COSTANTINO Tommaso
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Tunisi (Tunisia) 23.06.1885 / Brindisi 28.02.1950
1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, Eliminato Semifinale Fioretto Individuale
Nato in Tunisia da genitori italiani, rientra presto in Italia. Tira bene di scherma anche se è assorbito soprattutto dagli studi: riesce difatti a laurearsi in medicina. La prima guerra mondiale, dove è inviato al fronte, blocca la sua carriera agonistica. Se ne riparla nel 1919 quando Costantino torna in pedana: nonostante i 33 anni suonati, è in forma, tonico, ben presente. Sogna i Giochi del 1920 e non teme il confronto. Nelle varie prove di selezione, disputate con eliminatorie regionali, si conferma tra i migliori e non solo in un’arma. Difetta nella sciabola, ma con fioretto e spada teme pochi rivali. Il capitano della nostra Nazionale è il grandissimo Nedo Nadi, già oro olimpico a Stoccolma, che in realtà recita anche il ruolo di selezionatore occulto: non si entra in squadra senza il suo consenso. Nadi ha bisogno di gente fidata, di rendimento sicuro, che non crei polemiche né sotterfugi, che sappia stare al proprio posto. Costantino gli sembra l’uomo giusto e per questo il suo nome entra nella lista per Anversa. Nadi non sbaglierà nella scelta.
Costantino esordisce nella prima prova in programma della scherma: il fioretto a squadre che inizia lo stesso giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, il 15 agosto. Si gareggia in due playground: turni eliminatori al Royal Beerschot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion e la finale al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Alla prova a squadre partecipano 8 nazioni ed il regolamento è semplice: si affrontano 4 atleti alla volta, tutti contro tutti, ed ogni singolo incontro viene deciso alla terza stoccata a favore. Sono possibili sostituzioni dopo ogni match ed i nostri adotteranno un cospicuo turn-over, risparmiando i grandi calibri quando possibile. Nella mattina del giorno 15 gli azzurri iniziano con la Gran Bretagna, liquidata 9-7 da una compagine di seconde schiere nella quale anche Costantino fa la sua bella figura (con lui Terlizzi, Speciale e Baldi). Con lo stesso punteggio è superato anche il Belgio (senza Costantino), poi tocca alla Danimarca ed alla Cecoslovacchia, quasi annientate. L’Italia domina il suo girone eliminatorio (4-0) e si prepara alla finale, ben decisa a vendicare la cocente sconfitta dei Giochi Interalleati di Parigi dell’anno precedente. Il giorno della verità è il 17 agosto, si comincia alle 9 di mattina. In finale l’unico dei nostri a non scendere in pedana è Baldi, ma gli altri sono strepitosi. Costantino gareggia contro la Danimarca, superata 12-4 anche col suo buon contributo (vince due assalti). Quindi torna in panchina ed assiste alle schiaccianti vittorie dei nostri contro Gran Bretagna, schiantata 16-0, e gli Usa, battuti nettamente 13-3. Il match decisivo, come prevedibile, è con la Francia. Gaudin, il “campionissimo” transalpino fa paura, soprattutto quando Nedo Nadi viene battuto 3-2, ma ci pensa uno strepitoso Aldo a ridimensionarlo. Sul punteggio di 8-7 per noi, tocca a Puliti contro Ducret che è un osso duro e per di più è stato allevato da un maestro italiano, Gabrielli. Ma viene steso 3-1 ed è trionfo azzurro, il primo a squadre nella scherma. Argento ovviamente alla Francia, bronzo agli USA. Per Costantino, che comunque ha ripagato la fiducia di Nadi ed è stato buon protagonista, una gran bella soddisfazione. Che non viene bissata nel torneo di fioretto individuale. Le gare stavolta si svolgono interamente al succitato Floralien. Al via 56 