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DE SANGRO FONDI Riccardo

Napoli 22.12.1879 / Napoli aprile 1967

1936. Vela. 9° classe Star (con De Luca

desangro grande

Discendente di una delle più antiche famiglie patrizie napoletane le cui origini risalgono addirittura all’XI secolo: conti, marchesi e principi di Fondi dal ‘700. Il padre Giovanni è una delle personalità più influenti della nobile società partenopea, prima nel regno borbonico delle Due Sicilie, poi nel Regno d’Italia di cui dal 1861 diventa senatore. Dal punto di vista sportivo, Giovanni è tra i fondatori del primo circolo velico di Napoli e da lui i figli traggono i primi rudimenti del navigare: difatti Oderisio, scomparso prematuramente e fratello maggiore di Riccardo, è un ottimo skipper. Con simili ascendenze Riccardo non può che intraprendere l’attività velica, sin da ragazzino. Si fa costruire ed acquista diverse imbarcazioni sulle quali coglie diverse vittorie: “Nives”, “Acnaib”, “Todo” e soprattutto “Daidai”, uno yacht a chiglia mobile con cui si aggiudica cinque volte la “Coppa Principe di Napoli”. Indubbiamente è per decenni grande protagonista nel Golfo di Napoli, rispettato da tutti. Nel 1936, nonostante i 55 anni suonati, coltiva il sogno dei Giochi ed è il timoniere di “Pegaso”, imbarcazione della classe “Star” costruita dal cantiere partenopeo Postiglione. Il suo compagno, e manovratore, è l’altro napoletano De Luca. Pur battuti ai tricolori di Palermo dai padroni di casa Ducrot su “Gloriana”, i due sono i migliori nelle regate preolimpiche di Napoli che si tengono a metà giugno del 1936. Il CU Pasquale De Conciliis, con una scelta forse dettata anche dalla geopolitica sportiva, sceglie proprio “Pegaso” come imbarcazione che rappresenterà l’Italia ai Giochi. De Sangro, coi suoi 56 anni suonati, è il “meno giovane” tra tutti gli azzurri non solo di quell’edizione ma in assoluto di tutti i tempi: un primato difficilmente superabile. I velisti partono in treno da Milano il 22 luglio.

Le regate olimpiche di vela si svolgono a Kiel, nell’estremo nord della Germania, quasi al confine con la Danimarca, nel Mar Baltico, a 350 km da Berlino. De Sangro Fondi gareggia nella classe “Star” assieme a De Luca, su “Pegaso”. Sono presenti 12 equipaggi di altrettante nazioni che si sfidano su sette regate: ad ogni vincitore vanno 12 punti, al secondo 11 e così via, a scalare. Ovviamente, vince chi ottiene il miglior punteggio totale. Gli azzurri non vanno benissimo e sin dalla prima regata si capisce che vi sono barche ed equipaggi più preparati e tosti. Il 4 agosto vincono i tedeschi, con gli azzurri solo ottavi. Non va tanto meglio il giorno seguente quando primeggiano gli svedesi ed i nostri chiudono settimi. Sembrano svegliarsi nella terza regata, il 6 agosto, dove giungono quinti mentre dominano di nuovo i padroni di casa: gli azzurri si trovano al settimo posto della generale. Qualche speranza di podio esiste ancora, ma bisogna cambiare passo. Non accade: la quarta gara li vede solo undicesimi mentre i tedeschi volano. L’8 agosto si impongono gli olandesi, con gli azzurri noni. Le ultime due regate, 9 e 10 agosto, vedono il trionfo incontrastato dei teutonici, con De Luca-De Sangro Fondi rispettivamente decimi e settimi. Prestazioni dunque mediocri come la posizione finale nella generale: gli azzurri difatti finiscono noni con 34 punti, riuscendo a superare solo Portogallo, Giappone e Belgio. L’oro va ai fortissimi tedeschi Weise-Bischoff, su “Wannsee”, che vincono ben cinque regate e totalizzano 80 punti. Argento per gli svedesi Laurin-Wallentin, su “Sunshine”, e bronzo per gli olandesi Maas-De Vries Lentsch, su “Bem II”. I nostri sono superati anche da Gran Bretagna, Stati Uniti, Norvegia, Francia e Turchia: certamente una partecipazione sottotono e senza acuti. Di De Sangro Fondi non si conoscono ulteriori prestazioni di rilievo.

 

 



La tessera ufficiale olimpica del 1936 di De Sangro Fondi