GORLETTI Giuseppe
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Milano 28.08.1891 / Milano 29.03.1986
1920. Lotta greco-romana. Eliminato Ottavi di Finale pesi medi
1924. Lotta greco-romana. 4° pesi medi
Inizia giovanissimo a praticare ginnastica con la “Pro Italia”, mettendosi in luce in vari concorsi. Ma aumentato di peso e non più adatto agli esercizi ginnici, passa alla lotta, tesserandosi col Club Atletico Milanese dove trova nel notissimo lottatore Ernesto Castelli[1], il mitico “Borlin” (o “Borlorin”), un ottimo maestro che ben gli insegna i trucchi del mestiere. Già a 18 anni Gorletti è grande protagonista: nel 1909 difatti vince il torneo di Mortara nei “minimi” ed è secondo a Brescia. Nel 1910 vince a Valenza e Magenta. Segue un’annata interlocutoria e nel 1912 passa allo “SC Italia”: tenta la scalata alla selezione olimpica, ma è battuto da Rusconi nell’eliminatoria lombarda e deve rinunciare al sogno svedese. L’anno seguente però brilla non poco, conquistando il campionato lombardo assoluto e quello dei pesi “medi”, titolo guadagnato anche nel 1914. In questa stagione dopo il 4° posto nella “Coppa Lomazzi” a Milano, Gorletti è grande il 26 aprile nella prestigiosa “Coppa Radaelli”, gara a squadre ma in cui contano i risultati individuali. Nella finale, contro la genovese “Colombo”, Gorletti vince tutti gli incontri (Gargano, Arpé, Bersaglio), trascinando il suo “SC Italia” alla vittoria, assieme a Geri e Piazza, risultando primo anche nella classifica individuale. Pochi giorni dopo, ancora nella metropoli meneghina, è 3° nella “Targa Pampuri”, ma superato solo da due pesi “massimi” come Bianchi e Testoni, risultando dunque il migliore della sua categoria. Gorletti si rivede, sempre nei “medi”, a fine novembre nel Campionato Milanese dove viene battuto da Geri e si infortuna ad un ginocchio, dovendo abbandonare la contesa. Torna in pedana il 28 marzo 1915: pareggia con Covre al Teatro Ristori di Verona. Un mese dopo rivince la “Coppa Radaelli” a squadre, di nuovo con lo “SC Italia”, assieme a Bianchi e Geri, ma risultando stavolta il meno forte dei tre: battuta la compagine del Club Atletico Milano. L’entrata in guerra del nostro paese blocca e pregiudica l’attività sportiva: anche la lotta subisce una certa stasi. Nel 1916 non si disputano i tricolori che tornano però nel 1917, al Teatro Eden di Milano. Gorletti, tesserato per la “Post Resurgo Libertas” ed ancora nei “medi”, vince in rapida successione con Ghisini, Venturi, Sala, Merlin ma perde l’incontro decisivo con Geri che riesce a schienarlo dopo 26’ di un match equilibrato ed avvincente. Lo stesso Geri lo supera anche nel campionato milanese di ottobre, disputato nella grande sala della “Post Resurgo Libertas” in Via Bellezza a Milano. Gorletti è secondo anche nel girone per il titolo assoluto, con Geri di nuovo sugli scudi, dove comunque riesce a superare i “massimi” Pilotta e Cardinale (quest’ultimo per sorteggio).
