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DELLA VALLE Dario

Roccasecca (FR) 31.03.1899 / deceduto nel 1944

1920. Pugilato. Eliminato Primo Turno pesi welter

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Sviluppa la sua carriera, come peso “welter”, soprattutto subito dopo la Prima Guerra Mondiale, tra Roma, sua città d’adozione, e Napoli dove è di stanza come militare. Qui il 25 gennaio 1920 batte Marzorati per k.o., poi torna nella capitale dove, tesserato per l’“Audace”, supera Bolletti e si presenta da favorito ai “Campionati dell’Italia Centrale e Meridionale” che infatti vince alla grande. Ai primi di luglio è a Milano, per il torneo tricolore disputato al Teatro Lirico: conquista il titolo italiano, superando in finale Martinetti che abbandona, schiantato, nel secondo round. Visto che i tricolori valgono come prova di selezione olimpica, inevitabile la sua convocazione per la trasferta in terra belga. Il CT della Nazionale è Celestino Caversazio ed il ritiro collegiale avviene a Ramello, sul Lago Maggiore, in una splendida villa con tutti i comfort e palestra annessa. Qui gli azzurri affinano la tecnica e rifiniscono la preparazione, con l’aiuto anche di professionisti del calibro di Spalla e Giussani. Il morale è ottimo e c’è entusiasmo ma i nostri non hanno mai combattuto all’estero e la trasferta si sviluppa tra mille difficoltà. Guidati da Caversazio, grande maestro dell’Accademia Pugilistica Italiana, e da un dirigente che spende i pochi soldi destinati agli azzurri per suoi bisogni personali, il viaggio in treno (in terza classe) è scomodo e non certo ottimale per un’adeguata preparazione. Oltre tutto la comitiva arriva ad Anversa soltanto alla vigilia delle gare. Non c’è tempo per acclimatarsi e, forse, neppure per gareggiare dato che gli organizzatori non trovano i pugili italiani tra gli iscritti: la neonata Federazione aveva probabilmente dimenticato di segnalare i loro nomi al CIO!

Seguono fasi concitate, c’è il rischio di aver fatto un viaggio a vuoto, ma interviene proprio uno degli stessi pugili, il piemontese Garzena, che trova la soluzione: interpella i dirigenti della Federazione Svizzera, che ben conosce in quanto ha iniziato la carriera proprio in terra elvetica dove era emigrato, i quali si adoperano molto ed intercedono per i nostri che, alla fine, vengono ammessi alle gare. Tutti tranne il milanese Giuseppe Giuseppe Zanati che per soli due etti non rientra nel limite della sua categoria, i “gallo”, e può dunque solo assistere i compagni da bordo ring. Della Valle invece combatte nei “welter” il cui peso limite è 66,6 kg. A questo torneo partecipano 18 atleti di 11 nazioni. Le gare si svolgono nel Salone delle Feste della Società Zoologica Reale, nei pressi dello zoo di Anversa e della Stazione Centrale. Il 21 agosto Della Valle affronta nel primo turno il norvegese Steen che però si rivela molto più forte: Della Valle è sconfitto per k.o. al terzo round, venendo così subito eliminato. L’oro va al canadese Schneider che supera in finale il britannico Ireland mentre il bronzo è dello statunitense Kolberg. Rientrato in Italia, nonostante la brutta figura olimpica, Della Valle non si abbatte. Il 24 ottobre vince difatti il titolo italiano dei “welter” per i militari, dominando il bolognese Locatelli che abbandona verso la fine del primo round. Quindi Della Valle passa professionista, tra luci ed ombre. Rimane inizialmente tra i migliori pugili a livello nazionale, al punto che nel 1922 è proclamato Campione Italiano dei “leggeri”, ma perde subito il titolo, venendo duramente sconfitto dal forte Bosisio per k.o. al quinto round. Il 9 dicembre 1924 torna a battersi per il titolo nazionale, stavolta col vecchio compagno olimpico Garzena che però gli infligge un duro k.o. al 12° round. Della Valle continua a gareggiare con alterni risultati per altre due stagioni e poi appende i guantoni al chiodo, chiudendo una carriera caratterizzata da qualche sconfitta di troppo. Il suo palmares d’altra parte parla chiaro: 65 incontri da pro, 30 vittorie, 27 sconfitte, 8 pareggi.