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FILIPPONI SARTORIO Ferdinando

Napoli 03.04.1892 / deceduto

1936. Equitazione. Squalificato Concorso ad Ostacoli, Non Classificato Concorso ad Ostacoli a Squadre

Ufficiale di Cavalleria, deve in parte la sua fortuna al cavallo Nasello, un grigio Lipizzano nato nel 1922, che Filipponi acquista dopo averlo visto all’opera, intuendone le qualità laddove altri non avevano ritenuto di fare altrettanto. Una felice intuizione che lo porta, grazie alle sue indubbie qualità di cavaliere, ai massimi vertici dell’equitazione internazionale. Filipponi-Nasello diventa difatti un binomio famoso ed apprezzato ogni dove, anche temuto dagli avversari: nonostante uno stile poco consono ai dettami del cosiddetto “sistema”, ma evidentemente redditizio, tra cavaliere e cavallo nasce una simbiosi pressochè perfetta, sicura, efficace che dà lustro per molti anni al nostro movimento equestre. I due iniziano a vincere nel 1930 quando infilano un’impressionante serie di vittorie nella “Coppa delle Nazioni”: Lucerna, Nizza, Varsavia, Ginevra, Acquisgrana! I nostri sono battuti solo a Bruxelles dove comunque finiscono secondi. Nel 1931 Filipponi e Nasello, con la Nazionale, vincono “solo” ad Acquisgrana mentre a livello individuale primeggiano a Nizza e sono secondi a Firenze e Napoli, battuti rispettivamente da Pinna su Gagliardo e Lequio su Apollo. Nella “Coppa delle Nazioni” inoltre chiudono terzi a Lucerna e quinti a Nizza. Nel 1932 si replica, con successi a Nizza e Bruxelles mentre a Roma gli azzurri finiscono terzi. La capitale per i nostri sembra stregata perchè nella “Coppa delle Nazioni” del 1933 (ribattezzata “Coppa Mussolini” perchè il Duce vi assiste) Filipponi è il migliore dei nostri[1] che però vengono sconfitti dalla Germania. Filipponi chiude secondo anche nel “Premio Littorio” nella stessa cornice di Piazza di Siena: compie percorso nullo, ma il suo tempo è superiore a quello di Borsarelli (su Crispa) che vince. Gli azzurri, con Filipponi-Nasello sempre in prima fila, vincono comunque la “Coppa delle Nazioni” a Bruxelles e Vienna, e non sono successi di poco conto. Nel 1934, finalmente, primeggiano anche a Roma e pure ad Amsterdam mentre l’anno seguente sono Bruxelles e Varsavia a vedere vincenti gli azzurri che a Roma chiudono di nuovo secondi. Nella capitale belga, il 17 maggio, Filipponi termina secondo il “GP S. Michele”, superato dal padrone di casa Van Stroydonck su Ramona. Ha la grande soddisfazione di vincere il prestigioso “GP Roma” a Piazza di Siena.

Alla fine di gennaio 1936 Filipponi è a Berlino per alcuni concorsi che in sostanza rappresentano già test preolimpici. Ovviamente, lo accompagna l’immancabile Nasello. Conquista due secondi posti alle spalle di Von Barnekow (su Immertreu) e dell’amazzone Georgius (su Fuerstin) la quale, con uno splendido percorso netto, guadagna il “Premio Von Langen”. Filipponi riesce poi a vincere il “Premio Ministro Propaganda”, sia pure a pari merito con i tedeschi Temme (su Egly) e Schlickum (su Fanfare). Viene complimentato e premiato niente meno che da Adolf Hitler. Ai primi di maggio è a Roma, Piazza di Siena, dove tra l’altro vince il “Premio Campidoglio”: ovviamente, è nella lista azzurra per Berlino che viene raggiunta in treno, con partenza da Torino il 31 luglio. In precedenza è stato svolto un ritiro collegiale di rifinitura a Pinerolo. Filipponi partecipa al salto ad ostacoli che si svolge nell’Olympiastadion il 16 agosto, in gara unica, ed al quale prendono parte 54 cavalieri di 18 nazioni. Purtroppo la sua si rivela una prova pessima: pur montando il tanto amato e vincente Nasello, incappa in una giornata-no, non riesce a saltare alcuni ostacoli (sul 12° addirittura il cavallo si rifiuta tre volte) e viene squalificato. Un comportamento assolutamente inspiegabile, proprio nel giorno più importante della carriera. Compromette dunque anche la gara a squadre in quanto l’Italia, causa il suo ritiro, non può essere classificata. Nella prova individuale l’oro va al tedesco Hasse (su Tora), argento per il romeno Rang (su Delfis) e bronzo all’ungherese Platthy (su Sello), dopo spareggio. Nella prova a squadre vince la Germania su Paesi Bassi e Portogallo. Per Filipponi una partecipazione da dimenticare. Un vero peccato, incomprensibile per tutti. Perchè poi Filipponi-Nasello continuano a vincere, cogliendo nuovamente la gemma del “GP Roma” nel 1939. La guerra poi interrompe definitivamente la carriera di Filipponi, con Nasello che se ne va nel 1941, rimanendo nella storia equestre italiana come il cavallo che ha partecipato al maggior numero di edizioni della “Coppa delle Nazioni” (ben 21). Ovviamente, anche Filipponi ha un posto di primo piano nel nostro olimpo equestre: la sua rimane una carriera di livello assoluto, con un’unica, incomprensibile, macchia olimpica.


[1] Con lui gareggiano Borsarelli, Bocchini e Bruni


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