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DALL’ORO Vincenzo Pietro

Milano 11.11.1899 / deceduto

1920. Pugilato. Eliminato Primo Turno Pesi Mosca

Noto come Pietro, la sua attività comincia alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando la boxe è uno sport “di moda” che sta appassionando milioni di tifosi, in particolare a Milano. Tesserato per l’US Milanese ed appartenente alla categoria dei “mosca”, Dall’Oro si segnala nel Campionato Lombardo del febbraio 1920 che si svolge nella palestra di Via Moscati a Milano: dopo aver perso malamente il primo incontro con Baroni, Dall’Oro vince tutti gli altri matches, compresa la finale con Rusconi che viene messo al tappeto tre volte prima di abbandonare. I critici sono concordi: Dall’Oro possiede “una bella mobilità ed un pugno deciso”. Ai primi di luglio, al Teatro Lirico di Milano, Dall’Oro si presenta ai tricolori che valgono anche come selezione olimpica. Vince diversi incontri, tra cui anche quello col minuscolo ma combattivo Caggiula, ed in finale batte il romano Pedasecca, guadagnandosi la maglia azzurra per Anversa. Il CT della Nazionale è Celestino Caversazio, maestro dell’Accademia Pugilistica Italiana, ed il ritiro collegiale avviene a Ramello, sul Lago Maggiore, in una splendida villa con tutti i comfort e palestra annessa. Qui gli azzurri affinano la tecnica e rifiniscono la preparazione, con l’aiuto anche di professionisti del calibro di Spalla, Marzorati e Giussani. Il 1° agosto ad Intra, in un’apposita riunione che serve da “prova generale” per Anversa, Dall’Oro affronta Zanatti in un match amichevole dove comunque dimostra buona tecnica ed una crescita notevole rispetto alle ultime uscite: segno evidente, commentano i giornalisti, che Dall’Oro ha saputo mettere a frutto lo stage collegiale. Tuttavia la trasferta in terra belga non nasce sotto una buona stella.

I nostri non hanno mai combattuto all’estero ed il viaggio si sviluppa tra mille difficoltà. Il CT Caversazio si sforza, ma un dirigente al seguito spende i pochi soldi destinati agli azzurri per suoi bisogni personali, il tragitto in treno (in terza classe) è scomodo e non certo ottimale per un’adeguata preparazione. Oltretutto la locomotiva arriva ad Anversa soltanto alla vigilia delle gare. Non c’è tempo per acclimatarsi e, forse, neppure per gareggiare dato che gli organizzatori non trovano i pugili italiani tra gli iscritti: la neonata Federazione aveva probabilmente dimenticato di segnalare i loro nomi al CIO! Seguono fasi concitate, c’è il rischio di aver fatto un viaggio a vuoto, ma interviene proprio uno degli stessi pugili, il piemontese Garzena, che trova la soluzione: interpella i dirigenti della Federazione Svizzera, che ben conosce in quanto ha iniziato la carriera proprio in terra elvetica dove era emigrato, i quali si adoperano molto ed intercedono per i nostri che, alla fine, vengono ammessi alle gare. Tutti tranne il milanese Giuseppe Zanati che per soli due etti non rientra nel limite della sua categoria, i “gallo”, e può dunque solo assistere i compagni da bordo ring. Dall’Oro invece combatte nei “mosca” il cui peso limite è 50 kg. A questo torneo partecipano 16 atleti di 9 nazioni. Le gare si svolgono nel Salone delle Feste della Società Zoologica Reale, nei pressi dello zoo di Anversa e della Stazione Centrale. Il 21 agosto Dall’Oro affronta nel primo turno il francese Albert, ma già alla prima ripresa l’arbitro sospende l’incontro e dichiara perdente l’italiano per k.o.t. Dall’Oro subisce una dura lezione dal francese, poi quarto nella classifica finale che vede primo lo statunitense Genaro[1] il quale vince ai punti la finale contro il danese Pedersen mentre il bronzo va al britannico Cuthbertson. Dopo i Giochi, Dall’Oro rimane tra i dilettanti per qualche stagione, ma non ottiene più risultati importanti.


[1] Vero nome Francesco (Franco) Di Gennaro, nato a New York il 26 agosto 1901, di chiara origine italiana. Diventa per tutti Frank Genaro e sarà Campione del Mondo tra i professionisti dal 1928 al 1931 nei pesi mosca