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GALLEGATI Ercole

Faenza (RA) 21.11.1911 / Castel S. Pietro Terme (BO) 19.08.1990

1932. Lotta Greco-romana. MEDAGLIA DI BRONZO pesi welter

1936. Lotta Libera. Eliminato Terzo Turno pesi medi

1936. Lotta Greco-romana. 6° pesi medi

1948. Lotta greco-romana. MEDAGLIA DI BRONZO pesi medi

1952. Lotta greco-romana. 6° pesi medi

Si tessera ancora adolescente per il “Club Atletico Faenza” e pratica la greco-romana. Il suo primo confronto importante si sviluppa il 23 marzo 1930 quando la sua squadra affronta in casa i meneghini del “GS Sempione”. Gallegati viene superato ai punti dal forte Postini, tricolore in carica, ma non sfigura. L’11 settembre è inquadrato nella compagine dell’Emilia che supera 5-2 gli austriaci dell’Hakoah a Bologna: Gallegati vince contro Ochsenkov, portando il suo contributo al successo. Nove giorni dopo, si aggiudica il campionato emiliano a Bologna. Il 14 dicembre a Torino vince il titolo italiano Juniori tra i “medio-leggeri”. Sette giorni dopo, batte Ferrari, schienandolo, nell’incontro tra “Bologna Sportiva” e “Club Atletico Faenza”, vinto dai felsinei 4-3. Si rivede l’8 marzo 1931 a Bologna, nelle selezioni azzurre per gli Europei di Praga: a sorpresa, perchè ancora poco noto a livello nazionale, supera per schienamento Ferrari e Cerroni, garantendosi la convocazione e ricevendo numerose lodi da tecnici e stampa. In effetti agli Europei, considerata anche la sua giovane età, si difende bene: batte il polacco Blazyka e lo jugoslavo Marcovich, ma poi viene schienato dal forte finnico Nordling (poi oro) e battuto ai punti dall’austriaco Seszta. Chiude comunque al quarto posto, tutt’altro che disprezzabile per un esordiente. Si conferma il 6 aprile a Bologna, nell’incontro Emilia-Tirolo, finito 6-1 per i padroni di casa: Gallegati schiena Foild. Un mese dopo, il 2 e 3 maggio, vince alla grande la prima preolimpica, organizzata dalla “Sempione” nella palestra di Via Moscati a Milano. Nella seconda prova di selezione, il 21 giugno a Bologna, viene battuto da Tozzi con cui però si prende la sontuosa rivincita ai tricolori di Roma del 18 ottobre, mettendosi in pole position per una maglia azzurra ai Giochi. Sette giorni dopo, è nella capitale francese, per l’incontro “Bologna Sportiva” - Polizia di Parigi: riesce a schienare Vellex ed i petroniani si impongono 4-3. Il 27 ottobre i felsinei affrontano ad Anversa la nazionale belga: Gallegati vince con Peeters, ma i padroni di casa si impongono 6-2. Si dedica poi alla lotta libera e vi trova terreno fertile al punto che il 13 dicembre guadagna a Trieste il titolo italiano. Rientra alla greco-romana e trova pure la maglia azzurra per una tournée in Germania: il 31 gennaio 1932 a Stoccarda è battuto da Hapler, ma i nostri comunque si aggiudicano il confronto 4-3.

Gallegati torna grande nella prima prova tricolore, la “Coppa Dentis” che si svolge il 6 marzo a Torino, nella palestra del Circolo Doglia: nell’annata olimpica difatti è stato deciso di assegnare il titolo italiano a punti, basandosi sui risultati di tre gare che servono anche da indicative. Gallegati stravince tra i “medio-leggeri”. Passa nuovamente alla “libera” ed il 10 aprile a Trieste guadagna la prima prova tricolore nei “medi”. Oscilla tra le due specialità ed il 1 maggio affronta la seconda gara tricolore di greco-romana a Genova, nei locali della Doria: vince ancora ed in pratica si mette in valigia la maglia tricolore per Los Angeles. Intanto domina anche la seconda prova tricolore di “libera”, disputata il 22 maggio a Roma e guadagna il titolo italiano. Nella stessa capitale torna alla greco-romana, disputando e vincendo la terza gara di Campionato, ottenendo dunque il titolo anche di questa disciplina: è indubbiamente il lottatore italiano più completo. Viene ovviamente convocato per il ritiro azzurro preolimpico, tenutosi nella stessa capitale, con intensi allenamenti quotidiani allo Stadio PNF. Gallegati convince i tecnici, su tutti il CT Raicevich, ed il 24 giugno ha la lieta conferma di vedere il suo nome tra i selezionati per Los Angeles. Poi si va in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa dell’imbarcazione viene pure allestito un ring nel quale si allenano prevalentemente i pugili, ma dove pure i lottatori talora si cimentano nelle varie “prese”. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Gallegati appare in buone condizioni.

