Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/logobis.jpg

DELLACASA Eugenio

Genova 21.04.1901 / deceduto nel 1985

1924. Pallanuoto. Eliminato Primo Turno (10° p.m.)

Si cimenta nella pallanuoto al termine della Prima Guerra Mondiale. Nel 1920 è tesserato col Genoa e partecipa alle selezioni olimpiche disputate il 10 e 11 luglio in una località alquanto anomala, Millesimo, in Val Bormida, sulle alture di Savona. Qui difatti esiste una delle rare piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici e visionari proprietari della SIPE che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori e pallanotisti italiani, in cerca del pass per Anversa. Il Genoa batte 5-0 la Doria, poi vince 2-1 con lo Sturla e Dellacasa segna le due reti. In finale il Genoa supera 2-0 la RN Milano e Dellacasa segna un gol. Molti si aspettano che sia convocato ma non è così: l’apposita Commissione Tecnica gli preferisce il compagno Olivari, altro grande goleador. Stranamente, nel 1921 Dellacasa è relegato nella squadra riserve del Genoa dove continua a segnare con continuità: in settembre i rossoblu vincono il “Campionato Alta Italia” a Lecco ed il tricolore di categoria, con un secco 3-0 alla RN Partenope di Napoli. Nel 1922, scornato dall’esperienza genoana, si tessera con la Doria di cui diventa una colonna portante. Il 6 agosto, nella baia di Quarto, Dellacasa firma due gol nell’incontro che i doriani vincono 4-0 con l’Otter SC, quotata compagine inglese che sta effettuando una tournée in Italia. Il 27 e 28 agosto Dellacasa vince con la Doria il torneo di Milano, disputato nella vasca di Via Argellati, durante una grande riunione definita “pre-olimpionica”: la Doria batte 1-0 il Genoa e 2-0 la RN Milano, con un gol di Dellacasa. Il 1° ottobre, nel bacino di carenaggio del porto di Genova, la Doria vince il tricolore, battendo in finale 2-0 la Partenope. Dellacasa, sempre protagonista e titolare fisso, chiude così una grande stagione. Nell’inverno gioca a calcio, ovviamente con la Doria con cui gareggia anche nel 1923 nel campionato di pallanuoto: tuttavia i doriani vengono superati nel girone eliminatorio ligure dagli eterni rivali dello Sturla. La Doria comunque il 26 agosto vince di nuovo il torneo di Milano, battendo nettamente Como (3-0) e RN Milano (4-0). Nel 1924 Dellacasa rimane nella Doria e viene subito inserito nella lista dei “probabili olimpici” dal CT Boero. Si cerca di fare le cose per bene: tra metà marzo ed i primi di giugno, ogni domenica, i giocatori si ritrovano nella piscina riscaldata delle Terme di Milano, nei pressi del Foro Bonaparte. Alla fine di maggio Dellacasa partecipa con la Doria alla “Coppa Esperia”, torneo definito “preolimpionico”, disputato nel bacino di carenaggio del porto di Genova. La Doria batte 1-0 i tradizionali rivali dello Sturla ed il gol decisivo è segnato proprio da un grande Dellacasa che si ripete nella semifinale con la RN Partenope la quale però si impone 2-1. I napoletani vinceranno anche il torneo, superando 1-0 la RN Milano. Il 29 giugno ultimo collaudo nella “Coppa Fortoul” a Genova: la Doria batte 2-0 lo Sturla. Poi il CT Boero dirama la lista dei convocati e Dellacasa risulta titolare fisso.

