FACELLI Luigi
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Acqui Terme (AL) 10.05.1898 / Milano 04.05.1991
1924. Atletica Leggera. 6° 4x100 m (con Cominotto, Gargiullo e Maffiolini), Eliminato Semifinale 400 hs, Eliminato Quarti di Finale 400 m
1928. Atletica Leggera. 6° 400hs, Eliminato Primo Turno 4x400 m (con Carlini, Cominotto e Tavernari)
1932. Atletica Leggera. 5° 400hs, 6° 4x400 m (con Carlini, Turba, De Negri)
1936. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 400hs
Nasce in una famiglia umile ed operaia. Da ragazzo corre per divertimento, tra una pausa e l’altra del lavoro di soffiatore di vetro, che ha iniziato a 14 anni e continuerà a lungo, soprattutto in inverno. Chiamato alle armi, combatte in trincea nella Prima Guerra Mondiale, artigliere tra Piave e Montello, dove svolge anche il ruolo di addetto alle linee telefoniche. A guerra finita ma non ancora congedato, nel 1920 è a Taranto in un reparto di artiglieria da costa. Qui riprende a correre e si cimenta nei campionati riservati ai militari. A metà settembre partecipa al grande concorso ginnico militare disputato al campo San Lorenzo di Bari: vince 400, 110hs ed alto; è secondo nel lungo e terzo sui 100. Un mese dopo, a Roma gareggia nei tricolori militari, chiudendo 5° nell’alto. Rientrato finalmente a casa, riprende il lavoro di soffiatore, ma anche a correre e saltare. Alto 1,75m per 70kg di peso forma, sa adattarsi a più discipline, perfino al triplo che gli piace particolarmente. Tesserato per l’“US La Bagni” di Acqui, l’11 settembre 1921 si distingue a Novara nei campionati piemontesi: primeggia nell’alto e negli 800, confermandosi adatto a più discipline. Il 19 settembre è a Bologna per i tricolori, ma non va oltre il 5° posto nell’alto, con 1,63m. Il 23 ottobre a Genova finisce 3° nell’alto e 4° nel lungo. Chiude l’annata ad Alessandria il 3 novembre con due belle vittorie, nei 100 e nell’alto (con 1,67m). In quella stagione termina 12° il “Giro di Acqui”. Tesserato per l’US Alessandria, vede la sua carriera ad una svolta nel 1922. Il 10 settembre, al Valentino di Torino, nei campionati piemontesi vince alto e triplo. È la molla che lo spinge a guardare lontano. 14 giorni dopo, difatti è a Milano, sul nuovo campo della “Forza e Coraggio”, in Via Trento, dove si tengono i tricolori. Ottiene un buon terzo posto nell’alto (superato da Ghiringhelli e Bonelli) e chiude quinto nel triplo vinto da De Micheli. Proprio mentre sta disputando questa gara, come racconterà poi nelle sue memorie, vede la finale dei 400hs e rimane “incantato”, come folgorato. Chiesto sommariamente qualche consiglio a Contoli, grande esperto dei 110hs, decide di provare quella disciplina, spinto anche dai suoi dirigenti. Intanto il 1 ottobre a Genova, nel meeting organizzato dalla “Rubattino”, sul campo in Piazza di Francia, vince l’alto, è 4° sui 110hs e gareggia pure nel giavellotto (sesto). Sette giorni dopo, a Voltri vince il lungo e chiude 3° sui 100. Facelli inizia il 1923 non ancora deciso su quale gara possa adattarsi meglio alle sue caratteristiche, così le prova un po’ tutte. Il 22 aprile, nella Piazza d’Armi di Alessandria, gremita per la festa di S. Giorgio, dà spettacolo: vince 100, 400, alto e triplo. Il 13 maggio è secondo nei campionati piemontesi sui 100 battuto dal “vecchio” Barozzi; è anche terzo sui 110hs vinti da Borgogna. Il 27 maggio a Bolzaneto è secondo nel lungo (1° Trabucco) e sui 100 (1° Gontero). Il 17 giugno nei campionati piemontesi di “serie B” vince lungo, alto e triplo. Nel week-end successivo è a Bologna per i tricolori: trionfa nel triplo, con un grande balzo (per l’epoca) di 13,82m mentre nei 400hs è secondo, battuto da Scapin. Il 1 luglio vince a Savona i 100 e 400: è difficile per lui scegliere “una” disciplina. Il 15 luglio a Milano domina lungo e triplo, saltando 13,97m e realizzando il record italiano. Il 27 luglio è a Roma, per la prima “preolimpica”: vince lungo, triplo e 400hs, specialità che sembra adatta alle sue caratteristiche. Difatti il 12 agosto ad Alessandria vi primeggia nuovamente, assieme al triplo. Non ha ancora scelto, ma deve decidersi per non disperdere troppe energie inutilmente: i Giochi si avvicinano.