Le gare olimpiche di lotta si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano   dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “welter”, peso-limite 72 kg, partecipano solo otto atleti e per Gallegati la medaglia non appare impossibile. Il regolamento è macchinoso: in pratica vince chi ottiene meno punti e la loro attribuzione è veramente cervellotica. Zero in caso di vittoria prima del limite, uno per vittoria ai punti, tre per qualsiasi sconfitta. Quando un lottatore raggiunge 5 punti, viene eliminato. Il 4 agosto intanto Gallegati incontra l’estone Kapp. Match equilibrato e scorbutico, con l’azzurro però capace di contrastare bene l’avversario. Tuttavia i giudici premiano l’estone che vince ai punti, creando malumore perfino tra il pubblico e molto rammarico nel nostro clan per un verdetto ai più apparso ingiusto. Gallegati si riscatta subito, il giorno seguente, schienando nel giro di un minuto il giapponese Yoshida. Poi ha la gran fortuna di essere esentato per sorteggio dal turno successivo. Ciò gli consente, mentre altri lottatori vengono eliminati, di rimanere tra i tre medagliati. Il 6 agosto però viene a sua volta schienato, dopo 11’39” di combattimento, dal finnico Kajander: dunque gli rimane la medaglia di bronzo, e non è una consolazione di poco conto. Oro allo svedese Johansson sullo stesso Kajander. In fin dei conti il torneo di Gallegati risulta abbastanza fortunato: ha perso due incontri e ne ha vinto uno. Beneficiato dal sistema-punteggi e dall’aver saltato un turno per sorteggio, Gallegati vede premiate oltre modo le sue prestazioni, ma spesso, ai Giochi come nella vita, la fortuna recita un ruolo importante. Il primo scaglione di olimpionici, con i lottatori, rientra in Italia il 1 settembre a Napoli e già il giorno seguente tutti dal Duce a festeggiare in pompa magna. Quindi altre premiazioni (compreso il Principe Umberto) e ricevimenti che distolgono gli atleti dagli allenamenti: si fatica a riprendere contatto con la realtà dopo quanto visto in America. Alla fine comunque Gallegati rientra in pedana, il 13 novembre nella sua Bologna: batte agevolmente Rimoldi. Si rivede il 5 marzo 1933 a Torino, nei locali della YMCA, dove si disputa la prima prova tricolore: vince bene tra i “medi”.

