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FERRARIO Disma

Milano 29.01.1899 / Milano 03.03.1979

1924. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 1500 m

ferrario disma grande Nelle fasi finali della Prima Guerra Mondiale è militare nel genio telegrafisti, poi di stanza a Firenze. Si avvicina all’atletica, e non è il solo, per...un rancio più abbondante: nel suo reggimento infatti si tengono gare podistiche con regolarità, organizzate da un appassionato colonnello che squadra Ferrario, ne ammira il fisico e lo invita a provarci. Ferrario, allettato dal vitto migliore offerto agli atleti, nel 1919 tenta e vince subito la prima gara, sui mille. Si ripete con regolarità: il 10 agosto vince i 1500 a Sesto Fiorentino, il 5 ottobre a Prato è terzo sui 400. Risultati che lo portano al grande salto: il 12 ottobre è a Milano per i tricolori dove giunge 4° nei 1500 vinti da Porro. Rimasto nel capoluogo toscano e tesserato per il “CS Firenze”, il 29 febbraio 1920 vi vince 100hs e 450m. A 21 anni si può osare e Ferrario sogna i Giochi. Il 30 maggio dà bella prova delle sue qualità nel grande Concorso Ginnico Federale di Venezia, sorta di tricolori della FGNI: vince i mille. Il 13 giugno è a Udine, per la prova di selezione olimpica: sui 1500 chiude ottimo secondo dietro al forte Ambrosini. Sulla stessa distanza è invece terzo il 4 luglio a Milano, sul campo dello “SC Italia”, in un’altra “preolimpionica” (come le chiamano in quel periodo), alle spalle di Ambrosini e Negri. Ferrario viene comunque inserito in una prima lista di “azzurrabili” che svolgono uno stage di alcuni giorni a Busto Arsizio dove il 18 luglio si tiene l’ultima riunione atta a scremare definitivamente la nostra Nazionale per Anversa. Ferrario lotta bene sui 1500: è secondo alle spalle di Porro oltre che 4° sugli 800. E secondo Ferrario giunge pure, stavolta dietro Ambrosini, nei 1500 disputati sul campo dello “SC Italia” a Milano il 25 luglio, ultimissima rifinitura degli azzurri. Ma ciò non basta a garantirgli la maglia per Anversa: il CT Adams, che deve scegliere tra numerosi buoni mezzofondisti, lo considera ancora acerbo e lo sacrifica, preferendo andare sul sicuro e scegliendo atleti più solidi ed esperti.

