DE RANIERI Sem
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Viareggio 04.06.1888 / Viareggio 13.02.1979
1920. Tiro a Segno. 4° Fucile da 300 m in Piedi a Squadre, 9° Fucile da Terra 300 e 600 m a Squadre
1924. Tiro a Segno. 10° Fucile a Squadre, 65° p.m. Fucile da 600 m a Terra
Sin da adolescente si dedica allo sport, e non ad una sola disciplina. Di estrazione borghese, nato in una delle città turistiche per eccellenza del nostro paese e frequentata all’inizio del ‘900 dalla crema della società, entra presto in contatto col concetto di leisure time che vede nelle attività sportive quasi uno status symbol. Assorbe questi dettami e diventa nuotatore provetto, calciatore e ciclista in grado perfino di disputare nel 1908 la Firenze-Viareggio, prova allora di un certo spessore. Ma soprattutto si diletta nel tiro a segno che a Viareggio si sviluppa già intorno al 1870, dapprima direttamente sulla spiaggia, nei pressi del Canale Burlamacca. Qualche anno più tardi i tiratori si esercitano nell’area oggi denominata Piazza Puccini[1] finchè trovano la loro sede finale in un padiglione appositamente costruito in una zona allora totalmente deserta, nella parte più meridionale della città, in prossimità dell’attuale Palazzetto dello Sport[2]. È lì che il giovane De Ranieri apprende l’arte del tiro, esercitandosi quotidianamente. Partecipa anche a qualche gara, vincendo a livello locale. La guerra però interrompe tutto. Se ne riparla nel 1919 quando, tra un tiro e l’altro, De Ranieri è impegnato in ben altre faccende: dopo aver militato a lungo nella squadra di calcio denominata “Esperia”, è difatti tra i fondatori dello Sporting Club Viareggio, nato dalla fusione di varie realtà calcistiche cittadine e che diventa subito la compagine più importante della Versilia[3]. Inoltre De Ranieri è coinvolto, insieme ad altri “giovinastri”, nella riesumazione dell’antico e famoso Carnevale cittadino che, con difficoltà, sta cercando di risorgere dalle ceneri della guerra. Tuttavia è il tiro ad assorbirlo maggiormente. A Viareggio e, più in generale in Lucchesia, De Ranieri pare imbattibile. Intanto s’è fatto notare anche a livello nazionale al punto che viene inserito nella lista per Anversa, stilata da Vitali, segretario dell’Unione Tiratori Italiani. De Ranieri non è certo il più noto tra gli azzurri, ma non sfigura nelle ultime prove di rifinitura al poligono Martinetto di Torino e si guadagna pure il posto da titolare.
Le gare olimpiche si svolgono nel poligono militare di Beverloo, a Leopoldsburg, una sessantina di km ad est di Anversa. De Ranieri esordisce il 29 luglio nella gara a squadre col fucile militare in posizione a terra ma da due distanze, 300 m e 600 m. Con De Ranieri troviamo tiratori di primo piano come Ticchi e Frasca assieme all’ottimo Galli ed Isnardi. Al via 14 squadre. Non va molto bene: chiudiamo noni, con 527 punti. L’oro va agli infallibili statunitensi con 573 davanti a Norvegia con 565 e Svizzera con 563. De Ranieri si difende, ma non spara benissimo. Lo stesso giorno, un’altra gara, ancora a squadre, col fucile da 300 metri, ma nella posizione in piedi. 15 le nazioni presenti. Con De Ranieri schieriamo Ticchi, Isnardi, Favretti e Boriani. Un po’ a sorpresa, perchè mancano tiratori di vaglia come Frasca e Galli, tra tutte le gare di Anversa nel tiro, questa risulta la migliore degli italiani che sono pure sfortunati: col punteggio di 251 mancano il bronzo per soli 4 punti. L’oro va stavolta alla Danimarca (è l’unica vittoria che sfuggirà agli USA!) con 266 davanti a Stati Uniti (255) e Svezia (255). Con la “medaglia di legno” termina l’esperienza olimpica di De Ranieri che ha comunque fornito un buon contributo alla squadra, sfiorando un clamoroso bronzo nella migliore gara dei nostri a Beverloo. Da qui, da un’avventura comunque positiva, De Ranieri riparte in cerca di altri allori. Intanto si dedica all’organizzazione del Carnevale di Viareggio che nel 1921, con De Ranieri inserito in prima fila nel Comitato organizzativo, torna più bello e frizzante che mai. Nel contempo De Ranieri continua a sparare e si mantiene su alti livelli di rendimento, rivaleggiando coi più forti tiratori italiani. Si guadagna altre convocazioni in Nazionale: ai Mondiali di Lione del 1921 gareggia nella prova col fucile di ordinanza da tre posizioni. Si comporta discretamente in piedi (15°) ma le altre brutte prestazioni in ginocchio ed a terra gli pregiudicano un buon risultato finale. Non va meglio l’anno seguente, nelle prove iridate di Milano. Col fucile di grosso calibro, ancora su tre posizioni, chiude solo 34° della generale vinta dallo statunitense Stokes mentre l’Italia è settima nella graduatoria a squadre dominata dagli USA. Nelle tre posizioni De Ranieri finisce 32° in ginocchio e 34° nelle altre due gare.
