GABETTI Piero
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Sestri Ponente 22.05.1904 / Cogoleto – Genova 28.02.1971
1924. Sollevamento Pesi. MEDAGLIA D’ORO pesi piuma
1928. Sollevamento Pesi. MEDAGLIA D’ARGENTO pesi piuma
1932. Sollevamento Pesi. 4° pesi leggeri
Intraprende l’attività agonistica da adolescente sulla scia del fratello maggiore, tesserandosi per la “Fratellanza Sestrese”, trovando in Bottino il suo maestro. Giovane marinaio, si rivela presto. Il 18 e 19 febbraio 1922, a 18 anni non ancora compiuti, giunge terzo nei tricolori di Genova dei “leggeri”, disputati nei locali della “Sampierdarenese”[1]: solleva un totale di 280 kg contro i 325 del vincitore Quadrelli ed i 305 di Monti. Sembra una sorta di “piccolo prodigio”: il 6 agosto vince il campionato sociale assoluto della “Sestrese”, sollevando un totale di 345 kg e superando atleti più pesanti di lui (manca però il grande Bottino). Il 22 ottobre si disputano altri tricolori, stavolta nei locali della “Sestrese”, ma Gabetti è infortunato ad un piede, non riesce a bilanciarsi bene e ad esprimere tutto il suo potenziale. Nei “piuma” viene così beffato da Conca che lo supera per soli 5 kg (292,5 contro 287,5). In inverno ingrassa e sale di categoria, passando nei “leggeri”. Non è un problema di poco conto perchè trova atleti più pesanti di lui. Tra il 9 e l’11 marzo gareggia nel grande meeting nazionale che la FAI organizza a Genova, nei locali della “Colombo”. Vince Monti che solleva 387 kg, ma Gabetti è buon secondo con 375 e si aggiudica l’apposita classifica della “forza specifica” che mette in relazione il peso corporeo con i kg sollevati. Capisce però che non è la strada giusta. Così si sottopone ad una dieta ferrea, riuscendo a rientrare nei limiti dei “piuma”. È la svolta vincente e decisiva per la sua carriera. Il 24 luglio, al Teatro Esperia di Cornigliano, stabilisce difatti due record italiani: nello strappo a due braccia solleva 71,5 kg e nello slancio a due braccia alza 95 kg. Risultati che lo rilanciano tra i nostri migliori pesisti. Si conferma alla grande il 25 novembre nei tricolori, disputati ancora a Genova (“culla” della disciplina in quel periodo), nei locali della “Colombo”: Gabetti solleva 384 kg contro i 365 di Conca, realizzando addirittura un record mondiale di categoria nello strappo col braccio sinistro (62 kg). Ottiene anche tre primati italiani: slancio col braccio destro (70 kg), strappo a due braccia (77 kg) e slancio a due braccia (100 kg tondi). Può già fare un concreto pensierino ai Giochi. In effetti inizia il 1924 col piede giusto.
A metà marzo nella prima preolimpica, disputata a Sestri Ponente, nei locali della sua “Sestrese”, Gabetti stravince nei “piuma” dopo un bel duello con Conca: alza 395 kg contro i 355 dell’avversario. Soprattutto stabilisce altri tre nuovi record italiani: slancio col braccio destro (74,7 kg), strappo a due braccia (80 kg) e slancio a due braccia 102,5 kg, migliorando quelli di pochi mesi prima. È in crescendo ed aumentano le speranze per i Giochi. I tecnici sono entusiasti ed il noto esperto Balestrieri non manca di esaltarlo sulla “Gazzetta”: “di Gabetti sbalordiscono la compostezza, lo stile, la disinvoltura e la signorilità delle sue alzate”. Incappa però in un imprevisto: ingrassa nuovamente e per pochi etti supera il “tetto” dei “piuma”. Difatti il 3 e 4 maggio, nella seconda preolimpica, disputata nei locali dell’APEF di Via Vignola a Milano, è costretto a gareggiare nei “leggeri” dove trova il forte Quadrelli. Gabetti non si perde d’animo e solleva 400 kg, ma Quadrelli lo supera di misura (402,5). Impara però la lezione e si mette di nuovo a dieta scrupolosa perchè nei “piuma” appare tra i migliori del mondo ed i Giochi si avvicinano. L’8 giugno è già rientrato nel peso-forma ed a Trieste, in un’altra preolimpica, sbaraglia tutti fra i “piuma”, alzando 387,5 kg. Finalmente si arriva all’ultima e decisiva gara di selezione, il 22 giugno a Genova, nei locali della “Colombo”. Gabetti stravince nei “piuma” con 397,5, realizzando altri record: uno mondiale, eguagliato (strappo col braccio sinistro, 65 kg) e tre italiani (slancio col braccio destro, 77,5 kg; strappo a due braccia con 83,2 kg e slancio a due braccia con 102,5 kg, pure questo eguagliato). È una stella della nostra spedizione a Parigi. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Gabetti gareggia nei “piuma”, categoria in cui si schierano 21 atleti di 11 nazioni, ed il cui peso-limite è di 60 kg. La competizione, disputata il 21 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare, strappo a due braccia e slancio a due braccia. Gabetti è assolutamente strepitoso e col totale di 402,5 kg domina la prova, conquistando una straordinaria medaglia d’oro. Lascia il secondo, l’austriaco Stadler, a 17,5 kg di distanza mentre il bronzo è dello svizzero Reinmann che totalizza 382,5 kg.
