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FERRARIO Angelo

Milano 28.02.1908 / Milano 01.05.1997

1936. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 4x400 (con Rossi, Spampani, Lanzi)

Inizia a disputare gare atletiche da militare dove è automobilista, sollecitato dagli ufficiali. Visto che va bene, insiste più seriamente anche se non è più giovanissimo. Coglie il suo primo risultato interessante il 28 ottobre 1932 all’Arena, nella manifestazione che celebra il decennale della Marcia su Roma: chiude terzo sui 150, sopravanzato da due grandi velocisti come Toetti e Maregatti, reduci dal bronzo olimpico della staffetta. Nel 1933 Ferrario gareggia con più continuità ed “esplode”. Il 23 aprile sulla pista della Nafta a Genova chiude secondo i 100 alle spalle di Toetti. Il 7 maggio all’Arena di Milano coglie un’altra piazza d’onore, stavolta dietro il tedesco Jonath, ma vince la staffetta olimpionica (con Beccali, Turba e Cani). Sette giorni dopo, a Firenze ed ancora sui 100 vinti dallo stesso Jonath, finisce quarto. Il 25 maggio, sul campo meneghino dello “SC Italia”, è battuto sui 100 da Gesa. Sulla stessa distanza, il 4 giugno a Bologna è superato da Piva e lo stesso Gesa. Sette giorni dopo, esordisce in Nazionale, allo stadio parigino di Colombes, per Francia-Italia: vince la 4x100[1] ed i nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Il 15 giugno all’Arena di Milano vince i 100. Il 2 luglio a Bologna, nei tricolori di “prima categoria”, si aggiudica 200 e 4x100. 14 giorni dopo, fa suo il titolo lombardo sui 200. Si ripete il 23 luglio sui 100, superando l’olimpionico Toetti. Sette giorni dopo, vince i tricolori dei 200 a Firenze, bissando il titolo nella 4x100[2]. Il 7 settembre a Torino vince la staffetta olimpionica dei Mondiali Universitari: con lui Giacomelli, Gonnelli e Beccali. Due giorni dopo, è argento nella 4x100[3], alle spalle della Germania. Guadagna invece il bronzo sui 200, sopravanzato dal ceco Engel e dal tedesco Pflug. Il 17 settembre è in Nazionale per Italia-Inghilterra all’Arena di Milano: chiude secondo i 200, battuto da Toetti, e la 4x100[4]. I nostri si aggiudicano l’incontro 85-62. Il 1 ottobre ancora in azzurro, stavolta a Vienna per Austria-Italia: sui 100 è battuto da Toetti, ma si impone nella staffetta olimpionica[5]. Gli azzurri vincono 73-58. Sette giorni dopo, ritrova la Nazionale, a Padova per Italia-Svizzera: secondo sui 200 dietro Gonnelli, vince la 4x100[6]. Gli azzurri si impongono 93-65. Il 15 ottobre a Torino chiude secondo i 100 alle spalle di Toetti con cui poi ottiene il record italiano nella staffetta svedese (1’59”2) assieme a Gerbella e Gesa. Il 4 novembre all’Arena di Milano Ferrario vince i 300, ripetendosi sette giorni dopo a Cornigliano, nella prova dedicata al compianto Gargiullo. La sua è stata una grande stagione, la sua ascesa rapida ed improvvisa.

