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DELISE Giovanni

Isola d’Istria 01.11.1907 / Isola d’Istria (Jugoslavia) 19.05.1947

1928. Canottaggio. MEDAGLIA D’ORO “4 con”

Nato in territorio allora appartenente all’Impero Austro-Ungarico, poi passato all’Italia a seguito della Prima Guerra Mondiale. Gli istriani dopo il conflitto sono italiani a tutti gli effetti. Di professione muratore, Delise si tessera per la “Pullino[1]” sin dalla sua fondazione, nel 1925. I primi cimenti a livello nazionale risalgono all’anno seguente. Il 12 settembre Delise è sulla “yole di mare a 4” che vince a Trieste, grazie ad un grande sprint negli ultimi metri. Con lui Stradi, Vittori, D’Este ed il timoniere Petronio che è il deus-ex-machina della società. Delise gareggia anche negli anni seguenti, tra alti (pochi) e bassi. Petronio però è un vulcano di energia e passione, plasma i suoi uomini, cerca di assemblarli sugli equipaggi nel migliore dei modi. Alla fine, in vista dei Giochi di Amsterdam, crea la compagine dei suoi sogni: accanto a Delise, sul “4 con” battezzato “Armando Diaz”, troviamo Perentin, Vittori e D’Este. Per lui Petronio mantiene il ruolo di timoniere anche se in genere quel posto è ricoperto da ragazzini e, soprattutto, da persone più leggere. La squadra comunque è forte: il 29 aprile, nella prima preolimpica a Trieste, domina il campo. I cinque si ripetono il 7 luglio a Pallanza nei tricolori, superando di misura i favoriti della “Argus” di S. Margherita. Col successo, un po’ a sorpresa ma pienamente meritato, la “Pullino” guadagna anche la selezione azzurra per i Giochi. Il ritiro collegiale preolimpico di rifinitura si svolge nella stessa Pallanza sotto la guida degli ex campioni Scipione Del Giudice e Gaetano Caccavallo. Le premesse sono buone, gli istriani paiono in forma anche se nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Al “4 con” prendono parte 11 nazioni. Il 3 agosto nel primo turno gli azzurri vogano...da soli dato che, per sorteggio, non hanno avversari ma, per regolamento, devono comunque giungere al traguardo: vi riescono, senza ovviamente dannarsi l’anima, in una regata utile come ultimo allenamento e “prova generale”. Il giorno seguente l’avversario c’è, ma è come se non esistesse visto che la Germania viene lasciata addirittura a 50”, dopo un’esaltante gara tutta di testa. Il 7 agosto, per una stranezza del regolamento, nei quarti di finale i nostri si ritrovano a fianco gli stessi tedeschi, vincitori del repechage ovvero i recuperi: il risultato non cambia anche se stavolta la Germania si difende meglio, terminando ad 8” di distacco. L’8 agosto ecco la semifinale contro la Svizzera: chi perde, per un’altra stranezza del torneo, incontrerà la Polonia per stabilire l’altra finalista. Vince l’Italia, con 3” di margine e ciò vuol dire un grande risparmio di energie. Il 9 agosto difatti si disputa l’altra “semifinale” tra Svizzera e Polonia: sono proprio gli elvetici a prevalere cosicché il 10 agosto in finale gli azzurri ritrovano i rappresentanti della Confederazione. Ma gli svizzeri, inevitabilmente, sono più stanchi ed i nostri si mostrano in grandissima forma: gli azzurri dominano, aggiudicandosi la prova con 16” di margine. Medaglia d’oro! Un trionfo grandioso, condito da distacchi spesso abissali, che acquista pure un fortissimo sapore propagandistico, per un’altra medaglia che giunge dalle “terre redente”. 

