Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/dellavalle_giuseppe_piccola.jpg

DELLA VALLE Giuseppe

Bologna 25.02.1899 / Bologna 26.11.1975

1924. Calcio. Eliminato Quarti di Finale

Bolognese purosangue, nato in una famiglia di nobili origini. Detto familiarmente “Geppe”, sviluppa la sua carriera interamente nel Bologna dove entra fin da ragazzino, seguendo le orme dei fratelli maggiori Guido[1] e Mario, in rossoblù già nei primi anni ‘10. Giuseppe gioca in prima squadra già negli anni della Prima Guerra Mondiale e disputa il primo campionato ufficiale del dopo-guerra nel 1919-20 quando spesso gioca assieme al fratello Mario e segna il suo primo gol, il 21 dicembre 1919 nella partita vinta 4-0 contro il Modena. Della Valle inizia a farsi notare, non solo per il suo fisico: alto e robusto, è un attaccante completo, forte anche di testa, dotato di ottima tecnica, sa giocare anche da mezzala avanzata, una sorta di “numero 10” moderno. Rappresenta un po’ il prototipo del giocatore di quegli anni: solido, grintoso, tenace, anzi “un macigno, una catapulta” come viene definito dai critici dell’epoca. Qualità che gli permettono di emergere nei primi anni Venti, in una squadra di prima fascia: nel 1920-21 il Bologna raggiunge la finale del Girone Nord, ma è sconfitto ai supplementari dalla Pro Vercelli. Il 1921-22 è una buona annata per Della Valle, l’ultima nella quale è affiancato dal fratello Mario: segna 8 gol di cui 4 solo nell’11-1 con cui i rossoblu regolano il malcapitato Vicenza. Nel 1922-23 fa ancora meglio: realizza 15 reti di cui 5 il 5 novembre 1922 quando il Bologna supera 8-0 il Milan. Tuttavia, nonostante questi roboanti risultati, i rossoblu non riescono più a raggiungere le finali. Della Valle però ha continuato a crescere, tecnicamente ed agonisticamente, mostrando tutte le sue qualità al punto che il 1° gennaio 1923 esordisce in Nazionale, nell’incontro che i nostri vincono 3-1 a Milano contro la Germania. La sua carriera è ad una svolta ed in effetti il 1923-24 è annata da incorniciare, per lui e per il Bologna che, cresciuto molto grazie anche all’innesto dell’ottimo Schiavio, arriva a giocarsi un’altra finale del Girone Nord, stavolta contro il Genoa. L’epilogo però è burrascoso: il Genoa vince l’andata 1-0 e non mancano scontri tra i tifosi, con lo stesso Della Valle aggredito all’uscita dagli spogliatoi. Il ritorno, il 22 giugno sul mitico campo bolognese dello Sterlino, si gioca in un clima infuocato, tra spintoni e risse continue, in campo e fuori. La partita è sull’1-1, ad una decina di minuti dalla fine, quando il pubblico invade il campo, si scatena una rissa generale e l’incontro viene sospeso[2]. Poi è tempo di pensare ai Giochi di Parigi. Alla guida della nostra Nazionale è tornato Vittorio Pozzo, in veste di Commissario Unico.

