Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/cuccia_piccola.jpg

CUCCIA Vincenzo

Palermo 20.03.1892 / Palermo 02.03.1979

1924. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Spada a Squadre

Inizia a tirare nella sala d’armi Salafia. Complice la guerra, si segnala solo nei primi anni Venti. Alla fine di giugno 1921 è 2° nei tricolori militari di spada, battuto da Negro ed alla fine di ottobre, a Milano, si piazza 4° nella “Spada d’argento Ostali” vinta da Chippa. Il 27 novembre è secondo nel torneo di spada del Veloce Club Milano, superato da Madini mentre chiude terzo nella sciabola. Dunque predilige la spada, ma si difende anche con la sciabola. Stabilitosi a Milano, si tessera per il Veloce Club ed il 15 febbraio 1922 vince il torneo di spada ad Asti. Dopo una battuta a vuoto nella prima prova della “Spada d’argento Ostali” a Milano (solo nono), ai primi di giugno è a Pallanza: terzo nella sciabola (superato da Urbani e Spotti), settimo nella spada vinta da Basletta. Ai tricolori di Cremona del 18 giugno chiude al quinto posto il torneo di sciabola dominato dal livornese Puliti. Nel 1923 passa alla “Patriottica” nei cui locali il 13 gennaio vince il torneo di spada ed è 5° nella sciabola. A 31 anni è uno dei migliori schermidori meneghini tant’è vero che viene scelto per il match Piemonte-Lombardia che si svolge a fine aprile nei locali della gloriosa “Società Ginnastica Torino”: Cuccia vince un solo incontro e la Lombardia perde 6-9. Cuccia si riscatta il 1° luglio quando si aggiudica una prova della “Coppa Ostali” sia nella spada che nella sciabola, arma in cui è solo 4° il 2 dicembre nel torneo al Veloce Club di Milano vinto da V. Spotti. Inevitabilmente, Cuccia nel 1924 punta ai Giochi. La prima selezione olimpica si svolge a fine febbraio alla Farnesina: Cuccia vince il suo girone di sciabola ed entra a vele spiegate nella lista dei 30 “probabili azzurri”. Altrettanto riesce a fare con la spada. Si ripete nella seconda selezione, a Bologna il 16 e 17 aprile e vola nella prova decisiva di Milano. Qui, nei locali della “Società del Giardino”, alla fine di maggio si disimpegna bene nei gironi finali delle due armi: nella spada è terzo, superato da Canova e Bertinetti, mentre nella sciabola finisce sesto. Si guadagna comunque la maglia azzurra in entrambe le prove, sia pure solo nelle gare a squadre, come indicato dal CT Flauto. E’ in forma: il 6 giugno a Cremona, nella sontuosa sede di Palazzo Affaitati, chiude secondo il torneo di sciabola, battuto solo dal forte Puliti. Il giorno seguente vince il torneo di spada. confermandosi schermidore di alto livello. A Parigi può essere una pedina importante nei tornei a squadre.

Le gare olimpiche di scherma si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Cuccia gareggia nella spada a squadre cui prendono parte 16 nazioni. Si inizia il 6 luglio, col primo turno. Perdiamo 9-7 con la Spagna e Cuccia non è in pedana. Vi entra, per non uscirne più, nell’incontro seguente, con la Norvegia, che a sorpresa si rivela già decisivo per il passaggio del turno. Dobbiamo vincere e vinciamo, non senza sofferenza, ed il punteggio parla chiaro: 9-7. Cuccia è il migliore dei nostri: perde un solo incontro (con Heide) e vince gli altri tre (Lorentzen, Akre-Aas, Falkenberg), portando alla fine i punti fondamentali. Il 7 luglio affrontiamo i quarti di finale. Battiamo i Paesi Bassi 10-6, con Cuccia ancora in grande spolvero. Perde di nuovo un solo assalto (con De Beuafort) e ne vince tre (Brouwer, De Jong, Wijnoldy-Daniels). Poiché i Paesi Bassi vengono sconfitti anche dalla Francia, dato che passano le prime due, non disputiamo il match coi transalpini. Situazione analoga il giorno seguente: ci vendichiamo della Spagna (10-6), battuta anche dal Belgio. Con gli iberici Cuccia ne vince due (Delgado e Diez) e ne perde due (Pomes e Garcia). Voliamo quindi in finale, disputata il 9 luglio. Combattiamo un grande match con i fortissimi francesi: impattiamo 8-8 ma decide il conto delle stoccate e perdiamo per un solo punto (21-20). Cuccia si ripete: due vittorie (Labatut e Lippmann) e due sconfitte (Ducret e Buchard). Perdiamo, nettamente, anche col Belgio, 11-5, con Cuccia in difficoltà: vince un solo incontro (con De Montigny) e ne perde tre (Tom, Delporte, De Craecker). Alla fine si rivela decisivo il match col Portogallo, domato a fatica 8-7, con Cuccia di nuovo non esaltante: una vittoria (Mayer) e tre sconfitte (De Paiva, Leal, Da Silveira). Ma è bronzo! Oro alla Francia ed argento al Belgio. Per Cuccia è il coronamento della carriera, al termine di un torneo altalenante, nel quale comunque ha dato, soprattutto nei primi turni, un grande contributo alla causa azzurra. In finale non ha reso al massimo, ma comunque ha combattuto bene contro i più grandi spadisti del mondo. Cuccia ci riprova nel torneo di sciabola a squadre cui prendono parte 14 nazioni. Si inizia il 12 luglio, col primo turno dove i nostri battono la Cecoslovacchia 11-5 e la Grecia 14-2, ma Cuccia non scende in pedana. Entra in squadra invece il giorno seguente nel complicato ed ostico match contro il Belgio. Non va troppo bene: vince solo contro Delporte (4-2) ma perde gli altri tre assalti (4-0 da Willems, 4-2 da Feyerick e 4-3 da Tom). Ciò compromette non poco il risultato globale dei nostri: l’incontro difatti termina 8-8 e prevaliamo solo per il computo delle stoccate. Nell’altro incontro del girone battiamo agevolmente 12-4 gli USA, con Cuccia in panchina. Poiché anche l’Ungheria vince con Belgio ed USA e visto che passano due squadre, diviene superfluo il match con i magiari che difatti non viene disputato. Il 14 luglio situazione analoga in semifinale dove comunque Cuccia non gareggia. L’Argentina è superata sia dall’Italia, 14-2, che dalla Cecoslovacchia e dunque non incontriamo i cechi. Siamo dunque in finale, disputata il 15 luglio, con Cuccia di nuovo assente. Vinciamo bene, 11-5, con la Cecoslovacchia. Fatichiamo non poco a domare i Paesi Bassi, 9-7. L’incontro decisivo, come da tradizione, è con l’Ungheria. Match tiratissimo ed equilibratissimo: finisce 8-8 ma stavolta il computo delle stoccate ci premia, 50-46. Medaglia d’oro! Ed a svantaggio degli odiati magiari con cui, da tempo, è in atto una fiera polemica, acuitasi proprio in questa edizione dei Giochi. In definitiva Cuccia ha disputato un solo incontro, peraltro neanche in modo esaltante. Ma tanto basta: anche lui si fregia dell’oro che corona alla grande la sua carriera.

