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GENOVESI Pietro

Bologna 27.06.1902 / Bologna 05.08.1980

1928. Calcio. MEDAGLIA DI BRONZO

genovesi grandeBolognese purosangue, entra giovanissimo nei “Boys” rossoblu (la squadra giovanile) che frequenta già negli anni della Prima Guerra Mondiale. Inizia come difensore, ma poi viene spostato in mediana, mostrando subito grandi qualità: grintoso, trascinatore, coniuga classe ed agonismo, segnalandosi come ottimo francobollatore, ma capace pure di rilanciare l’azione con grandi giocate, senza disdegnare la conclusione vincente. Caratteristiche che lo portano in prima squadra già nella stagione 1919-20 quando colleziona 17 presenze e 5 gol. Beniamino dei tifosi, che lo chiamano affettuosamente “Pirèin”, diventa in breve una colonna portante dei rossoblu i quali crescono gradualmente in quotazioni e performances. Difatti già nella stagione seguente, 1920-21, quando Genovesi gioca 18 gare e segna 4 gol, il Bologna arriva alla finale della Lega Nord dove è battuto dalla mitica Pro Vercelli. In quella stagione, a soli 18 anni, Genovesi esordisce in Nazionale, il 20 febbraio 1921 a Marsiglia, nel match vinto 2-1 dagli azzurri contro la Francia. Altri due tornei di buon livello, con Genovesi che colleziona 43 presenze e 16 reti[1], introducono al 1923-24 quando Pirèin gioca 24 gare e segna un gol, col Bologna che giunge in finale della Lega Nord ma perde col Genoa in modo burrascoso[2]. L’anno seguente è l’apoteosi per Genovesi, che oltre a totalizzare 25 presenze e segnare 3 gol, giocando pure altre 4 volte in Nazionale, vince il Campionato col Bologna, al suo primo titolo della storia: dopo un infinito spareggio col “solito” Genoa, durato ben cinque combattutissime partite, i felsinei battono agevolmente in finale l’Alba Roma[3]. Genovesi è anima e pilastro portante della squadra vincente, nonostante un suo famoso screzio col centravanti Della Valle crei un certo scompiglio nello spogliatoio. Nel 1925-26, causa infortunio, Genovesi gioca solo 11 partite, con un gol, ma il Bologna si mantiene in vetta: giunge in finale della Lega Nord dove è sconfitto dalla Juventus solo dopo tre partite[4].

Il 1926-27 è la stagione del famoso scudetto “revocato” al Torino, primo nel girone finale, per il celebre “caso-Allemandi”: il Bologna chiude al secondo posto e reclama a gran voce, inutilmente, l’assegnazione di quel Campionato. Genovesi consegue 17 presenze, con una rete. A fine stagione, il 29 maggio, ritrova anche l’azzurro, a Bologna contro la Spagna, domata 2-0. Il 1927-28 è annata olimpica ed il CT Rangone tiene in grande considerazione Genovesi anche se le sue ulteriori apparizioni in Nazionale non coincidono con prestazioni eclatanti: il 23 ottobre pareggiamo 2-2 a Praga con la Cecoslovacchia ed il 6 novembre a Bologna perdiamo 0-1 con l’Austria. Inoltre il Bologna non brilla, chiudendo al 5° posto il girone finale di Campionato. Ai Giochi comunque serve gente tosta ed esperta: Rangone inserisce Genovesi nella rosa dei 22, pur se nel ruolo di riserva. Al torneo olimpico di calcio, con la formula ad eliminazione diretta, partecipano 17 nazioni e, data la complessità, è la prima competizione ad iniziare, addirittura il 27 maggio. Gli azzurri, con Genovesi a riposo, esordiscono il 29 maggio negli ottavi, contro la Francia e non è una partita facile. Si gioca alle 14 all’Olympisch Stadion di fronte a 2500 spettatori, arbitra il belga Christophe. L’inizio è sconvolgente: dopo 20 minuti siamo sotto 2-0 causa una doppietta dello scatenato Brouzes. La reazione dei nostri è veemente: al 21’ accorcia Rossetti ed al 39’ pareggia Levratto. All’ultimo minuto del primo tempo rovesciamo il risultato con Banchero. Si va al riposo sul 3-2. Dopo un quarto d’ora della ripresa Baloncieri mette il suo sigillo, ma c’è ancora da soffrire perchè un minuto dopo accorcia Dauphin. Manca mezz’ora alla fine ma i nostri controllano e vincono 4-3. Il 1 giugno altro incontro difficile e complicato: nei quarti affrontiamo la Spagna. Si rigioca all’Olympisch Stadion, stavolta con inizio alle 19, di fronte a 3388 spettatori paganti. Arbitra l’uruguaiano Lombardi (di chiare origini italiane). Genovesi ancora assente. La Spagna è avversario ostico: al 21’ passa in vantaggio con Zaldua. Si va al riposo sullo 0-1. Nella ripresa ci pensa ancora Baloncieri che pareggia al 63’. Il risultato non cambia, neanche dopo i supplementari. In quel tempo non sono previsti i rigori e la partita si ripete tre giorni dopo, il 4 giugno, nella stessa sede, con inizio alle 14, davanti a 4770 spettatori. Arbitro l’olandese Boekman. Genovesi osserva i compagni dalla tribuna. Stavolta non c’è partita, la Spagna è annientata: vinciamo 7-1. Il primo tempo termina 4-0 per le reti di Magnozzi al 10’, Schiavio al 15’, Baloncieri al 18’ e Bernardini al 40’. La Spagna accorcia alla prima azione della ripresa con Yemo, ma nel finale i nostri dilagano: al 73’ segna Rivolta e poi Levratto chiude con una doppietta (82’ e 84’). Siamo in semifinale e la medaglia pare vicina. Il 7 giugno, all’Olympisch Stadion, con inizio alle 19, ci tocca però il fortissimo Uruguay, campione in carica. 15.290 spettatori, arbitra l’olandese Eijmers. Genovesi di nuovo riserva. Baloncieri (ancora lui) ci fa sognare e segna dopo 9’. Il sogno dura appena nove minuti perchè Cea pareggia. Gli uruguayani sono forti e tessono con abilità la loro trama offensiva: al 28’ Campolo ed al 31’ Scarone sembrano mettere la parola fine alla disfida. I nostri si rinfrancano nel riposo e ci provano: dopo un quarto d’ora della ripresa Levratto ci porta sul 2-3. L’impresa pare possibile, ma il risultato non cambia. L’Uruguay vince 3-2, ma non abbiamo demeritato. Siamo così relegati alla “finalina” per il bronzo dove troviamo il sorprendente Egitto.