Non ha tutti i torti, ma in prospettiva la scelta può apparire sbagliata. Ferrario mastica amaro e si rivede solo ai tricolori di Roma: il 19 settembre è secondo sui 1500, battuto ancora da Ambrosini ed il giorno seguente è superato dall’inglese Rudd sulla stessa distanza in una gara di contorno. Inizia a gareggiare anche su strada: il 3 ottobre chiude terzo la “Traversata notturna di Varese”, alle spalle del “solito” Ambrosini e Martinenghi. Ancora Ambrosini lo supera il 10 ottobre nella “Traversata di Monza”. Terminato il servizio militare, Ferrario rientra a Milano. Impiegato in un’azienda, ha tempo e modo di allenarsi con continuità. Si tessera per l’Internazionale che in quel periodo, oltre alla squadra di calcio, gestisce anche una forte compagine di atletica. Il 3 aprile Ferrario è secondo sui 1500 a Busto, battuto ancora da Ambrosini, ma vince sulla stessa distanza a fine maggio, nella selezione per l’incontro internazionale di Praga, gara tenutasi a Milano sul campo dello “SC Italia”. Nella capitale ceca Ferrario vince i 3mila a squadre, 4° sul traguardo, e finisce terzo sui 1500, superato dal ceco Vohralic ed il francese Audinet. Assume dunque una valenza internazionale, dopo la delusione della mancata convocazione per Anversa. Il 26 giugno a Varese Ferrario vince 800 e 4x400. Il 10 luglio è primo in un mille ad handicap sul campo dello “SC Italia” alla Baggina. Il 16 luglio è sopravanzato per l’ennesima volta da Ambrosini nella “Traversata notturna di Monza”. 15 giorni dopo, non riuscendo a colmare il divario iniziale, è solo quarto in un 1500 ad handicap disputato sul campo dello “SC Italia” e vinto da Lantini. Il 7 agosto è terzo nei 1500 a Busto, superato da Locatelli e Porro. L’11 settembre vince i 1500 a Lodi. Il 26 settembre a Monza è battuto sui mille, tanto per cambiare, da Ambrosini, con cui poi vince l’americana. Si rivede solo il 6 novembre nella stessa Monza dove stavolta è secondo in un’americana, con Brunelli, battuto dai forti Speroni-Ambrosini. 14 giorni dopo, col suo Internazionale, Ferrario è terzo nella staffetta a squadre Milano-Busto vinta dalla “Pro Patria” dei fratelli Speroni: è la sua ultima gara della stagione. Ferrario inizia il 1922 col successo nei 1500 a Codogno il 9 aprile e si ripete sette giorni dopo a Legnano davanti a Porro. Il 2 maggio a Genova, sul campo della “Spes”, rivince i 1500 di cui ormai è specialista. Cinque giorni dopo però sulla stessa distanza chiude terzo a Montecarlo, battuto da Garaventa e Porro. Il 14 maggio vince i 1500 sul nuovo campo della “Forza e Coraggio” a Vigentino[1].

Un mese dopo, il 18 giugno, Ferrario, ancora sui 1500, è terzo a Genova, sopravanzato da Ambrosini e Garaventa. Il 2 luglio a Genova, di nuovo sul campo della “Spes”, è terzo sui 1500 alle spalle di Ottolia ed Ambrosini con cui però vince l’americana “gigante”, anche assieme a Negri. Il 9 luglio è secondo sui 1500, battuto da Porro, sul campo della Pirelli alla Bicocca. Il 23 luglio vince il miglio ad Este. Il 19 agosto è sesto nella “Traversata notturna di Varese” vinta da Ambrosini ed il giorno seguente chiude settimo una gara di 6 km a Taino dove primeggia Speroni. Il 7 settembre è battuto da Ambrosini nella “Traversata notturna di Monza” ed il 16 settembre chiude secondo, stavolta alle spalle di Bruni, i tricolori dei 1500 a Busto. Nel week-end successivo, per una stranezza dell’epoca, i tricolori continuano a Milano, sul campo della “Forza e Coraggio”: Ferrario è terzo sugli 800, battuto da Cominotto e Bonini. Il 22 ottobre è quarto in un 5mila al “Sempione” vinto dal belga Bedarff su Ambrosini. Il 1 novembre, sul campo della “Forza e Coraggio”, vince un’americana anomala, di 7 km, che abbina marcia e corsa: il suo compagno è Fadegrada. Il 5 novembre Ferrario vince i 1500 a Gattinara. Il 12 novembre è terzo nel “Giro di Cremona”, alle spalle di Davoli e Lussana. Il 26 novembre solo il “vecchio” Porro lo supera nella “Traversata notturna di Milano”. Ferrario è tra i nostri migliori podisti, ma spesso trova qualcuno che lo batte, questa è la scomoda verita che esce da questa stagione. Nel 1923 inizia presto, coi cross: il 14 gennaio vince ad Affori ma 14 giorni dopo è solo 10° a Torino dove vince il sorprendente Amerio. Il 25 febbraio è settimo nella “Coppa Carla” a Milano vinta da Breda. Il 2 aprile a Caravaggio è battuto da Ambrosini sui mille. Il 29 aprile vince i 1500 a Saronno e tre settimane dopo, il 21 maggio, sulla stessa distanza è primo a Milano nei tricolori della FGNI. Il 2 giugno rivince i 1500 sul campo della “Forza e Coraggio” a Vigentino, nella selezione per il meeting di Parigi che si disputa sette giorni dopo. Si tratta di una sorta di prova generale per i Giochi dell’anno seguente: Ferrario giunge terzo sui 1500 vinti dal britannico Mac Donald. Su questa distanza si impone il 17 giugno nella riunione organizzata a Milano dal GSOM, aggiudicandosi anche la staffetta olimpionica.