La spinta decisiva gliela fornisce il risultato del 26 agosto a Busto Arsizio: il 57”3/5 sui 400hs gli vale il primato italiano. Il 15 e 16 settembre gareggia a più riprese nella preolimpica di Milano, sul campo di Viale Lombardia: vince 400hs e triplo, è secondo nel lungo, terzo nel giavellotto e quarto nel disco. Nei lanci ha troppi uomini davanti, meglio concentrarsi sulla corsa. Difatti il 30 settembre a Genova, sul nuovo campo dell’US Italia Nuova, vince 100y e 400. Il 7 ottobre a Sestri Ponente, sul campo di Borzoli, vince 100, 400 e triplo. Sette giorni dopo, a Bologna fa suoi i 400hs ed il 21 ottobre chiude la sua ottima annata a Milano, sul campo della Bicocca, vincendo i 400. Il 1924 è annata olimpica e Facelli ormai è tra i nostri migliori atleti, ma deve scegliere le discipline in cui gareggiare ai Giochi. Non è semplice, punta sui 400hs, ma la prima uscita non è delle migliori: il 30 marzo, sul campo del Milan in Viale Lombardia, è battuto da Cavalleri sui 400hs validi per il campionato lombardo. Vince però nel triplo ed è secondo anche nel lungo, superato da Sabbaini. Adesso è tesserato per la “SG Gallaretese”. Il 12 e 13 aprile gareggia nella “preolimpionica” (in quel periodo le chiamano così) di Genova e vince i 400hs, ormai la sua specialità. Difatti rivince anche il 27 aprile nella “preolimpionica” di Bologna, mettendo un tassello importante sulla strada della maglia azzurra per i Giochi visto che realizza pure il primato italiano con 57” netti. Ancora meglio fa l’11 maggio a Busto, in un altro meeting di selezione: vince non solo i 400hs ma anche i 400 piani, confermandosi eccelso specialista della distanza. Il 26 maggio, ancora a Busto, ottiene il primato italiano dei 600m con 1’24”0. Va bene anche nel triplo dove il 31 maggio vince a Firenze, nel grande concorso ginnico in cui si impone pure nella 4x400. Ma quando arriva il momento delle scelte definitive, Facelli non può che puntare sui 400hs dove vince nettamente nell’ultima selezione olimpica, disputata il 7 e 8 giugno a Milano, sul campo di Viale Lombardia. Tuttavia l’apposita Commissione Tecnica, presieduta dall’ex grande ostacolista Colbachini e della quale fa parte anche Lunghi, gli chiede espressamente di gareggiare anche sui 400 piani, pure in chiave staffetta, ma Facelli rinuncia e scoppia un “caso”: il suo nome non compare nella prima lista ufficiale degli azzurri. Una sorta di punizione per il “ribelle” che dovrà confermare la sua forma nell’apposito ritiro collegiale di Busto anche sui 400 piani se vorrà andare a Parigi. Facelli fa di più: cospargendosi il capo di cenere, ottiene ottimi tempi sul giro di pista e addirittura vince pure gli 800 nell’ultimissima prova di rifinitura, il 29 giugno a Busto quando realizza pure il record nazionale sui 400hs con 55” netti. È pronto per i Giochi.
Le prove di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Facelli esordisce il 6 luglio nei 400hs cui prendono parte 23 atleti di 13 nazioni. La pista è pesante, retaggio delle piogge dei giorni di vigilia. Giunge secondo nella sua batteria, in 56”4, nettamente sopravanzato dallo statunitense Riley che corre in 55”4, riuscendo comunque a prevalere sul belga Migeot, sul canadese Montabone e sull’olandese Van Rappard. Passano i primi due e dunque Facelli poche ore dopo gareggia in semifinale. Non è fortunato: chiude 4° in 55”6, nella scia del terzo, il francese Willens, che ottiene 55”4 e riesce a qualificarsi assieme ai due statunitensi che dominano la prova (primo Brookins su Taylor). Facelli batte il francese Viel ed il danese Thorsen, ma ciò non basta e non entra in finale. Peccato perchè il passaggio del turno non sembrava impossibile. L’oro va allo stesso Taylor che si impone nettamente sul finlandese Wilen ed il connazionale Riley. Il 10 luglio Facelli ci riprova sui 400 piani ai quali partecipano 60 atleti di 27 nazioni. È autore di una batteria strepitosa: vince in 51”0 davanti all’argentino Brewster ed al polacco Oldak. Nello stesso pomeriggio disputa il quarto di finale dove però è 4° su cinque, pur correndo in 50”5. Vince l’olandese Paulen in 49”0 sul famoso britannico Liddell (che non spinge a tutta) e sullo statunitense Robertson. Facelli riesce a superare solo il francese Fritz e viene eliminato. L’oro va allo stesso stratosferico Lidell, famoso per non gareggiare di domenica a seguito dei suoi precetti religiosi, che ottiene il nuovo record mondiale con 47’6”. Argento allo statunitense Fitch e bronzo all’altro britannico Butler. Facelli chiude le sue fatiche olimpiche con la 4x400, con solo sette nazioni al via. Con lui gareggiano Cominotto, Gargiullo e Maffiolini. Il 12 luglio gli azzurri giungono secondi nella semifinale, in 3’30”, nettamente preceduti dalla Gran Bretagna (3’22”) ma davanti alla Finlandia, passando comunque il turno. In finale però, il 13 luglio, giungono sesti ed ultimi, migliorando comunque il tempo del giorno prima (3’28”). Oro agli straordinari statunitensi, col nuovo record mondiale (3’16”) davanti alla sorprendente Svezia ed alla Gran Bretagna, peraltro priva di Liddell visto che è domenica, la quale precede Canada e Francia. Per Facelli comunque un’esperienza positiva, avendo rivaleggiato coi più forti del mondo senza andare a picco.
