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GIURIA Mario

Genova 02.10.1891 / deceduto

1924. Lotta greco-romana. Eliminato Secondo Turno pesi massimi

Già prima della “Grande Guerra” si introduce nell’ambiente ligure della lotta: a quel tempo Genova e dintorni rappresentano la “culla” della FAI e delle prove di forza. Non a caso i tricolori del dicembre 1919 si tengono proprio nella città della Lanterna, organizzati dalla gloriosa “Colombo”. Giuria però perde diversi incontri e non si classifica sul podio della sua categoria, i “massimi”: difatti possiede un fisico possente e robusto. Il 1920 è per lui anno di transizione e gareggia raramente, comunque non emerge mai. Si rivede su buoni livelli nel 1921: il 30 novembre, tesserato per il Club Atletico Savonese, vince il campionato ligure dei “massimi” anche se il titolo assoluto è appannaggio del “medio” Cardinale. Nel settembre 1922 partecipa alla prestigiosa “Coppa Croce” a Roma. Battuto nei “massimi” da Isetta, si riscatta nel girone finale per la vittoria assoluta: batte tutti e guadagna la graduatoria del torneo. La sua carriera però è altalenante e nel 1923 torna nell’ombra. Si ripresenta nel 1924 e cerca la convocazione per i Giochi. Tuttavia, complice un infortunio, stenta parecchio nelle prove di selezione al punto che l’apposita Commissione Tecnica della FAI lo sottopone ad un supplemento di esame, nell’apposito ritiro collegiale che si tiene in uno sperduto paesino sulle colline dell’alessandrino, in località Piancastagna, non lontano da Cimaferle, nel comune di Ponzone. Qui, a partire dal 18 giugno, i nostri compiono la rifinitura decisiva, conclusa poi a Genova visto che il maltempo non dava tregua in collina. Alla fine anche Giuria convince tutti ed indossa la maglia azzurra a Parigi. Le prove olimpiche di lotta si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Giuria gareggia nei “massimi”, categoria alla quale possono accedere lottatori che pesano più di 82,5 kg. Al via 17 atleti di 10 nazioni. Vige la regola della doppia sconfitta ovvero viene eliminato il lottatore che perde due incontri. Giuria non va molto lontano. Il 6 luglio rinuncia per un’indisposizione al primo turno contro il finlandese Salila (e ciò gli vale come una sconfitta). Il giorno seguente scende in pedana ma viene schienato nel giro di 6’52” dal lettone Polis e viene dunque eliminato. L’oro va al francese Deglane sul finnico Rosenqvist mentre il bronzo è dell’ungherese Bodò. Per Giuria dunque, pure sfortunato, una partecipazione olimpica alquanto opaca, in linea peraltro con una carriera spesso in retrovia. Non va meglio negli anni seguenti: ai primi di maggio del 1925 chiude al secondo posto il torneo di Prato, battuto da Isetta. Poi si spegne gradatamente e presto abbandona l’attività senza ulteriori sussulti.

 

giuria grande

I lottatori azzurri per i Giochi di Parigi del 1924. Tra loro anche Giuria, evidenziato dal tondo e contrassegnato dal numero 7