Rientrato nei “medio-leggeri”, partecipa agli Europei di Helsinki dove i nostri arrivano dopo un viaggio lungo ed avventuroso, via treno passando per la Russia dato il Mar Baltico ghiacciato. Gallegati perde ai punti con l’ungherese Finyak ed il forte finnico Nordling (poi oro) e viene eliminato, classificandosi sesto. L’11 giugno è a Trieste per la prima prova tricolore di “libera” che vince alla grande. Il 1 luglio grande attesa a Bologna per l’incontro tra Gruppioni e Gallegati che vince ai punti. Il 3 settembre, con la “Faenza Sportiva”, chiude secondo nel tricolore a squadre, disputato a Genova e vinto dalla “Bologna Sportiva”. Il 24 settembre è in Nazionale ad Instanbul per Turchia-Italia, allo stadio Macksin che presenta il tutto esaurito: nella greco-romana riesce a schienare Ahmed dopo 11’10”, ma gli azzurri sono sconfitti 4-3. Il 15 ottobre a Roma vince la seconda prova tricolore nella “libera”, guadagnando così il titolo italiano. Il 19 novembre a Faenza primeggia nella seconda gara di campionato per la greco-romana, conquistando dunque il tricolore: è perciò, di nuovo, campione nazionale nei due stili di lotta. Malossi però, il principale sconfitto, non la prende bene e chiede la rivincita che si sviluppa niente meno che a Roma, di fronte addirittura al Duce in persona, il 2 febbraio: al termine di un combattimento accanito, Malossi si impone ai punti. L’11 marzo 1934 a Faenza Gallegati si aggiudica la prima prova tricolore ed è selezionato in Nazionale per gli Europei di Roma, disputati a fine aprile. Vince ai punti col magiaro Matura, il ceco Samec e l’egiziano El Arabi, ma perde col finnico Nordling, sua “bestia nera”. Il gioco dei punti e degli scontri diretti però la favorisce una volta di più, consegnandogli un bel bronzo nei “medio-leggeri”: l’oro va allo svedese Glans davanti allo stesso Nordling. Per Gallegati indubbiamente un bel torneo che lo conferma ai massimi livelli. Continua a dedicarsi alla “libera”: il 13 maggio a Novara vince la prima prova tricolore. Il 22 luglio Gallegati torna alla greco-romana, ma nella seconda prova tricolore, tenutasi a Bologna, è battuto da Malossi. I due si trovano a pari merito nella classifica di Campionato e dunque è necessario uno spareggio, disputato il 23 agosto a Bologna: vince ai punti Gallegati che così guadagna il titolo. Poi Gallegati si dedica al Campionato Italiano a squadre dove ovviamente è un punto di forza della compagine faentina. Vince difatti molti incontri, spesso prima del limite: in finale, con i meneghini dell’ATM, batte due volte Rescioschi ma i due incontri finiscono entrambi 4-3 per i padroni di casa. Tutto così si decide nella finalissima di Roma: Gallegati schiena Sgalbazzi, ma l’ATM si impone 4-3 e guadagna il titolo. In inverno aumenta di peso e passa nei “medio-massimi”, categoria in cui si impone nella prima prova tricolore di greco-romana, disputata il 20 gennaio 1935 ad Imola. Il 31 marzo Gallegati nella “libera” vince la prima prova di Campionato Italiano, a Forlì. Sette giorni dopo, torna alla greco-romana, barcamenandosi alla perfezione tra le due discipline: vince difatti anche la gara di Genova.

Ai primi di giugno parte con la Nazionale per una tournée in Cecoslovacchia: nel primo incontro, a Praga, viene battuto ai punti da Mracek, ma il verdetto è talmente scandaloso che protesta fortemente pure il pubblico di casa. I nostri, ulteriormente vessati dai giudici, perdono 4-3. Nella seconda gara, ancora nella capitale ceca, Gallegati vince bene con Kininger e gli azzurri si impongono 5-3. Nel terzo match, a Pilsen contro una rappresentativa locale, Gallegati supera ai punti Vostrak ed i nostri dominano 7-0. Infine a Reichemberg altro successo, su Neumann, e trionfo italiano per 6-1. Per Gallegati un ottimo bilancio, con un’unica sconfitta peraltro immeritata. Il 22 giugno a Genova partecipa ad Italia-Francia di greco-romana che i nostri si aggiudicano 6-1: Gallegati, rientrato nei “medi”, dà il suo contributo, battendo ai punti Pigeot. Tre giorni dopo, a Faenza affronta nuovamente la nazionale francese con la sua squadra di club: i transalpini si impongono 4-3, ma Gallegati supera comunque Poilvè. Il 30 giugno, ancora a Faenza, vince la terza ed ultima prova tricolore di greco-romana tra i “medi”: il titolo è suo, nettamente. Gallegati diserta la seconda prova tricolore di libera, a Genova il 21 luglio e nella generale a punti finisce a pari merito con Bolognesi. I due non effettuano l’incontro di spareggio ed il titolo non viene assegnato. Il 28 settembre Gallegati è in Nazionale di greco-romana, a Roma, per Italia-Cecoslovacchia: batte Pribyl e gli azzurri vincono 5-2. Ritrova Pribyl tre giorni dopo a Bologna dove una rappresentativa locale incontra i cechi che vincono 4-3: Gallegati perde il suo confronto malamente, per schienamento. Non inizia bene il 1936. Il 20 marzo è a Budapest, in tournée con la Nazionale: in un incontro di “libera” è battuto da Rihetzky. Insiste con la “libera” ed il 5 aprile a Roma si laurea Campione Italiano. 14 giorni dopo, a Prato coglie un’altra doppietta e vince il titolo tricolore anche nella greco-romana: si conferma dunque indubbiamente il lottatore italiano più completo. Il 25 aprile a Roma, Teatro Italia, partecipa ad Italia-Ungheria di greco-romana: batte Riheczky ed i nostri si impongono 4-3. Viene convocato per il grande ritiro collegiale azzurro che si tiene a partire dal 12 maggio ad Impruneta, sulle colline fiorentine, presso la Scuola Paolieri, sotto la guida del CT, il finnico Onni Sirenius. Il 20 giugno si tirano le prime somme: nella greco-romana Gallegati schiena l’eterno rivale Malossi, guadagnandosi una bella fetta d’azzurro. È il migliore tra i “medi” anche nella “libera” e dunque, in accordo col CT, viene deciso che Gallegati gareggerà a Berlino nelle due specialità. Sarà l’unico nostro lottatore ad adottare una simile scelta[1]: certamente lo merita, ma forse disperde troppe energie.