Difatti dopo i Giochi si conferma alla grande. Il 20 luglio a Bruxelles vince i 400hs davanti allo svedese Christenson e lo statunitense Roeley, con 54”4 nuovo record italiano, e chiude 5° i 400 vinti dallo statunitense Cochrane. Il 22 luglio a Bruxelles vince la staffetta olimpionica con Garaventa e gli statunitensi Clarke e Cochrane davanti ai club belgi. Il 10 agosto a Venezia, sul campo di Sant’Elena, vince a sorpresa gli 800 davanti allo specialista Cominotto e si aggiudica pure la staffetta[1]. Insiste con gli 800: a Venezia il 24 agosto ribatte Cominotto e rivince la 4x400 con gli stessi compagni. Il 14 settembre si conferma sugli 800, sul campo di Vigentino, battendo di nuovo Cominotto ed altri due specialisti come Ferrario e Bonini. Ai tricolori di Bologna, il 20 e 21 settembre, sul campo della Virtus, vince agevolmente i 400hs e dà vita ad un grande duello con Cominotto sugli 800. Forse troppo sicuro di sè, Facelli attacca da lontano, ma Cominotto gli prende la scia e lo sorpassa a 50 m dal filo di lana, relegandolo stavolta al secondo posto. Facelli fa sua comunque anche la 4x400[2] con tanto di record italiano (3’25”4/5). Il 30 settembre a Villa d’Este si impone negli 800. Il 19 ottobre Facelli è buon protagonista ad Ovada: vince i 400 ed è secondo sui 100, superato da Aloi. Chiude l’ottima annata sette giorni dopo ad Arenzano, aggiudicandosi 100 e 800. Nel 1925 inizialmente Facelli si fa vedere poco, ma il 28 giugno non manca l’appuntamento col tricolore: a Bologna si aggiudica il titolo italiano sui 400hs mentre si ritira nei 400. Continua a gareggiare col contagocce: il 2 agosto a Brescia chiude terzo i 400, alle spalle di Gargiullo e Vianello. Il 13 settembre a Milano, sul campo di Viale Lombardia, vince gli anomali 200hs davanti a Carlini e viene battuto sui mille da Davoli. Un mese dopo, il 18 ottobre, a Firenze si cimenta sui mille dove è superato da Cominotto. Il 1 novembre a Gallarate primeggia su 200hs e 800 dove supera il giovane Beccali. Nel 1926 si tessera per il GSOM (Gruppo Sportivo Officine Meccaniche di Milano), trovando in Guido Ballerini non solo un tecnico ma anche un fidato dirigente e mentore. La sua stagione inizia il 28 marzo sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Si parla già di riunioni “preolimpiche”: la Commissione Tecnica, presieduta da Cartesegna, mette subito le cose in chiaro e non vuole perdere tempo. Tanto meno Facelli che si aggiudica i 400hs, la “sua” specialità. Il 5 aprile in Piazza di Francia a Genova chiude invece secondo gli 800, superato da Cominotto. Un mese dopo, il 9 maggio, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, vince il campionato lombardo sui 400hs ma anche nel triplo. 4 giorni dopo, sul campo del Milan, guadagna il titolo regionale anche su 800 e 4x400. Il 24 maggio è a Londra, Stamford Bridge, per un importante meeting internazionale: chiude al terzo posto le 440y, superato dal francese Tenevan e l’inglese Westoby. Tra 12 e 13 giugno Facelli è grande protagonista ai tricolori di Napoli, disputati all’Arenaccia: vince 400, 400hs e 4x400[3]. Ai primi di luglio torna a Stamford Bridge per i campionati inglesi aperti anche agli stranieri: vince bene il turno eliminatorio dei 400hs, ma in semifinale si rialza troppo presto, convinto di aver già tagliato il traguardo, e viene eliminato. Il 25 luglio è a Milano per le selezioni in vista dell’incontro con l’Ungheria: vince gli 800. L’8 agosto a Budapest, contro i magiari, è però battuto sugli 800 dal padrone di casa Barsi ed i nostri perdono il match 49 a 53: decide tutto la staffetta “olimpionica” dove pure è schierato Facelli, in ultima frazione[4]. Il 26 settembre è a Genova, in Piazza di Francia, per la grande manifestazione in memoria di Lunghi: sui 400 è battuto da Carlini. Si “vendica” del genovese il 3 ottobre a Torino, sconfiggendolo sulla stessa distanza. 14 giorni dopo, a Bologna si aggiudica il titolo italiano della FGNI su 400hs, triplo e 800 dove supera l’emergente Beccali. Il 24 ottobre subisce un’inattesa sconfitta sui 400 a Milano nel “Campionato Provinciale Fascisti ed Avanguardisti”: lo supera Dazio. Nel 1927 Facelli si conferma. L’11 aprile a Torino vince i 400. Sette giorni dopo, a Genova è battuto sugli 800 da Cominotto. Il 21 aprile è grande protagonista dell’incontro Italia-Polonia che si svolge a Roma, al Motovelodromo Appio: vince i 400hs e la 4x400 (con lui Tavernari, Cominotto e Carlini). I nostri stravincono 78-54. Il 19 giugno è spettacolare a Berlino: sotto un nubifragio si aggiudica i 400hs davanti al grande tedesco Peltzer. Dieci giorni dopo, primeggia anche sul campo meneghino dello “SC Italia”, in due specialità anomale come 300 e 200hs. Il 2 luglio a Londra, Stamford Bridge, chiude al terzo posto le 440y, battuto dal noto Burghley e Livingstone. Si rivede il 24 luglio allo Stadio Militare di Torino dove vince 400 e mille. Sette giorni dopo, nella preolimpica sul campo del GSOM, si aggiudica i 400hs ed è secondo nel triplo dietro Torre. Il 28 agosto a Gallarate vince il titolo regionale su 110hs e 400hs mentre è secondo nel triplo, battuto da Pezzoni. Il 4 settembre vince i 400 a Bra. Sette giorni dopo, si ripete allo stadio militare di Torino dove si aggiudica anche i 110hs. Ai tricolori di Bologna, disputati nel nuovo “Littoriale” il 17 e 18 settembre, Facelli vince agevolmente i 400hs mentre chiude 4° i 400 dominati da Gargiullo. Il weekend successivo cade su un ostacolo a Genova nei 200hs e si ritira. Il 16 ottobre è protagonista a Bari anche se non vince: 2° sui 400 e sui 110 hs, vinti rispettivamente da Gargiullo e Contoli, chiude quarto nel triplo appannaggio di Trabucco. Il 23 ottobre, sul campo meneghino dello “SC Italia”, termina terzo i 400, sopravanzato da Gargiullo e Vianello. Un mese dopo, il 26 novembre a Genova partecipa al meeting per l’inaugurazione del nuovo stadio del “GS Nafta”: vince agevolmente i 400hs. In inverno compie una scelta importante per la sua carriera. Lascia il suo lavoro di soffiatore e si trasferisce definitivamente a Milano dove viene assunto come capo-impianto al velodromo “Sempione”. Ciò gli consente di allenarsi ed alimentarsi meglio al punto che perde tre kg, scendendo ad un peso-forma di 74kg.
