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GALLI Alfredo

1920. Tiro a Segno. 7° Carabina Piccolo Calibro a Squadre, 7° Pistola Libera a Squadre, 9° Pistola Automatica a Squadre, 9° Fucile da 300 m da Terra a Squadre, 9° Fucile da 300 e 600 m da Terra a Squadre, 9° Fucile Tre Posizioni a Squadre, 12° Fucile da 600 m da Terra a Squadre, Carabina Piccolo Calibro Individuale (piazzamento sconosciuto)

Di origine comasca, esercita nel capoluogo lariano la professione di macellaio per la quale si trasferisce a Milano. Inizia a sparare a Como e poi prosegue al poligono meneghino della Cagnola dove ottiene i primi risultati di rilievo nel 1909, in occasione delle celebrazioni per il Cinquantenario della liberazione della Lombardia dal giogo austriaco: vince la prova con la pistola, arma con cui poi è secondo a Desenzano, battuto da Bianchetti. Piazza d’onore anche a Pontedera nella prova da terra, superato stavolta dall’anconetano Marchetti. Con la Società Nazionale meneghina nel maggio 1910 si aggiudica il prestigioso “scudo regionale lombardo” a Pavia, nelle manifestazioni organizzate per celebrare il Cinquantenario della mitica spedizione dei Mille. Galli è il migliore dei suoi, assieme al compagno Pascoli. La pistola è la sua arma forte, ma non disdegna di tirare col fucile con cui peraltro ottiene il primo risultato significativo a livello internazionale, giungendo 8° nel Mondiale del 1911, a Roma, nella prova con distanza di 300 m, posizione in piedi. In quella stessa edizione iridata è solo 30° nella pistola e 5° nella relativa classifica a squadre. Nel 1911 sale sul gradino più basso del podio nei tricolori di pistola dietro Mussino e Tagliabue. I Mondiali del 1912, tenutisi nella splendida località atlantica di Biarritz, rappresentano la svolta della sua carriera. Vi guadagna difatti due argenti (fucile posizione a terra e pistola a squadre) ed un bronzo (pistola individuale). Nel 1913, disertati i campionati mondiali disputati nel lontano Camp Perry in USA cui nessuno dei nostri partecipa, si disimpegna con onore ai tricolori: 2° nella pistola, superato solo dal grande Ticchi, e terzo nella carabina tre posizioni, vinta ancora da Ticchi su Frasca. Nel 1914, a Vyborg (in Russia), per Galli arriva un altro splendido oro iridato nella classifica a squadre di pistola[1] mentre è 10° nella prova individuale oltre ad ottenere un buon 7° posto nel fucile posizione in ginocchio. Inizia il 1915 col 4° posto nel Campionato del Gruppo Tiratori Milanesi vinto da Lanzani. Poi la guerra blocca tutto anche se il Tiro a Segno è, per ovvie ragioni, fra gli sport maggiormente tenuti in considerazione anche dalle autorità militari. Vengono organizzate difatti diverse gare “popolari”, aperte a tutti, soprattutto ai giovani per impratichirli sull’uso delle armi. I più forti tiratori vengono utilizzati anche come istruttori ed ogni tanto si sviluppa una gara anche per loro: il 24 luglio 1916, al poligono di Boldinasco, Galli vince una prova col fucile ed è secondo nella pistola, battuto da Rando. A metà novembre è di nuovo secondo, sia nel fucile che nella pistola, nel Campionato Sociale del Gruppo Tiratori Milanesi, superato dal sempre valido Conti, un’istituzione tra i tiratori italiani e oro mondiale già nel 1902. Negli anni più duri della Guerra comunque l’attività agonistica si dirada e se ne riparla solo nel 1919.

Galli è un punto fermo della nostra Nazionale e le esperienze pregresse contano moltissimo in vista della selezione per i Giochi di Anversa. Il segretario dell’Unione Tiratori Italiani, Vitali, si occupa di stilare la lista degli azzurri e non può certo trascurare Galli che nel collegiale di rifinitura, tenutosi al poligono del Martinetto di Torino, si conferma tra i migliori. Galli dunque sale sul treno che, via Modane e Parigi, porta la comitiva azzurra ai Giochi, primo atleta comasco nella storia a partecipare alla più grande rassegna sportiva mondiale. Le gare olimpiche si svolgono nel poligono militare di Beverloo, a Leopoldsburg, una sessantina di km ad est di Anversa. Sono talmente tante che verrà coniato un detto, fin troppo abusato nelle storie dei Giochi, per esprimere la pletora di tiri effettuati: ad Anversa, si dirà, s’è sparato più che a Verdun, riferendosi ad una delle battaglie più cruente della Prima Guerra Mondiale. Sparano anche gli italiani che entrano in gioco il 29 luglio nella prova a squadre del fucile militare da 300 metri nella posizione a terra. Dieci i colpi previsti per ogni atleta, con punteggi variabili da 1 a 6, totale massimo realizzabile a testa 60 ed a squadra 300. Galli è presente, con Ticchi, Frasca, Isnardi e Campus. Partecipano 15 nazioni. Non andiamo troppo bene: chiudiamo in nona posizione, totalizzando 272 punti, non lontanissimi dai 281 punti del bronzo finlandese. L’oro va ai cecchini statunitensi con 289 davanti alla Francia con 283. Lo stesso giorno altra gara a squadre, ancora col fucile militare in posizione a terra ma con due distanze, 300 m e 600 m. L’Italia schiera la stessa compagine, con De Ranieri al posto di Campus. Al via 14 squadre. Non va tanto meglio: chiudiamo di nuovo noni, con 527 punti. L’oro va agli infallibili statunitensi con 573 davanti a Norvegia con 565 e Svizzera con 563. Altra prova per Galli quel 29 luglio è l’inizio di un’altra gara squadre col fucile, stavolta da 600 m e posizione in terra. Al suo fianco Ticchi, Frasca, Campus e Isnardi. La competizione termina nelle giornate seguenti, ma andiamo peggio che mai: 12° posto su 14. Totalizziamo 257 punti contro i 287 delle tre squadre che chiudono in testa e si giocano l’oro allo spareggio: vincono ancora gli USA su Sud Africa e Svezia. Il 31 luglio spazio all’ennesima gara a squadre, con fucile o carabina libera, da 300 m e da tre posizioni (a terra, in ginocchio, in piedi). È la competizione più “classica” e completa, che si svolge da tempo anche nei Mondiali.

