata olimpica, comincia presto: il 29 gennaio ad Hornberg, in Germania, riesce a schienare Bartmann e gli azzurri superano i tedeschi 10-7. Due giorni dopo, a Stoccarda situazione similare: Gozzi batte ai punti Teufel ed i nostri si impongono 4-3. Gozzi è protagonista anche nella prima prova tricolore, la “Coppa Dentis”, che si svolge il 6 marzo a Torino, nella palestra del Circolo Doglia: nell’annata olimpica difatti è stato deciso di assegnare il titolo italiano a punti, basandosi sui risultati di tre gare che servono anche da indicative. Tra i “piuma” è battuto da Nizzola che lo relega al secondo posto. Nella seconda prova tricolore, organizzata il 1 maggio a Genova nella palestra della Doria, Nizzola scende tra i “gallo” e lascia campo libero: Gozzi si impone agevolmente. La terza gara di Campionato si svolge a Roma il 29 maggio: stavolta Nizzola, salito di peso, è presente ma viene battuto da un Gozzi in stato di grazia. Ovviamente, Gozzi è convocato per il ritiro collegiale preolimpico, tenutosi ancora nella capitale dai primi di giugno, con sedute di allenamento allo Stadio PNF. Gozzi si conferma in formissima: nessuno può togliergli la maglia azzurra. Poi si va in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa dell’imbarcazione viene pure allestito un ring nel quale si allenano prevalentemente i pugili ma dove pure i lottatori talora si cimentano nelle varie “prese”. Gozzi però non sta bene: prima, in un match di allenamento, subisce l’incrinatura di una costa, poi è afflitto da foruncolosi. Comunque l’11 luglio gli azzurri arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Gozzi sembra ristabilirsi.

Le gare olimpiche di lotta si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “piuma”, peso-limite 61 kg, partecipano solo otto atleti e per Gozzi la medaglia non appare impossibile. Il regolamento è macchinoso: in pratica vince chi ottiene meno punti e la loro attribuzione è veramente cervellotica. Zero in caso di vittoria prima del limite, uno per vittoria ai punti, tre per qualsiasi sconfitta. Quando un lottatore raggiunge 5 punti, viene eliminato. Il 4 agosto intanto Gozzi parte bene e riesce a schienare in appena 58” il quotato finlandese Koskela, con una rovesciata spettacolare. Esentato per sorteggio dal secondo turno (ed è una fortuna non da poco), si ripete il 6 agosto, schienando pure il nipponico Kase anche se in 16’20”. Poche ore dopo, quello stesso giorno, perde ai punti col tedesco Ehrl che gli fa un grandissimo favore, superando anche lo stesso Koskela, ma ai punti. Perfetto per Gozzi. Difatti per il gioco dei punti e degli scontri reciproci, Gozzi, che ha gareggiato solo tre volte, termina il torneo con 3 punti e guadagna l’oro davanti ad Ehrl (che pure ha battuto l’azzuro ma totalizza 5 punti avendo vinto sempre ai punti) e Koskela. Beneficiato dal sistema-punteggi e dall’aver saltato un turno per sorteggio, Gozzi, nonostante la sconfitta con Ehrl, guadagna dunque un oro forse fortunoso e rocambolesco, ma comunque meritato. Il primo scaglione di olimpionici, con Gozzi, rientra in Italia il 1 settembre a Napoli e già il giorno seguente tutti dal Duce a festeggiare in pompa magna. Quindi altre premiazioni (compreso il Principe Umberto) e ricevimenti che distolgono gli atleti dagli allenamenti: si fatica a riprendere contatto con la realtà dopo quanto visto in America. Alla fine comunque Gozzi rientra in pedana, il 13 novembre a Bologna dove schiena facilmente, nel giro di sei minuti, il giovane Borgia. Torna in pedana solo il 21 aprile 1933 quando a Milano supera il triestino D’Eri, schienandolo nel giro di due minuti, nell’incontro ATM-GSF Trevisan, vinto 4-3 dai milanesi. Si prende un’altra lunga pausa e si rivede solo l’11 marzo 1934 quando vince a Faenza la prima prova tricolore tra i “piuma”. Selezionato per gli Europei di Roma, disputati a fine aprile, rimane ad alti livelli: vince col tedesco Ehrl, schiena in un minuto lo svizzero Schar, batte ai punti lo svedese Persson e viene superato solo dal finnico Pihlajamaki che poi si aggiudica l’oro. L’argento va al magiaro Toth, ma il bronzo (per il gioco dei punti e degli scontri diretti) è dell’ottimo Gozzi che si ripete il 5 maggio a Cagliari, al Politeama Margherita, nel match Italia-Romania: non ha difficoltà a sbarazzarsi in un minuto di Tojas, con gli azzurri che si impongono 5-1. Il 22 luglio a Bologna si svolge la seconda ed ultima prova tricolore: Gozzi si impone e guadagna nettamente il titolo italiano.