Nel 1928, annata olimpica, ci si aspetta una sua ulteriore crescita tecnica. Ma l’esordio non è dei migliori: il 18 marzo a Bologna chiude difatti terzo gli 800 vinti da Cominotto. Si riscatta il 29 aprile quando, sul campo meneghino dello “SC Italia”, guadagna agevolmente i 400 del campionato lombardo. Sette giorni dopo, nella stessa manifestazione chiude secondo sui 200 ma vince la 4x400 (con Rocchi, Maineri e Poggi). Un mese dopo, il 27 maggio, è grandioso nella preolimpica di Milano, sul campo dello “SC Italia”: sui 400hs stabilisce il record italiano con 53”4/5. Nessuno può togliergli la maglia azzurra. Il 10 giugno è selezionato per il triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: vince i 400hs, eguagliando il primato italiano, e termina secondo la 4x400[5]. I nostri comunque perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Facelli è in forma: il 25 giugno, sulla pista della “Virtus” a Bologna, realizza il record italiano dei 200hs con 25”4/5. Il giorno seguente stabilisce pure quello dei 600 con 1’20”2/5. Distanze anomale e spurie, non olimpiche, ma le performances sono di tutto rispetto. Si conferma nel weekend successivo quando a Milano, sul campo della “Forza e Coraggio”, vince il titolo italiano sui 400hs. Nessuno può togliergli la maglia azzurra anche perchè nell’ultima preolimpica, il 15 luglio a Bologna, vola di nuovo, dimostrandosi in piena forma: è pure nel quartetto che stabilisce il nuovo primato italiano della 4x400[6] con 3’23”0. Il CT Gaspar punta molto su di lui ai Giochi ed in effetti sarà uno dei nostri migliori rappresentanti in atletica. Le gare olimpiche si svolgono all’Olympisch Stadion. Facelli esordisce il 29 luglio nei 400hs cui partecipano 25 atleti di 13 nazioni. Va piuttosto bene: nella sua batteria è buon secondo, in 55”1, alle spalle dello statunitense Cuhel (54”6), precedendo il danese Lindgren, il canadese Montabone, il francese Max-Robert e l’indiano Hamid. Accede così alle semifinali, disputate poche ore dopo, dove si conferma, migliorando il tempo fino a 54”2: viene superato solo dal britannico Livingston-Learmonth che corre in 54” netti. Facelli supera lo svedese Pettersson (primatista mondiale), lo statunitense Gibson, il finlandese Wilen e lo statunitense Maxwell. Entra così nella finale del 30 luglio, primo italiano a riuscire in questa impresa nella specialità, dove però è autore di una controprestazione: partito probabilmente troppo forte, ai 300 metri va in crisi e finisce sesto su sei, con un tempo per lui piuttosto alto (55”8), terminando ad oltre due secondi dal bronzo dello statunitense Taylor. L’oro va al britannico Burghley, argento per l’altro statunitense Cuhel. Facelli è preceduto pure da Pettersson e Livingston-Learmonth: la sua prova comunque rimane più che positiva, peccato non aver replicato in finale i tempi dei turni precedenti. Facelli ci riprova nella 4x400: assieme a lui Carlini, Cominotto e Tavernari. Al via 14 nazioni, ma i nostri non vanno lontano. Il 4 agosto giungono terzi in batteria, alle spalle di Germania e Svezia, venendo subito eliminati (passano le prime due). L’oro va agli USA sulla stessa Germania e Canada. Per Facelli comunque una partecipazione olimpica certamente positiva, con la non piccola soddisfazione di aver centrato una finale. Sulla scia della bella prestazione ai Giochi, partecipa alle riunioni post-olimpiche. Il 12 agosto è invitato a Parigi, stadio Colombes, dove vince i 400hs, davanti a protagonisti di tutto rispetto della disciplina come il polacco Kostrzewski ed i francesi Viel ed Adelheim. Il 16 settembre Facelli è a Budapest per l’incontro Ungheria-Italia, terminato 55-47 per i magiari: secondo sui 400, battuto da Barsi, vince la staffetta olimpionica[7]. Rimane a Budapest per alcune riunioni internazionali. Quattro giorni dopo, sul campo dell’MTK, viene di nuovo sconfitto da Barsi, ma sui 300. Il 23 settembre dà spettacolo sull’isola Margherita, al campo del MAC: vince 400hs, 110hs e triplo mentre sui 1500 è battuto dal forte tedesco Peltzer. Il 30 settembre Facelli si aggiudica agevolmente il campionato provinciale milanese sui 400hs, ma primeggia anche nel lungo. Intanto il GSOM s’è sciolto e Facelli si accasa all’Ambrosiana che il 14 ottobre organizza la riunione all’Arena in cui vince i 500. Il 28 ottobre è superato da Carlini sui 400 al Galluzzo di Firenze. Il 4 novembre è grande protagonista ai “Campionati Italiani della Milizia” di Cornigliano: vince 400hs, lungo e triplo mentre sui 400 è battuto da Tavernari. Sette giorni dopo, replica nei “Campionati Provinciali Fascisti” a Milano: primo su 400, 110hs e 4x100.
Inizia tranquillo il 1929: esordisce il 1 aprile a Genova, pista della Nafta, dove vince bene i 400. Sulla stessa distanza il 28 aprile all’Arena di Milano chiude quinto (primeggia il francese Moulines). Il 9 maggio nella stessa sede si aggiudica il titolo provinciale su 400 piani e 110hs. Tre giorni dopo a Roma, nello stadio del PNF, vince 400hs e triplo. Si ripete il 26 maggio a Cagliari, primeggiando di nuovo nel triplo ma anche sui 400 piani. Copione similare il 2 giugno all’Arena di Milano: svetta su 400 e 110hs. Sette giorni dopo, domina gli ostacoli a Lione, aggiudicandosi 110 e 400. Il 16 giugno è grande all’Arena di Milano: con 24”4/5 sui 200hs stabilisce il nuovo primato italiano. Il 6 luglio a Londra, Stamford Bridge, è spettacolare: sulle 440y ad ostacoli supera niente meno che il grande Lord Burghley, suscitando ammirazione generale e stabilendo con 53”2/5, di passaggio, il record italiano sui 400hs. Otto giorni dopo, è di nuovo in prima fila nell’incontro Italia-Francia-Svizzera che si tiene nel “Littoriale” di Bologna: Facelli vince netto i 400hs e chiude terzo i 110hs, alle spalle di Carlini e Sampé. Gli azzurri, con Facelli, vincono pure la 4x400[8] dove stabiliscono il primato italiano con 3’18”3/5, e guadagnano la generale con 127 punti contro i 122 dei francesi, con gli elvetici molto lontani (62). Altro record nazionale sette giorni dopo al “trotter” di Firenze, ma nella staffetta “svedese”, con 2’00”1/5[9]. Nella stessa riunione Facelli domina i 400hs, specialità in cui il 28 luglio si impone agevolmente nei campionati lombardi a Bergamo. Ancora sui 400hs vince a Berna l’11 agosto. Nella stessa riunione termina secondo i 110hs, alle spalle del tedesco Trossbach. Due giorni dopo, a Zurigo brilla nuovamente, aggiudicandosi 110hs e 400hs. Il 18 agosto a Berlino primeggia sui 400hs mentre sui 110hs è secondo, battuto dallo statunitense Rockaway che vince pure i 200hs dove Facelli termina terzo, superato anche dal tedesco Wichmann. Sui 110hs però Facelli ha corso in 15”1 che rappresenta il nuovo primato italiano. Il 25 agosto a Barcellona, nell’incontro Spagna-Italia, non si lascia sfuggire il successo sui 400hs: i nostri dominano la classifica finale. L’8 settembre Facelli è a Genova, sulla pista della Nafta, per il “GP Regioni Alta Italia”: primeggia sui 110hs e 400hs. In quest’ultima specialità è di nuovo fantastico il 15 settembre a Parigi dove, allo stadio Jean Bouin, si aggiudica la gara con 52”3/5, nuovo primato italiano. Nel weekend successivo è a Bologna per i tricolori, disputati nel “Littoriale”: vince 400hs (abbassando il record italiano di 1/5), triplo, 4x100 e 4x400[10] mentre sui 110hs è battuto dal sempre pimpante Carlini. Rimane nel capoluogo felsineo ed il 29 settembre vince i 200hs handicap, partito scratch. Il 20 ottobre è in Nazionale, sulla pista genovese della Nafta, per l’incontro Italia-Ungheria: vince bene i 400hs e chiude terzo i 400, alle spalle di Barsi e Tavernari. I magiari si aggiudicano il match 78-64. Sette giorni dopo, Facelli è grande protagonista a Trieste: vince 110hs e 400hs, chiude secondo nel lungo alle spalle dello specialista Tommasi. Il 3 novembre dà spettacolo a Napoli nel “GP Regioni”, disputato nel nuovo “Stadio del Littorio”, nella zona del Vomero: vince 110hs, 400hs e staffetta svedese (con Vianello, Maregatti e Reyser).
