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DE SANTIS Guglielmo

1920. Tuffi. Eliminato Primo Turno Trampolino e Piattaforma

Atleta semisconosciuto[1], ottiene il primo risultato significativo il 3 settembre 1919 quando la sua società, US Triestina, organizza una gara di tuffi in mare, al Bagno Militare: De Santis è battuto per un solo punto (61 a 60) dal sorprendente Calz che poi passerà alla lotta greco-romana e sarà così bravo da figurare pure ai Giochi Olimpici del 1920. De Santis invece insiste coi tuffi, cercando pure lui il pass per Anversa. Per questo partecipa alle apposite selezioni che si svolgono in una località inconsueta, addirittura sulle Alpi Marittime, a Millesimo, in Val Bormida, sulle alture di Savona. Qui difatti esiste una delle rare piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici proprietari della SIPE che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori e pallanotisti italiani. De Santis è grandissimo nelle due prove di tuffi: difatti stravince dai 3 metri e si piazza primo pure dai 5 m, in questo caso a pari merito col “vecchio” ma sempre valido Bonfanti. Ai Giochi è destinato ad andare un solo tuffatore e l’apposita Commissione Tecnica, nonostante il prestigio del 45enne Bonfanti, sceglie De Santis. Il triestino festeggia con una grande esibizione a La Spezia, il 1 agosto, durante i tricolori di nuoto: esegue una serie di tuffi acrobatici, saltando dai pennoni di un veliero ancorato nei pressi del campo gara. È certamente il miglior tuffatore italiano del momento e si merita il viaggio ad Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare olimpiche dei tuffi si svolgono nello Zwemstadion, una sorta di “stadio del nuoto”, situato nella zona sud di Anversa, al confine coi sobborghi di Hoboken e Wilrijk. De Santis esordisce il 22 agosto, di mattina, nella prova dalla piattaforma cui partecipano 22 tuffatori di 11 nazioni. Sono previsti 4 salti di cui due da 5 m e due da 10 m: da ogni piattaforma si deve eseguire un salto “di corsa” ed uno con partenza in piedi. De Santis sbaglia molto e realizza una prova quasi disastrosa: 7° su 7, realizza solo 98 punti contro i 145,5 del belga Sauvage, terzo ed ultimo dei qualificati della poule, vinta dal giovanissimo svedese Skoglund con 153 punti.

Ovviamente, De Santis viene subito eliminato. La finale si trasforma in un assoluto trionfo degli svedesi che occupano le prime quattro posizioni: oro a Wallmann, argento (per mezzo punto!) proprio all’imberbe Skoglund[2], bronzo a Jansson e “legno” ad Adlerz. L’abbacchiato De Santis cerca il difficile riscatto quattro giorni dopo, la mattina del 26 agosto, dal trampolino: a questa gara prendono parte 14 atleti di 9 paesi. Sono previsti tuffi da 1 m e 3 m, per un totale di 12 salti: 6 obbligatori, 4 liberi e, stranezza di un regolamento assurdo, 2 “a sorpresa”, comunicati all’ultimo momento ai tuffatori. Per De Santis non cambia molto: nella sua poule finisce 6° su sette, con 451,35 punti. Riesce a superare solo lo svizzero Knuchel, ma termina di nuovo ben lontano dal terzo posto che vale la qualificazione, ottenuto dallo svedese Jansson con 549,7. Il turno viene vinto da un altro svedese, Blomgren, con 614 punti. De Santis, di nuovo, è subito eliminato, per una partecipazione da dimenticare. Stavolta la finale è dominata dagli statunitensi che monopolizzano il podio: oro per Kuehn, argento a Pinkston e bronzo per Balbach. Negli anni seguenti De Santis si rivede sporadicamente. Nel 1921 il 3 luglio a Millesimo, dove si svolge un’importante riunione natatoria a livello nazionale, vince la gara che si basa sui tuffi da 3, 5 e 8 metri, dimostrandosi ancora il miglior tuffatore italiano. Viene però battuto dall’ancora sconosciuto Pasqui[3] il 4 agosto a Roma, nella zona del porto fluviale sul Tevere, nella “Targa Macchini” (110,4 punti contro 106,4). Si riscatta il 28 agosto, aggiudicandosi il Campionato Triestino che si tiene davanti al bagno Savoia. Non partecipa però ai tricolori tenutisi a Firenze e vinti proprio dallo stesso Pasqui, ma il 18 settembre chiude l’annata con il successo nella gara organizzata al Bagno Savoia a Trieste dove gareggia anche il fratello Guido che, tra l’altro, è pure un discreto podista. I due si rivedono il 14 agosto 1922 a Trieste dove Guglielmo è battuto di misura proprio dal fratello. Poi di lui si perdono le tracce.


[1] Spesso è citato come De Santi o De Sanctis

[2] Nils Skoglund è nato a Stoccolma il 15.08.1906 e dunque il giorno della medaglia ha appena 14 anni e 11 giorni. Per questo è il più giovane medagliato maschio di tutti i tempi conosciuto. Esiste difatti un ragazzino francese, un titi parigino, che nel 1900 viene cooptato all’ultimo momento per la finale dagli olandesi del “due con” di canottaggio, sostituendo il loro timoniere (più pesante) dopo aver perso la semifinale. In questo modo, alleggeriti di venti kili, vincono l’oro davanti ai francesi. Il nome di questo titi, dall’apparente età di 8/10 anni, è sempre rimasto ignoto. Ma il più giovane medagliato (noto) in assoluto di tutti i tempi è una ragazza statunitense, Marjorie Gestring, anche lei tuffatrice, che nel 1936 vince l’oro dal trampolino all’età di 13 anni e 267 giorni

[3] Raniero Pasqui, nato a Forlì il 30.03.1887, trasferitosi giovane nella Capitale dove, tesserato per la “Romana Nuoto”, si tuffa nel Tevere da trampolini improvvisati nella zona dello scalo De Pinedo. Nel settembre 1921 diventa Campione Italiano a Firenze, coi tuffi che si svolgono nell’Arno, con vista sullo splendido Ponte Vecchio. Perito industriale, lavora a lungo come disegnatore per l’Aeronautica e Guidonia