FAVALLI Pierino
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Zanengo di Grumello (CR) 01.05.1914 / Cremona 16.05.1986 1936.
Ciclismo. 4° Prova a Squadre, 7° Prova Individuale
Comincia a correre ancora adolescente, sulla scia dei successi di Girardengo e Binda, idoli della sua infanzia. Gli esordi però non sono incoraggianti: tesserato per l’US Soresinese, il 19 luglio 1931 a Como partecipa ai campionati lombardi di velocità per Allievi, ma viene eliminato nelle batterie. Vince la sua prima corsa su strada, il “GP Castel Ponzano”, il 17 luglio 1932, un circuito di 65 km. Si ripete il 7 agosto nella “Targa Ferretti” a Cesano Boscone, in volata, denotando buono spunto di velocità. Tra la fine di agosto e la metà di settembre primeggia difatti in una serie di circuiti: a Scandolara, Grumello e Carpaneto Dosimo. Alla fine dell’annata si conteranno 18 suoi successi. Non sono corse impegnative, ma lanciano comunque già segnali significativi in prospettiva. Il 2 ottobre sbaglia però i tempi della volata e viene preceduto da Biazzi nel circuito di Pieve S. Giacomo. Discorso analogo sette giorni dopo a Casalbuttano dove a bruciarlo è l’altro futuro olimpionico Pola. Il 16 ottobre è grande protagonista del “Campionato Cremonese” che sconfina sull’Appennino Parmense. Nelle prime fasi fora ed è chiamato ad un dispendioso inseguimento per rientrare sui primi. Sulla salita di Pellegrino perde un minuto, in discesa vola, in pianura insegue per vari km e nel finale raggiunge il battistrada Robusti, per poi batterlo facilmente sul traguardo. Nella stagione totalizza una quindicina di successi. Molti tecnici lo giudicano “interessante”. In effetti Favalli comincia bene il 1933: tesserato, ormai dilettante, per lo “SC Genova 1913” meneghino, il 2 aprile vince l’eliminatoria cremonese per la propagandistica “Brescia-Roma”, destinata ai “Giovani Fascisti”. Il 4 giugno si aggiudica il “GP Esercenti” a Gazzano. Si rivede in piena estate: a luglio vince in rapida successione il “GP Codogno”, il circuito di Pomponesco e la “Coppa Agello” a Desenzano. Brilla ripetutamente nel “Bracciale Piva”, manifestazione che si tiene sul “circuito dei due viali” a Cremona, nei pressi di Porta Venezia, con gare di velocità e brevi cronometro. Il 6 agosto Favalli finisce terzo nel circuito di Gonzaga, superato da Generati e Fabbrici. Torna al successo a Zorlesco, poi il 20 agosto vince in volata la “Crema-S. Pellegrino-Crema”. Si ripete il 27 agosto nel circuito di Casaloldo ed il 3 settembre a Tortoreto nel “Giro delle Due Valli”. È in piena forma: il 10 settembre fa suo anche il “Campionato della Provincia di Milano” a Codogno. Scaltro, veloce e dinamico, si conferma molto promettente.
Tra la fine di settembre ed i primi di ottobre, in rapida successione, vince a Roncole di Busseto ed a Robecco d’Oglio. L’8 ottobre termina quinto il circuito di Bassano vinto da Bonfanti. Sette giorni dopo, è protagonista sulla pista di Fiorenzuola: vince velocità ed americana (con Sesenna). Il 4 novembre si conferma nella propagandistica “Firenze-Roma”, gara a staffetta: la sua squadra, la Legione cremonese, chiude al secondo posto e Favalli è il migliore nella prima frazione. Ormai è tra i migliori dilettanti italiani e la conferma arriva presto. L’11 marzo 1934, in una giornata uggiosa, si aggiudica la “Coppa Caldirola”, superando a Dergano un gruppone costituito da una cinquantina di unità: in volata Favalli teme pochi