Nel 1930 la sua preparazione invernale viene rallentata dall’operazione di tonsille cui si sottopone ai primi di febbraio. Però ritrova presto la forma vincente: il 6 aprile, sul campo meneghino dello “SC Italia”, domina 400 e 110hs. 15 giorni dopo, sulla pista della Nafta a Genova vince i 400hs mentre sui 400 è battuto da Vianello. Il 4 maggio a Torino si aggiudica i 400. Sette giorni dopo, a Milano, sul campo dello “SC Italia”, primeggia sui 400hs, specialità in cui trionfa anche 15 giorni dopo ad Atene dove si impone pure sui 110hs, realizzando anche il primato italiano con 15” netti. Il 15 giugno è grande protagonista all’Arena di Milano: vince 400 piani e 110hs oltre a realizzare il record italiano della staffetta “svedese” in 1’59”4/5[11]. Quattro giorni dopo, guadagna i 400hs a Treviso mentre il 22 giugno a Bologna realizza un’altra doppietta, ma su 110hs e 400hs. Il 29 giugno guadagna il titolo regionale sui 400 piani e sui 100hs, ripetendo il tempo di Atene. Il 4-5 luglio è a Londra per un grande duello col mitico Lord Burghley sulle 440y ad ostacoli: Facelli però s’è leggermente infortunato in una gara precedente sulle 200y ad ostacoli e si presenta al via con una gamba vistosamente fasciata. Però combatte leoninamente e viene sconfitto di misura. Otto giorni dopo, ristabilito, è a Parigi per l’incontro Francia-Italia, disputato a Colombes: vince 110hs e 400hs, viene battuto nella 4x400[12] e chiude terzo i 400, sopravanzato da Carlini e Fegez. I nostri perdono 67 a 81. Quindi Facelli tenta l’avventura a Stoccolma, ma il 20 luglio viene squalificato sui 110hs dopo aver abbattuto tre ostacoli: sul traguardo arriva comunque terzo, superato da Anderson e Wendstroem. Due giorni dopo, è superato sui 400hs dal quotato Petterson. Non è forse il miglior viatico per i tricolori di Udine, disputati il 26 e 27 luglio, ma Facelli è invece strepitoso: vince 110hs, 400hs e 400 piani oltre a piazzarsi secondo nel triplo alle spalle di Palmano. Il 15 agosto a Lavagna si aggiudica, quasi in scioltezza, 110hs e 400 piani. Un mese dopo, il 21 settembre, è grande protagonista nella riunione di Borgosesia: vince 110hs e lungo oltre a chiudere secondo sui 100, battuto dal grande specialista Maregatti. Il 29 settembre a Carpignano Sesia consegue una bella doppietta su 100 e 110hs. Il 19 ottobre addirittura realizza una tripletta nel “Campionato delle Regioni Alta Italia”, disputato al “Littoriale” di Bologna: 110hs, 400hs e staffetta olimpionica[13]. Sette giorni dopo, è battuto da Beccali nei 600 sulla pista meneghina dello “SC Italia”. Il 28 ottobre all’Arena, prima della partita di calcio Ambrosiana-Casale, realizza il record italiano delle 440y con 49”2/5. Il 1 novembre a Roma, nella finale del “GP Regioni”, centra la doppietta 110-400hs. Il giorno seguente a Firenze, sul campo del “Giglio Rosso”, vince i 400. Il 9 novembre, al “Giurati” di Milano, ottiene il primato italiano nel triplo con 14,06m[14] e finisce terzo nelle 100y, alle spalle di Maregatti e Fusarpoli. Il 23 novembre, nella sua ultima gara stagionale, spadroneggia a Savona con una bella tripletta: 100, 400 e triplo. Si rivede già il 1 marzo 1931 quando all’ippodromo di San Siro vince una prova sui 500. Il 22 marzo primeggia all’Arena di Milano sui 350. Il 6 aprile vince i 400 a Genova, sulla pista della Nafta e venti giorni dopo, sul campo dello “SC Italia” a Milano, si aggiudica il titolo lombardo su 110hs e triplo. Il 10 maggio a Monaco non ha fortuna: sui 110hs arriva primo ma, avendo abbattuto tre ostacoli, viene squalificato mentre sui 400 piani è battuto dal tedesco Noeller. Quattro giorni dopo, è a Milano dove all’Arena vince i 200hs. Il 24 maggio a Firenze vince la prima prova dei tricolori sui 110hs. Sette giorni dopo, a Bologna si impone sui 400hs. Torna nel capoluogo felsineo il 7 giugno per Italia-Francia: vince 400hs e 4x400[15] mentre sui 110hs è battuto da Carlini. I nostri si impongono 78-69. Il 21 giugno consegue una splendida doppietta 110hs-400hs a Lione. Sette giorni dopo, sulla pista genovese della Nafta, si aggiudica i 400hs validi come seconda prova tricolore e migliora il record italiano della staffetta “svedese” con 1’59”2/5[16]. Il 4 luglio a Londra, Stamford Bridge, vince le 440y ad ostacoli, battendo lo svedese Areskoug ed il mitico Lord Burghley, confermandosi a livello internazionale. Lungo il viaggio di ritorno verso l’Italia si ferma a Rotterdam dove gareggia sui 110hs, ma cade sul primo ostacolo e si ritira. Il 22 luglio Facelli è poi a Colonia dove coglie un’altra splendida doppietta 110hs-400hs. Quattro giorni dopo, a Roma, sul campo Lazzaroni, domina i 400hs, valevoli come una delle prove tricolori[17].
