GIAMBELLI Mario
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Milano 1898 / Milano 05.02.1970
1924. Sollevamento Pesi. 6° pesi massimi-leggeri
Impiegato presso i Vigili del Fuoco di Milano e di costituzione robusta, sulla scia dei colleghi si appassiona alle vicende del gruppo sportivo aziendale ed inizia a sollevare pesi solo nel 1921. Dimostra subito buone attitudini e letteralmente “esplode” nei tricolori di Genova, il 18 e 19 febbraio 1922[1]: tra la sorpresa generale, perchè sconosciuto ai più, trionfa nei “mediomassimi” con un totale di 330 kg, sollevando 75 kg con un braccio. Si tratta di una grande performance che lo proietta subito ai vertici del nostro movimento pesistico. Non si ferma: il 9 aprile ottiene il record di strappo col braccio sinistro, con 76,3 kg, strappandolo al grande Bottino (75,5 kg), nei locali del CAM. Il 15 ottobre vince i campionati lombardi nella palestra dell’APEF di Via Vignola e sette giorni dopo a Sestri Ponente dà spettacolo nei tricolori “veri” del 1922: si impone nei “mediomassimi” con 347,5 kg totali contro i 330 di Nori, per un successo netto e indiscutibile. Continua a distinguersi nel 1923. Il 25 febbraio conduce la sua squadra al trionfo nella “Corona Giudici” che si svolge nelle scuole di Via Pisacane a Milano[2]. Vittoria sul filo, 753 kg a 750.5, con i battuti del CAM che lanciano più di una polemica. Giambelli è considerato il migliore in pedana ed il migliore, tra i “mediomassimi”, è anche nel grande meeting organizzato dalla FAI a Genova, nei locali della “Colombo”, tra il 9 e l’11 marzo. Nel finale di stagione sembra avere qualche problema: il 14 ottobre a Sampierdarena nella “Coppa Storace” chiude al terzo posto, alle spalle di Lorenzetti e Galimberti. Ma è questione di poco: 14 giorni dopo, è nuovamente grande a Milano, nei locali dell’APEF, dove si aggiudica il titolo di campione lombardo di categoria, sollevando un totale di 464 kg e realizzando il record italiano di slancio con ben 126,4 kg, avvicinandosi molto al primato mondiale del francese Simon (127 kg). Giambelli inizia a coltivare il sogno olimpico che diventa ancor più concreto coi tricolori, disputati a Genova il 24 e 25 novembre, nei locali della “Colombo”. Giambelli stravince tra i “mediomassimi”, sollevando 467 kg contro i 415 del secondo, il triestino Lorenzetti, realizzando pure due primati italiani di categoria: slancio col braccio destro (90 kg) e slancio a due braccia (127 kg). Può iniziare a pensare concretamente ai Giochi.
Nel 1924 difatti già a metà marzo gareggia nella prima preolimpica, disputata a Sestri Ponente nei locali della gloriosa “Sestrese”. Vince bene tra i “mediomassimi”, alzando 457,5 kg totali e stabilendo altri due primati italiani: strappo col braccio sinistro (77 kg) e slancio col braccio destro (93 kg), eguagliando nel primo caso il mondiale del francese Duchadeau ed entrando dunque nell’èlite internazionale. Si conferma ai primi di maggio, nella seconda preolimpica, disputata a Milano nei locali dell’APEF. Solleva 473 kg totali e distanzia nettamente il secondo, il triestino Locatelli, che alza 437 kg. Non solo, ottiene altri due primati italiani: lo slancio col braccio destro (97,5 kg) e lo slancio a due braccia (128 kg). Si può sognare in grande sulla via di Parigi, anche perchè i risultati fioccano. Il 9 giugno, nella preolimpica di Trieste, Giambelli alza un totale di 455 kg, confermandosi alla grande. Qualcuno, forse giustamente, si chiede se sia proprio necessario sottoporre i pesisti a queste continue dimostrazioni di forza, ripetute e ravvicinate nel tempo. Giambelli non se ne cura e dà spettacolo anche il 22 giugno, nell’ultima prova di selezione, tenutasi a Genova nei locali della “Colombo”. Alza un totale di 472,5 kg, ottenendo pure il record italiano nello strappo col braccio sinistro (78,2 kg). Nessuno può togliergli la maglia azzurra e si avvicina a Parigi con concrete speranze di ben figurare. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Giambelli gareggia nei “massimi-leggeri”, categoria in cui si schierano 20 atleti di 12 nazioni, ed il cui peso-limite è di 82,5 kg. La competizione, disputata il 23 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare (o distensione a due braccia), strappo a due braccia e slancio a due braccia. Giambelli è buon protagonista ed il migliore degli azzurri: solleva 480 kg totali e si piazza al sesto posto, a soli 10 kg dal bronzo dell’austriaco Friedrich. L’oro va al francese Rigoulot con 502,5 kg davanti allo svizzero Hunenberger con 490. Giambelli parte bene: nello slancio ad un braccio solleva 95 kg e si piazza secondo a pari merito anche se Hunenberger solleva ben 107,5 kg e coglie il record mondiale. Nello strappo ad un braccio il patatrac: mentre sta terminando l’esercizio, chiuso positivamente con 77,5 kg (4° p.m. col primo Rigoulot che alza 87,5 kg), Giambelli scivola ed il peso lo colpisce violentemente sul torace. Si teme addirittura la frattura delle coste, ma coraggiosamente, dopo un’abbondante fasciatura, Giambelli torna in pedana. Menomato, chiude solo 14° la distensione a due braccia, con 82,5 kg contro i 100 dello svizzero Scharer (altro record mondiale). Peccato, perchè questa contro-prestazione gli costa molto in termini di classifica dato che nelle altre due prove, leggermente ripresosi, è 4° p.m. nello strappo a due braccia, con 95 kg contro i 102,5 di Rigoulot (record mondiale) e addirittura ottimo secondo p.m. nello slancio a due braccia, con 130 kg contro i 135 di Rigoulot. Alla fine chiude buon sesto, ma con enormi rimpianti. A Giambelli, visti i risultati finali, è mancata veramente la fortuna: senza l’incidente e l’infortunio avrebbe potuto certamente lottare per una medaglia. Dopo i Giochi, Giambelli lascia tutto ed emigra in Sud America: prima in Perù, poi si sposta a Mendoza, in Argentina, dove diventa istruttore in una palestra. Rientrerà a Milano dopo molti anni, per morirvi alla soglia dei 72 anni.
[1] Si tratta dei Campionati relativi al 1921 che si dovevano tenere poco prima di Natale ma vengono posticipati per problemi organizzativi
[2] Con lui gareggiano Galimberti, Mercoli ed Uboldi