Nel 1925 si dedica alle esibizioni, anche come giurato, dove è sempre molto applaudito. Il 14 dicembre. al teatro Del Verme di Milano, perde 3-6 un match di spada con l’altro olimpionico Canova. Quattro giorni dopo, ancora con la spada, supera a Firenze il francese Delevoye per 10-9, in un assalto che infiamma il pubblico. A 33 anni Cuccia ormai è alla fine della sua parabola agonistica: diserta pure i tricolori, rimanendo però personaggio di spicco del settore schermistico. Militare di carriera, saltuariamente ricompare in pedana per qualche esibizione come l’11 aprile 1927 a Vercelli dove, con la spada, è battuto da Bertinetti 10-7. Il 1° giugno è inserito nella Nazionale che vince gli Europei Militari di spada a L’Aja, nei Paesi Bassi[1]; gli avversari più ostici si rivelano Francia e Paesi Bassi, superati 9-6 entrambe ed alla fine nell’ordine sul podio. L’olandese De Jong si “vendica” nella prova individuale, con Cuccia secondo. 4 giorni dopo i nostri, con la stessa formazione, conquistano il bronzo nella gara a squadre di sciabola, sopravanzati da Ungheria e Paesi Bassi. Cuccia poi termina quarto il torneo individuale vinto dal magiaro Terzianski. Alla fine di gennaio 1928 è a Cannes dove chiude al nono posto il torneo di spada dominato dai francesi, pure aiutati dai giudici. Cuccia cerca la qualificazione per i Giochi, ma è difficile. Il 28 febbraio partecipa alla preolimpica di spada disputata a Vercelli dove si affrontano due squadre miste: 2-3 il suo score, tutt’altro che entusiasmante. A Montecarlo il 18 marzo gareggia con l’Italia nella “Coppa Gauthier” di spada: i nostri chiudono al secondo posto, battuti dalla Francia dopo un match memorabile, perduto 4-5. Il 22 aprile è grande protagonista ai campionati lombardi di Lodi: vince nella sciabola e si piazza secondo nella spada, battuto da Riccardi. Sette giorni dopo, è a Napoli per i tricolori di sciabola dove chiude al settimo posto (vince De Vecchi). Nell’ultima e decisiva preolimpica, il 23 giugno a Cremona, si infortuna e ciò gli costa caro: viene comunque selezionato per i Giochi, ma relegato al ruolo di riserva. Difatti non gareggerà ad Amsterdam. Si rivede nel 1929 a Budapest, tra la fine di maggio ed i primi di giugno, negli Europei militari: vince la spada a squadre e chiude secondo la sciabola a squadre (primeggia l’Ungheria). Il 3 novembre si aggiudica il campionato lombardo di sciabola. Nel frattempo scrive anche sulla “Gazzetta”, diventando corrispondente per le prove schermistiche più importanti, e continua la carriera nell’Esercito. Difatti a metà luglio del 1930 partecipa agli Europei militari ad Ostenda dove vince la spada a squadre. Nell’ottobre del 1931 viene inserito nella lista dei “probabili olimpici” anche se le sue chances di figurare ai Giochi non sembrano molte: tuttavia Nedo Nadi, il CT azzurro, lo apprezza e non lo dimentica. Ma alla fine a Los Angeles va solo come accompagnatore, giudice e giornalista. Continua quest’ultima attività per molti anni alla “Gazzetta”, sempre attento e partecipe delle vicende azzurre, entusiasta nei trionfi ma anche capace di criticare quando necessario. Ai Giochi del 1936 è Presidente di giuria, carica che ricopre anche nel 1948 e 1952.


[1] Con lui Anselmi, Moricca, Bertinetti, Pezzana, Capone, Gotti e Rosichelli