In quella stessa riunione fa parte del quartetto che ottiene il record italiano della 4x200 con 1’30”1/5[18]. Il 9 agosto gareggia a Budapest nell’incontro Ungheria-Italia vinto dai magiari 78-64: Facelli fa il massimo, vince 110hs e 400hs oltre a chiudere secondo i 400 vinti da Szitva, ma non basta al bilancio azzurro. Rimane nella capitale ungherese e quattro giorni dopo si impone in una gara sui 110hs, eguagliando il record italiano con 15” netti. Il 22 agosto è a Londra, Stamford Bridge, per Inghilterra-Italia, vinto 83,5-62,5 dai padroni di casa ed è uno dei pochi azzurri a primeggiare: vince difatti la prova sulle 440y ad ostacoli, battendo il grande Lord Burghley che però lo supera sulle 120y ad ostacoli dove Facelli è preceduto pure da Finlay. Il 30 agosto ad Alessandria guadagna 400 e gli anomali 75hs. Sette giorni dopo, a Firenze vince i 110hs nell’ultima prova tricolore e guadagna il titolo italiano nell’apposita graduatoria a punti mentre si impone pure sui 400 nella cui classifica però finisce quarto (primeggia Giacomelli). Il 12 e 13 settembre a Poznan partecipa all’incontro Polonia-Italia: vince 400hs, 110hs e 4x400[19], portando punti fondamentali alla causa azzurra e permettendo ai nostri di imporsi 73-69 proprio grazie al successo nella staffetta. Il 27 settembre altro confronto internazionale, stavolta al “Brumana” di Bergamo contro la Svizzera: Facelli vince 110hs e 4x400 dove lo affiancano De Negri, Gerardi e Tavernari. I nostri si impongono nettamente, 104,5-69,5. Il 4 ottobre, all’Arena di Milano, domina l’ultima prova tricolore dei 400hs e conquista il titolo italiano, primeggiando nell’apposita classifica a punti. Nella stessa riunione ottiene il primato nazionale della staffetta olimpionica, con 3’30”1/5: al suo fianco Gerardi, Fusarpoli e Maregatti. Facelli è spettacolare 14 giorni dopo a Firenze, nella finale del “GP Regioni”: vince 110hs, 400hs e staffetta olimpionica assieme a Beccali, Maregatti e Toetti. Il 25 ottobre a Torino primeggia sui 400 piani e tre giorni dopo sulla stessa distanza si impone nel “GP Milano” all’Arena dove si aggiudica pure i 400hs. Chiude la sua annata il 4 novembre a Napoli con un’altra brillante doppietta 110hs-400hs, disputati peraltro ad handicap. Nel 1932, ovviamente, è una carta importante su cui puntare per i Giochi e non si smentisce. Il 21 aprile, nella prima preolimpica di Firenze, si aggiudica agevolmente i 400hs, ripetendosi il 15 maggio all’Arena di Milano nella seconda prova: la maglia azzurra è già in valigia. Sette giorni dopo, a Gallarate vince in scioltezza i 400hs, chiudendo anche terzo sui 200, alle spalle di Maregatti e Turba. Il 5 giugno a Bologna domina i 400hs ed ovviamente il suo nome figura nella lista azzurra per i Giochi. Dunque partecipa, sotto la guida del CT Contoli, al ritiro preolimpico, tenuto allo Stadio Berta di Firenze, con sede alla pensione “Monte Senario” di Bivigliano, sulle colline a nord del capoluogo. Ritrova la Nazionale il 19 giugno a Zurigo per Svizzera-Italia: vince bene 400hs e 4x400[20], rilanciando le sue quotazioni in chiave-Giochi. I nostri si aggiudicano nettamente il confronto 92-65. Poi è tempo di pensare al viaggio in America. Terminato finalmente il collegiale fiorentino, il 1 luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles.
Qui iniziano gli allenamenti dove Facelli si procura un piccolo infortunio, peraltro smaltito non completamente all’inizio delle gare di atletica che si svolgono al mastodontico “Coliseum”. Facelli esordisce il 31 luglio nei 400hs cui partecipano 18 atleti di 13 nazioni. Vince bene la sua batteria, in 55” netti, davanti al “solito” Lord Burghley; terzo chiude l’australiano Golding sul brasiliano Dos Reis. In semifinale tutto si complica e Facelli, con 53”2, si qualifica a stento, bruciando di misura lo statunitense Healey per il terzo posto, l’ultimo che consente l’accesso alla finale. Primo l’irlandese Tisdall sullo svedese Areskoug. Comunque un bel risultato. Il 1 agosto Facelli affronta dunque la finale: si migliora, seppur di poco, ma non basta. Il suo 53” netti gli vale difatti il quinto posto, ad un secondo dal bronzo dello statunitense Taylor. Stravince Tisdall sull’altro statunitense Hardin. Per Facelli comunque una prestazione più che sufficiente. Cinque giorni dopo, il 6 agosto, è la volta della 4x400 cui prendono parte solo sette nazioni. Con Facelli schieriamo Carlini, Turba e De Negri. Nella semifinale i nostri chiudono alle spalle dei fortissimi USA che con 3’11”8 ottengono il nuovo limite mondiale. Gli azzurri corrono in 3’22”8, giungendo davanti ai tedeschi. Il giorno seguente è finale: altro show USA, col nuovo record mondiale di 3’08”2, davanti a Gran Bretagna e Canada. I nostri deludono, facendosi superare anche dalla Germania e chiudendo malinconicamente al sesto ed ultimo posto, con 3’17”8, ottenendo comunque il record italiano. Difficile fare, e chiedere, di più: prestazione azzurra onesta, generosa ed al limite delle possibilità. Nel viaggio di ritorno i nostri si fermano a Chicago dove il 18 agosto è prevista una grande riunione post-olimpica. Facelli è spettacolare: sui 400hs non solo vince con un gran tempo, vicino al record italiano, ma batte il bronzo olimpico Taylor, per una prestazione che lascia qualche rammarico per ciò che poteva essere a Los Angeles. Quindi gli azzurri si trasferiscono a Toronto dove il 3 settembre Facelli finisce terzo sulle 100y, non lontanissimo dall’argento (e bronzo) olimpico Metcalfe. Rientrato finalmente in Italia e smaltita la sbornia americana, Facelli torna alle gare solo il 9 ottobre a Valenza dove centra una bella doppietta su 400 piani e 110hs. Ritrova l’azzurro il 16 ottobre a Firenze, per Italia-Ungheria: vince 400hs e l’anomala staffetta (400-200-200-800) dove è il primo protagonista. I nostri si impongono 72-69. Sette giorni dopo, a Savona vince i 400 piani. Il 4 novembre a Napoli, nella finale del “GP Regioni”, ottiene una splendida tripletta: 110hs-400hs-staffetta olimpionica (assieme a Beccali, Toetti e Maregatti). L’11 novembre a Firenze vince i 400. Otto giorni dopo, ancora nel capoluogo toscano, chiude terzo i 400 ad handicap, superato da Falorni e Valle.
