Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/forlivesi_piccola.jpg

FORLIVESI Giuseppe

San Cassiano di Brisighella (RA) 28.03.1894 / Roma 03.01.1971

Calcio. 1920. 4°

Sin da adolescente gioca a calcio e la sua prima squadra di buon livello è l’Hellas Verona con la quale disputa i Campionati dal 1911 al 1914, con un tabellino di 31 presenze ed il buon bottino di 20 gol. A Prima Guerra Mondiale già iniziata, ma non per l’Italia, Forlivesi si trasferisce al Modena con cui è titolare nel Campionato 1914-15, poi sospeso all’ultima giornata per l’entrata in guerra del nostro paese. Forlivesi, nonostante la giovane età, ha già messo in mostra buone qualità nel ruolo di ala sinistra. Alto 1,78m per 74kg, piuttosto bravo tecnicamente, veloce e dotato di un buon dribbling, sa andare sul fondo e crossare palloni invitanti per i compagni. Inoltre è pure dotato di un gran tiro da fuori area e centra spesso il bersaglio. Ma la guerra, sviluppata inizialmente da Forlivesi nel 36° Reggimento Fanteria, interrompe tutto. Forlivesi diventa poi ufficiale del Genio, è inviato al fronte nella zona di Monte Cucco e sull’altopiano di Asiago, nel pieno delle battaglie campali, ma alla fine se la cava e torna a casa tutto d’un pezzo. Il Campionato di calcio riprende solo nel 1919-20. Forlivesi è rimasto nel Modena, confermando le sue doti al punto che viene adocchiato da Giuseppe Milano, l’ex colonna della Pro Vercelli con la quale ha vinto cinque campionati, che dal marzo 1920 è stato designato come CT della nostra Nazionale da un’apposita Commissione Tecnica la quale, incaricata dalla FIGC, ne segue e dirige ogni mossa. È comunque Milano ad andare in panchina, a scegliere la formazione ed a far esordire Forlivesi in maglia azzurra il 13 maggio 1920 a Genova nel match pareggiato 1-1 con i Paesi Bassi. Il pareggio non pare certo il miglior viatico alla trasferta olimpica cui i nostri si avvicinano non da favoriti. Il torneo è ad eliminazione diretta: ottavi, quarti, semifinale e finale che assegna la medaglia d’oro. Per le altre medaglie, in maniera macchinosa, è previsto un mini-torneo di consolazione tra tutte le perdenti dai quarti in avanti. Al via 14 nazioni visto che Svizzera e Polonia, invitate, rinunciano all’ultimo momento, permettendo a Francia e Belgio, le loro avversarie designate, di accedere subito ai quarti di finale. L’Italia invece deve giocarsela ed il sorteggio è benevolo: il 28 agosto, alle 15.20, all’Ottenstadion di Gand, affrontiamo l’Egitto, con Forlivesi in campo. L’Egitto non sembra un avversario temibile e la partita si mette subito bene: al 25’ segna Baloncieri. Ma da questo momento iniziano i problemi: gli egiziani masticano calcio discretamente, non si disuniscono e dopo appena cinque minuti Osman pareggia. Si va al riposo sull’1-1, tra la sorpresa generale. Ci pensa il centravanti Brezzi a salvare la baracca, realizzando al 57’. I nostri tengono, non senza fatica, il risultato fino alla fine ed accedono ai quarti di finale. Il giorno seguente, all’Olympisch Stadion di Anversa, alle ore 15.00, di fronte a circa diecimila spettatori, affrontiamo la Francia e Forlivesi stavolta è in panchina.

