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GARGANO Andrea

Genova 1887 / Genova 1970

1912. Lotta greco-romana. Eliminato Quarto Turno pesi medi

1924. Lotta greco-romana. Eliminato Secondo Turno pesi medi

gargano andrea grandeTesserato per la “Colombo” di Genova, inizia a mettersi in luce con il sollevamento pesi, sin da adolescente e ad appena 20 anni di età, nel 1907 a Milano, guadagna il suo primo titolo italiano, nella categoria dei “minimi” ovvero fino a 70 kg di peso corporeo. Contemporaneamente, prova anche la lotta greco-romana dove, fin da subito, rivela buone qualità. Sono però i pesi a rappresentare, almeno all’inizio, la sua primaria specialità: difatti nel 1908, stavolta a Roma, bissa il titolo italiano. Ma va forte anche nella lotta: nel 1909 è battuto dal grande Porro (oro olimpico a Londra 1908) nella finale del Campionato Federale nella categoria dei “minimi” in cui conquista l’anno seguente il titolo di Campione Genovese, bissato poi dal Campionato Ligure a Sestri Ponente. Insiste anche col sollevamento pesi, irrobustendo notevolmente il suo fisico, pur rimanendo nei limiti di peso dei “minimi”. In questa categoria coglie l’alloro tricolore nel 1911 sia nella lotta che, di nuovo, nel sollevamento pesi, a Roma, a distanza di pochi giorni, a metà dicembre. Nella prima competizione batte in finale il bolognese Pederzoli mentre nella seconda riesce a sollevare 100 kg nello slancio a due braccia, stabilendo un caso piuttosto raro di campione nazionale in due diversi sport nella stessa stagione. Ma poichè il sollevamento pesi non è ancora specialità olimpica, nel 1912 Gargano si concentra sulla lotta dove ha buone carte da giocare. Le selezioni per i Giochi si svolgono il 23 giugno a Roma: Gargano, superando Pepe, Gorletti e Carcereri, si dimostra il migliore dei “medi” (è difatti salito di peso) e si guadagna la convocazione per la Svezia.

Le prove di lotta dei Giochi si svolgono all’interno dell’Olympiastadion, in apposite piazzole. Il torneo ha una regola alquanto particolare, la cosiddetta “doppia eliminazione”: chi perde due incontri viene escluso ed alla fine i rimanenti (massimo tre) disputano il turno conclusivo. Alla gara dei pesi “medi”, di peso limite pari a 75 kg, prendono parte 38 lottatori di 14 nazioni. Il 6 luglio Gargano perde all’esordio con l’austriaco Kokotowitsch che lo atterra dopo 10’. Il giorno 10 vince col greco Antonopoulos, schienato dopo appena 1’04” di gara. Gargano è esentato per sorteggio dal terzo turno (walkover in gergo tecnico), ma nell’incontro successivo perde contro lo svedese Falstrom che lo atterra nel giro di due minuti, subendo tra l’altro un colpo al limite del regolamento, se non oltre, che gli provoca pure la frattura di una costa. D’altra parte la giuria è composta prevalentemente da svedesi che spesso chiudono un occhio, se non due, di fronte alle evidenti scorrettezze dei connazionali. In ogni caso Gargano ha perso il secondo match e dunque viene eliminato. Guarda caso, l’oro va ad uno svedese, Johansson[1]. Smaltita la delusione olimpica, Gargano torna al sollevamento pesi, laureandosi a dicembre campione sociale della “Colombo” (sua nuova squadra) nella categoria dei “minimi”. Nel 1913 si dedica a varie attività ginniche ed ai tricolori è 2° nella “salita alla fune”, battuto dal pompiere genovese Jarengo. Gargano però vince nel sollevamento pesi la classifica a squadre. In novembre poi guadagna il titolo tricolore dei “minimi” nel sollevamento pesi, alzando un totale di 295 kg, a Genova, nella “sua” palestra della “Colombo”, osannato dai tifosi di casa. Il giorno seguente bissa alla grande col titolo nella lotta, senza perdere un incontro, ancora nei “minimi”, categoria di cui è veramente il “padrone” per quanto concerne la FAI. Dimostra tutta la sua classe, ottenendo la piazza d’onore nel campionato assoluto, perdendo solo col possente e più pesante Gardini, ma impegnandolo a fondo nonostante la grande differenza di peso.

Nel 1914 con la “Colombo” conquista il secondo posto nella “Coppa Radaelli”, competizione a squadre ma dove contano gli incontri individuali, assieme ad Arpé e Bersaglio, battuti dallo “SC Italia” meneghino. In finale però Gargano perde i tre incontri (con Geri, Piazza e Gorletti). Va meglio nella successiva “Targa Pampuri”, ancora a Milano, dove è il migliore tra i “minimi”. A metà giugno si aggiudica quasi in scioltezza il Campionato Ligure a Genova, non solo nella sua categoria ma anche quello assoluto perchè riesce pure a battere il “massimo” Arpé, sollevando enormi entusiasmi. Nella sua categoria è probabilmente ancora il migliore d’Italia ma non può dimostrarlo ai tricolori di Milano, in dicembre, per “inderogabili motivi professionali” che lo trattengono a Genova. Il 9 maggio 1915 torna in auge, aggiudicandosi il Campionato Ligure di lotta nei pesi “piuma”. Ma quindici giorni dopo il nostro paese entra in guerra e l’attività agonistica si blocca. Se ne riparla solo nel 1919: sempre tesserato per la “Colombo”, Gargano l’8 giugno vince il Campionato Ligure dei “medi”, categoria nella quale intanto è passato, essendo cresciuto il suo peso di qualche chilo. Riesce anche ad aggiudicarsi il girone per il titolo assoluto, alla pari col “massimo” Cardinale con cui effettua match “nullo”, vincendo tutti gli altri incontri. Questo è il miglior viatico per i “Giochi Interalleati” di Parigi, riservati ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Gargano è ancora sotto le armi, visto che la smobilitazione avviene con molta lentezza, e può dunque partecipare. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. L’esordio di Gargano è fulminante: schiena lo statunitense Kriskow in appena 49 secondi e poi supera agevolmente anche il francese Prunier. Giunge in finale dove, complice anche un arbitraggio non proprio favorevole, viene battuto dal belga Van Antwerpen. L’argento comunque premia con merito il suo bel torneo. Quindi rimane lontano dalle pedane sino a fine stagione, ma ci pensa il fratello minore Giacomo a tenere alto l’onore della famiglia, aggiudicandosi i tricolori di dicembre nei “piuma”.

