DI NOLA Ugo
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1912. Scherma. 5° p.m. sciabola a squadre (con Alaimo, Belloni, Benfratello, Cavallini, Nadi)
Pisano, allievo del noto maestro Alberto Falcioni (famoso anche per il suo passato di sanguigno garibaldino), ottiene il suo primo risultato importante nel 1907 quando giunge 2° nel torneo di Pavia con la sciabola, la sua arma preferita. Tuttavia è valido anche col fioretto: nel 1911 coglie un bel secondo posto a Vienna alle spalle di Verdeber. In quell’occasione non riesce a gareggiare nella prova a squadre causa una lussazione alla spalla che non gli consente di primeggiare, come avrebbe certamente potuto, nella sciabola con cui negli anni seguenti si segnala a più riprese. Data la vicinanza geografica, nonostante tra Pisa e Livorno esista una grandissima rivalità, entra spesso in contatto con i labronici del “Circolo Fides” con i quali, Nadi su tutti, riesce a guadagnare la convocazione in Nazionale per i Giochi Olimpici del 1912. D’altra parte è un ottimo sciabolatore ed i tecnici si sbilanciano parecchio su Di Nola, descritto come “schermidore di alto intelletto, potente nella parata e potentissimo nell’attacco ma sempre composto ed elegante”. Sembra una pedina importante della Nazionale. Le prove di scherma si svolgono all’Ostermalms Idrottpslats, in centro a Stoccolma. Il 14 luglio Di Nola esordisce nel primo turno del torneo di sciabola a squadre in cui sono presenti 11 nazioni. È nella compagine azzurra che batte la Russia 10-6. I nostri poi, ancora con Di Nola, si presentano nel girone di semifinale, ma i risultati non sono ottimali. Gli azzurri vengono superati dall’Austria (11-5) e dalla fortissima Ungheria (9-5) che vincerà agevolmente l’oro, forte di una scuola schermistica di livello assoluto, guidata dall’italiano Santelli. I nostri vincono solo con la Germania, 9-4, chiudendo così al 5° posto a pari merito, facendo un bel passo indietro rispetto all’argento di quattro anni prima a Londra. A parziale scusante degli azzurri, le non perfette condizioni fisiche di Nadi (con la febbre alta) ed una giuria che certo non è tenera con loro. Dopo i Giochi, Di Nola continua l’attività anche se in modo più accademico che agonistico: presenzia molto alle esibizioni, si stabilisce a Milano dove diventa un punto di riferimento per molti giovani schermidori, sempre molto apprezzato. Ma diserta i tornei più importanti ed il suo nome non compare più nelle classifiche delle competizioni più illustri. Fa soprattutto “vita di sala” ed ha sempre un consiglio per tutti, ammirato ed ammirevole fino a quando non abbandona la pedana.