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DE BREDA Luigi

Roma 14.02.1874 / New York 28.12.1956

1904. Nuoto. MEDAGLIA D’ORO staffetta 4x50 sl

1904. Pallanuoto. MEDAGLIA D’ORO

Al momento della sua partecipazione ai Giochi ha doppia cittadinanza, italiana e statunitense. Difatti la madre è italiana mentre il padre, statunitense, si chiama Francis Montague Handley ed è un valido scultore classicheggiante, attivo in Vaticano dove diventa pure un funzionario molto importante al punto da essere il primo americano nominato comandante dell’Ordine di S. Gregorio Magno. Espleta il suo servizio sotto due papi (Pio X e Leone XII). Luigi cresce dunque in una famiglia benestante ed altolocata, compie studi importanti e classici dai Fratelli Cristiani di Roma, è poliglotta ed intelligente, un vero gentiluomo. Sin da adolescente, ama andare a caccia nelle paludi pontine assieme ai noti conti Della Porta, a dimostrazione che le sue amicizie sono importanti. Impara a nuotare nel Tevere, allora ancora “fiume biondo”, poi nel 1895 si trasferisce negli USA, a New York, cambiando per praticità il suo nome in Lou Handley. Apre una ditta import/export e prosegue a nuotare, giungendo 2° nel Campionato USA del 1899 sulle 440 y. Il nuoto non è il solo sport che pratica: è anche valido canottiere e vince diverse regate, anche in un otto. Vero e proprio sportsman a livello globale, si impone in una competizione del tutto particolare, detta medley race e molto in voga a cavallo del 1900 in America: si tratta di percorrere un quarto di miglio, di seguito, in varie specialità (marcia, corsa, equitazione, ciclismo, equitazione, canottaggio e nuoto).

Tiratore dotato di ottima mira, continua ad andare a caccia con successo e si diletta col football americano, ma non solo. Eccelle in particolare nella pallanuoto[1]: gareggia prima con il Knickerbocker Athletic Club, poi passa al New York Athletic Club, vincendo titoli nazionali a ripetizione. Con quest’ultimo club nel 1904 si aggiudica anche il torneo olimpico, disputato peraltro da sole tre compagini nel laghetto artificiale del “Life Saving Exhibition Lake”, segnando anche gol grazie ad un modo di tirare da lui ideato e codificato, noto come “salto del salmone” tramite cui si erge al di sopra dell’acqua e che presto sarà imitato da molti altri atleti. Nella finale del torneo olimpico, il 6 settembre, la sua squadra supera il Chicago AA per 6-0. Quello stesso giorno, in quello stesso laghetto (dove tra l’altro l’acqua è inquinata al punto che diversi atleti si ammaleranno di tifo e qualcuno addirittura morirà), si disputa anche la gara del miglio stile libero dove Handley si ritira (vince il tedesco Rausch). Il giorno seguente, 7, Handley guadagna un altro oro, nella staffetta 4x50 stile libero (con Ruddy, Goodwin e Daniels), superando di nuovo la compagine del Chicago AA (bronzo per il Missouri AC). Si deve però ricordare come le due gare vinte da De Breda/Handley siano molto sui generis e controverse: ancora oggi, dopo 120 anni, si discute se siano o meno da considerare olimpiche a tutti gli effetti, in quanto disputate esclusivamente da compagini statunitensi, “di club” e non dunque nazionali. Problemi statistici a parte, proprio nel nuoto Handley diventa, terminata l’attività agonistica, un grandissimo allenatore, introducendo il crawl in America e guidando la nazionale statunitense per molti anni, specialmente alle edizioni seguenti dei Giochi. Inoltre è anche un valido giornalista sportivo e teorico del nuoto attraverso anche alcuni libri. Muore però povero e dimenticato da tutti.


[1] In quel periodo nel continente americano la pallanuoto si pratica in maniera diversa che in Europa: regole meno stringenti e più “aggressive”, si segna un punto toccando alcune mattonelle del bordo-vasca tinte di nero, non vi sono dunque le porte


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