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GARGANO Francesco

Grammichele (CT) 05.05.1889 / Goteborg (Svezia) 29.10.1975

1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, 11° Sciabola Individuale

A soli 13 anni si sposta dalla natia Sicilia a Genova, al seguito della famiglia. Nel capoluogo ligure inizia subito a tirare di scherma sotto la guida dell’attento e valido maestro Ruggero Tiberini che ne intuisce presto le possibilità. Gargano, dal fisico tutt’altro che imponente, si allena con scrupolo e passione anche se gli inizi sono difficili. Il suo impegno e la sua costanza vengono alla fine premiati. Ottiene il suo primo risultato significativo a livello nazionale solo nel 1912, nel torneo di beneficenza a favore della flotta aerea italiana che sta combattendo la guerra italo-turca, organizzato dal Club d’Armi Milanese. Gareggia tra gli “juniori” e giunge 5° p.m. nella sciabola e 6° nel fioretto. Non va meglio l’anno seguente: a Parma è 6° nel fioretto e 11° nella sciabola. Sembra ancora acerbo per grandi ribalte. Nel 1914 non molla: nel grande torneo di Genova è 6° nel fioretto e 10° nella spada, risultando comunque il miglior dilettante e denotando una certa dimestichezza con le tre armi. Poi la guerra interrompe tutto. Se ne riparla soltanto nel 1920. Il trentunenne Gargano si mantiene sulla breccia: il 26 luglio chiude al quinto posto sia nella spada che nella sciabola il torneo di Venezia, disputato nel sontuoso Palazzo Ducale e dominato dai fratelli Nadi che guadagnano le prime due posizioni in entrambe le armi (con Nedo ovviamente davanti). Lo stesso Nedo è il capitano della nostra Nazionale per i Giochi, ma in pratica ha anche il ruolo di selezionatore occulto: non si entra in squadra senza il suo consenso. Ha visto Gargano, lo ha incontrato in pedana, ne ha apprezzato stile e caparbietà. Nadi capisce che gli può essere utile come valido rimpiazzo nella prova a squadre, ma può dire la sua anche nel torneo individuale. Dunque anche Gargano sale sul treno che, via Modane e Parigi, raggiunge Anversa.

Gargano esordisce ai Giochi il 24 agosto nel torneo di sciabola a squadre che inizia all’Olympisch Stadion ma poi, per la pioggia battente, viene trasferito al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Solo 8 le nazioni presenti e per questo viene deciso di sviluppare un’unica poule, senza eliminatorie. Grandi assenti proprio i formidabili ungheresi, ufficialmente “non invitati” ma in realtà estromessi dai Giochi, alla pari di tedeschi e austriaci, per il pesante ruolo giocato nella Prima Guerra Mondiale. La mancanza dei magiari favorisce indubbiamente gli azzurri che dominano letteralmente il campo, gestendo con aculatezza il turn-over degli uomini, schierando sette degli otto schermidori presenti nella lista ufficiale. Il solo Cesarano non scende in pedana e ciò gli preclude la possibilità di mettersi la medaglia al collo. Perchè i nostri non lasciano il minimo spazio agli avversari, letteralmente schiantati. Gargano peraltro disputa un solo match, contro la Danimarca, dominata 13-3, grazie anche alle sue splendide 4 vittorie in altrettanti assalti[1]. Con lui Aldo Nadi, Puliti e Baldi. Aldo Nadi e Puliti sono i titolari fissi in tutti gli incontri, con Nedo Nadi che appunto si risparmia solo con i danesi. Con lo stesso 13-3 sono sconfitti anche USA (dove il quarto uomo è Santelli), la temibile (sulla carta) Francia e pure la Cecoslovacchia mentre Belgio e Paesi Bassi (con Urbani quarto uomo) vengono superati 12-4. L’ultimo incontro in programma, con la Gran Bretagna, non viene neppure disputato dato che non avrebbe cambiato l’esito finale. Dunque oro strameritato all’Italia, argento alla Francia e bronzo per i sorprendenti Paesi Bassi. Gargano, in definitiva, col suo unico incontro disputato, non ha poi faticato molto per guadagnare questa medaglia d’oro.

Fatica certamente di più, e con minori risultati, il giorno seguente quando, di nuovo nel Floralien, è al via dell’ultima gara in programma, il torneo di sciabola individuale. Partecipano 43 atleti di 9 paesi. Gargano sembra in buona giornata quando giunge secondo, con lo score di 5-2, nel girone eliminatorio vinto dal belga Tom e si qualifica per il turno successivo. Si distingue anche in semifinale dove, pur perdendo tre incontri ma vincendone altrettanti, guadagna la terza piazza ed accede alla finale a dodici. Qui però perde smalto, subisce 8 sconfitte e vince solo 3 match: alla fine chiude solo 11°. Oro e argento vanno agli straordinari fratelli Nadi (primo ovviamente Nedo, al quinto oro!) davanti al coriaceo olandese De Jong che beffa Puliti per il computo delle stoccate. Gargano comunque esce più che soddisfatto dai Giochi di Anversa: a parte l’oro, che non è poco, ha dimostrato di sapersi destreggiare in ogni frangente e di poter rivaleggiare con i più forti schermidori al mondo. Nei primi anni Venti rimarrà su buoni livelli di rendimento. Il 25 maggio 1921 è nella compagine italiana che a Cremona supera 13-3 in un match di sciabola i sempre forti ungheresi: con lui anche Belloni, Puliti e Benfratello. Poi, passati ormai i 30 anni, abbandona l’agonismo per dedicarsi all’insegnamento. Nel 1935 va in Svezia dove apre una scuola e si afferma al punto che negli anni ’60 e ’70 diventa CT della Nazionale, ottenendo buoni risultati.

gargano francesco grande

Anversa 1920. Gargano posa con la squadra azzurra vincitrice dell’oro di sciabola. Sono con lui, evidenziato dal tondo, da sinistra: Speciale, Puliti, Urbani, Nedo ed Aldo Nadi, Baldi, Costantino e Santelli


 

[1] I battuti sono Rasmussen, Osiier, Levison e Berntsen