Sembra sulla carta un altro ostacolo non impossibile visto che a gennaio, sul terreno del Velodromo Sempione a Milano, l’abbiamo battuta 9-4. Stavolta è tutta un’altra storia: dopo 10’ Bard rompe il ghiaccio ed al 14’ Boyer raddoppia. Al quarto d’ora siamo già sotto 2-0, altro che goleada. Ci svegliamo un po’, ma è necessario un rigore di Brezzi al 33’ per ridarci speranza. Dopo 45’ si rimane sul 2-1 per la Francia. C’è ancora tempo e spazio per rimediare, ma al 54’ di nuovo Bard chiude il conto. Gli azzurri accusano il colpo e lasciano ai transalpini l’onore della semifinale. Il torneo ha un esito clamoroso. La finale per il primo posto è giocata da Belgio e Cecoslovacchia. I padroni di casa sono sostenuti da un tifo fin troppo scalmanato e l’enorme pubblico viene a stento contenuto dalle forze dell’ordine. Si gioca in un clima intimidatorio per i cechi, con offese e minacce, anche da parte di molti soldati del cordone di polizia (!). L’arbitro fa il resto, favorendo sfacciatamente i padroni di casa che vanno rapidamente sul 2-0. Per protesta i cechi abbandonano il campo: vengono squalificati e non possono accedere al torneo di consolazione per le altre medaglie. Nessuno ovviamente osa togliere l’oro al Belgio nè tanto meno pensare ad una ripetizione della gara. Nel torneo di consolazione c’è anche l’Italia che scende in campo il 31 agosto alle 10 di mattina, all’Olympisch Stadion contro la Norvegia che, a sorpresa, ha eliminato la Gran Bretagna (la quale ha peraltro inviato una compagine di scarsa qualità). Gioca in pratica chi non ha giocato i turni precedenti e Forlivesi torna in campo. Vinciamo ma con grandissima fatica: al 40’ Andersen porta in vantaggio gli scandinavi e si rientra negli spogliatoi sullo 0-1. Ad inizio ripresa pareggia Sardi, uno dei migliori goleador del periodo, e ci vogliono i supplementari per dirimere la questione: all’inizio del terzo extra-time Badini ci regala la qualificazione. Siamo dunque in corsa per una medaglia, ma bisogna vincere con la Spagna, avversario tosto e la cui porta è difesa dal giovanissimo ma già portentoso Zamora. Come nel match contro la Francia, al posto di Forlivesi gioca Marucco. Il 2 settembre alle 16.00, all’Olympisch Stadion, purtroppo non c’è partita: una doppietta di Sesumaga (43’ e 72’) ci rimanda a casa con la “medaglia di legno”. Difatti veniamo classificati quarti, grazie anche alla squalifica della Cecoslovacchia. La Spagna guadagna l’argento, superando nella “finalina” i Paesi Bassi (bronzo) per 3-1.

L’Italia torna a casa con due vittorie e due sconfitte, un bilancio mediocre per un movimento calcistico in ascesa e che a livello nazionale sta suscitando sempre più attenzione su stampa e tifosi, ma ancora lontano dai vertici europei. In questo calcio Forlivesi ed il Modena non occupano un posto di primissimo piano anche se sono comunque buoni protagonisti, lottando per le prime posizioni del girone emiliano e rivaleggiando con le migliori squadre della Lega Nord. Forlivesi poi diventa un po’ la “bandiera” dei “canarini” emiliani, che già giocano nella tradizionale divisa gialla, con i quali rimarrà fino al 1927, totalizzando 118 presenze e 44 reti. Forlivesi rigioca anche in Nazionale, con buoni risultati. Il 5 maggio 1921 torna ad Anversa per incontrare i campioni olimpici del Belgio che si portano sul 2-0. Ma i nostri, a sorpresa e sfruttando il rilassamento degli avversari, reagiscono alla grande: prima Migliavacca accorcia le distanze, poi all’80’ proprio Forlivesi pareggia ed infine Ferraris sigla la clamorosa vittoria all’ultimo minuto e dopo un rigore sbagliato dai padroni di casa. Tre giorni dopo, ad Amsterdam contro i Paesi Bassi, Forlivesi scuote subito la rete, al 2’ e Cevenini raddoppia in apertura di ripresa. Ma stavolta sono i nostri avversari a recuperare nei minuti finali, per chiudere 2-2. Forlivesi, tra i migliori attaccanti della prima metà degli anni Venti, gioca altre cinque partite in Nazionale, pur senza trovare più la via del gol, chiudendo la sua carriera in azzurro il 18 giugno 1925 a Lisbona contro il Portogallo che vince 1-0. In totale dunque per Forlivesi 149 presenze in Prima Categoria con 64 reti, 10 presenze e 2 gol in Nazionale: una carriera di tutto rispetto, seppur confinata in club provinciali, in un momento in cui il calcio italiano stava entrando in una dimensione internazionale sempre più ampia.