Finalmente arriva il successo chiarificatore che lo lancia ai vertici italiani: il 24 giugno a Bologna Ferrario si aggiudica il tricolore dei 1500. Li rivince il 1 luglio sul nuovo campo del GS Acciaierie e Ferriere Lombarde, la grande azienda del gruppo Falck, dove si impone anche nell’americana con Migliavacca. L’8 luglio è inviato dalla FISA al meeting di Copenaghen dove si comporta bene: sui 1500 lotta spalla a spalla col tedesco Peltzer che lo brucia sul filo di lana. Il giorno seguente vince i 2mila col nuovo record italiano di 5’37” davanti al quotato ceco Vohralic. Ritrova Peltzer una settimana dopo a Berlino e stavolta lo fulmina sui 1500. Ferrario si rivede il 9 settembre a Vienna, superato sui 1500 dallo svizzero Scharer. 14 giorni dopo, è a Lione dove chiude terzo i 1500 dietro i francesi Philippi e Langrenet. Il 14 ottobre vince i 1500 a Bologna, terminando la stagione della sua definitiva affermazione. Il 1924 è annata olimpica e Ferrario punta ovviamente i Giochi. Inizia con una certa tranquillità: il 27 gennaio è solo 14° nel cross di Brescia vinto dall’onnipresente Ambrosini. Ferrario si riscatta presto. Il 16 marzo vince il titolo lombardo dei 1500 sul campo del Milan e si aggiudica anche la 4x400 col GSOM per cui adesso è tesserato. Brilla poi a Genova, nell’importante “preolimpionica” (all’epoca le chiamano in questo modo) tenutasi il 13 e 14 aprile: secondo sugli 800 dietro Cominotto, vince i 1500 e la strada per una maglia azzurra ai Giochi di Parigi sembra in discesa. Viene però battuto da Pucci sugli 800 nella preolimpica di Bologna sul campo della Virtus. Si riscatta l’11 maggio a Busto, in un’altra prova di selezione, vincendo bene i 1500, distanza in cui primeggia anche il 31 maggio nel concorso ginnico di Firenze ovvero nei tricolori della FGNI. Si ripete alla grande nell’ultima preolimpica, disputata a Milano il 7 e 8 giugno, sul campo di Viale Lombardia dove vince bene i 1500. Ma la Commissione Tecnica, di cui è presidente l’ex ostacolista Colbachini e di cui fa parte anche Lunghi, gli ha chiesto di correre pure gli 800 e Ferrario s’è rifiutato, anche in modo sgarbato. Scoppia così un “caso”: il suo nome difatti non compare nella prima lista degli azzurri per i Giochi. Il “ribelle” Ferrario dovrà confermare la sua forma nell’apposito ritiro collegiale di Busto anche sugli 800, se vorrà arrivare a Parigi. Alla fine tutto rientra e Ferrario ritrova il suo giusto posto tra gli olimpionici. Le prove di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Ferrario gareggia sui 1500 cui partecipano 40 atleti di 22 nazioni. Il 9 luglio disputa una buona gara in batteria: chiude terzo in 4’18”5 dietro al finlandese Peussa ed allo statunitense Watson che lo precede di poco (4’17”9). Supera l’olandese Zeegers, l’australiano Newman, il belga Van der Wee ed il polacco Kostrzewski. Ma il terzo posto non basta perchè solo i primi due accedono al turno successivo. Però Ferrario ha poco da recriminare: ha fatto il massimo e la sua prestazione è più che onorevole. Tra i nostri sui 1500 è colui che è andato più vicino alla qualificazione. Tuttavia non gareggia più e dunque la sua partecipazione ai Giochi risulta alquanto limitata anche se onorevole. I 1500 comunque sono la sua distanza: lo conferma vincendo il 22 luglio a Dusseldorf.

