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GAGLIARDI Rosetta

Milano 09.02.1895 / Milano 21.07.1975

1920. Tennis. Eliminata Ottavi di Finale Singolare e Doppio Misto (con Colombo)

1924. Tennis. Eliminata Quarti di Finale Doppio (con Perelli), Eliminata Ottavi di Finale Singolare

Per molto tempo si è ritenuto che fosse la prima donna italiana ad aver gareggiato nei Giochi, meritandosi il fin troppo abusato titolo di “suffragetta olimpica”. In realtà, come è ormai assodato, tale primato spetta all’amazzone Eleonora Guerra (vedi scheda relativa). In ogni caso Rosetta è stata una coraggiosa anticipatrice dei tempi, capace di conquistare uno spazio significativo in un mondo ed in una società ancora fortemente misogini e maschilisti. Il suo amore per lo sport e per l’anticonformismo inizia già in tenera età ed è un male di famiglia visto che il padre è un dirigente del “Veloce Club Milano” di ciclismo. Rosetta però si dedica ai pattini a rotelle dove già ad undici anni è tra le migliori interpreti meneghine della disciplina al punto che nel 1911 conquista il campionato italiano di “figure a coppia”, assieme ad Alfredo Pasta. Nel contempo si lascia attrarre dal dorato mondo del tennis, sport elitario ed aristocratico per eccellenza. Inizia a praticarlo sui campi del “Veloce Club”, poi entra nell’orbita del TC Milano il cui deus-ex-machina è il famoso conte Bonacossa che la prende in simpatia ed avrà per lei, anche nelle sue memorie, sempre parole elogiative. Tra l’altro Rosetta, proprio come lo stesso Bonacossa, pattina anche sul ghiaccio e nel 1915 vince una gara di figure “per signorine” a Ponte di Legno, a pari merito con Maddalena Fino. L’anno seguente guadagna addirittura il Campionato Individuale di figure. La guerra però ostacola il regolare svolgimento di qualsiasi attività sportiva e Rosetta non può esprimersi al meglio per qualche anno. Si ripresenta nel 1920: gioca ancora a tennis, ma soprattutto emerge sui pattini a rotelle con i quali conquista il titolo italiano assoluto di figure l’11 aprile, unica donna a gareggiare tra una decina di uomini, regolarmente battuti, non senza sorpresa ed un malcelato senso di disgusto da parte dei misogini retrivi. Giunge invece seconda, di nuovo con Pasta, nella gara a coppie dietro Rattoni-Rosa. Poi torna al tennis, con ottimi risultati: il 30 maggio vince il torneo di singolare al TC Valentino di Torino, battendo nettamente (6-2, 6-0) la malcapitata Maria Covi. Pur dotata di una tecnica definita “approssimativa” perfino da Bonacossa (che le è stato sempre grandissimo amico), Rosetta ha grande grinta e resistenza, non ha paura di niente e nessuno. Viene spesso criticata per un gioco “senza stile, brutto ed antipatico”. Oggi potrebbe essere definita, ma non in tono denigratorio, una buona pallettara il cui unico scopo è buttare la pallina al di là della rete, anche con recuperi prodigiosi e rifugiandosi spesso in lunghi ed arditi pallonetti.

