FERRERA Giuseppe
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1928. Atletica Leggera. 34° Maratona
Nato ad Ivrea, coglie il primo successo rilevante il 13 luglio 1924 nell’anomala corsa in salita “Ivrea-Mombarone”, con arrivo a 2371 m di quota, impiegando poco più di 5 ore. Il 26 ottobre è, a sorpresa perchè sconosciuto a tutti, grande protagonista della maratona di Torino dove addirittura va in testa e vi rimane fino a due km dal traguardo quando entra in grande crisi. Il forte Bertini, che ha fatto gara di conserva, lo raggiunge all’ultimo km, in piena città, sul ponte Margherita dove allunga e lo stacca inesorabilmente. Ferrera, sfinito e traumatizzato dal sorpasso, prosegue a passo d’uomo, chiudendo quarto. Non gareggia poi molto. L’8 marzo 1925 chiude al nono posto i tricolori di cross. Si rivede solo il 18 ottobre, di nuovo nella maratona di Torino, chiusa ancora in quarta posizione, a 10’ dal vincitore Malvicini e preceduto anche da Alciati e Bertini, tutti grandi specialisti. Ferrera, al contrario, non ha un indirizzo tecnico ben specifico e sviluppa un’attività naif, un po’ casuale, random, in cui appare improvvisamente e scompare per mesi interi. Ad alti livelli difatti si rivede il 7 novembre 1926 e, ovviamente, ancora nell’amatissima maratona di Torino: stavolta chiude sesto, lontano oltre un quarto d’ora dal vincitore, il britannico Ferris. Nel 1927 gareggia un po’ di più, ma non molto. Il 26 giugno chiude al terzo posto la maratonina di Asti, 20 km, sopravanzato dagli sconosciuti Soro e Schiavolin. Sale di nuovo sul gradino più basso del podio nella maratonina di Biella, stavolta superato da Bertini e Mangiante. Il 16 ottobre si piazza ottimo secondo nel tricolore di maratona, disputato a Torino, a 9’32” dal vincitore Rossini. 14 giorni dopo, chiude terzo, sulle strade di casa, la maratonina canavesana ad Ivrea di 26 km, alle spalle di Bertini e Canonico. Tutto sommato una buona annata.
Nei primi mesi del 1928 Ferrera non si vede, ma si sta preparando in silenzio per i Giochi. Difatti, inatteso, sorprende tutti il 17 giugno quando è il migliore sui 32 km della preolimpica di Bologna, diventando un candidato numero uno per la maglia azzurra nella maratona olimpica. Tutto è più chiaro l’8 luglio a Bologna dove, su 38 km, Ferrera stacca nuovamente tutti, lasciando a due minuti Natale. Nessuno può togliergli il posto ad Amsterdam. La maratona olimpica si svolge il 5 agosto, con partenza ed arrivo all’Olympisch Stadion. La giornata è fresca e ventosa, il kilometraggio è ormai quello canonico di 42,195 km. Partono 69 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. Dopo metà corsa rimangono al comando 5-6 uomini e tutto si decide nei 5 km finali. Attacca lo statunitense Ray, poi cede. Al comando passa il giapponese Yamada, bloccato però dai crampi. Alla fine emerge il franco-algerino El Ouafi che attacca poco prima dell’ingresso nello stadio e vince in 2h32’57” davanti al cileno Plaza (2h33’23”) ed al finlandese Marttelin (2h35’02”). Ferrera da tempo ha perso contatto dai primi, ma giunge comunque al traguardo, 34° in 2h53’10”, unico dei nostri a concludere la prova. Gara dignitosa per Ferrera ma nulla di più. Si rivede solo il 30 giugno 1929 a Torino, sul campo dello “SC Michelin”, dove chiude al quarto posto i 5mila vinti da Robino. Come suo costume, gareggia poco: il 6 ottobre finisce 4° la maratona tricolore di Torino, vinta da Natale. Il 24 ottobre chiude al terzo posto la Padova-Venezia, superato da Rossini e Sacchet. È l’ultimo suo risultato su buoni livelli, poi sparisce dai piani alti delle classifiche. Se non è una “meteora”, poco ci manca.