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GIACCONI Bruno

Osimo (AN) 20.11.1889 / Sondrio 25.02.1957

1936. Tiro a segno. 11° Pistola Libera 25m

Frequenta l’Accademia di Modena ed intraprende la carriera militare. Nella Prima Guerra Mondiale è Capitano dei Bersaglieri in un battaglione ciclisti. Si segnala ripetutamente sul fronte friulano, come comandante di piglio, ardimentoso ed intraprendente al punto da ottenere Medaglia di Bronzo, Medaglia d’Argento e Croce di Guerra al Valor Militare. Nel 1919 guida i suoi soldati alla famosa Marcia di Ronchi[1], la spedizione armata verso Fiume, “conquistata” dalle truppe comandate da D’Annunzio di cui diventa un fedelissimo nonchè amico e confidente. Proclamata la Reggenza del Carnaro[2], Giacconi ne diventa Presidente del Consiglio Militare. Terminata la controversa esperienza fiumana, per punizione Giacconi viene confinato a Sondrio dove diventa protagonista della vite civile e sociale: si sposa e viene nominato Presidente della Provincia. Nel contempo coltiva la sua passione per le armi e per il tiro con la pistola al punto da cercare nel 1932 la qualificazione olimpica. Il 16 maggio nel poligono di Reno nei pressi di Bologna chiude secondo la preselezione, battuto solo da Matteucci. Guadagna così la convocazione per la prova finale di Roma dove però non brilla e non viene selezionato. Ci riprova però nel 1936 e stavolta ha successo: il CT Battistoni lo inserisce difatti nella lista per Berlino. Gli azzurri partono il 27 luglio da Verona, in treno. Coi suoi 46 anni suonati, Giacconi è tra i più “anziani” della comitiva. Le gare olimpiche di tiro a segno si svolgono al poligono di Wannsee, nei pressi di Potsdam, nella periferia sud-occidentale di Berlino. Giacconi il 6 agosto partecipa alla pistola libera da 25 metri cui prendono parte 53 tiratori di 22 nazioni. In mattinata supera agevolmente le qualificazioni e nel pomeriggio disputa la finale che prevede una prima fase di 18 colpi in tre serie di sei colpi nel giro di 8 secondi; poi altre 4 serie di sei colpi, col tempo a scalare (6, 4, 3, 2). Giacconi va in difficoltà nella prova da 4 secondi dove viene eliminato: chiude 11°, per una prestazione comunque onorevole. L’oro va all’infallibile tedesco Van Oyen, argento per l’altro teutonico Hax e bronzo allo svedese Ullmann dopo spareggio col greco Papadimas. Per Giacconi comunque una partecipazione sufficiente. Poi non otterrà più risultati rilevanti.


[1] Nella notte tra 11 e 12 settembre un migliaio di uomini parte da Ronchi dei Legionari ed arriva a Fiume, città allora rivendicata dall’Italia in funzione di precedenti accordi internazionali prebellici, ma mai effettivamente annessa. I cosiddetti “legionari” occupano Fiume, in attesa degli eventi politici che però tardano a verificarsi

[2] L’8 settembre 1920 D’Annunzio proclama lo Stato Libero del Carnaro, con tanto di costituzione e “consiglio dei rettori”. In realtà si tratta di una dittatura armata. Dopo varie trattative andate a vuoto ed un accordo politico tra Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, l’esercito italiano costringe alla resa i “legionari” alla fine di dicembre 1920. Fiume rimane stato indipendente sino al 1924 quando, attraverso altri accordi diplomatici, entra a far parte, a tutti gli effetti, del Regno d’Italia