confronti. Sette giorni dopo, primeggia anche nel “GP Apertura” a Mantova. Il 25 marzo, a sorpresa, sbaglia i tempi dello sprint ed è superato dal romano Toccaceli nel “Giro della Lombardia Sud”. L’8 aprile gareggia sulla pista di Grumello, cogliendo due secondi posti: nell’individuale e nell’americana (con Postè), gare entrambe vinte da Cimatti (accoppiato a Fava). Il 29 aprile Favalli soccombe ancora in volata: stavolta a superarlo è Scappini nella “Coppa Dondena” a Milano. Il 12 giugno vince allo sprint il “GP Esercenti” ad Agazzano. Il 1 luglio è grande protagonista nel “Trofeo Lattuada”, gara a staffetta disputata a Milano: ottiene il miglior tempo assoluto, ma la sua squadra, lo “SC Genova Milano[1]”, termina terza, alle spalle dell’USM e del “GS Cantore”. Il 9 luglio Favalli primeggia nella “Coppa Cerrese” a Cerro Maggiore. Il 15 luglio partecipa alla “Coppa Italia”, cronometro a squadre disputata a Forlì: con i compagni (Pria, Scurati e Giovenzana) chiude al terzo posto mentre la vittoria va alla Pistoiese davanti al “VC Bassano”. Sette giorni dopo, Favalli coglie un successo di prestigio nella “Coppa del Re”, affermandosi definitivamente come velocista di rango. Si conferma brillantemente nel Campionato Italiano, dominando la volata finale che il 5 agosto chiude la corsa a Verona, su un percorso peraltro adatto ai velocisti tra i quali, pochi lo dubitano, Favalli è un primattore. Tuttavia ai Mondiali di Lipsia, su un circuito estremamente pianeggiante, delude e finisce 28° pari merito (vince l’olandese Pellenaers). Si rivede il 26 agosto sulla pista di Bassano dove affronta il promettentissimo Bini[2] in un “testa a testa”: vince la velocità, ma perde l’inseguimento. Inoltre Favalli chiude secondo, assieme a Zandonà, l’americana vinta dallo stesso Bini con Della Latta. Il 2 settembre Favalli primeggia ancora su pista, a Grumello, e stavolta nella velocità supera niente meno che il fresco iridato Pola, battuto anche nell’omnium. La situazione si ripete due giorni dopo a Pontevico dove Favalli prevale in velocità ed inseguimento mentre è sconfitto nel giro a cronometro: si aggiudica anche l’americana assieme a Zandonà. Il 15 settembre al velodromo di Bologna vince l’individuale. Cinque giorni dopo, Favalli primeggia nel circuito di Suzzara. Il 27 settembre si aggiudica a Revere la “Coppa Buttafuochi”, ancora allo sprint, davanti all’olimpionico Cimatti. Il 2 ottobre Favalli primeggia nel “GP Verdi” a Busseto ed il giorno seguente a Lecco vince l’omnium davanti a Pola: è probabilmente il dilettante più completo del lotto, sa vincere su strada e su pista. Il 18 ottobre però a Dronero trova qualcuno più veloce di lui: Rigoni, altro futuro olimpionico, difatti lo supera in velocità e giro a cronometro, battendolo nell’omnium. Favalli torna alla strada e ne ha ben donde: il 26 ottobre si aggiudica la “Coppa Piubega” ed il 1 novembre prevale nel “Campionato Sociale” della sua squadra, l’SC Genova. Il 4 novembre però finisce terzo nel “Criterium della Vittoria” a Ravenna, superato da Cimatti e Giudici. Il 18 novembre chiude la sua ottima stagione con l’ennesima vittoria, stavolta sulla pista di Cremona, superando Cimatti in un omnium, aggiudicandosi inseguimento e giro di pista a cronometro. In inverno si parla di un suo possibile passaggio al professionismo, ma Favalli preferisce rimanere dilettante, ancora inquadrato nel “CS Genova”, puntando a Mondiali e Giochi di Berlino.
