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DE MARCHI Secondo

Marostica (VI) 30.07.1911 / Rotterdam (Paesi Bassi) 18.04.1996

1936. Pugilato. Eliminato Ottavi pesi massimi

Ottiene il primo successo significativo il 2 luglio 1933 quando a Venezia, nei locali della “Reyer”, conquista il campionato veneto-trentino, superando ai punti il padovano Bellon. Ai tricolori di Ferrara, disputati a metà ottobre nel Teatro Verdi, viene eliminato nei quarti dal giuliano Rocco. Nel 1934 prosegue la sua ascesa. Il 12 agosto pareggia a Trieste con Zecchini nell’ambito del match Trieste-Treviso vinto 3-1 dai padroni di casa. Sette giorni dopo, nei locali della veneziana Reyer, si aggiudica nuovamente il titolo veneto-trentino, superando il veronese Cristiani che abbandona alla seconda ripresa. Il 30 agosto infligge un sonoro ko, alla seconda ripresa, al tedesco Ostermeyer nel match che i trevigiani vincono 13-3 con una selezione bavarese. Il 27 settembre, nel corso del match Treviso-Trieste (9-3 il risultato finale), pareggia con Scherl. Quindi, a metà novembre, De Marchi partecipa ai cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti sportivi nazionali. Il torneo di boxe ha anche valenza di tricolori: De Marchi batte l’udinese Mazzolini, ma in semifinale è bruscamente fermato (ko al secondo round) dal milanese Saruggia che poi vince il titolo. Il risultato non cambia ai tricolori di Milano del 1935, disputati nel teatro di Via Vasari: in semifinale De Marchi affronta Saruggia che domina il match finché una ferita all’arcata sopracciliare destra non ferma il veneto, bloccato dall’intervento del medico di gara. Saruggia poi rivince il titolo. Il 18 e 19 luglio De Marchi è a Budapest, per partecipare all’incontro tra i trevigiani ed una rappresentativa locale: trova in Nagy un avversario ostico che riesce a domare nel primo match, ma il magiaro si prende la rivincita il giorno seguente. De Marchi torna sul ring solo il 9 dicembre quando a Treviso supera il romano D’Ottavi ai punti: i padroni di casa si aggiudicano 8-4 l’incontro coi capitolini del “Monti”. 

Il 27 gennaio 1936 De Marchi apre la stagione olimpica con un pareggio nella sfortunata trasferta milanese dei trevigiani che vengono sconfitti 13-3 dall’Oberdan: un punto è portato proprio da De Marchi che impatta con Loriato. Ai tricolori di Roma, disputati nel Teatro Jovinelli ai primi di aprile, De Marchi si comporta bene: vince con l’emiliano Barbieri e “l’italiano di Algeri” Favero, ma in finale perde col laziale Paoletti. I tecnici azzurri gli danno comunque fiducia e lo inseriscono nella lista dei “probabili olimpici”. Intanto il 7 maggio pareggia col “solito” Paoletti al Teatro Jovinelli di Roma dove la rappresentativa veneta è battuta 14-2 dai laziali. Per De Marchi si tratta comunque di un buon risultato e le sue quotazioni aumentano: certo Paoletti sembra un avversario molto ostico per la maglia azzurra. De Marchi viene comunque convocato per il grande ritiro collegiale preolimpico azzurro, tenutosi a Senigallia dalla metà di maggio, con sede alla “Pensione Azzurra”. Tutto è ancora da decidere in chiave olimpica e vi sono 40 atleti che si allenano quotidianamente, sognando i Giochi, sotto la guida del CT Garzena ed il “secondo” Toscani. La prima selezione avviene il 28 giugno quando De Marchi supera Favero. Solo ai primi di luglio si sviluppa il match decisivo, al Teatro Stamura di Ancona: De Marchi ritrova Paoletti che di nuovo lo supera. Viene perciò relegato al ruolo di “riserva viaggiante”: va dunque a Berlino, partendo in treno il 27 luglio da Verona. In Germania però Paoletti non si dimostra al meglio della forma, non sta bene ed alla fine il CT Garzena sceglie proprio De Marchi. Le gare olimpiche di pugilato si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport. De Marchi gareggia nei “massimi” dove partecipano 17 pugili di peso superiore ai 79,37kg. Esentato dal primo turno per sorteggio, De Marchi esordisce il 12 agosto negli ottavi, ma perde ai punti col britannico Stuart, venendo dunque subito eliminato. L’oro va al tedesco Runge, argento per l’argentino Lovell e bronzo al norvegese Nilsen. Per De Marchi una partecipazione da dimenticare. Non passa professionista e dà una svolta alla sua vita: emigra difatti a Rotterdam dove apre una palestra e scuola di boxe. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale iniziano i guai seri, ma De Marchi non si perde d’animo: aiuta ebrei e soldati alleati a nascondersi, dando un grande contributo alla Resistenza. Terminato il conflitto, continua ad insegnare pugilato.