Sulla carta l’avversario sembra malleabile (ne ha presi sei dall’Argentina nell’altra semifinale). Si gioca il 9 giugno all’Olympisch Stadion, con inizio alle 16, arbitro il belga Langenus, spettatori paganti 6378. Finalmente il CT dà spazio anche alle riserve e Genovesi entra in campo: è questa la sua prima ed ultima partita olimpica. In effetti vinciamo facile anche se gli africani non sono così sprovveduti ed all’inizio ci fanno soffrire. Dopo sei minuti segna Schiavio, ma dopo altri sei minuti pareggia Riadh. Al 14’ Baloncieri riporta avanti gli azzurri ma ancora Riadh pareggia due minuti dopo. Una doppietta di Banchero, al 19’ ed al 39’, indirizza la partita nel verso giusto. Schiavio, al 42’, e di nuovo Banchero, al 44’, chiudono i conti. La ripresa ha poca storia: Baloncieri (al 52’) e Schiavio (al 58’) arrotondano il punteggio, con El-Ezam (al 60’) a salvare la bandiera. Una tripletta di Magnozzi (72’, 80’ e 88’) fissa definitivamente il risultato in un clamoroso 11-3 che ci regala un bel bronzo, a dimostrazione della crescita internazionale sviluppata dal nostro movimento calcistico. L’oro va di nuovo all’Uruguay che così si laurea nuovamente “Campione del Mondo”: difatti, come quattro anni prima, anche questo torneo olimpico ha valenza di Mondiale, secondo quanto stabilito dalla FIFA. Ma che fatica per la “celeste”! La finale tra Uruguay ed Argentina del 10 giugno termina difatti 1-1 ed è necessaria la ripetizione, tre giorni più tardi, che va agli uruguagi per 2-1. Quegli stessi uruguagi che due anni dopo, superando di nuovo i tradizionali rivali argentini, guadagneranno anche il primo “vero” Campionato del Mondo. Intanto l’Italia inizia ad emergere, rinfrancata dal bronzo olimpico, il primo alloro intercontinentale del nostro calcio. Per Genovesi il massimo risultato col minimo sforzo: una sola partita giocata e medaglia al collo. Sullo slancio dei Giochi, Genovesi si rende protagonista di un’altra grande annata: nel 1928-29 gioca difatti 30 volte, segnando due reti, col Bologna che rivince il Campionato, domando in finale il coriaceo Torino[5]. È l’ultimo grande successo di Genovesi che il 3 marzo 1929 gioca anche la sua ultima partita in azzurro, a Bologna dove vinciamo 4-2 con la Cecoslovacchia. Con la Nazionale totalizza 10 incontri mentre col Bologna gioca ancora 4 Campionati, senza risultati eclatanti: alla fine coi rossoblu consegue 250 partite e 35 gol. Una carriera di tutto rispetto, con due scudetti ed un bronzo olimpico, per un ottimo mediano a tutto campo. Non altrettanto brillante la sua carriera da allenatore, con qualche fugace apparizione proprio alla guida del suo Bologna di cui rimane uno dei calciatori più importanti negli anni Venti.


[1] Rispettivamente 22/8 nel 1921-22 e 21/8 nel 1922-23. In entrambi i tornei il Bologna chiude al terzo posto il girone eliminatorio della Lega Nord

[2] Il Genoa vince la prima partita a Marassi 1-0 mentre a Bologna il match viene sospeso a pochi minuti dalla fine, sul risultato di 1-1, per invasione di campo e scontri violenti. La vittoria è assegnata a tavolino al Genoa che così vince il Campionato

[3] Il Bologna vince 4-0 in casa e 2-0 nella capitale

[4] 2-2 a Bologna, 0-0 a Torino e 2-1 a Milano nello spareggio

[5] Il Bologna vince 3-1 in casa e perde 1-0 a Torino. Nella partita di spareggio, disputata a Roma, vince 1-0 grazie ad un gol di Muzzioli a pochi minuti dalla fine