Si raggiunge Berlino in treno, partendo il 27 luglio da Verona. Le gare olimpiche di lotta si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport, situato alla periferia sud-occidentale di Berlino. Gallegati esordisce nella “libera”, categoria “medi” il cui limite di peso è 79kg: partecipano 15 lottatori. Il regolamento è alquanto particolare: si attribuiscono zero punti per la vittoria con schienamento, 1 punto per la vittoria ai punti, 2 punti per la sconfitta ai punti 2-1, 3 punti per la sconfitta ai punti 3-0 o per schienamento. Quando un lottatore raggiunge i cinque punti, è eliminato. Il 2 agosto Gallegati parte bene e vince ai punti, 2-1, con lo svedese Lindblom. Due giorni dopo, vince ai punti 3-0 col tedesco Schedler. Poche ore dopo affronta nel terzo turno il turco Kirecci che lo supera ai punti 3-0. Il regolamento è strambo: Gallegati, pur avendo vinto due incontri e perso uno, ha totalizzato cinque punti e dunque viene eliminato. Peccato, perchè ha comunque dimostrato buone qualità. Pesa, e non poco, il non essere riuscito a schienare gli avversari. L’oro va al francese Poilvè, argento per lo statunitense Voliva e bronzo proprio a Kirecci. Per Gallegati comunque un torneo più che onorevole. Ci riprova nella “greco-romana”, ovviamente ancora nei “medi”: partecipano 16 lottatori. Il regolamento è lo stesso. Il 6 agosto Gallegati riparte bene e vince ai punti, 3-0, col danese Frederiksen. Il giorno seguente si ripete esattamente con l’estone Magi. L’8 agosto è il giorno decisivo: dapprima vince ai punti, 2-1, col finnico Kokkinen, poi perde 3-0 col tedesco Schweickert. Avendo totalizzato sei punti, Gallegati è di nuovo eliminato. L’oro va allo svedese Johansson, argento per Schweickert e bronzo al magiaro Palotas. Gallegati viene classificato al sesto posto ed il suo comunque è di nuovo un buon torneo: in sostanza ha perduto un solo incontro, con la medaglia d’argento. Esce dunque dai Giochi con due eliminazioni avendo perduto un solo incontro, con un medagliato: inutile recriminare contro un regolamento anomalo (che peraltro vale per tutti), rimangono comunque le sue prestazioni degne di nota. Ancor più grandi sono le sue performances negli anni a seguire. Gallegati difatti gareggia ancora per vent’anni e più,  cogliendo una caterva di titoli italiani: alla fine saranno 31 individuali di cui 20 nella greco-romana (l’ultimo nel 1956!) e 11 nella “libera” oltre a 4 a squadre[2]. Conquista poi uno splendido bronzo ai Giochi di Londra nel 1948, battuto nella greco-romana dal grande svedese Gronberg e dal turco Tayfur. Quattro anni dopo, ai Giochi di Helsinki, termina sesto, con Gronberg di nuovo oro. Partecipa anche tre volte agli Europei (1937-1939-1947), ma senza grandi squilli. Alla fine totalizza 43 presenze in Nazionale e combatte in pedana sino al 1960. Una carriera strepitosa, durata oltre 25 anni e con 4 edizioni dei Giochi, meritatamente piena di soddisfazioni. Si dedicherà poi ad allenare e sarà pure consigliere comunale della sua città.


[1] In un primo momento anche Nizzola avrebbe dovuto gareggiare nelle due specialità, ma rinuncia alla greco-romana

[2] Nel 1942 e 1943 coi Vigili del Fuoco di Roma e nel 1925 e 1955 col Club Atletico Faenza


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