Gorletti è ormai stabilmente tra i migliori lottatori italiani, ma la guerra continua ad ostacolare il regolare prosieguo dell’attività anche perchè molti lottatori sono sotto le armi. Gorletti si rivede solo il 15 dicembre 1918, a conflitto finalmente terminato: in un match a Legnano è battuto dal “solito” Geri dopo 40’ di lotta e solo a causa di un infortunio alla spalla. Dopo 45 giorni torna in pedana, nel torneo organizzato a fine gennaio 1919 dallo “SC Italia” nei locali del Teatro Carcano a Milano: non è al massimo della forma ed è sconfitto, a sorpresa, dal ritrovato Covre. I due vincono, a pari merito con Ranghieri, il torneo che si svolge a metà marzo nei locali di Via Pastrengo, organizzato dall’US Milanese: la combinazione dei risultati, con diversi match “nulli”, non riesce a designare un chiaro vincitore. Gorletti poi gareggia nel torneo che si svolge all’Arena alla fine di giugno ed organizzato dal Wonderland: vince tutti gli incontri, compreso quello col fratello minore. È primo della sua categoria anche a Como, nella “Coppa Sinigaglia” del 1 settembre, ma diserta i tricolori di dicembre a Genova. Gorletti riappare in pedana solo il 27 giugno 1920, nell’eliminatoria lombarda per le selezioni olimpiche nazionali, appuntamento cruciale per coltivare il sogno a cinque cerchi. S’è preparato bene e si vede: vince tutti gli incontri nei “medi”, ricevendo consensi unanimi da stampa e tifosi. Si conferma a Genova, nella palestra della “Colombo”, tra 10 e 13 luglio, nelle selezioni olimpiche vere e proprie dove il più attento, ovviamente, è il CT Grenna: esce imbattuto, superando anche l’ostico Corsanego e pareggiando con Bovone, guadagnandosi il biglietto per Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare di lotta si svolgono nel Salone delle Feste della Società Zoologica Reale, nei pressi dello zoo di Anversa e della Stazione Centrale. Gorletti gareggia nei medi il cui peso-limite è 75 kg. Al torneo, ad eliminazione diretta, partecipano 23 lottatori di 13 nazioni. Esentato dal primo turno per sorteggio, Gorletti esordisce negli ottavi il 17 agosto contro lo svedese Faltstrom. Non è un match facile, anzi risulta complicato da gestire. Gorletti è in difficoltà e dopo 11’23” di gara viene “schienato”. Ha perso e dunque la sua brevissima avventura olimpica termina subito. L’oro va ad un altro svedese, Westergren, che supera i finnici Lindfors e Perttila, per un podio interamente scandinavo (e ad Anversa non è l’unica volta che accade). Dopo i Giochi, Gorletti si prende una lunga pausa sabbatica e rimane lontano per quasi due anni dalle competizioni.
Poi gli torna la voglia, riprende ad allenarsi intensamente e ritrova buoni risultati. Tra il 18 e 20 febbraio 1923 partecipa all’incontro Italia-Germania organizzato dall’US Bolognese nel capoluogo emiliano, prima grande manifestazione sportiva in cui atleti tedeschi fronteggiano italiani dopo la fine della guerra. Gorletti, dimostrando di non aver perso smalto, chiude terzo, superato dal tedesco Gruneisen, vincitore assoluto, e dal “massimo” Testoni. Si rivede solo ai tricolori di Genova, disputati nei locali della “Colombo” tra il 16 ed il 19 novembre. Vince bene tra i “medi” e nel girone per il titolo assoluto è battuto solo dal “massimo” Donati: può ambire ad una maglia azzurra per i Giochi di Parigi. Tesserato per la “Mediolanum”, inizia alla grande il 1924, annata olimpica: il 20 gennaio, nelle scuole di Via Vignola a Milano, vince il titolo di campione lombardo sia tra i “medio-massimi” che assoluto. Si ripete nel primo torneo preolimpico, disputato tra la fine di febbraio ed i primi di marzo nella sala Filzi della “Costanza” a Milano: denotando grande sicurezza, vince agevolmente sia nella sua categoria che nel