Gabetti mette già al sicuro il risultato dopo tre prove (strappo e slancio ad un braccio, distensione a due braccia) quando accumula un vantaggio di 7,5 kg sullo svizzero e 10 kg sul temibile Stadler. Nelle ultime due prove (strappo e slancio a due braccia) non commette errori e chiude in sicurezza, dominando per un trionfo strameritato. Il suo risultato è stratosferico: con quanto sollevato sarebbe stato addirittura argento nella categoria superiore! Un fenomeno. Si rivede ad alti livelli solo nella primavera del 1925: il 31 maggio, durante i campionati liguri alla “Mameli” di Voltri, si cimenta in alcuni tentativi di record. Ottiene tre nuovi primati italiani: strappo col braccio sinistro (69,8 kg contro i 68,5 del precedente record da lui stesso detenuto), strappo (85 kg contro gli 82 di Quadrelli) e slancio (115 contro i 110 di Quadrelli). Intanto espleta il servizio militare in Marina, nel Centro di Educazione Fisica a La Spezia: ciò gli consente di continuare ad allenarsi con una certa continuità. Aumenta però (ancora!) di peso ed entra nella categoria dei “leggeri” dove ha qualche difficoltà in più, non essendo il più pesante del lotto. Tuttavia vince ancora: il 15 novembre a Sestri Ponente si aggiudica il titolo italiano, sollevando un totale di 277,5 kg contro i 270 di Quadrelli. Si rivede solo nell’estate del 1926: il 4 luglio nella palestra meneghina di Via Sondrio, in una riunione organizzata dalla “Costanza”, realizza il nuovo record italiano nello slancio col braccio destro, sollevando 80 kg[2]. Si ripete il 25 luglio nella “Coppa Cortesi” a Sestri Ponente: stravince tra i “leggeri”, alzando un totale di 427,5 kg, ma soprattutto ottiene altri due primati italiani, portando lo slancio destro a 81,7 kg e lo slancio a due braccia a 114,5[3]. Fa ancora meglio il 1 agosto nei locali dell’APEF, in una riunione definita già preolimpica. Vince con un totale di 279 kg, ma soprattutto ottiene altri due primati: porta lo slancio a 116,5 kg e lo strappo a 90,5. Di nuovo grande protagonista ai tricolori di Bologna del 6 e 7 novembre: stravince con 25 kg di vantaggio su Conca (272,5 a 257,5). Il 19 dicembre a Genova, nei locali della “Colombo”, Gabetti dà spettacolo nel match Italia-Svizzera, superando il coriaceo Reinmann 412,5 a 410: stabilisce difatti due record italiani, nello strappo col braccio sinistro (67,9 kg) e nella distensione a due braccia (110,3 kg)[4]. I nostri vincono l’incontro anche grazie all’infortunio di Hunemberger.
