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GOLLINI Alfredo

Modena 24.12.1881 / 22.04.1957

1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

gollini grandeAppartenente alla mitica “Panaro”, è atleta di seconda schiera rispetto al magnifico Braglia e l’ottimo Capitani, suoi compagni di squadra dei quali inevitabilmente subisce la forte ascesa. Il suo nome figura raramente nelle cronache, fa parte del gruppo, è un buon gregario ma non emerge e quando bisogna scegliere 5-6 titolari, il suo nome non figura nella lista. È comunque atleta serio, di sostanza la cui maturazione è lenta ma costante anche perchè corroborata da una forte applicazione e dall’esempio dei suoi compagni più affermati ai quali carpisce più di un segreto. Nei vari concorsi ginnici cui partecipa giunge spesso a metà classifica come a Torino nel 1911 quando ottiene una “medaglia d’argento grande” per il suo 18° posto nella gara artistica individuale. Non è, insomma, un fuoriclasse, ma è ammirevole per impegno e dedizione. Favorito anche dal far parte di una delle compagini più forti d’Italia e col non trascurabile merito “politico” di essere compagno del formidabile Braglia (già oro individuale nel 1908 e favorito per il 1912), si prepara a puntino per le prove di selezione olimpica. La gara decisiva si svolge il 9 giugno a Bologna nei locali della Virtus: vince Romano e Gollini chiude al decimo posto, staccato di due punti esatti[1]. Viene comunque selezionato per i Giochi dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia, sede del ritiro preolimpico, dove gli azzurri si preparano a puntino, coordinando alla perfezione i loro esercizi, con grande sintonia e sincronismo.

I nostri, che gareggiano in maglia bianca, arrivano a Stoccolma dopo un disagevole viaggio in treno, durato tre giorni, passando da Austria e Germania. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia. La carriera di Gollini ha raggiunto l’apice a Stoccolma. Non è certo un “campionissimo”, ma rimane un atleta di ottimo livello che però ha dato il massimo delle sue potenzialità: nelle stagioni che seguono, prima della guerra, rimane nell’ombra ed il suo nome non appare più ai primi posti dei concorsi ginnici. Gollini ci riprova, dopo il conflitto, nel 1920 ma nelle prove di selezione olimpica non dà ampie garanzie al CT Pastorini che, pur mantenendo un occhio di riguardo per i veterani di Stoccolma, lo esclude dalla lista dei convocati, nonostante chiuda al sesto posto la gara artistica di Forlì, ultimo banco di prova per i nostri ginnasti. Evidentemente, Gollini non dà sufficienti garanzie. Niente da fare: alla soglia dei 40 anni, abbandona l’attività.


[1] Romano totalizza 57,41 mentre Gollini si ferma a 55,41

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gollini, primo a sinistra, assieme all’altro olimpionico Ferrari, compagno di squadra nella “Panaro”