Inizia il 1935 come meglio non si potrebbe: il 24 febbraio vince a Milano la “Coppa Del Grande” dove scatena l’azione vincente con Zuccotti[3], per poi superarlo nettamente allo sprint. Il 17 marzo Favalli vince in volata la “Coppa Taurus” ancora a Mlano. Sette giorni dopo, altro successo, stavolta nel “GP Pavese” dopo una bella fuga a due iniziata sulla salita di Montalto Della Giovanna, poi battuto nettamente allo sprint. Il 31 marzo non trova lo spazio vincente nella volata che chiude la “Coppa Baracca” a Milano e finisce quarto (vince Santambrogio[4]). Intanto sta sviluppando il servizio militare in fanteria, in un primo momento a Cremona. Riduce perciò l’attività: il 28 aprile vince l’individuale sulla pista di casa a Grumello. Poi viene trasferito a Roma, inquadrato nel 2° Bersaglieri. Continua comunque a ricevere licenze per gareggiare: il 23 settembre primeggia nel circuito di Alessandria. Il 6 ottobre torna nella sua Grumello dove non è profeta in patria e coglie solo secondi posti: nella velocità è superato da Rigoni, nei mille a cronometro da Marini e nell’individuale da Bonfanti. Il 27 ottobre Favalli è al “Vigorelli” di Milano: vince l’individuale e l’inseguimento a squadre, assieme a Rigoni, Latini e Bonfanti[5]. Il 2 novembre è a Trieste: chiude secondo la velocità e l’individuale, prove entrambe guadagnate da Bonfanti. Selezionato tra i “probabili olimpici”, inizia la stagione 1936 nella prima tradizionale prova, il “GP S. Geo” a Milano del 1 marzo: chiude quarto, vince il veneto Morbiatto. Rientrato a Roma, dove deve terminare il servizio militare, il 15 marzo vi primeggia nel “GP Apertura”, giungendo solo al traguardo dopo aver staccato tutti sulla salita di Rocca di Papa, dimostrando dunque di non essere un “semplice velocista” come qualcuno lo ha etichettato, forse troppo in fretta. Sempre attento e pimpante, il 29 marzo scatena la fuga vincente nella “Coppa Baracca” a Milano, per bruciare allo sprint Vegetti. Tra i favoriti del “GP Pasqua”, disputato a Roma il 12 aprile e preolimpica, non vi brilla causa anche la sfortuna (forature). Sette giorni dopo, a sorpresa, è superato in volata dal semisconosciuto Bavutti nel “GP Salsomaggiore”. Torna alla pista: il 22 aprile a Padova vince l’individuale, chiude secondo l’americana vinta da Latini-Loatti (con Bonfanti) e termina quarto la velocità appannaggio di Rigoni. Quattro giorni dopo, vince il circuito di Pessina ed il 6 maggio primeggia nel “GP Paganini” a Cremona. Il 10 maggio, con i compagni della Roma[6], termina secondo la “Coppa Italia”, cronometro a squadre di 106 km disputata a Treviso, alle spalle del “GS Battisti”, attardati di 2’14”. 14 giorni dopo, torna alla vittoria nella “Coppa Dafarra” a Vigevano, superando allo sprint gli otto compagni di fuga. Il 2 giugno sulla pista di Roveleto di Cadeo si aggiudica l’individuale. Il 14 giugno vince il “Campionato Lombardo Giovani Fascisti”, in volata e sette giorni dopo termina terzo, dominando la volata del gruppo, nella “Coppa del Re”, indicativa preolimpica, alle spalle dei fuggitivi Gios e Marcotti. Il 28 giugno Favalli ritrova il successo nella “Coppa Pennacchi” a Roma, regolando in volata 17 avversari: sul podio vanno Leoni e Servadei, futuri grandi velocisti[7]. Il 4 luglio Favalli è tra i principali favoriti del tricolore, disputato a Parma, ma incappa in una giornata-no e non è mai protagonista: vince in volata l’outsider Mutti, corridore sconosciuto ai più. Favalli, per i suoi trascorsi, non può comunque essere giudicato da un singolo evento e difatti il suo nome figura tra i selezionati per Berlino dal CT della strada, l’ex corridore del periodo eroico Dario Beni. Ritiro collegiale dal 13 luglio a Castel Gandolfo, con allenamenti quotidiani sulle strade dei Castelli e nella pianura pontina. Si parte per la Germania il 27 luglio, in treno, da Verona.