Poi si prende una lunga pausa: riappare il 14 settembre sul campo di Vigentino dove rivince i 1500, ma è sopravanzato sugli 800 da Facelli e Cominotto. Si rivede un mese dopo, il 19 ottobre a Vigevano dove fa una puntata sui 5mila e si aggiudica la prova, in verità su una concorrenza non trascendentale. Il 26 ottobre è grande protagonista nella Milano-Busto, staffetta a squadre, con il suo GSOM: chiude al secondo posto, alle spalle della Pro Patria di Speroni. Il 9 novembre torna alla strada e si aggiudica il “Giro di Sesto”. 14 giorni dopo è al Velodromo Sempione dove gareggia nella riunione di attesa dell’arrivo della “Cento km” di marcia: vince 800 ed americana gigante (con Speroni e Peroni). Il 30 novembre un altro primo posto, seppur a pari merito con lo stesso Speroni: dopo aver battagliato per l’intero percorso, i due arrivano abbracciati al traguardo della “Targa Lombarda” a Milano, credendo di poter essere classificati vincitori a pari merito. Invece la giuria inflessibile applica il regolamento e li squalifica entrambi visto che tali “comportamenti” non sono più considerati ammissibili. Ferrario chiude la sua bella stagione con due grandi vittorie: il 21 dicembre primeggia nella “Traversata notturna di Milano” e sette giorni dopo nella “Coppa della Vittoria” a Vimercate. Inizia il 1925 come ha concluso l’anno precedente, con una vittoria: il 6 gennaio si aggiudica il “GP Cesano Maderno” su 6 km e cinque giorni dopo è primo nel cross di Gessate. Insiste coi cross e fa bene: il 1 febbraio domina il campo a Brescia. Sembra lanciato, ma l’8 febbraio si ritira nel tradizionale cross “dei 7 campanili” di Cavaria, vinto da Robino e 14 giorni dopo chiude terzo la “Coppa Carla”, un altro cross, a Milano, dietro Speroni e Re. L’ 8 marzo ritrova il successo nel Campionato Lombardo di cross organizzato a Vimercate dalla UISA[2]. Si rivede solo il 26 aprile quando a Menaggio vince una gara sul mezzo miglio. Il 3 maggio a Sesto si impone nei 1500 davanti al forte Garaventa. Il 31 maggio è a Parigi, stadio Pershing, dove però delude sugli 800, piazzandosi solo quinto (vince lo svizzero Martin). Sulla stessa distanza si aggiudica il campionato lombardo, disputato il 14 giugno sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Ai tricolori di Bologna invece, il 28 giugno, viene battuto da Garaventa, ma ottiene la rivincita già il giorno seguente, aggiudicandosi il titolo italiano sui 1500. Si prende poi una lunga pausa estiva: Ferrario difatti torna in pista solo il 13 settembre, sul campo del Milan, chiudendo solo sesto i 3mila vinti dal francese Dolques. Sulla stessa distanza 40 giorni dopo, il 24 ottobre, vince il “Campionato Provinciale Fascisti ed Avanguardisti” sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Nel 1926 rimane coi migliori anche se all’inizio stenta. Il 31 gennaio è settimo nel cross della Bovisa. Si rivede solo il 2 maggio a Sesto in una riunione definita già preolimpica: vince gli 800 davanti all’astro nascente Beccali. Identico risultato sette giorni dopo, ma sui 1500 e nei campionati lombardi, disputati sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Il 13 maggio, sul campo del Milan, chiude secondo la prova che consegna a Facelli il titolo regionale sugli 800. Tre giorni dopo, Ferrario si aggiudica un 800 a Menaggio. Il 30 maggio a Bologna, sul campo della “Virtus”, è battuto da Davoli sui 1500.