Esordisce nel 1933 il 23 aprile sulla pista genovese della Nafta dove si aggiudica 110hs e 400hs. Il 7 maggio all’Arena di Milano trionfa sui 400hs. Venti giorni dopo, è a Londra dove vince una prova sulle 440y ad ostacoli e chiude terzo sulle 120yhs. Il 4 giugno a Torino primeggia sui 400hs. Sette giorni dopo, è grande protagonista allo stadio parigino di Colombes, in Francia-Italia: vince 100hs, 400hs e 4x400[21]. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Il 18 giugno altro bel successo sui 400hs, a Berlino. Si ripete il 29 giugno ad Anversa, battendo di nuovo lord Burghley che viene superato anche a Londra, stadio di White City[22], l’8 luglio sulle 440y ad ostacoli. Tra l’altro questa è l’ultima gara in assoluto del grande ostacolista inglese che annuncia il suo ritiro dopo pochi giorni. Facelli si prende un periodo di pausa e si rivede il 17 settembre quando è in Nazionale per Italia-Inghilterra all’Arena di Milano: vince i 400hs ed i nostri si aggiudicano l’incontro 85-62. Il 1 ottobre ancora in azzurro, stavolta a Vienna per Austria-Italia: primeggia di nuovo sui 400hs e nella staffetta olimpionica[23]. Gli azzurri vincono 73-58. Sette giorni dopo, ritrova la Nazionale, a Padova per Italia-Svizzera: vince la 4x400[24] e gli azzurri si impongono 93-65. Il 15 ottobre a Torino vince i 400hs e chiude terzo i 400, alle spalle di Carlini e Rabaglino. Sette giorni dopo, a Venezia primeggia sui 400. Il 29 ottobre a Trieste consegue due piazze d’onore: sui 400 è battuto dall’austriaco Rinner, sui 400hs dal magiaro Kovacs. Il 12 novembre a Cornigliano chiude al terzo posto i 300, dietro Ferrario e Carlini. Facelli si rivede in pista solo il 3 giugno 1934 nel “GP Fidal” a Torino: vince bene i 400hs. Sette giorni dopo, all’Arena di Milano chiude terzo i 400, superato dal magiaro Barsi e Ferrario. Il 17 giugno vince i 400hs a Bologna nell’incontro Italia-Polonia, vinto dagli azzurri 69-51. Il 24 giugno Facelli è ad Anversa per un’importante riunione internazionale nello Stadio Olimpico: vince bene i 400hs e la staffetta olimpionica[25]. L’8 luglio a Vercelli si aggiudica in scioltezza il titolo zonale dei 400, specialità in cui primeggia anche sette giorni dopo ad Ancona dove vince pure i 400hs. Facelli torna in Nazionale il 19 agosto per Ungheria-Italia, disputata a Budapest di fronte a 30mila spettatori: vince i 400hs, ma i nostri perdono 65-76. Nella stessa specialità si presenta alla prima storica edizione degli Europei, disputata a Torino, tra 7 e 9 settembre: nella batteria chiude secondo alle spalle del finnico Jarvinen, ma si procura una distorsione alla caviglia. Nella notte tenta un recupero disperato da uno specialista di fiducia ad Acqui, ma il giorno seguente si presenta in finale per onore di firma. Parte, si difende bene, ma quando prova a forzare, il dolore è troppo forte ed arriva al passo, tra le lacrime, sesto. Vince il tedesco Scheele, ma una medaglia poteva essere alla portata dello sfortunato Facelli che già nel weekend successivo torna in forma visto che si aggiudica i 400hs a Trieste. Non va altrettanto bene il 23 settembre all’Arena di Milano dove finisce sesto i 400 vinti dal polacco Biniakowski. Il 2 ottobre Facelli a Napoli si aggiudica i 400hs nell’incontro Italia-Austria, vinto dagli azzurri 76-56.