Con Galli ritroviamo l’onnipresente Ticchi ed il quotato Frasca, assieme a Campus e l’esordiente Micheli. Altra prova opaca dei nostri: di nuovo noni, con 4371 punti, ad oltre 600 punti dal bronzo degli svizzeri. Oro, come di consueto, agli statunitensi, gli unici tra l’altro a gareggiare col portentoso fucile Springfield, con 4876 davanti ai norvegesi. Si passa poi, finalmente, ad altre armi. Il 2 agosto entra in scena la carabina piccolo calibro, per la prova sia individuale che a squadre. Gareggiano 49 tiratori di 10 nazioni, distanza di 50 m e posizione in piedi. 40 colpi totali a testa, punteggio massimo 400. Noi schieriamo di nuovo l’onnipresente Ticchi, Galli, Frasca, Campus e Micheli. Tanto per cambiare, dominio statunitense con podio interamente occupato: oro a Nuesslen con 391 punti, argento per Rothrock (386) e bronzo per Fenton (385). I nostri tutti lontanissimi dai primi e settimi nella classifica a squadre, con 1777 punti. Oro agli USA (1899 punti) su Svezia (1873) e Norvegia (1866). Le interminabili gare olimpiche di tiro finalmente viaggiano verso la conclusione. Quello stesso 2 agosto tocca anche alla pistola libera a squadre da 50 metri. 60 colpi a testa, 3000 il punteggio massimo ottenibile. 13 nazioni al via, noi presentiamo Ticchi, Galli, Preda, Boriani e Frasca. Altra prestazione da metà classifica: settimi, con 2224 punti, ad un solo punto (su duemila!) dalla Francia. Oro, ovviamente, agli USA con 2372, argento alla Svezia (2289) e bronzo al Brasile (2264). Classifica corta, con maggior fortuna e precisione potevamo ambire pure ad una medaglia. Il giorno seguente, 3 agosto, la kermesse di tiro si chiude con la pistola automatica a squadre, distanza 30 metri e 30 colpi a testa, punteggio massimo 300. Per l’Italia gareggiano Ticchi, Galli, Preda, Boriani e Frasca. Stavolta andiamo proprio malissimo: nona ed ultima posizione, con soli 1121 punti. Ennesimo oro agli USA con 1310 punti, argento alla sorprendente Grecia (1285), bronzo alla Svizzera (1270).

In definitiva Galli, tra individuale e squadre, ha partecipato ad otto competizioni, praticamente un titolare fisso anche se è mancato l’acuto e siamo finiti sempre a metà classifica se non oltre. Date le premesse ed i risultati degli anni precedenti, ci si poteva aspettare di più, ma i nostri non hanno mai trovato il ritmo (ed il tiro) vincente nel poligono di Beverloo. L’aspetto più deludente per Galli è che ha partecipato addirittura ad otto competizioni, ma non è mai stato in gara per una medaglia. La delusione è palese, inutile nasconderlo. Intanto, sulla via di ritorno dal Belgio, i nostri si fermano a Rennes dove l’11 agosto è prevista una grande gara internazionale. L’Italia, con Galli, vince la classifica a squadre con la pistola. Finalmente un risultato degno della nostra scuola. Dopo i Giochi comunque Galli si ritira praticamente dalla scena internazionale anche se nell’ottobre 1921 giunge secondo nel campionato lombardo di pistola, alle spalle di Micheli. Nel febbraio 1922 altra piazza d’onore nella gara con la pistola al rinnovato poligono meneghino della Cagnola: Galli è battuto per soli tre punti (469 a 466) da Beretta. Poi abbandona definitivamente l’attività. Galli poi si stabilisce a Como dove diventa presidente del Tiro a Segno locale nel maggio 1924, rimanendo in carica per circa tre anni. Si mantiene poi sempre in contatto col poligono comasco cui non fa mai mancare l’opera di attivo dirigente nè tanto meno la sua esperienza. La sua figura rimane preminente nel panorama del tiro a segno italiano, come atleta e come dirigente.


[1] Con lui gareggiano Moretti, Frasca, Ticchi e Preda. I nostri ottengono 2518 punti sui tremila disponibili contro i 2497 della Francia, seconda, ed i 2483 del Belgio, terzo