Le partite di preparazione ai Giochi, senza Della Valle in campo, non sono andate troppo bene: il 9 marzo uno stentato 0-0 con la coriacea Spagna a Milano ed il 6 aprile una sonora batosta a Budapest contro l’Ungheria per 7-1, anche se in questo secondo caso ai nostri mancano i calciatori di Genoa e Bologna (compreso Della Valle) che, strenuamente impegnate nella lotta per il Campionato, hanno preferito non inviare in azzurro i loro uomini. Pozzo ha le idee ancora confuse ed organizza due matches non ufficiali con squadre di club, terminati entrambi 1-1, contro i cechi del Makkabi di Brenn (composta esclusivamente da giocatori ebrei) ed il Wiener Amateur di Vienna. Alla fine il 3 maggio Pozzo comunica la fatidica lista dei 22 selezionati e Della Valle, che deve ancora concludere il campionato col Bologna, è dentro. Al torneo olimpico di calcio partecipano 22 nazioni, col criterio dell’eliminazione diretta e ripetizione della partita in caso di parità dopo i tempi supplementari. Pochi lo sanno, ma questo torneo ha valenza, per la FIFA, di Campionato del Mondo. Sotto la supervisione di Pozzo, gli italiani fanno le cose per bene al punto che il CU si avvale della collaborazione di due allenatori di primo piano come gli inglesi Garbutt e Burgess, rispettivamente mister di Genoa e Padova. Ma non tutto fila per il verso giusto: l’alloggio scelto per i nostri, una lussuosa villa nei pressi della Porte Maillot, ha i letti...troppo piccoli. Si trova dunque in fretta e furia un albergo che può accogliere l’intera comitiva ma è situato nella zona di Pigalle dove certamente non mancano le “distrazioni”. Memore dei misfatti di Stoccolma, Pozzo esercita sui calciatori una ferra sorveglianza cui nessuno riesce a sottrarsi. I nostri sembrano in forma e c’è moderata fiducia intorno a loro, ma il sorteggio non è benevolo visto che ci presenta al primo turno la Spagna, guidata dal celebre Zamora in porta. Il 25 maggio alle 15.30, allo stadio di Colombes, di fronte a 19mila spettatori, arbitro il francese Slawick, affrontiamo dunque gli iberici, con Della Valle titolare. Come previsto, non è una partita facile, risulta maschia, come si diceva in quel tempo, ricca di contrasti, falli, mischie. Incontro equilibrato che solo un episodio può decidere. Non lo fa l’espulsione dello spagnolo Larraza, autore di un fallaccio. Gli iberici si rintanano in difesa. L’episodio arriva all’84’ e ci è favorevole. In piena area di rigore, nel tentativo di fermare l’avanzata di Magnozzi che sta per tirare a colpo sicuro, Vallana colpisce il pallone con violenza ma in modo scomposto e la sfera termina in rete. Autogol! Italia 1, Spagna 0. I nostri resistono al disperato assalto iberico e passano il turno, seppur con fatica e fortuna. Il 29 giugno tocca agli ottavi di finale e stavolta l’avversario appare più abbordabile, il Lussemburgo. Si gioca allo stadio Pershing, teatro dei “Giochi Interalleati” del 1919. Solo 4mila gli spettatori, per un incontro poco interessante. Si parte alle 14.15. Solo due cambi nel nostro undici: entrano De Vecchi e Baldi, escono Caligaris e Burlando, entrambi acciaccati. Dunque Della Valle di nuovo in campo. La partita si mette subito bene: il primo gol è di Baloncieri, 20’ dopo il fischio iniziale del francese Richard. Al 38’ raddoppia proprio Della Valle ed i nostri controllano agevolmente la partita sino alla fine. Siamo nei quarti e qualcuno fa un pensierino alla medaglia. Il 2 giugno si gioca contro la Svizzera allo stadio Bergeyre di fronte ad 8mila spettatori, arbitra l’olandese Mutters. In campo gli stessi del match con la Spagna e dunque terza presenza consecutiva per Della Valle. Non sembra una partita impossibile, ma i nostri hanno perso intensità ed il primo tempo scorre via scialbo, con pochi sussulti, fermo sullo 0-0. Il rientro dagli spogliatoi è scoppiettante: al 47’ Sturzenegger sorprende gli azzurri e segna. Dopo cinque minuti pareggia ancora un grande Della Valle. Poi una disattenzione difensiva di Caligaris regala la palla agli svizzeri, un cross ed Abegglen, appostato in piena aria, di testa infila il 2-1. Proteste dei nostri per un fuorigioco che però non viene riscontrato dall’arbitro. E’ la rete decisiva: gli svizzeri si difendono con ordine, gli azzurri non recuperano e vengono eliminati. Gli svizzeri comunque saranno protagonisti di un grande torneo, ottenendo l’argento dopo aver perso 3-0 la finale contro i formidabili uruguaiani ai quali spetta il primo titolo di “Campioni del Mondo” (con tanto di stella sulla loro maglia, approvata dalla FIFA). Il bronzo va alla Svezia che, dopo il primo match chiuso 1-1, supera 3-1 i Paesi Bassi nell’apposito replay. Per gli azzurri una partecipazione olimpica non eccezionale ma che permette al CU Pozzo e ad alcuni giocatori di accumulare una fondamentale esperienza che poi, col tempo, si riverbererà sull’intero movimento calcistico italiano. Della Valle è stato tra i migliori, ha segnato due gol e s’è confermato pedina di classe indiscutibile.

Prende spunto dai Giochi per sviluppare una carriera di primo piano: diventa difatti pilastro e capitano del Bologna che vince due scudetti (1924-25 e 1928-29), rappresentando una delle squadre-guida nel nostro movimento calcistico degli anni Venti, ponendo le basi per i grandi trionfi del decennio successivo. Della Valle, che intanto s’è laureato ingegnere, si cala perfettamente in questo contesto, segnando a raffica, con gol memorabili, anche nell’infinito spareggio col Genoa e nella finalissima con l’Alba Roma del 1924-25, stagione in cui realizza ben 17 gol, raggiungendo probabilmente l’apice della sua forma. Minore, ma comunque consistente, il suo impatto sul secondo Campionato vinto dai rossoblu dove segna anche nella prima partita di finale, nel 3-1 vincente col Torino[3]. Della Valle ha ormai superato i 30 anni e questo secondo scudetto rappresenta il suo canto del cigno. Gioca altre due stagioni coi rossoblu, poi appende le scarpette al fatidico chiodo, collezionando in 208 presenze di campionato la bellezza di 104 gol. In Nazionale invece totalizza 17 partite con 6 reti. Personaggio serio e di poche parole, sul campo come nella vita, rimane nella sua città, continuando a lavorare come ingegnere all’Istituto Case Popolari, ma entrando anche della dirigenza del Bologna di cui ancora oggi rappresenta una delle figure più importanti della sua storia.


[1] Nato a Bologna il 31.05.1894. Trasferitosi da bambino a Vicenza dove inizia a giocare a calcio. Tornato nella città natale, il 3 ottobre 1909 è tra i fondatori del Bologna FC di cui viene nominato vice-presidente. Nel Bologna disputa una ventina di partite, negli anni eroici, come difensore ed anche come portiere. Deceduto il 21 ottobre 1915 durante la Prima Guerra Mondiale

[2] Il Genoa avrà partita vinta a tavolino 2-0 e vincerà quel Campionato

[3] Il Torino vince il ritorno 1-0 e si rende necessario lo spareggio, giocato a Roma il 7 luglio 1929. Il Bologna vince 1-0 con gol di Muzzioli all’82° minuto di gioco


Vai alla gallery