I cinque si rivedono alla grande l’anno seguente: il 27 e 28 luglio conquistano a Pallanza il titolo tricolore, superando gli altri olimpionici della “Vittorino” di Piacenza. Delise è anche sull’otto che viene bruciato dai livornesi. Il 17 e 18 agosto il “4 con” della “Pullino” si schiera agli Europei di Bydgoszcz: coglie un altro splendido oro, con 3” di margine sui coriacei danesi. I cinque festeggiano questo successo a Trieste il 1° settembre quando, tra l’entusiasmo generale, vincono la regata sulla “Timavo” e poi forniscono l’ossatura decisiva per l’otto che pure primeggia. Nel 1930 Delise abbandona l’Istria per motivi di lavoro, ma si ripresenta l’anno seguente: la “Pullino”, con decisione a sorpresa, diserta i tricolori, ma il 30 agosto vince la regata del “4 con” a Trieste e Delise ritrova il suo posto nell’armo. Facendo a meno di Petronio, l’11 ottobre gli istriani vincono il “4 senza” nella prima regata remiera mai disputata all’Idroscalo di Milano. La “Pullino” affila le armi in vista dei Giochi e Petronio si riprende il posto di timoniere: il 15 febbraio 1932, nella preolimpica di Viareggio, disputata in un canale del Lago di Massaciuccoli, gli istriani vincono il “4con” davanti all’Italia di Napoli e rilanciano le loro quotazioni. Si ripetono il 24 aprile nelle regate di Barcola, disputate peraltro con mare abbastanza mosso. Un mese dopo, il 22 maggio, vincono anche a Villa Olmo, Como, la regata preolimpica, sotto la grandine (!), con netto margine sull’Esperia di Torino. Il 5 giugno sul Lago di Albano si svolge l’ultima preolimpica e si disputa una sfida alquanto atipica tra il “4senza” dell’Aniene ed il “4con” della Pullino che, pur partendo con 14” di vantaggio, alla fine soccombe nettamente. Il risultato è che il “4 senza” va ai Giochi e gli istriani devono ancora lottare. Tutto si decide ai tricolori di Stresa, disputati il 26 giugno. La “Pullino” si trova a lottate punta-punta con i conterranei della “Libertas” di Capodistria. La sfida è incerta ed emozionante, ma negli ultimi 500 metri la “Pullino” cede, dapprima poco a poco, poi nettamente finché si arrende. Ai Giochi va, non senza sorpresa, la “Libertas”. La “Pullino” comunque non molla: il 15 agosto a Pallanza vince la selezione per gli Europei, anche nell’otto dove è cooptato l’intero equipaggio del “quattro”: tuttavia alla manifestazione continentale l’otto non viene inviato perché il suo tempo non è ritenuto significativo a livello internazionale. Basta ed avanza comunque il “4con” che a Belgrado guadagna uno strepitoso oro, superando per cinque secondi la Danimarca mentre terza arriva la Cecoslovacchia. Un successo che dà nuova linfa all’attività degli istriani. Il 25 settembre tutta Trieste è sulla riva del mare ad attendere la grande sfida tra “Pullino” e “Libertas”, ma l’attesa di stampa e tifosi va delusa. La “Libertas” non ingrana sin dalla partenza, perde terreno e addirittura abbandona tra la delusione generale. Per la “Pullino” è un’altra iniezione di fiducia che però fa aumentare il rammarico di non essere riusciti a qualificarsi per i Giochi. I quattro (più uno) sono in gran forma: il 16 ottobre, invitati al “Trofeo Camps” a Barcellona, vincono nettamente davanti al CN Tarragona ed ai padroni di casa. Si rivedono solo il 2 luglio 1933 a Trieste per i campionati giuliani dove la “Libertas” si prende la rivincita e domina la regata del “4con”. La “Pullino” si consola col successo nell’otto dove il “4con” è trasferito in massa. Rivincono nell’otto il 3 settembre a Trieste, nel “Campionato Adriatico”. A questo punto però, improvvisamente, Delise sparisce di scena ed il suo posto nell’armo istriano è preso da Umberto Vettori, fratello di Nicolò. Il ciclo della “Pullino” continua, ma Delise lascia l’attività: ne è stato comunque artefice principale.


[1] La società prende nome dal sommergibile in cui era imbarcato Nazario Sauro. A sua volta il sommergibile prese nome dal noto progettista Giacinto Pullino. Durante la Prima Guerra Mondiale il “Pullino” si incaglia nei pressi della costa istriana il 31 luglio 1916. L’equipaggio, tra cui Sauro, abbandona il mezzo tramite canotti ma Sauro viene catturato dagli austriaci ed impiccato il 10 agosto 1916. 

 

delise grande 1 Amsterdam 1928. Il 24con” della Pullino che vince la medaglia d’oro. Delise, evidenziato dal tondo, è il primo a destra 

 

delise grande 2

Il 4con” della Pullino ha vinto e riceve la corona d’alloro. A bordo anche Delise