Ferrario inizia bene il 1934: il 29 aprile, all’esordio sulla distanza, vince i 400 sulla pista genovese della Nafta. Sullo stesso giro di pista l’11 maggio a Gallarate è superato da Turba che però riesce a battere nove giorni dopo all’Arena di Milano. Il 3 giugno al “GP Fidal” di Torino viene superato da Rabaglino sui 400, ormai la “sua” distanza nella quale sette giorni dopo all’Arena di Milano, nella riunione in attesa dell’arrivo del “Giro d’Italia”, è battuto dal magiaro Barsi. Il 17 giugno a Bologna, nell’incontro Italia-Polonia, chiude terzo i 400, sopravanzato da Rabaglino e Biniakowski. Vince poi la staffetta[7] e gli azzurri si aggiudicano il confronto 69-51. Sette giorni dopo, è ad Anversa per un’importante riunione internazionale nello Stadio Olimpico: chiude terzo i 200, superato dagli olandesi Osendarp e Berger, ma vince la staffetta olimpionica[8]. Il 22 luglio a Milano viene battuto da Toetti sui 200 valevoli per il campionato zonale. Lo stesso Toetti si aggiudica anche il titolo italiano dei 200, disputato il 29 luglio all’Arena di Milano, dove Ferrario chiude solo quinto. Si consola col successo nella 4x100: per la Pro Patria, assieme a lui gareggiano Cani, Fusarpoli, Larocchi. Il 12 agosto Ferrario è battuto da Carlini sui 400 a Bologna. 14 giorni dopo, a Torino finisce quarto sui 400 vinti da Rabaglino. Nello stesso capoluogo sabaudo si disputa la prima storica edizione degli Europei: il 9 settembre Ferrario gareggia nella 4x400[9] che chiude al quarto posto, sopravanzata nell’ordine da Germania, Francia e Svezia. Peccato, “medaglia di legno”. Il 23 settembre, all’Arena di Milano, Ferrario termina quarto i 400 vinti dal polacco Biniakowski. Il 2 ottobre a Napoli finisce secondo nei 400 validi per Italia-Austria che i nostri vincono 76-56: a batterlo è Tavernari. Nella stessa sede il 1 novembre chiude terzo i 400, alle spalle di Tavernari e Facelli, nei cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali. Ferrario si rivede in pista solo il 2 giugno 1935 quando a Locarno la Pro Patria affronta la squadra locale, vincendo 66-48: si aggiudica bene i 200. Il 9 giugno all’Arena di Milano primeggia nella 4x400: con lui Turba, Radaelli e Gerbella. Sette giorni dopo, finisce terzo sui 400 a Torino, sopravanzato da Tavernari e Rabaglino, ma vince la staffetta svedese (con Lanzi, Ragni e Mariani). Nei tricolori di Firenze, il 27 e 28 luglio, non va benissimo: chiude terzo i 400 e quinto i 200, vinti rispettivamente da Tavernari e Gonnelli. Il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, sulle 440y chiude terzo, superato dallo statunitense Fuqua e Tavernari. Il 1 settembre torna in Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: chiude quarto la 4x400[10] e gli azzurri finiscono quinti nella classifica finale vinta dalla Svezia, per una prestazione globale poco esaltante. Il 6 ottobre Ferrario gareggia a Vienna in Austria-Italia dove dà il suo grande contributo: vince difatti 400 e staffetta olimpionica[11]. Gli azzurri si impongono 78-54. Il 13 ottobre, al “Giurati” di Milano, Ferrario guadagna due titoli italiani di staffetta: 4x100 e 4x400[12]. Sette giorni dopo, a Rapallo è battuto da Tavernari sui 300.

