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DIBIASI Karl

Cornedo all’Isarco (BZ) 19.10.1909 / Bolzano 28.10.1984

1936. Tuffi. 10° Piattaforma

Figlio di un impiegato di banca, pratica ginnastica sin da giovanissimo. Poi, nella piscina Gugler di Bolzano, passa ai tuffi: arrivare a tuffarsi dalla ginnastica è un caso tipico per molti tuffatori dei primordi. Tesserato per la “Juventus” bolzanina, si segnala nei primi anni Trenta: il 7 agosto 1932 vince il campionato regionale da trampolino e piattaforma. Il 15 agosto nella nuova piscina di Acqui, una delle più grandi d’Europa, chiude al secondo posto i tricolori dal trampolino per juniores, alle spalle del fiorentino Ammonini. Dalla piattaforma termina invece sesto: vince l’altro bolzanino Castainer. Nel 1933 continua la sua ascesa. Il 20 agosto a Firenze si laurea campione italiano juniores da trampolino e piattaforma. Guadagna anche la Nazionale: nel weekend successivo è difatti a Napoli per Italia-Ungheria di nuoto, pallanuoto e tuffi. Non brilla: terzo nella piattaforma e quarto nel trampolino, prove vinte rispettivamente da Vajda e Cozzi. Gli azzurri perdono 39-53. Il 24 settembre, nella piscina del “Littoriale” di Bologna, si aggiudica il tricolore assoluto dalla piattaforma che si rivela essere la sua specialità preferita. Si rivede nell’estate del 1934. Tra 4 e 6 agosto è a Budapest, per il triangolare Ungheria-Jugoslavia-Italia: chiude buon secondo dalla piattaforma, alle spalle del magiaro Vajda, mentre dal trampolino conferma le sue difficoltà, giungendo quinto (vince l’altro azzurro Cozzi). Il 19 agosto, ancora nella capitale magiara, chiude all’ottavo posto gli Europei della piattaforma, vinti dal tedesco Storck. A metà settembre Dibiasi è primattore ai tricolori, disputati a Roma nella piscina dello Stadio PNF: vince dalla piattaforma e chiude quarto nel trampolino, che continua a non amare, dove primeggia il giovane Marianetti. A metà novembre a Napoli partecipa ai cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti appositamente da Mussolini per esaltare lo sport italiano e pensare già a programmare i Giochi di Berlino: Dibiasi vince dalla piattaforma mentre dal trampolino è battuto dall’italo-tunisino Angelica. Nel 1935 diserta i tricolori, per ripresentarsi solo l’8 settembre a Milano per Italia-Cecoslovacchia: termina secondo dalla piattaforma, superato da Leikert ed i nostri vincono il match natatorio 76-74. Il weekend successivo a Genova tocca a Italia-Spagna: Dibiasi vince dalla piattaforma e gli azzurri si impongono 33-24. Stesso risultato il 22 settembre a Torino contro la Francia, domata 47-46.

È certamente il nostro miglior tuffatore dai dieci metri. Ovviamente selezionato tra i “probabili olimpici”, all’inizio del 1936 segue gli allenamenti collegiali alla Piscina “Cozzi” di Milano, sotto la guida del CT Romolo Scazzola. Poi passa a Roma dove nella piscina dello Stadio PNF si allena e si esibisce ai primi di giugno. Il 19 luglio a Milano compie un bel test-esibizione nella stessa piscina “Cozzi”: appare in piena forma. Difatti sette giorni dopo, a Roma guadagna il titolo italiano dalla piattaforma: già il giorno seguente è sul treno che, via Verona, arriva a Berlino. Le gare olimpiche di tuffi si svolgono nella piscina dello “Schwimmstadion”, lo stadio del nuoto berlinese, situato a poche decine di metri dall’Olympiastadion. Dibiasi partecipa alla prova dalla piattaforma che si svolge il 14 e 15 agosto, ed alla quale prendono parte 26 atleti di 15 nazioni. La gara si disputa su 4 tuffi obbligatori e 4 liberi, con somma dei punteggi ottenuti. Dibiasi non apre benissimo e negli obbligatori è un mezzo disastro, precipitando al 19° posto della graduatoria. Nei liberi invece eccelle, con un ultimo tuffo ai limiti della perfezione: alla fine chiude decimo, con 90,66 punti, distanziato di una ventina di punti dal bronzo del tedesco Stork (110,31). Oro e argento agli statunitensi Wayne e Root. Per Dibiasi, tutto sommato, una prova più che sufficiente, anche perchè risulta il migliore dei nostri: Marianetti finisce 17° e Ferraris 22°. Con maggiore attenzione nei liberi, poteva ambire anche alla quinta/sesta posizione. Dopo i Giochi ed il meritato riposo, Dibiasi torna in Nazionale il 27 settembre a Napoli, per Italia-Austria: vince dalla piattaforma ed i nostri guadagnano il successo 53-45.

Dopo i Giochi, prossimo ai 30 anni, la sua carriera prosegue con una certa intensità: trasferitosi a Bressanone, si allena nel laghetto di Monticolo dove, assieme ad alcuni amici, ha appositamente costruito una piattaforma in legno. Tuttavia nei tricolori del 1937, un po’ a sorpresa, nella piattaforma è battuto da Cozzi che lo supera anche nel 1938 e 1939. Nel 1940 altro trasferimento per Dibiasi, stavolta in Austria (annessa alla Germania), a Solbad Hall, dove continua a gareggiare, ma per i tedeschi. La Seconda Guerra Mondiale lo travolge: inviato a combattere in Africa, nel 1943 è catturato dagli Alleati. Viene spedito in America, imprigionato in un campo di concentramento in Missouri. Rientra in Europa solo nel luglio 1946. Torna in Austria dove diventa direttore di una piscina nella quale apre una scuola di tuffi, pur continuando ancora a gareggiare su buoni livelli. Nel 1953 rientra definitivamente a Bolzano dove coordina un’altra scuola di tuffi che in breve diventa un fondamentale punto di riferimento, creando Campioni di assoluto valore. Il più noto, ovviamente, è il figlio Klaus[1], tra i più grandi tuffatori di sempre. Carlo Dibiasi diventa quindi tecnico federale, guidando gli azzurri dal 1964 al 1976, cogliendo brillanti affermazioni in tutto il mondo. Ogni tanto riprende anche a gareggiare ufficialmente: nel 1953, a 43 anni, si piazza terzo ai tricolori dalla piattaforma. La “scuola Dibiasi”, da oltre 60 anni sulla breccia, continua a sfornare tuffatori di buon livello, sulle orme del capostipite Carlo che, probabilmente, ha raccolto meno di quanto le sue potenzialità avrebbero potuto far prevedere. A Bolzano gli è stata intitolata una piscina.


[1] Nato a Solbad Hall (Austria) il 06.10.1947. Vincitore di tre ori olimpici consecutivi dalla piattaforma (1968-1972-1976): è l’unico atleta italiano maschio ad aver vinto tre ori a livello individuale in tre diverse edizioni dei Giochi. Solo Valentina Vezzali è riuscita a ripetere la sua impresa. All’attivo di Klaus anche l’argento dalla piattaforma ai Giochi di Tokio del 1964 e l’argento dal trampolino a Città del Messico 1968. Ai Mondiali ha vinto due ori e due argenti, agli Europei tre ori e due argenti. 18 i titoli italiani estivi al suo attivo, 11 quelli indoor. Poi CT della Nazionale, tecnico e dirigente per 40 anni


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