Si rivede il 20 giugno in Piazza di Francia a Genova, ma sui 400 è superato da Cominotto e Carlini. Sette giorni dopo, vince i 1500 a Sesto. In estate sparisce dalla circolazione ed accusa un vistoso calo di forma. Il 31 ottobre è battuto da Ottolia a Novara su un insolito 8mila. Gli serve da preparazione per il “Giro di Milano” dove però finisce 11°, lontano dal vincitore Davoli. Nel 1927 va a fasi alterne. Il 18 aprile a Genova è secondo sui 1500, superato da Garaventa. Tre giorni dopo, a Roma, al Motovelodromo Appio, partecipa all’incontro Italia-Polonia: chiude terzo i 1500, ma i nostri stravincono 78-54. Il 1 maggio vince il miglio sul campo meneghino dello “SC Italia”. Il 15 maggio è battuto da Tavernari sugli 800 a Bologna, nella prima preolimpica di una lunga serie. Sette giorni dopo, è ad Atene, per un’importante riunione coi più forti atleti greci: chiude secondo gli 800, battuto da Cominotto, ed i 1500, superato da Garaventa. Vince però la staffetta dei 3mila: con lui gareggiano Carlini, Garaventa, Torre e Maregatti. Il 16 giugno a Venezia, nella preolimpica dello stadio S.Elena, vince i 1500. In estate, di nuovo, praticamente non si vede mai e diserta pure i tricolori. Il 9 ottobre a Legnano viene battuto da Cerri nei 3mila dei campionati provinciali. Non sembra più quello dei giorni migliori. Nel 1928 cerca la qualificazione olimpica, ma troppi avversari gli arrivano davanti. Il 9 aprile a Genova, sul campo della Nafta, è battuto sugli 800 da Cominotto. Venti giorni dopo, sui 1500 a superarlo è l’emergente Beccali. Comunque non demorde: il 6 maggio si aggiudica il titolo regionale sugli 800, al campo meneghino dello “SC Italia”. Sulla stessa distanza 14 giorni dopo nella preolimpica di Bologna chiude soltanto quarto (vince Tavernari) e non è un bel segnale in chiave-Giochi. Il 27 maggio, nell’ennesima prova di selezione disputata stavolta sul campo meneghino dello “SC Italia”, è battuto da Cominotto sui 1500. Il 10 giugno è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: chiude sesto ed ultimo gli 800 e si comincia ad avere qualche dubbio sulla sua reale condizione. I nostri perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Tra la fine di giugno ed i primi di luglio Ferrario partecipa ai tricolori di Milano, sul campo della “Forza e Coraggio”. Punta tutto sui 1500, ma a sbarrargli la strada trova l’astro nascente Beccali che lo relega al secondo posto. Non è una brutta prestazione, ma non convince i tecnici che lo escludono dalla lista azzurra. Con altri atleti saranno più magnanimi. Peccato, forse avrebbe meritato la chance. Non demorde: il 30 settembre si aggiudica il campionato provinciale milanese sui 1500. Nel 1929 dirada molto le sue apparizioni: il 30 giugno a Torino, sul campo dello “SC Michelin”, chiude al terzo posto i 5mila, sopravanzato da Robino e Bartolini. In pratica è l’ultimo suo risultato di un certo livello, poi sparisce di scena.


[1] La pista misura 385 m ed il fondo è costituito da carbone misto a sabbia

[2] Acronimo di Unione Italiana Sport Atletici, una nuova “federazione” che si pone in antitesi alla FISA ed alla quale appartengono soprattutto numerose società lombarde, liguri e piemontesi