Nel 1926 sparisce letteralmente di scena, non gareggiando praticamente mai. Rientra nella primavera del 1927 e, ridisceso tra i “piuma”, ritrova la forma vincente: l’8 maggio vince agevolmente il campionato sociale della “Sestrese”. Il 6 e 7 agosto, a Como, si aggiudica nettamente il tricolore dei “piuma”, sollevando un totale di 272,5 kg contro 247,5 di Conca. Situazione similare nella preolimpica di Sestri Ponente l’11 dicembre: Gabetti solleva 270kg totali contro i 257,5 di Conca. Inoltre stabilisce il nuovo record dello strappo con 90kg. Ovviamente è attesissimo nella cruciale stagione olimpica 1928. Il 26 febbraio è a Sampierdarena per la prima preolimpica dell’anno. Stravince con un totale di 260kg contro i 227,5 del secondo, Ardini. Un mese dopo, il 25 marzo, vince il titolo italiano, nella gara organizzata dal “GS Battisti” nel salone di Via Romano a Milano. Ha il posto assicurato ai Giochi, ma deve stare attento al peso. Difatti ingrassa di nuovo e ripassa nei “leggeri”. Non si scompone: il 31 maggio ottiene il nuovo record italiano di categoria nello strappo, con 92,9 kg. Evidente però che come “piuma” sia tra i più forti del mondo e dunque si sottopone all’ennesima dieta, rientrando nel limite. Sotto la guida del CT, l’ungherese Miklos Breznotits, rifinisce la preparazione nel collegiale preolimpico di Monza, nella palestra della “Forti e Liberi”. Si sente in piena forma. Le gare olimpiche si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di palazzetto degli sport di potenza, situato a lato dell’Olympisch Stadion, verso est. Gabetti gareggia nei “piuma” cui prendono parte 21 atleti di 13 nazioni ed il cui peso-limite è 60 kg. La gara si disputa il 28-29 luglio e prevede tre sollevamenti: pressa militare, strappo e slancio. Gabetti non parte in maniera eccezionale e nella pressa militare chiude al terzo posto p.m., con 80 kg, lontano comunque dai 92,5 kg sollevati dai primi, il tedesco Wolpert e l’altro italiano Conca i quali oltre tutto stabiliscono il nuovo record del mondo. Gabetti è grande nello strappo che vince, a pari merito con l’austriaco Andrysek, sollevando 90 kg: terzo, con un totale di 170 kg, è anche nella classifica parziale dove Wolpert con 175 precede Conca a 172,5. Tutto è ancora possibile tant’è vero che l’austriaco Andrysek compie un balzo prodigioso, sollevando 120 kg nello slancio, giungendo al record del mondo. Gabetti è terzo, con 112,5, alle spalle dell’altro austriaco Stadler (115). Fatti i conti ciò gli vale un bell’argento, con 282,5 kg, dietro allo stesso Andrysek con 287,5: in pratica ha deciso proprio lo slancio. Bronzo a Wolpert (282,5) che per altri 5 kg beffa Conca.
Gabetti non è riuscito a confermare l’oro di Parigi, ma c’è andato vicino e la sua prestazione rimane di livello assoluto. Infortuni vari e l’inevitabile appagamento lo tengono a lungo lontano dalle competizioni: si vocifera addirittura di un suo abbandono dell’attività, ma non è così anche se passa l’intero 1929 senza vederlo ai primi posti delle graduatorie. Si rivede difatti nel 1930 e dimostra che non ha perso l’antica forza e classe: il 27 aprile a Genova realizza il nuovo record italiano nello slancio, con 120,3kg. Torna alla ribalta il 30 settembre quando, nella palestra Marabotto di Sampierdarena, si aggiudica il campionato ligure, col record italiano nello strappo (95kg). Il 12 ottobre consegue il record nazionale anche nello slancio, portandolo a 122,6kg. Valori che lo rilanciano anche in chiave mondiale. Agli Europei di Monaco però, il 19 ottobre, non riesce a salire sul podio, chiudendo al quarto posto: lo precedono nell’ordine l’austriaco Haas, il francese Duverger e l’altro austriaco Fein dal quale lo separano solo cinque kg. In Italia è ancora il più forte e lo conferma il 3 novembre nei tricolori di Napoli dove porta il suo record italiano nello slancio a 124,5. Si rivede in pedana il 29 marzo 1931 quando a Genova si aggiudica il campionato ligure. Il 2 e 3 maggio domina la prima preolimpica, disputata nella palestra di Via Moscati a Milano. Poi però un infortunio muscolare in allenamento blocca la sua preparazione. Si rivede solo ai tricolori, disputati il 20 settembre a Genova nei locali della Doria: vince, ma non convince, rimanendo molto al di sotto dei suoi standard. Ha comunque tempo per crescere nuovamente, dicono i tecnici. Non vi riesce a breve scadenza: difatti ai primi di ottobre in Lussemburgo chiude solo settimo gli Europei dei “leggeri” vinti dall’austriaco Haas. Non una prestazione esaltante. Si rivede solo il 28 febbraio 1932 a Genova, nella “Coppa Zucconi”, organizzata dalla “Sampierdarenese” e valida come indicativa olimpica: in inverno s’è allenato bene e si vede dato che vince nettamente, sia pur nella categoria dei “leggeri” dato l’ormai cronico aumento di peso. Si ripresenta in pedana però, complice qualche leggero infortunio, solo tre mesi dopo, il 28 maggio a Roma nella terza prova tricolore: vince anche se con un totale non impressionante. Viene ovviamente inserito nella lista azzurra e partecipa al collegiale preolimpico, tenutosi a Roma, nello Stadio PNF, dall’8 al 30 giugno, sotto la guida tecnica dell’ex pesista Merlin. Poi si va in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Vengono pure ricavate pedane di fortuna dove i pesisti possono compiere alzate anche importanti. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Gabetti pare in buone condizioni.