Nel 1920 Gargano-senior ha un’annata-no: diserta le qualificazioni olimpiche nella lotta e tenta di ottenere il pass per Anversa nel sollevamento pesi. Per questo gareggia nelle apposite selezioni che si tengono il 19 luglio a Genova, nei locali della “Colombo”: viene però superato da Bianchi ed il suo sogno olimpico sfuma. Continua ad alternare pesi e lotta. Il 20 marzo 1921, come sollevatore, partecipa alla “Corona Giudici” a squadre, ma la sua “Colombo” è solo quarta in una generale dal regolamento molto semplice: vince chi alza di più. Tralascia invece la lotta dove si ripresenta solo nel settembre 1922 quando a Roma partecipa alla “Coppa Croce”: vince diversi incontri e porta punti decisivi alla “Colombo” che si impone nella classifica a squadre. Il 22 ottobre è a Sestri Ponente per i tricolori di sollevamento pesi: chiude terzo nei “mediomassimi”, totalizzando 327,5 kg, superato da Giambelli (347,5) e Nori (330). Insistendo con l’alternanza dei suoi sport preferiti, il 10 dicembre Gargano diventa campione ligure di lotta, categoria “medi”. Visti i risultati, ha capito che deve cimentarsi soprattutto in quest’ultimo sport. Nonostante i 35 anni, è ancora in grande forma: il 22 aprile 1923 vince tra i “mediomassimi” nell’importante riunione di Prato. Gareggia poco ma quando lo fa, lascia il segno. Il 21 ottobre a Genova vince la “Coppa Croce”, non perdendo neppure un incontro e contribuendo in modo fondamentale al successo della “Colombo” nella classifica a squadre: nel girone per il titolo assoluto è battuto solo dal più pesante Isetta. Gargano può veramente ambire ai Giochi di Parigi, ma un infortunio lo tiene lontano dai tricolori, disputati a metà novembre proprio a Genova, nei locali della “Colombo”. Nel 1924 Gargano si avvia verso i 37 anni ma non può certo mollare proprio sul più bello. Nel torneo preolimpico di Prato, disputato a metà aprile, viene superato solo dal forte Gorletti, ma la maglia azzurra di Parigi non è poi così lontana tant’è vero che ai primi di maggio viene designato dalla FAI come “capitano” della Nazionale, con un ruolo di “guida” almeno per le categorie più leggere. Non è ancora chiaro se il suo sia un ruolo “attivo” anche come atleta perchè, oltre tutto, un piccolo infortunio lo costringe a disertare l’ultima prova di selezione, il torneo che si disputa nei locali della “Colombo” a Genova e si conclude il 1 giugno.

Dopo qualche tentennamento, la FAI però, forse troppo generosa, lo giudica “abile ed arruolato” e lo fa partire per l’apposito ritiro collegiale che si tiene in uno sperduto paesino sulle colline dell’alessandrino, in località Piancastagna, non lontano da Cimaferle, nel comune di Ponzone. Qui, a partire dal 18 giugno, i nostri compiono la rifinitura decisiva, conclusa poi a Genova, ed alla fine anche Gargano, probabilmente molto abile dal punto di vista “diplomatico”, convince tutti ed indossa la maglia azzurra a Parigi, 12 anni dopo la sua prima esperienza ai Giochi. Le prove olimpiche di lotta si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Gargano gareggia nei “medi”, il cui limite di peso è 75 kg. Al via 27 atleti di 19 nazioni. Vige la regola della doppia sconfitta ovvero viene eliminato il lottatore che perde due incontri. Il 37enne Gargano non va troppo lontano. Il 6 luglio viene schienato nel giro di 4’55” dal norvegese Jahren. Il giorno seguente resiste ancora meno, 2’20”, all’austriaco Fischer e viene dunque subito eliminato. L’oro va al finnico Westerlund che batte in finale lo stesso Lindford mentre il bronzo è di Steinberg. Per Gargano una prova evidentemente al di sotto della sufficienza. A 37 anni i Giochi rappresentano il suo canto del cigno. Nel 1925 prova a non mollare: il 5 maggio è secondo nel torneo di Prato tra i “mediomassimi”, superato solo da Limberti. Ma questo è l’ultimo suo risultato significativo. Dopo poco tempo abbandona definitivamente l’attività, corroborata da due dignitose partecipazioni olimpiche.


[1] Il torneo di lotta a Stoccolma solleva enormi polemiche e proteste a carattere internazionale da parte di molte nazioni. In tutte le categorie di peso gli atleti svedesi, e nordici in generale, vengono difatti smaccatamente favoriti. Le proteste però non porteranno certo alla revisione dei risultati