Nella stessa località si svolge, a febbraio, il primo collegiale preolimpico, seguito il 29 marzo da un test in pista: Ferrario vince una gara sui 350. Un mese dopo, il 26 aprile, a Firenze chiude terzo i 400, alle spalle di Tavernari e Rossi: può certamente lottare per una maglia azzurra, magari in chiave staffetta. Il 17 maggio nella preolimpica di Bologna finisce quarto (vince Lanzi col record italiano). Tutto rimane in bilico. Il 30 maggio altro quarto posto, ma sui 200, nella preolimpica all’Arena di Milano dove si impone il magiaro Kovacs. Il 7 giugno, al “Giurati” meneghino, Ferrario chiude terzo i 400, superato da Rossi e Tavernari. Terzo si piazza pure ai 400 tricolori, disputati a Bologna il 29 giugno: lo superano due “ragazzini terribili”, Rossi e Spampani. In chiave-staffetta però Ferrario rimane una carta sicura e per questo viene convocato dal CT Comstock per il ritiro collegiale azzurro che ha sede a Bivigliano, sulle colline fiorentine, alla pensione “Montesenario”, con allenamenti al “Berta” di Firenze. Si parte, in treno, per Berlino il 19 luglio. Le gare di atletica leggera si disputano all’Olympiastadion. Ferrario è il primo frazionista della 4x400 che inizia l’8 agosto: con lui Rossi, Spampani e Lanzi. Al via 12 nazioni. Non va bene: nella batteria gli azzurri chiudono terzi, in 3’16”6, lontani un secondo da Germania e Canada. Riescono a superare Sud Africa e Cecoslovacchia, ma poichè passano le prime due, i nostri sono eliminati. L’oro va alla Gran Bretagna su Stati Uniti e Germania. Per Ferrario una partecipazione sottotono ed incolore. Sulla via del ritorno molti atleti si fermano a Cassel dove il 19 agosto Ferrario chiude terzo i 400, superato da Spampani ed il tedesco Klupsch. Ferrario ritrova la Nazionale il 30 agosto a Torino, per Italia-Giappone: vince la 4x400[13], con i nostri che vincono 92-81. Il 13 settembre a Firenze chiude terzo sui 200, sopravanzato da Caldana e Mariani. Sette giorni dopo, al “Giurati” di Milano si aggiudica i 400. Il 27 settembre, sul campo di Vigentino, termina terzo i 200, sopravanzato da Ragni e Rossi. Il 4 ottobre a Parma si aggiudica il tricolore della 4x400[14]. Il 28 ottobre a Novara è battuto sui 200 da Gonnelli mentre l’8 novembre a Rapallo è Rossi che lo precede, ma sui 300. Nel 1937 vince il titolo italiano dei 200m e nell’incontro Francia-Italia, disputato a Colombes il 12 settembre, è inserito nella 4x400 che batte i transalpini. Per la prima e unica volta si aggiudica l’oro tricolore dei 400 nel 1938, anno in cui il 16 luglio si classifica al secondo posto dei Campionati inglesi in una sfida tutta milanese nella staffetta 4x110y, dove il suo quartetto dell’Oberdan è battuto dai rivali del G.S. Baracca. Poi veste la maglia azzurra per l’ultima volta, correndo nella staffetta del miglio ai Campionati d’Europa che si disputano in settembre a Parigi, classificandosi quinto. Negli anni seguenti si conferma ancora come valido velocista ottenendo l’argento ai tricolori del 1939 (nei 400 e nella 4x100) e del 1941 (nella 4x400). Rientra in pista alla fine della guerra, ma non più come atleta. Inizia infatti una lunghissima e brillante carriera di allenatore dapprima alla Pro Patria Milano, poi alla Pirelli ed alla Snam per poi tornare alla Pro Patria.


[1] Con lui gareggiano Di Blas, Gesa e Piva

[2] Con lui gareggiano Cani, Toetti e Maregatti

[3] Con lui gareggiano Di Blas, Gonnelli e Gesa

[4] Con lui gareggiano Di Blas, Gesa e Toetti

[5] Con lui gareggiano Beccali, Gonnelli e Facelli

[6] Con lui gareggiano Castelli, Gonnelli e Gesa

[7] Con lui gareggiano Di Blas, Rabaglino e Beccali. La staffetta si corre su 100, 200, 400 e 800

[8] Con lui gareggiano Beccali, Facelli e Di Blas

[9] Con lui gareggiano Carlini, Rabaglino e Tavernari

[10] Con lui gareggiano Turba, Lanzi e Facelli

[11] Con lui gareggiano Lanzi, Toetti e Mariani

[12] Con lui, per la Pro Patria, gareggiano rispettivamente Cani, Gesa, Toetti e Radaelli, Turba, Lanzi

[13] Con lui gareggiano Rossi, Spampani e Lanzi

[14] Con lui, per la Pro Patria, gareggiano Raddrizzani, Turba e Rossi