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FABBRONI Luciano

Grosseto 13.12.1911 / Grosseto 24.08.2000

1932. Pugilato. Eliminato Quarti di Finale pesi “welter”

fabbroni grande

Sale sul ring da adolescente e si fa subito ammirare per il coraggio anche se difetta di tecnica. A livello locale spopola, ma quando il 2 febbraio 1930 si reca per la prima volta fuori dai confini maremmani, nella palestra romana dell’Audace perde ai punti col quotato capitolino Mortale. Il 6 aprile a Grosseto altra sconfitta ai punti, stavolta col romano Rinaldi. Si rivede su buoni livelli solo l’anno seguente: il 2 giugno a Ferrara viene battuto dal lombardo Roma nella finale dei tricolori, categoria “leggeri”. Il 12 luglio a Imola perde ai punti con Golinelli, vincitore del Campionato Alta Italia. Nel 1932 si fa luce solo a livello locale, ma viene comunque convocato per il ritiro preolimpico di Formia che inizia il 23 maggio, ben organizzato dal podestà Tonetti e supervisionato dal segretario FPI Mazzia che, con Volpi e Teodori, fa parte della Commissione Tecnica la quale alla fine, sentito il parere del CT Garzena, sceglierà gli azzurri per i Giochi. Fabbroni non è inizialmente tra i più considerati, sembra invitato quasi per fare numero, come sparring partner dei più forti tra i “leggeri” dove peraltro fatica a rientrare nei limiti di peso. Ma acquista fiducia ed il 5 giugno vince ai punti il primo incontro di selezione con l’emiliano Missirini che viene ribattuto 14 giorni dopo. Fabbroni però alla fine del ritiro perde di misura con Bianchini, dimostrando comunque di essere molto cresciuto nell’ultimo mese in tecnica, grinta, tenacia, forza. È un vero peccato che debba rinunciare a Los Angeles, ma la Commissione Tecnica trova un escamotage. Fabbroni ha sempre avuto grandi difficoltà a rientrare nel peso dei “leggeri” e nella categoria superiore, i “medio-leggeri” (o welter), tutti i pugili hanno lasciato a desiderare, non convincendo i dirigenti. Così Fabbroni, liberato dalla dieta, rientra nella categoria superiore dove potrà gareggiare ai Giochi: un colpo di fortuna, forse, ma meritato. Giunge quindi il tempo del viaggio verso l’America.

Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa della nave viene pure allestito un ring dove i pugili si confrontano a più riprese, anche se amichevolmente e tra categorie diverse di peso. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura dove Fabbroni pare in buone condizioni. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono nel “Grand Olympic Auditorium” di Los Angeles. Fabbroni partecipa nei “welter” cui prendono parte 16 pugili ed il cui peso-limite è di 66,6 kg.

Il 9 agosto esordisce nel primo turno, battendo nettamente ai punti il neozelandese Thomas, costringendolo due volte al conteggio. Due giorni dopo però Fabbroni viene sconfitto nei quarti di finale, ancora ai punti, dal finlandese Ahlberg che lo mette al tappeto da cui comunque si rialza prontamente. A niente vale il suo tentativo di rimonta, ben contrato dall’avversario. Fabbroni quindi viene eliminato. L’oro va allo statunitense Flynn, argento per tedesco Campe, bronzo allo stesso Ahlberg. Non eccezionale il torneo di Fabbroni. Nel viaggio di ritorno i nostri disputano alcuni match contro rappresentative locali. Fabbroni vince a Kansas City, poi perde ingiustamente a Chicago contro Pagan, a Pittsburgh supera Zeig, viene sconfitto a Richmond da Jones mentre a Providence infligge un sonoro ko a Barthow, steso alla prima ripresa. Fabbroni, a differenza di altri azzurri, non passa subito professionista ed a dicembre, smaltita con difficoltà la sbornia olimpica, disputa i tricolori di Roma dove però viene subito eliminato al primo turno dal veneto Celegato. Passato poi tra i professionisti, non emerge e nel 1938 chiude una carriera in definitiva con più ombre che luci.