Prestazione mediocre che non può essere migliorata nel 1923 visto che i nostri non partecipano ai Mondiali nella lontana America. I tiratori cercano il riscatto nelle prove olimpiche di Parigi del 1924 alle quali si preparano con scrupolo, anche attraverso alcuni ritiri collegiali, svolti a Pisa e pure a Viareggio dove viene utilizzato il Balipedio, struttura della Marina Militare, che offre ampi spazi di tiro. De Ranieri, ovviamente, fa gli onori di casa e non è tra i peggiori del lotto. Alla fine si guadagna il viaggio in Francia. Sulla via per Parigi, i nostri si fermano a Reims dove a metà giugno si disputano i Mondiali. Tra l’altro quel poligono sarà teatro pure delle prove olimpiche. Gli azzurri si difendono, soprattutto nella prova col fucile d’ordinanza da tre posizioni: De Ranieri è 5° a terra e 9° in ginocchio, ma la brutta prestazione in piedi gli pregiudica un piazzamento nei primi 15 nella classifica finale vinta dall’argentino Ricco. Va molto peggio con la carabina da tre posizioni: l’Italia chiude ottava (primi USA) e De Ranieri 44°. In sostanza non è un bel viatico per i Giochi dove, in effetti, assistiamo ad una vera e propria debacle. Le prove di tiro a segno col fucile si svolgono nel poligono militare di Chalons, a Mourmelon-le-Grand, nei pressi di Reims. De Ranieri esordisce il 26 giugno nella gara col fucile a squadre che si protrae anche il giorno seguente. Con lui gareggiano Coletti-Conti, Ticchi, Isnardi e Laveni. Si sparano 10 colpi per serie, a terra, da 400 m, 600 m e 800 m. Il punteggio massimo ottenibile per un singolo tiratore è 150 che, ovviamente, diventano 750 per la squadra. Non andiamo bene. Otteniamo 578 punti e chiudiamo al decimo posto. Trionfano gli statunitensi, grazie al loro famoso fucile Springfield, con 676 punti davanti alla Francia ed alla sorprendente Haiti che, invasa dagli USA durante la Prima Guerra Mondiale, ha schierato tiratori istruiti per anni dai Marines, evidentemente con grande profitto. De Ranieri è comunque il migliore dei nostri e totalizza 122 punti: parziale consolazione in un risultato complessivo poco brillante e che ci colloca a metà classifica.
De Ranieri gareggia quello stesso 27 giugno anche nella prova col fucile a terra da 600 m cui partecipano 73 tiratori di 19 paesi. Si eseguono 20 tiri ed il punteggio massimo è 100. Va malissimo: ottiene solo 62 punti e chiude addirittura 65° p.m., praticamente in fondo alla classifica. Vince lo statunitense Fisher, con 95, dopo spareggio col connazionale Osburn mentre il bronzo va al danese Larsen che ottiene 93 punti. Nel complesso per De Ranieri una partecipazione che non ha lasciato il segno, anzi ha sostanzialmente deluso. De Ranieri però non molla: il 30 agosto 1926, nella sua Viareggio, coglie un bel secondo posto col fucile nella “Gara Nazionale” vinta da Scotti, precedendo il grande Ticchi. Negli anni seguenti continua a gareggiare tra alti (pochi) e bassi. Partecipa ai Mondiali di Roma del 1927 ma senza brillare (9° a terra col fucile d’ordinanza il suo miglior piazzamento) ed è anonimo anche l’anno seguente a Loosduinen dove chiude 29° nella generale col fucile di grosso calibro, con l’Italia quinta. Non molla anche se le sue prestazioni paiono sempre meno incisive: nel 1930 guadagna il campionato provinciale ed a livello regionale è sempre tra i migliori. Nel 1932 tenta la convocazione ai Giochi, ma se alle selezioni fiorentine batte tutti, nelle indicative nazionali non brilla e viene escluso dalla lista azzurra. Non demorde, a livello regionale è sempre tra i migliori e riesce ad essere selezionato nuovamente in Nazionale ai Mondiali del 1935 di Roma dove finisce 13° nel fucile di ordinanza “tre posizioni”, con l’Italia ottava. Si chiude così, a 47 anni, una carriera onorevole, impreziosita da due dignitose partecipazioni olimpiche.
[1] In onore del grande compositore che aveva una villa proprio in quella zona, ancora oggi esistente
[2] Il poligono non esiste più da tempo, distrutto dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla feroce speculazione edilizia degli anni ‘60
[3] Negli anni Venti, De Ranieri sarà a più riprese Presidente dello SC Viareggio