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FAGO Giuseppe

La Spezia 08.02.1907 / La Spezia 03.12.1975

1936. Vela. 5° classe Jole Olimpica (dinghy)

Veleggia sin da ragazzo nell’incantevole Golfo di La Spezia. Coglie il primo risultato significativo a livello nazionale nei tricolori dei “6 metri”, disputati a Trieste alla fine di luglio del 1933: chiude al quinto posto la classifica dominata dall’altro spezzino Cozzani sull’olimpionico Nordio. Si rivede ai primi di giugno del 1935 quando nel “suo” Golfo spezzino primeggia in alcune regate della “Coppa Ratti”, riservata ai cutters di 6 metri. A fine agosto, nelle stesse acque, Fago è il timoniere del 6 metri “Giorgio” (proprietario Mario Portunato) che vince il campionato italiano di categoria. Nel 1936 ovviamente punta i Giochi: sentendosi chiuso tra i “6 metri”, dove la concorrenza in effetti è elevata ed anche prestigiosa (i fratelli Oberti), si presenta nella classe “dinghy” alle regate indicative di Portorose, in Istria, disputate il 27 e 28 luglio: ne vince tre su quattro e nell’altra arriva secondo, battuto da Carnischi. Domina la generale ed il CU della vela, Pasquale De Conciliis, non esita a convocarlo per i Giochi. I velisti partono per Berlino il 22 luglio, in treno da Milano. Le regate olimpiche di vela si svolgono a Kiel, nell’estremo nord della Germania, quasi al confine con la Danimarca, nel Mar Baltico, a 350 km da Berlino. Fago gareggia nella classe Jole Olimpica ovvero “dinghy”, le imbarcazioni monoposto, fornite direttamente dall’organizzazione (ciascuna ha un nome di una città tedesca) e disegnate appositamente dal progettista Strauch nel 1933.

Gareggiano 25 nazioni e la classifica viene stilata a punti, in base ai piazzamenti di ognuna delle sette regate: 25 al primo, 24 al secondo e così via. Ovviamente, vince chi totalizza il maggior numero di punti. Le condizioni meteo pongono più di una difficoltà, tra nubifragi e vento ballerino o perfino assente. Il 4 agosto la prima regata è vinta dal britannico Scott[1], con Fago a disagio e solo 14°. Va meglio per l’azzurro il giorno seguente quando vince l’olandese Kagchelland e Fago chiude buon quinto, risalendo al settimo posto della generale. Anche la terza regata è appannaggio dell’olandese, ma Fago è sfortunato: ha un’avaria all’imbarcazione ed è costretto al ritiro, pregiudicando così l’esito finale. Non molla: il 7 agosto, quando si impone il norvegese Thorvaldsen, Fago è quarto, entrando nei primi dieci della generale. Il quinto giorno si piazza settimo (vince il tedesco Krogmann) e nella sesta regata coglie addirittura il gradino più basso del podio mentre Kagchelland supera di nuovo tutti e mette un’ipoteca sul successo finale. L’ultima regata, il 10 agosto, è appannaggio del cileno Wickmann-Harbeck, con Fago ottavo. Fatti i conti, l’oro è proprio di Kagchelland (163 punti) che con tre vittorie parziali è risultato indubbiamente il migliore, argento per Krogmann (150) e bronzo a Scott (131) che per un solo punto precede il cileno. Fago termina ottimo quinto, con 115: il distacco dal podio è consistente, ma è inevitabile qualche recriminazione per il ritiro nella terza regata ed il decimo piazzamento nella quarta. Ha comunque dimostrato di avere le potenzialità se non per vincere almeno per salire sul podio: una prestazione più che sufficiente. Poi però non ottiene ulteriori vittorie di spicco.

 

fago grande

Il 22 luglio 1936 i velisti azzurri partono in treno dalla stazione centrale di Milano per Berlino. Nella foto di rito della carovana è presente anche Fago, evidenziato dal tondo, primo a sinistra in piedi


[1] Peter Scott, nato a Londra il 14.09.1909: è il figlio del famoso esploratore antartico Robert Falcon Scott, deceduto durante la sua spedizione al Polo Sud il 29 marzo 1912. Raggiunse effettivamente il Polo, ma dopo il norvegese Amundsen. I membri della spedizione, compreso Scott, perirono durante il viaggio di ritorno