schermidori di 10 nazioni. Si inizia la mattina del 17 agosto e Costantino inizia alla grande: nella poule eliminatoria vince 4 incontri e ne perde uno solo, col belga De Montigny, passando comunque il turno. Il suo cammino si ferma però in semifinale dove vince 2 incontri ma ne perde tre, venendo eliminato. Onorevole comunque la sua prestazione in un torneo che vede un’altra affermazione del grandissimo Nedo Nadi, col secondo oro dei cinque ottenuti in questa edizione. Ma anche per Costantino non finisce qui. Il 20 agosto difatti si cimenta nel torneo di spada a squadre che si svolge al succitato Floralien. Partecipano 11 nazioni. Non siamo favoriti: la Francia è fortissima, Portogallo e Belgio temibili. Commettiamo probabilmente un’imprudenza, certamente dettata dal cercare il risparmio di energie e dovuta anche alle imperfette condizioni di Nedo Nadi che ha qualche linea di febbre. Fatto sta che affrontiamo la poule eliminatoria schierando molte seconde linee. Non a caso fatichiamo parecchio a centrare la qualificazione. Perdiamo 7-8 col Portogallo, strappiamo un faticoso 6-6 alla Svezia, domiamo a fatica i Paesi Bassi 7-6, evento che, alla fine, si rivelerà il passo decisivo. Unico spunto importante, il successo 8-4 col Belgio. Lo score 3-1 ci consente comunque di approdare in finale. E qui le cose cambiano perché entrano i tre “titolari fissi”, i fratelli Nadi ed Olivier. I nostri danno spettacolo: la Svizzera (con Urbani quarto uomo) è domata 8-7, il Portogallo (con Thaon di Revel) è schiantato 12-3, la Francia 9-7 ed il Belgio 10-6. Negli ultimi due matches il quarto uomo è proprio l’ottimo Costantino che si rivela dunque schermidore duttile, in grado di primeggiare con ogni arma e capace di tenere alla grande il ruolo di “spalla” ai più grandi campioni italiani. E’ praticamente fatta, manca solo l’incontro con gli USA che finisce in un abbraccio collettivo dopo che Nedo ha infilzato Lyon, garantendo ai nostri la stoccata che matematicamente ci mette al riparo da ogni sorpresa. Prima l’Italia, secondo il Belgio col famoso Boin, solo terza la Francia. Un altro oro e nella specialità storicamente meno amata dai nostri! Grandissima prova di squadra anche se poteva certamente essere gestito meglio l’inizio. L’aver fatto risparmiare energie ai “capitani” nel turno eliminatorio, può comunque aver positivamente influito sul loro rendimento in finale, ma ci siamo esposti a troppi rischi. Costantino, bravo in finale, ha contribuito notevolmente ad un successo storico per l’intero nostro movimento, importante anche sotto l’aspetto tecnico e psicologico.
Dopo i Giochi, l’appagato Costantino si dedica interamente alla medicina. Torna in Tunisia e diventa oftalmologo in un ospedale italiano. Ma il richiamo della scherma è troppo forte e nel 1921 Costantino vince il titolo tunisino. Rientra in Italia solleticato dal richiamo olimpico. A febbraio 1924 partecipa alla prima preolimpica, tenutasi a Roma, e riesce ad entrare nella lista dei 30 azzurrabili nella spada, ma nelle successive prove delude e non riesce a qualificarsi per i Giochi. Continuerà poi ad esercitare con successo la professione medica in Tunisia, rientrando saltuariamente a gareggiare in Italia: nel 1927 a Cremona sarà 8° nella spada e 11° nel fioretto oltre che secondo, alle spalle dell’Italia, nella gara a squadre di spada, con la “Tunisia”, compagine in realtà costituita da italiani residente in Africa. L’anno seguente è battuto nel campionato tunisino di sciabola da Rallo. Poi di lui si perdono le tracce.
Anversa 1920. La Nazionale azzurra oro nella sciabola a squadre. Presente pure Costantino, secondo da destra ed evidenziato dal tondo