Per la prima volta la gara individuale di ciclismo si disputa in linea e non a cronometro. Partenza ed arrivo al circuito motoristico dell’AVUS: percorso di 100km sostanzialmente pianeggiante. Al via 99 corridori di 28 nazioni. Il tracciato non consente grande selezione e le uniche problematiche sono collegate all’inesperienza di alcuni ciclisti, segnatamente i peruviani, che provocano alcune cadute. Al comando comunque rimangono in una quarantina ed è sprint a ranghi compatti, funestato da un’altra caduta. Hanno la meglio i francesi: oro a Charpentier e bronzo a Lapebie, già primi nell’Inseguimento a Squadre due giorni prima. Bronzo per lo svizzero Nievergelt. Favalli è il migliore dei nostri e chiude settimo, superato anche dal tedesco Scheller, il britannico Holland e l’altro francese Dorgebray, classificati quarti a pari merito. Nel finale gli azzurri hanno iniziato a guidare il gruppo troppo presto, lasciando in pratica da solo Favalli ai 500 metri: ha tentato di districarsi, ma le altre nazioni hanno preso il sopravvento. Con un simile arrivo, la Francia domina la classifica a squadre davanti a Svizzera e Belgio mentre all’Italia rimane solo l’amara “medaglia di legno” del quarto posto. Gil altri azzurri difatti non sono andati benissimo: 15° Servadei, 16° p.m. Ardizzoni, non classificato Bavutti. Per il nostro ciclismo una netta sconfitta, maturata in circostanze particolari, ma con poche attenuanti: i tecnici probabilmente hanno puntato su qualche uomo sbagliato. Questi non era certo Favalli che si conferma pimpante e veloce: il 23 agosto, nella selezione per i Mondiali ai Giardini Margherita di Bologna, chiude terzo in volata, battuto da due velocisti di assoluto valore, i professionisti Di Paco e Bini. Ovviamente titolare nella gara iridata, disputata sul circuito del Bremgarten a Berna, vi chiude al terzo posto, aggiudicandosi la volata del gruppo dietro i fuggitivi, gli elvetici Buchwalder e Weber. Alla fine di settembre vince la “Coppa Ongina” a Monticelli. Il 4 ottobre a Mantova, nella riunione di attesa dell’arrivo del “Trofeo Moschini”, si impone nell’individuale. Il 25 ottobre a Varese vince il “GP Cervini”, promiscua con professionisti. Quindi Favalli passa professionista e per un lustro si segnala tra i nostri migliori corridori, con vittorie di primo piano tra cui spicca la “Milano-Sanremo” del 1941, guadagnata grazie ad una splendida fuga iniziata sul Capo Berta. Una ventina le vittorie al suo attivo, ottenute grazie non solo al suo spunto finale, ma anche al termine di brillanti azioni, solitarie o in compagnia. Splendido protagonista della “Milano-Torino” che vince tre volte consecutive (1938-1939-1940) e della cronometro a coppie più importante del tempo, il “Giro della Provincia di Milano”: ne vince quattro edizioni, sempre appaiato al grande Bartali, suo compagno nella “Legnano”. Primattore anche nel “Giro d’Italia” del 1940 dove vince la Torino-Genova (davanti al giovane compagno Fausto Coppi che poi si aggiudicherà quell’edizione) ed indossa 4 maglie rosa. Diversi anche i suoi successi nelle classiche in linea più importanti del calendario nazionale tra cui “Giro di Romagna” (1938), “Giro del Veneto” (1942) e “Giro di Campania” (1942). Spesso sottovalutato e “schiacciato” dai compagni più famosi (su tutti Bartali ma poi anche Coppi), è comunque riuscito a ritagliarsi uno spazio vincente in anni difficili e complessi: la Seconda Guerra Mondiale ha interrotto praticamente per sempre la sua carriera. Nel 1946 difatti ha tentato un timido rientro, ma senza fortuna.
[1] Con lui gareggiano Scurati e Rimoldi
[2] Aldo Bini, nato a Montemurlo (PO) il 30.07.1915. Grande protagonista del ciclismo italiano per 20 anni (1935-1955). Vincitore di due “Lombardia” (1937 e 1942) ed una Gran Fondo (1941). Tra i suoi 57 successi numerose classiche italiane: tre “Piemonte” (1935-1936-1941), tre Milano-Modena (1936-1937-1938), “Giro dell’Emilia” (1935), Milano-Torino (1952), 5 tappe al “Giro d’Italia”. Argento al Mondiale 1935
[3] Primo Zuccotti, nato a Serravalle Scrivia (AL) 02.04.1915. Corridore di secondo piano tra i “pro”, all’attivo una decina di successi in prove minori, il principale dei quali è il “Giro del Sestriere” 1940
[4] Serafino Santambrogio, nato a Seregno (MB) il 09.01.1914. Una dozzina i suoi successi nella categoria maggiore, tuttavia in corse di secondo piano come il “Piccolo Lombardia” (1938) e la “Targa Legnano” (1940)
[5] I battuti sono Pedretti, Pasotta, Besozzi e Tosi
[6] Chiappini, Toccaceli e Servadei
[7] Basta un dato: al Giro d’Italia i due vinsero 23 tappe complessivamente, 17 Leoni e 6 Servadei, quasi sempre allo sprint