Il torneo olimpico di pallanuoto si tiene nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Partecipano 13 nazioni, col criterio dell’eliminazione diretto ed un complicato girone di consolazione che attribuisce le medaglie dei piazzati. L’Italia esordisce il 13 luglio ed è una debacle clamorosa, storica ed estremamente deludente: perdiamo difatti 7-0 con la Svezia e siamo subito eliminati. Non siamo ammessi neppure al girone per argento e bronzo: dunque disputiamo solo una partita. Visto l’esito, e la pessima figura, potevamo anche risparmiarci il viaggio. L’oro va alla Francia che in finale batte 3-0 il Belgio, che poi nel girone di consolazione conquista l’argento ai danni degli USA, bronzo. La partecipazione a Parigi nel 1924 rimane per la pallanuoto italiana una brutta macchia, di cui peraltro (comprensibilmente) s’è sempre parlato poco. A Parigi tuttavia si nota un segnale di risveglio: il 15 luglio, nella stessa piscina olimpica, si svolge un incontro amichevole tra i nostri e la Svizzera, pure eliminata nelle prime fasi del torneo: l’Italia, con Dellacasa in acqua, vince 3-0. Dellacasa è grande protagonista anche nel campionato nazionale. Dapprima la Doria vince l’eliminatoria ligure, favorita anche dalla rinuncia dello Sturla. Poi domina le finali “dell’Alta Italia”, il 6-7 settembre a Salò dove batte 3-1 la RN Milano e 3-0 la Triestina, guadagnando così l’accesso alla finale per il titolo italiano. Nelle due partite Dellacasa è il grande mattatore, segnando una doppietta. Però la finale, nella quale dovevano confrontarsi Doria e Partenope, non può essere disputata nella data prevista, il 7 settembre a Firenze: l’Arno è in piena e perciò il match è rimandato sine die. Non sarà più organizzato e dunque il titolo non assegnato. Peccato, perché Dellacasa e la Doria avrebbero avuto una grande opportunità per riconquistare il titolo nazionale. Ci riprovano, con successo, nel 1925. Dapprima il 7 giugno vincono la “Coppa Esperia” a Milano, nella piscina di Via Argellati: battono 2-0 la Sampierdarenese e 4-0 la Triestina, pareggiano 1-1 con la 138a Legione MVSN di Napoli. Dellacasa realizza diversi gol, trascinando i compagni al successo. I doriani si ripetono l’8 luglio a Sanremo, contro una rappresentativa inglese: vincono 5-0 e Dellacasa realizza una bella doppietta[1]. Quindi la Doria domina il girone eliminatorio ligure del “Campionato” ed in finale a Napoli affronta, di nuovo, i padroni di casa della 138a Legione MVSN. La partita si svolge il 7 settembre nel civettuolo porticciolo di Santa Lucia tra centinaia di spettatori scalmanati, assiepati ai bordi del campo di gioco. Il match è spigoloso, difficile, caotico: l’arbitro Massola stenta a tenere a freno il gioco duro da ambo le parti. I tempi regolamentari finiscono 0-0. Si va ai supplementari e qui avviene il “fattaccio”: mentre il partenopeo Del Giudice accusa i crampi, proprio Dellacasa segna per la Doria ed accade il finimondo. Il pubblico inferocito se la prende con l’arbitro, reo di non aver interrotto il gioco per soccorrere Del Giudice, e addirittura Massola viene preso di peso e gettato in acqua dove volano botte da orbi tra giocatori. Alla fine si riesce a riprendere il gioco, in un clima fortemente intimidatorio per arbitro e doriani che però non tremano e anzi, coi napoletani troppo nervosi, raddoppiano con Ambrosini. La partita termina 2-0 e la Doria conquista il Campionato, ma arbitro e liguri rimangono per diversi minuti assediati negli spogliatoi finché non interviene la forza pubblica a sedare gli animi. Nel 1926 ecco un’altra grande stagione per la Doria che vince nettamente il girone ligure di Campionato ed affronta in finale, nella piscina di Via Argellati a Milano, la 138a Legione MVSN di Napoli, costruita sui residui della Partenope. Partita combattuta, ben arbitrata dal grande Beretta, si risolve 1-0 a favore dei doriani con gol decisivo proprio di Dellacasa.

Nel 1927 la storia si ripete. Dellacasa ormai è il goleador principe del nostro Campionato. Ritrova pure la Nazionale, il 31 agosto agli Europei di Bologna, ma i nostri perdono 3-1 la prima partita con la Cecoslovacchia e vengono subito eliminati I doriani si riscattano il 2 ottobre quando a Rapallo, in mare, vincono la finale di Campionato con la 32a Legione di Sampierdarena, battuta 1-0, con gol decisivo dopo pochi minuti nuovamente di Dellacasa. Nel 1928 niente di nuovo, con Dellacasa più che mai sugli scudi. Il Campionato si decide con un girone a quattro, il 19 e 20 settembre, nella piscina meneghina della “Canottieri”. I doriani vincono 1-0 con i napoletani della 138a Legione, 4-1 con la Triestina e pareggiano 0-0 con la “Mameli”, guadagnando così il primo posto nel girone. Il fenomenale Dellacasa segna tutte le reti doriane, raggiungendo il culmine della sua brillante carriera. L’anno seguente però, dopo aver vinto il girone eliminatorio ligure, i doriani, con Dellacasa in acqua, sono ripetutamente, e clamorosamente, battuti nel girone finale che si disputa a Roma, nella piscina dello Stadio PNF, a metà agosto: chiudono addirittura al sesto ed ultimo posto. Vince la Triestina. I doriani si riscattano nel 1930 quando rivincono il Campionato. Il girone finale si svolge a Genova, a metà settembre e la Doria in semifinale supera 2-0 la Triestina. In finale domina la Florentia 5-0, con Dellacasa autore di una rete. I doriani si confermano nel 1931 quando comunque il Campionato ha un andamento alquanto complesso. Nel girone finale, a Roma, la Doria batte 5-1 il Camogli e 2-1 la “Mameli”: avrebbe vinto il torneo, ma in quest’ultima partita gli arbitri commettono un errore tecnico e l’incontro deve essere rigiocato. Il 6 settembre a Bologna la Doria supera di nuovo la “Mameli”, stavolta per 4-2 e si aggiudica definitivamente il Campionato. Nella finale Dellacasa si mostra, una volta di più, goleador implacabile, realizzando due gol. Gli anni però cominciano a pesare come il tipo di gioco adottato dalla Doria, rimasto ancorato ai vecchi princìpi dell’agonismo più sfrenato[2]. Nel 1932 avanzano forze nuove, più dinamiche e giovanili: la Doria chiude il Campionato al terzo posto, superata da RN Milano e Florentia. Il ciclo doriano è finito: Dellacasa continua ancora a giocare (e segnare) per qualche stagione, ma senza più raggiungere i vertici precedenti (la Doria disputa pure un torneo di Serie B). La sua carriera è comunque tra le più luminose degli anni Venti, da goleador di razza, il migliore centroboa (come diremmo oggi) del suo periodo.

 

 

dellacasa grande

Dellacasa in versione calciatore, con la maglia dell’Andrea Doria, contro il Novara


[1] Le altre tre reti sono di Ambrosini

[2] Non a caso, la partita del girone finale di Campionato con la Triestina viene sospesa proprio a causa del gioco troppo violento adottato dalla Doria che ha partita persa 0-2