Le gare olimpiche di sollevamento pesi si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “leggeri”, peso-limite 67,5 kg, che si svolge il 30 luglio, partecipano solo sei atleti di 4 nazioni: la medaglia non sembra impossibile. Si gareggia su tre prove: pressa militare, strappo e slancio. La pressa non sorride a Gabetti, ma gli lascia più di una speranza per il podio. Solleva 85kg e si piazza terzo, alle spalle del francese Duverger (97,5) e l’altro azzurro Pierini (92,5). Gabetti si conferma nello strappo dove, con 95 kg, è superato dall’inarrivabile Duverger (102,5) e dall’austriaco Haas (100). Tutto si decide nello slancio dove Duverger ed Haas dominano, con 125 kg mentre Gabetti e Pierini si fermano a 120. Fatti i conti, l’oro è meritatamente di Duverger, con 325 kg totali, l’argento va ad Haas (307,5) ed il bronzo a Pierini che, per 2,5 kg, beffa Gabetti, fermo a 300, relegato alla “medaglia di legno” del 4° posto. L’obbligato passaggio di categoria non ha favorito Gabetti, stavolta rimasto ai piedi del podio. La sbornia e la delusione olimpiche sono difficili da smaltire per Gabetti, tra feste e premiazioni varie (l’immancabile Duce e pure il principe Umberto). In effetti sembra aver perso mordente e per un lungo periodo esce di scena. Si rivede ad alti livelli solo agli Europei di Genova del 1934, disputati il 10 novembre nel Teatro Giardino d’Italia: ancora nei “leggeri”, ma non perfettamente a posto fisicamente, chiude quinto, lontano non solo dai vincitori a pari merito, il francese Duverger e l’austriaco Fein, ma anche dal bronzo del tedesco Wagner (17,5kg). Per Gabetti sembra iniziato il crepuscolo. In effetti diserta la prima prova tricolore del 1935, presentandosi però alla seconda, disputata a Genova il 19 maggio: chiude terzo nei “medi”, superato da Mamprin e Magnavacca. Esordio poco confortante. Non va bene neppure nella “Targa Storace” a squadre, disputata a Genova il 30 giugno: però la Sampierdarenese, la sua compagine, si aggiudica la classifica finale a punti. Il 18 agosto Gabetti chiude ancora terzo l’ultima prova tricolore, a Varese, alle spalle di Mamprin e Cella, finendo terzo pure nella classifica finale di Campionato, appannaggio dello stesso Mamprin. Chiude invece al quarto posto, con la sua Sampierdarenese, il tricolore a squadre, disputato a Genova il 6 ottobre e vinto dai Vigili del Fuoco meneghini. Il 15 dicembre a Genova guadagna il campionato ligure. Nel 1936 anela la quarta partecipazione olimpica anche se palesa molte difficoltà nel rientrare nel peso dei “leggeri”: la dieta cui si sottopone lo debilita ed ai tricolori di Faenza, il 12 aprile, chiude solo terzo, preceduto da Brizzi e Ferrari. Il sogno berlinese si allontana. Difatti a Berlino non va. Continua ancora un’altra stagione a gareggiare, terminando secondo ai tricolori del 1937. Poi lascia l’attività, dedicandosi ad allenare giovani ed atleti di spicco. Difatti tra il 1955 ed il 1961 è CT della Nazionale, poi membro della consulta tecnica federale. Rimane una delle figure più importanti in 50 anni di pesistica azzurra.
[1] Si tratta dei campionati italiani che dovevano essere disputati a dicembre del 1921 ma vengono posticipati per problemi organizzativi
[2] Il record precedente apparteneva a Quadrelli con 77,5 kg
[3] Questo record già apparteneva a Gabetti con 113,5
[4] I records precedenti già gli appartenevano, rispettivamente con 65 kg e 100,4 kg