Nella stessa sede il 1 novembre chiude secondo i 400, alle spalle di Tavernari, nei cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali. Tre giorni dopo primeggia nella 4x400: con lui Zarabini, Vinardi e Rabaglino mentre l’11 novembre si aggiudica i 400hs. Nel 1935 esordisce il 16 giugno a Torino, nel “GP Fidal”, dove vince i 400hs. Si ripete sulla stessa 14 giorni dopo, nell’incontro Torino-Lione, vinto dai padroni di casa 66-46. Il 28 luglio a Firenze si aggiudica l’ennesimo titolo italiano sui 400hs, specialità in cui il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, viene battuto dallo statunitense Moore. Il 1 settembre torna in Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: chiude terzo i 400hs, superato dal magiaro Kovacs e lo svedese Areskoug, e quarto la 4x400[26] mentre gli azzurri finiscono quinti nella classifica finale, per una prestazione globale poco esaltante. Il 22 settembre a Torino Facelli vince i 400hs in Italia-Francia che gli azzurri si aggiudicano 83-65. Sette giorni dopo, gareggia a Parigi dove viene battuto, in un arrivo serrato e contestato, dal tedesco Scheele: molti avevano visto primo l’azzuro. Il 6 ottobre è a Vienna per Austria-Italia: vince agevolmente i 400hs e gli azzurri si impongono 78-54. A 37 anni suonati è dunque ancora sulla breccia e cerca la sua quarta maglia azzurra ai Giochi. Intanto s’è trasferito a Venezia, alla Reyer, dove ha trovato impiego come allenatore, coltivando giovani talenti. Ma è ancora atleta a pieno servizio. Difatti viene selezionato dal CT Comstock per un primo collegiale preolimpico, tenutosi intorno alla metà di febbraio a Rapallo dove il 29 marzo Facelli si aggiudica il primo test preolimpico, una prova su 330m ad ostacoli. Il 17 maggio altra preolimpica a Bologna: Facelli domina i 400hs dove il 30 maggio all’Arena di Milano si verifica un fatto clamoroso. Per la prima volta dopo 12 anni in Italia, Facelli viene difatti battuto: vince Ridi. Il riscatto arriva presto: il 29 giugno a Bologna Facelli riguadagna l’ennesimo titolo italiano della specialità. Evidente che il posto da titolare ai Giochi è suo: tutti lo acclamano come esempio non solo di longevità, ma anche di serietà e passione. D’altra parte lui stesso si definisce “un tenace per temperamento”. Torna quindi nel ritiro collegiale azzurro, tenuto nuovamente alla pensione “Monte Senario” di Bivigliano, sulle colline fiorentine, con allenamenti al “Berta”. Poi il 19 luglio, in treno, si parte per Berlino dove le gare di atletica leggera si svolgono all’Olympiastadion. Facelli gareggia nei 400hs cui prendono parte 32 atleti di 20 nazioni. Il 3 agosto si schiera nella batteria, ma non realizza una prestazione eccezionale: leggermente infortunato, in 55”1 chiude difatti terzo, superato dal tedesco Nottbrock e dallo statunitense Schofield (54”8). Riesce a battere il canadese Worrall, il francese Galliard e lo jugoslavo Banscak, ma non basta poichè al turno successivo accedono solo i primi due. Dunque Facelli è subito eliminato, per una prova al di sotto delle sue possibilità. L’oro va allo statunitense Hardin sul canadese Loaring ed il sorprendente filippino White. Facelli ormai ha 38 anni ed è evidente a tutti che ha dato il meglio di sè. Continua a gareggiare perchè ancora si diverte e per aiutare, quando serve, la sua società, la “Reyer”. Dopo un’annata-no, nel 1938 ha un rigurgito di alta classe ed il 24 luglio a Bologna riguadagna il titolo italiano sui 400hs, suscitando l’ammirazione di tutti, perfino degli avversari che lo portano in trionfo. Coglie il suo ultimo successo a Udine il 10 giugno 1939, ovviamente sui 400hs, la specialità di cui rimane uno dei principali primattori nella storia dell’atletica italiana. Facelli però è stato un protagonista assoluto, poliedrico e multidisciplinare, per oltre tre lustri: ben 23 i titoli italiani vinti, 30 presenze in Nazionale, 4 partecipazioni olimpiche[27]. Bastano queste poche cifre a sintetizzare la sua classe e la sua importanza nel panorama atletico nazionale. Dopo la guerra, Facelli continua la sua attività di allenatore, e non solo di atletica. Tra il 1948 e 1950 difatti è il preparatore atletico dell’Inter, poi torna all’atletica, alternandosi tra Venezia e Pavia, rimanendo un punto di riferimento fondamentale per tutti gli atleti ed appassionati. Gli ultimi anni di vita non sono facili per lui. Riesce però a godere del vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli per i cittadini particolarmente benemeriti in condizioni disagiate nella vecchiaia. Un giusto e doveroso riconoscimento per un atleta che ha onorato a lungo la maglia azzurra, con ben quattro presenze ai Giochi.
[1] Con lui, per la Ginnastica Gallaratese, gareggiano Maffiolini, Mappelli e Bertoni
[2] Con lui, per la Ginnastica Gallaratese, gareggiano Maffiolini, Tosi e Bertoni
[3] Con lui, per il GSOM, gareggiano Grassi, Poggi e Falconi
[4] Con lui anche Reyser, Maregatti e Carlini
[5] Con lui gareggiano Carlini, Cominotto e Tavernari
[6] Con lui Cominotto, Carlini e Tavernari
[7] Con lui gareggiano Toetti, Castelli e Tavernari
[8] Con lui gareggiano Jodice, Carlini e Tavernari
[9] Con lui, per la SS Ambrosiana, gareggiano Vianello, Maregatti e Mainieri
[10] I suoi compagni rispettivamente sono Battocchi, Mainieri, Maregatti e Falconi, Poggi, Vianello
[11] Con lui gareggiano Falconi, Maregatti e Reyser
[12] Con lui gareggiano Vianello, De Negri e Carlini
[13] Con lui gareggiano Beccali, Fusarpoli e Maregatti
[14] È il primo italiano a superare la barriera, allora importante nella specialità, dei 14 metri
[15] Con lui gareggiano Carlini, De Negri e Gerbella
[16] Assieme a lui gareggiano Fusarpoli, Maregatti e Foresti
[17] Quell’anno infatti il titolo italiano viene assegnato in base ai piazzamenti ottenuti in prove prefissate
[18] Con lui, per l’AS Ambrosiana, gareggiano Fusarpoli, Camar e Maregatti
[19] Con lui gareggiano Giacomelli, Tavernari e De Negri
[20] Con lui gareggiano Carlini, Cumar e De Negri
[21] Con lui gareggiano Tavernari, Giacomelli e Carlini
[22] È lo stadio olimpico del 1908
[23] Con lui gareggiano Beccali, Gonnelli, Ferrario
[24] Con lui gareggiano Rabaglino, Curtoni e Craighero
[25] Con lui gareggiano Beccali, Di Blas e Ferrario
[26] Con lui gareggiano Ferrario, Turba e Lanzi
[27] Solo il lottatore Donati, il pesista Galimberti e l’altro pesista Pierini hanno fatto altrettanto tra le due guerre mondiali del XX secolo