Poi con l’ATM partecipa alle gare di Campionato e Gozzi vince diversi incontri. Nella finale, con i faentini, ottiene due belle vittorie con Ravajoli: i due incontri però finiscono entrambi 4-3 per i padroni di casa. Si decide tutto nella finalissima di Roma: Gozzi ribatte Ravajoli e l’ATM si impone 4-3, guadagnando il titolo. Gozzi inizia il 1935 con una sconfitta: a sorpresa difatti è battuto da Nizzola nella prima prova tricolore, disputata il 20 gennaio ad Imola. Il risultato non cambia il 7 aprile a Genova nella seconda gara di Campionato. Ai primi di giugno Gozzi parte con la Nazionale per una tournée in Cecoslovacchia dove peraltro, tra scelte tecniche e problemi vari, gareggia due volte su quattro: a Praga viene sconfitto ai punti da Zdytal, ma il verdetto è talmente scandaloso che protesta pure il pubblico di casa; i nostri comunque vincono 5-3. A Pilsen, contro una rappresentativa locale, Gozzi ottiene una facile vittoria con Skopoviz e gli azzurri dominano 7-0. Il 30 giugno a Faenza guadagna la terza ed ultima prova tricolore, ma Nizzola finisce secondo e gli “ruba”, con merito, il titolo italiano per un solo punto di margine nella classifica finale (17-16). Gozzi si rivede il 2 ottobre a Milano dove una rappresentativa lombarda incontra la nazionale cecoslovacca che vince 4-3: Gozzi comunque batte Fleischmann. Inizia bene il 1936, annata olimpica: il 3 gennaio a Bologna supera Magni. Il 19 aprile a Prato guadagna il titolo tricolore dei “piuma” anche se molti tecnici considerano questa vittoria legata a qualche favoritismo di troppo da parte dei giudici, obnubilati dal suo prestigio: la maglia azzurra ai Giochi è comunque sua. Il 25 aprile a Roma, nel Teatro Italia, partecipa ad Italia-Ungheria: viene schienato da Mori, ma i nostri vincono 4-3. Viene inevitabilmente convocato per il grande ritiro collegiale azzurro che si tiene a partire dal 12 maggio ad Impruneta, sulle colline fiorentine, presso la Scuola Paolieri, sotto la guida del CT, il finnico Onni Sirenius. Il 20 giugno si tirano le prime somme: Gozzi batte Borgia e Zoli, la maglia azzurra è di nuovo sua. Ma un infortunio complica i piani a lui ed al CT: alla fine non recupera e deve rinunciare ai Giochi. Peccato, sarebbe stata la sua quarta edizione ed una medaglia non pareva impossibile. Negli anni seguenti Gozzi continua a lottare, ma senza più ottenere vittorie eclatanti. Chiude la sua attività con due medaglie olimpiche ed otto titoli italiani: un grandioso palmares che ne fa uno dei più grandi lottatori italiani di sempre. Nel dopoguerra passa al ruolo di allenatore nella sua ATM.


[1] In queste due gare contro l’Austria il CT è Ubaldo Bianchi, ex grande lottatore ed iridato tra i professionisti


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