Ciò comunque basta a farla essere tra le prime tre giocatrici d’Italia, e non per un breve periodo. Rosetta in quel 1920 si conferma a più riprese. Il 19 luglio vince il torneo di S. Pellegrino, superando in finale Carla Gianelli per 6-1, 6-4. La FIT, presieduta da Beppe Croce, compie una scelta straordinaria, considerando i tempi, inserendo il suo nome nella lista degli azzurri per Anversa: una donna italiana ai Giochi! Sbarazzina e vivace, per nulla intimorita, Rosetta diventa la mascotte della spedizione, benvoluta e vezzeggiata da tutti anche se i tennisti, noblesse oblige, dormono in hotel invece che nella scuola trasformata in dormitorio (con numerose camerate comuni) affittata dal CONI e che diventa, in pratica, la prima “Casa Italia” della storia. Non solo: Rosetta è in prima fila, accanto al portabandiera Nedo Nadi, nella cerimonia d’apertura, precedendo tutti gli altri azzurri[1], anche perchè è considerata la prima donna italiana ai Giochi e come tale merita rispetto incondizionato. Per l’epoca, anche se oggi appare strano, si tratta di un fatto rilevante, anche dal punto di vista sociale. Rosetta sorregge per tutta la sfilata lo stendardo del TC Milano. I tornei olimpici di tennis si giocano al Royal Berschoot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion. Al singolare femminile partecipano 18 tenniste di 7 nazioni. Lo storico esordio di Rosetta si sviluppa il 16 agosto contro la svedese Lindberg, schiantata 6-0 nel primo set e poi costretta al ritiro. Il giorno seguente, negli ottavi, Rosetta incontra la forte britannica McKane[2], giocatrice di alto livello. Incontro difficile ma la Gagliardi ci prova: perso il primo set 6-1, sfodera il meglio del suo repertorio, lotta su ogni palla e vince il secondo set 6-1. Nel terzo e decisivo set però viene fuori la superiore tecnica della britannica che la supera 6-2 e la elimina, grazie anche ad un escamotage poco sportivo: McKane, affaticata ed in cerca di una pausa, chiede difatti di cambiare le palle che però non sono disponibili. Si attende così una decina di minuti, col risultato che Rosetta si deconcentra e perde ritmo mentre, al contrario, la britannica respira e si ritempra, trovando poi la rimonta vincente. L’oro va alla mitica francese Lenglen[3], argento e bronzo alle britanniche Holman e la stessa McKane. Rosetta ci riprova nel doppio misto, con Cesare Colombo. Partecipano 32 coppie di 7 nazioni. Esentati dal primo turno, i due entrano in gioco il 20 agosto negli ottavi, ma escono subito, sconfitti 8-6, 6-3 dai belgi Storms-Halot. Hanno battagliato nel primo set, ma poi hanno ceduto. L’oro va, di nuovo, alla Lenglen in compagnia di Decugis, argento per i britannici McKane-Woosnam e bronzo, un po’ a sorpresa, per i cechi Skrbkova-Zemla. Col doppio misto termina la trasferta olimpica di Rosetta Gagliardi che farà tesoro di questa straordinaria esperienza, continuando la sua attività agonistica su buoni livelli.

Intanto nell’inverno 1921 si dedica al pattinaggio su ghiaccio ed a Madesimo il 3 gennaio è seconda nei tricolori di figure riservate alle “signore”, battuta da Marisa Bonacossa, moglie di Alberto. Piazza d’onore anche nella prova a coppie, assieme ad Aldo Bonacossa: i due sono superati dai coniugi Bonacossa, veri maestri e precursori di questa specialità. Rosetta insiste anche col pattinaggio a rotelle: il 3 aprile a Milano riconquista il titolo italiano di artistico, superando una decina di uomini (la gara difatti è “mista”) e bissa nella prova a coppie, assieme a Vanni. Quindi riprende in mano la racchetta, e con successo: a maggio vince il torneo di Milano e l’11 giugno guadagna a Genova il titolo italiano, superando in entrambe le occasioni Giulia Perelli, nell’ultimo caso in tre combattutissimi set. A Genova trionfa anche nel doppio misto con Sabbadini. È ancora la nostra tennista migliore anche se il suo gioco non è certo a livello delle più forti del mondo. In inverno torna al pattinaggio su ghiaccio: il 20 gennaio 1922 sul lago di Spinone vince la gara a coppie assieme ad Aldo Bonacossa. Sei giorni dopo, viene invece battuta ai tricolori, disputati a Baggio, da Marisa Bonacossa e Mimì Merati. Nella gara a coppie, assieme al fido Vanni (già suo partner nelle rotelle), viene invece superata dai coniugi Bonacossa. Il tennis le regala altre soddisfazioni: nel 1922 vince di nuovo i tricolori, in singolare ed in doppio misto con Sabbadini assieme al quale trionfa anche l’anno seguente al nuovo TC Milano[4]. Nel singolare invece, contratta ed emozionata, perde con la sua grande rivale Giulia Perelli. Il 12 e 13 settembre Gagliardi è grande protagonista del match Italia-Belgio, ben organizzato dal conte Bonacossa al TC Milano, primo incontro internazionale in cui giocano assieme maschi e femmine. Rosetta guadagna tre punti. Batte la Storms 6-1, 6-3 e la De Borman 6-2, 6-2; nel doppio, con Giulia Perelli, supera Storms-De Borman 6-2, 6-3. Nel doppio misto invece, con Sabbadini, perde 6-2, 6-0 da Storms-Washer. Il computo finale comunque dà nettamente ragione ai nostri che vincono 12-4. Gagliardi dunque è ancora tra le nostre migliori tenniste e nel 1924 ripunta ai Giochi. E lo fa nel migliore dei modi.

