Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/logobis.jpg

GALASSO Latino

Zara 25.08.1898 / Rovereto 29.07.1949

1924. Canottaggio. MEDAGLIA DI BRONZO otto con (timoniere)

galasso grandeTesserato sin da giovanissimo per la Diadora, è il timoniere di molti armi. Il 17 luglio 1921 a Zara vince il campionato regionale con la “jole a quattro” e la “jole a otto”. Poi si va a Pallanza dove un mese dopo, il 21 agosto, la Diadora, con Galasso, conquista il titolo italiano nella “jole a otto”, prima grande affermazione dei vogatori zaratini tra i seniores[1]. Nel 1922, il 19 e 20 agosto, si replica a Napoli, con una splendida doppietta nei campionati nazionali: “jole a otto” e “otto con” dove il “con” è sempre Galasso, ormai timoniere “ufficiale” della società. Gli zaratini partecipano anche agli Europei di Barcellona dove il 10 settembre colgono uno splendido argento, superati per 3” dalla Francia dopo una veemente partenza che aveva fatto ben sperare. Nel 1923 la Diadora, con Galasso ormai timoniere esperto ed affidabile, fa ancora meglio e conquista una serie di splendidi allori. Il 15 agosto l’otto zaratino vince il Campionato Giuliano. Undici giorni dopo, a Como è la volta del tricolore ed il 2 settembre, nelle stesse acque, la Diadora-Italia ottiene il successo nell’Europeo. Uno splendido tris che conferma l’armo dalmata ai vertici del canottaggio internazionale, con splendide prospettive per l’annata olimpica. In effetti la Diadora, sotto la guida del prof. Miller che per vari motivi (anche burocratici in relazione al suo lavoro a scuola) è costretto a non salire in barca, si prepara scrupolosamente per i Giochi. L’otto, con Galasso in qualità di timoniere, si aggiudica l’apposita selezione olimpica, disputata il 22 giugno a Sesto Calende, sulle acque del Lago Maggiore.

La Diadora vince nettamente, precedendo di 9” i piacentini della “Nino Bixio”, garantendosi il diritto di rappresentare l’Italia ai Giochi. Le gare olimpiche si disputano sulla Senna ad Argenteuil, nel tratto di fiume immortalato dai celebri quadri degli Impressionisti, a nord-ovest di Parigi. Alla prova dell’“otto” prendono parte 10 nazioni. Galasso è il timoniere: con lui i tre fratelli Cattalinich (vero “motore” della squadra), Crivelli, Ivanov, Sorich, Toniatti e Gliubich. Grande prova degli azzurri nella batteria, che in realtà è una semifinale, il 15 luglio: nettamente primi, col tempo di 6’06” e sei secondi di margine, davanti ad Australia e Spagna. Gli aussie non perdevano una gara da 4 anni! Tutto questo fa ben sperare per la finale, disputata il 17 luglio. In effetti, a parte gli stratosferici USA (tra i quali c’è pure Babe Rockefeller, rampollo della celebre dinastia di miliardari), la lotta per le piazze d’onore è accesa ed incerta. Il Canada guadagna l’argento ma il bronzo, a poca distanza, è azzurro davanti ad un armo importante come quello della Gran Bretagna. Grande prova dei nostri, con una condotta di gara giudiziosa e che, senza un’embardé che ha provocato un forte rallentamento a metà gara, avrebbe potuto essere anche migliore. Inoltre la medaglia è piena di significato anche “politico”, essendo l’otto costituito prevalentemente da elementi zaratini. Una bella prestazione che corona gli sforzi e la passione dell’intero movimento canottiero dalmata, con grande soddisfazione anche in chiave propagandistica. Con le regate olimpiche termina in pratica il grande ciclo dei vogatori zaratini. I tre fratelli Cattalinich, vero motore portante dell’otto, sono difatti costretti a rientrare velocemente a casa perchè un violento nubifragio estivo ha distrutto i capannoni del cantiere navale di famiglia e dunque bisogna impegnarsi a riparare i danni. La Diadora dunque non può più competere ad alti livelli nè ai tricolori nè soprattutto agli Europei di Zurigo dei primi di agosto. Data inoltre l’età di molti canottieri, alcuni ben oltre i 30 anni, il meglio era già stato fornito ed il bronzo olimpico rappresenta dunque l’acme della carriera non solo di Galasso, ma dell’intera Diadora: entrambi non ottengono più risultati di alto livello.


[1] L’anno prima la Diadora aveva vinto il titolo nazionale dela “jole a otto” ma tra gli juniores: il timoniere era Alfredo Mazzola