FREGOSI Carlo
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Savona 15.10.1890 / Savona 13.11.1968
1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO concorso a squadre
1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO concorso a squadre
Appartenente fin da adolescente alla gloriosa “Fratellanza Savona” con la quale coglie il suo primo risultato importante, vincendo nel 1908 il concorso di Monaco dove l’anno seguente la squadra chiude terza. Fregosi si segnala ripetutamente come ginnasta elegante e completo al punto da entrare nel giro della Nazionale: nel 1911, quando tra l’altro con la “Fratellanza” vince a Macon, è riserva al concorso di Torino. L’anno seguente viene confermato ed è selezionato per i Giochi dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico, e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia, sede del ritiro pre-olimpico, dove gli azzurri si preparano a puntino, coordinando alla perfezione i loro esercizi, con grande sintonia e sincronismo. Fregosi, nell’apposita gara di selezione, non riesce ad entrare fra i migliori sei che partecipano all’individuale, ma rimane comunque titolare nella prova a squadre. I nostri, che gareggiano in maglia bianca, arrivano a Stoccolma dopo un disagevole viaggio in treno, durato tre giorni, passando da Austria e Germania. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono a 4 alla volta su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia che è l’ospite d’onore di una grande festa tenuta l’11 agosto al Teatro Wanda di Savona, gremitissimo, dove Fregosi mostra, assieme al grande compagno, i vittoriosi esercizi di Stoccolma, nel tripudio generale.
Fregosi, tra l’altro, è il primo ligure a conquistare un oro olimpico. Altra festa ad Alessandria, il 15 settembre, quando Fregosi è tra gli azzurri che si esibiscono in occasione dell’inaugurazione del nuovo campo della “Forza e Coraggio” tra l’entusiasmo di migliaia di spettatori. L’annata seguente, 1913, è avara di soddisfazioni per Fregosi che sparisce quasi di scena. Si rivede solo il 21 settembre nella sua Savona: ottiene il 4° posto nella gara artistica vinta dall’outsider De Benedetti, ma è solo decimo nella prova di selezione per i Mondiali di Parigi. Purtroppo per lui, è il primo degli esclusi: non essere riuscito a mantenere il posto in Nazionale, sia pure per un soffio, ne incrina il prestigio ed anche il morale, ma non certo la volontà di continuare a gareggiare. A 23 anni appena compiuti, dicono i suoi allenatori, può ancora togliersi diverse soddisfazioni. Ma la sua ascesa si interrompe bruscamente: nel 1914 Fregosi non è mai tra i migliori ginnasti nei vari concorsi. La guerra fa il resto. Si ricomincia solo nel 1920 e Fregosi, che ha il merito di non aver mollato, si comporta bene nelle prove di selezione olimpica che si tengono a Genova alla fine di giugno. Esponente della “vecchia guardia”, pedina dal sicuro rendimento, rientra quindi nella Nazionale che si raduna dal 18 luglio per un collegiale a Villa Badia di Cornigliano, nei pressi di Genova, lussuosa struttura di proprietà del munifico conte Raggio. Sotto la guida del CT Manlio Pastorini e l’egida di Enrico Gualdi, presidente della Commissione Tecnica federale, si ritrovano 32 ginnasti che affinano gli ultimi dettagli e tra i quali saranno scelti i 24 titolari: alla fine Fregosi è tra questi e va ad Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi, dopo la “prova generale” del 16 agosto a Sampierdarena.
Tutto è pronto, c’è moderata fiducia. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), corsa ad ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Purtroppo mancano gli anelli, punto di forza dei nostri. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Per Fregosi comunque è la seconda medaglia d’oro olimpica in due edizioni dei Giochi e non sono molti a potersi fregiare di questo ambito traguardo. Fregosi mantiene la forma: il 26 settembre è secondo, dietro Cambiaso, nella gara artistica a Millesimo, ma vince la prova atletica. Passati ormai i 30 anni di età, con due ori olimpici all’attivo, Fregosi capisce di aver raggiunto l’apice della sua carriera che si spegne di lì a poco. Passa nel ruolo di allenatore e poi di giudice, rimanendo dunque in quel mondo della ginnastica artistica nel quale è stato un primattore.