Ai primi di giugno è a Napoli per i tricolori. Rosetta domina, cogliendo tre titoli. Nel singolare annienta Zeza 6-0, 6-0. Nel doppio, assieme ad Antra, stravince 6-1, 6-0 contro Zeza-Consiglio. Nel doppio misto, assieme a Gaslini, batte di nuovo Zeza, con D’Avalos 6-4, 2-6, 6-1. Non contenta, una settimana dopo trionfa anche nel torneo del TC Milano, sorta di campionato milanese, dove in finale batte l’eterna rivale Perelli per 8-6, 6-1. La Perelli si prende la rivincita nel doppio: assieme a Forlanini, in una partita molto altalenante, supera Gagliardi-Quintavalle 6-2, 0-6, 6-0. Con tre titoli in più nel carniere e l’esperienza di quattro anni prima, Gagliardi viene ovviamente inserita nella lista degli azzurri per i Giochi di Parigi, comunicata ufficialmente dalla FIT il 18 luglio. È la sua seconda partecipazione ai Giochi e passeranno decenni prima di rivedere un’atleta italiana in gara in due edizioni consecutive. I tornei olimpici si svolgono allo Stadio del Tennis di Colombes. Gagliardi esordisce il 13 luglio nel singolare cui prendono parte 31 giocatrici di 14 nazioni. Grande assente la fortissima Lenglen. Nel primo turno Gagliardi compie una grande partita contro la danese Brehm, schiantata 6-0, 6-2. Qualche difficoltà in più nel secondo turno, il 14 luglio, contro l’irlandese Blair-White, domata con 4-6, 7-5, 6-2. Il giorno seguente negli ottavi la corsa di Rosetta si interrompe bruscamente: la britannica Shepherd-Barron le infligge una sonora lezione, sconfiggendola 6-1, 6-0. Gagliardi eliminata, non senza aver dimostrato la consueta grinta e qualche lampo di classe. L’oro va alla giovanissima statunitense Wills che batte in finale la francese Vlasto mentre il bronzo è della britannica McKane. Tocca quindi al doppio femminile dove Gagliardi gareggia assieme a Giulia Perelli. Al via solo 22 giocatrici di 8 nazioni. Esentate dal primo turno per il forfait delle greche Kontostavlos-Valaoritou, le nostre entrano direttamente nei quarti, disputati il 17 luglio. Vengono seccamente sconfitte dalle francesi Billout-Bourgeois per 7-5, 6-1 e lasciano il torneo. L’oro va alle statunitensi Wightman-Wills (38 anni la prima e 18 la seconda!) che in finale battono le britanniche Covell-McKane mentre il bronzo va alle altre britanniche Shepherd-Barron/Colyer. Per Rosetta una partecipazione olimpica senza infamia e senza lode. Dopo un anno in cui non ottiene risultati importanti, si rivede nel 1926 quando ad aprile vince il torneo di Genova sia in singolare, battendo Marchini 6-1, 6-1 che, in coppia col futuro marito Prouse, nel doppio misto, superando 8-6, 6-3 Marchini-Balbi.