girone finale, battendo pure il “massimo” Gherardi. Insiste alla grande: a Prato, nel secondo torneo preolimpico, rivince tra i “medi” e praticamente si cuce la maglia azzurra addosso. Si conferma il 4 maggio al Teatro Verdi di Bologna dove, nel torneo per la “cintura d’oro”, è il migliore nei “medi”. Nessuno sembra poterlo fermare: il 1 giugno a Genova, nei locali della “Colombo”, domina l’ultimo torneo preolimpico, vincendo sempre prima del limite, col suo colpo preferito, un’ancata risolutiva. Pare in grado di ben figurare a Parigi. Le prove olimpiche di lotta si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Gorletti gareggia nei “medi”, il cui limite di peso è 75 kg. Al via 27 atleti di 19 nazioni. Vige la regola della doppia sconfitta ovvero viene eliminato il lottatore che perde due incontri. Gorletti è protagonista di un grande torneo anche se inizia col piede sbagliato. Il 6 luglio difatti viene schienato nel giro di dieci minuti dall’austriaco Fischer, ma ha una scusante: ha sbagliato la scelta delle scarpe che scivolano sulla pedana, impedendogli di rendere al meglio. Il giorno seguente, con un altro paio di scarpe, Gorletti si riscatta prontamente e batte in 1’54” il ceco Prazsky. Poi insiste: l’8 luglio sconfigge ai punti il norvegese Jahren ed il 9 stesso risultato con l’ungherese Konyi.
Gorletti pare inarrestabile e supera anche l’estone Steinberg, ancora ai punti sia pure dopo i supplementari. La sua corsa però si ferma il 10 luglio contro il finnico Lindford con cui in pratica si gioca la medaglia, perdendo ai punti. Per lo strano meccanismo del regolamento, avendo comunque perso due incontri, pur avendo superato Steinberg, Gorletti viene classificato quarto. L’oro va al finnico Westerlund che batte in finale lo stesso Lindford mentre il bronzo va, appunto, a Steinberg. Una beffa per il bravo Gorletti che, alla soglia dei 33 anni, avrebbe certamente meritato la medaglia, per una prestazione di alto livello tecnico. Continua a gareggiare ed a cogliere ottimi risultati, almeno nel 1925. E’ grande protagonista ai tricolori di Bologna tra il 9 e 11 gennaio[2]. Stravince tra i “medi”, aggiudicandosi tutti gli incontri, anche contro l’ostico Bonassin che lo impegna fino al round supplementare dove però Gorletti mostra maggiore aggressività e viene premiato dai giudici. Poi una lunga pausa: diserta pure i tricolori di novembre. Si ripresenta però agli Europei di Milano, tenutisi al Teatro Carcano tra il 17 e 19 dicembre. Non va bene: perde subito il primo incontro, schienato dal forte finnico Kokkinen (alla fine argento), e quindi accusa un infortunio che blocca il suo torneo incolore. Nel 1926, faticando a recuperare dall’infortunio, in pratica non si vede mai e si spargono le voci sul suo ritiro dall’attività. Non è così. Il 17 luglio 1927 a Milano si aggiudica il campionato lombardo dei “medi”. Sembra ritrovato e ben lanciato, ma ai tricolori di Como, il 31 luglio, patisce un altro brutto infortunio ad una gamba e si ritira. Si rivede solo il 2 ottobre quando, nella palestra meneghina della “Costanza” in Via Sondrio, viene battuto da Malossi nella selezione per gli Europei. Nel 1928, tesserato per la “Mediolanum”, non molla: il 4 marzo si aggiudica il campionato lombardo dei “mediomassimi”. Fa un pensierino ai Giochi, sarebbe la sua terza edizione, ma nelle preolimpiche non ottiene risultati significativi e rinuncia. A 37 anni così pone fine alla sua bella carriera.
[1] Milanese, classe 1869, fonda la Società Atletica Milanese, la prima a propagandare la lotta greco-romana in Italia. Campione Italiano nel 1899, al Teatro Del Verme, nel primo torneo tricolore di lotta del nostro paese. Bissa il successo nel 1901
[2] Si tratta dell’edizione 1924 rimandata e posticipata