Non ha perso lo smalto: il 23 maggio nella finale del torneo del TC Milano supera l’eterna rivale Perelli 6-3, 4-6, 6-1. Il 14 settembre si aggiudica il torneo di Stresa, battendo in finale l’emergente Valerio 6-2, 6-2. Vince anche il doppio misto, con Colombo, sconfiggendo Forlanini-Sabbadini 7-5, 1-6, 6-2. Sette giorni dopo, è a Cernobbio per l’incontro amichevole Italia-Belgio, vinto dai nostri 15-5, con Gagliardi che porta a casa tre punti, due singolari e il doppio (con la rivale storica Perelli). Nel 1927 perde la finale del doppio nel torneo del TC Milano: con Forlanini viene battuta da Perelli-Valerio 6-2, 9-7. Ai tricolori di Bologna viene presto eliminata da Valerio (6-4, 6-2) mentre perde in finale sia nel doppio che nel doppio misto. Non molla: nel 1928 a Torino si aggiudica i tricolori di doppio, assieme a Luzzatti, battendo Perelli-Valerio 6-2, 6-3. In singolare invece è sconfitta in finale da Valerio[5]. Non male per una “signorina” di 32 anni. Rosetta pensa quindi al matrimonio col neozelandese Prouse, tennista di buon livello che poi si dedicherà con successo alla produzione di racchette, ma non lascia l’agonismo. Ai primi di aprile del 1929, già sposata, vince il torneo di Gardone, ripetendosi un mese dopo a Genova. L’anno seguente è battuta da Luzzatti nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia, disputati a Milano, ma vince il torneo di Colle Isarco sia nel singolare che in doppio misto, assieme al marito Prouse. Ai tricolori di Roma viene nettamente sconfitta (6-0, 6-0) in semifinale da Luzzatti con la quale nel maggio 1931 al TC Milano si aggiudica gli Internazionali d’Italia in doppio, battendo in finale Valerio-Andrus 6-3, 1-6, 6-3. Insiste ed un mese dopo si aggiudica un altro torneo di doppio al TC Milano, assieme alla vecchia rivale Perelli, superando Valerio-Grioni 6-3, 4-6, 6-2. Nel singolare invece perde in finale con la stessa Lucia Valerio, ormai la più forte tennista italiana. A fine agosto primeggia pure a Colle Isarco, superando in finale Farina 6-0, 6-1. A settembre vince il titolo italiano del doppio, assieme alla fiorentina Luzzatti, superando 6-3, 6-0 Valerio-Riboli: la stessa Valerio l’aveva eliminata nella semifinale del singolare. E’ la sua ultima recita importante su un campo da tennis. Poi pensa alla famiglia, rimanendo a lungo nella storia del nostro sport come la prima donna ai Giochi.


[1] Rosetta è appunto l’unica donna tra 173 atleti maschi

[2] Kathleen McKane, detta Kitty, nata a Londra il 07.05.1896. Ad Anversa vince l’oro nel doppio con Winifred McNair. In singolare vincerà due volte il prestigioso torneo di Wimbledon (1924 e 1926). Ottima giocatrice anche di badminton

[3] Suzanne Lenglen, nata a Parigi il 24.05.1899. Tra le più grandi campionesse di tutti i tempi. Soprannominata “la divina”, ha vinto 25 titoli di Slam nelle varie specialità, di cui 6 singolari a Wimbledon e Parigi. Estroversa ed anticonformista, bizzosa come una vera diva, è la prima donna a giocare senza il corsetto, lanciando una moda che in un certo senso “libera” tutte le donne, non solo le tenniste. Morta a soli 39 anni per anemia perniciosa

[4] In questa occasione Gagliardi-Sabbadini superano Perelli-Colombo 7-5, 5-7, 6-3

[5] 6-1, 0-6, 6-2 il risultato


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