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CORNAGGIA-MEDICI Giancarlo

Milano 16.12.1904 / Milano 23.11.1970

1928. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre

1932. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada Individuale, MEDAGLIA D’ARGENTO Spada a Squadre

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Spada Individuale

Appartiene ad una nobile famiglia lombarda le cui origini risalgono al XIII secolo. Il padre[1] è un noto politico, personalità autorevole ed influente dell’alta società meneghina, la madre (Anna Gallarati Scotti) una contessa. Sin da adolescente apprende l’arte della scherma, in particolare con la spada, l’unica arma in cui si cimenta ad alti livelli. Molto precoce, già a 17 anni ottiene i primi risultati degni di nota: il 21 maggio 1922 è settimo nella “Spada d’argento” a Milano, vinta dal genovese Vanzetti. L’8 dicembre Cornaggia chiude al quinto posto il campionato lombardo, organizzato dalla gloriosa “Società del Giardino” meneghino. Il 20 dicembre vince il suo primo importante torneo di spada, a Bologna. I tecnici lo seguono con attenzione, ha talento. Alla fine di aprile del 1923 è selezionato per il match Piemonte-Lombardia che si svolge nei locali della “Società Ginnastica Torino”. Si comporta bene, vince due assalti ma non basta perchè il Piemonte, con un grande Canova, si aggiudica l’incontro 9-6. Il 2 giugno, in una grande riunione alla “Società del Giardino”, alla quale prende parte anche l’asso francese Gaudin, incontra Spotti e lo batte 10-7. Viene osannato come “grande promessa”. Il 2 dicembre nella prova della “Coppa Ostali”, al Veloce Club di Milano, chiude secondo, battuto solo da Mantegazza. Nel 1924 prova a conquistare la maglia azzurra dei Giochi. A fine febbraio partecipa alla prima prova di selezione olimpica, a Roma, brillando nella spada ed entrando nella lista dei 30 azzurrabili. Riesce a superare anche il secondo scoglio, la prova che si tiene a Bologna il 16 e 17 aprile. Si arriva alla selezione finale, disputata il 30 maggio alla “Società del Giardino” di Milano. Cornaggia va bene, chiude al terzo posto a pari merito, dietro due stagionati specialisti come Canova e Bertinetti. Ma non convince la Commissione Tecnica, che probabilmente lo ritiene ancora inesperto per l’agone olimpico, e viene escluso dalla lista degli azzurri dove probabilmente avrebbe meritato di essere inserito, con la “politica sportiva” a fare la sua parte. Causa la delusione ed il militare, Cornaggia sparisce di scena per quasi due anni: abbandona le pedane illustri ma non certo la scherma, allenandosi con vigore.

Si rivede solo il 24 marzo 1927 al Teatro Lirico di Milano, in una grande esibizione definita “preolimpionica”: con la spada vince 8-6 contro Hostalier. Il 21 dicembre è a Parigi dove, nella Sala Wagram, quasi in un anticipo di Giochi, la Francia batte i nostri 20-16. Cornaggia non brilla: vince due incontri, ma ne perde quattro. Però ormai è entrato nel giro giusto. Il 1928 è altra annata olimpica e stavolta Cornaggia non vuole perdere il treno per Amsterdam. Difatti emerge il 17 gennaio nella preolimpica di spada che si tiene a Milano nella solita “Società del Giardino”: perde solo con Ragno e vince gli altri quattro assalti. Il 28 febbraio è tra i migliori nella preolimpica disputata a Vercelli: 5-1 il suo score, un posto in Nazionale sembra sicuro anche se continua a far discutere la sua posizione difensiva, del tutto caratteristica e personale, poco accademica, col braccio accorciato sul fianco. Il 4 marzo è a Bruxelles dove i nostri affrontano i padroni di casa. Nella spada perdiamo 4-5, con Cornaggia che è il migliore tra gli azzurri, con due vittorie ed una sconfitta. Il giorno dopo gareggia ad Anversa, contro altri avversari belgi. Cornaggia batte Robert e De Beauklaer, ma perde con Noel. I nostri comunque si impongono 6-3, con Cornaggia che si conferma anche a livello internazionale. La tournée continua la settimana seguente nei Paesi Bassi. A Rotterdam Cornaggia fa parte della nostra squadra di spada che supera 12-3 i padroni di casa, battuti di nuovo a Rotterdam ed il 10 marzo ad Amsterdam, con lo stesso punteggio di 7-1. Cornaggia è una sicurezza ed il posto per i Giochi sembra già suo. Inoltre si conferma: il 13 maggio a Venezia chiude al secondo posto il tricolore di spada, battuto solo da Riccardi. Brilla anche nell’ultima e decisiva preolimpica, il 23 giugno a Cremona: termina al terzo posto e si assicura la maglia azzurra. I grandi maestri Mangiarotti e Weiss rifiniscono a Milano la preparazione dei nostri spadisti che partono per i Paesi Bassi perfettamente a posto, potenzialmente in grado di primeggiare contro chiunque.

Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Cornaggia-Medici gareggia nella spada a squadre che inizia il 4 agosto e vede al via 18 nazioni. Esentati dal primo turno per sorteggio, gli azzurri esordiscono nei quarti di finale. I nostri iniziano bene: superano brillantemente il turno, battendo 11-4 la Germania, 11-5 l’Egitto e 12-4 la Spagna. Cornaggia-Medici va alla grande e vince 8 assalti su 8. Con gli iberici batte Delgado, Diez, De Pomes e Garcia; con gli africani si impone su Moyal, Cicurel, Misrahi e Adda. Rimane in panchina con i tedeschi. Poche ore dopo la semifinale: non gareggia contro Portogallo e Paesi Bassi, liquidati entrambi dai nostri con un bel 10-6, ma torna in pedana contro la Cecoslovacchia ed è un altro 4-0: batte difatti Harden, Jungmann, Tille e Beznoska, con gli azzurri che predominano 13-2. Il giorno seguente, 5 agosto, tocca alla finale: Cornaggia-Medici è titolare fisso, ma non va benissimo. Contro Francia, Portogallo e Belgio difatti vince sempre un assalto e ne perde tre. Coi transalpini supera solo Schmetz e perde con Cornic, Massard e Buchard. I nostri comunque vincono 9-7 e si spianano la strada verso l’oro. Col Belgio Cornaggia-Medici batte solo Tom, venendo sconfitto da Delporte, Barbier e De Beukelaer, ma gli azzurri primeggiano 10-6. Infine col Portogallo il battuto da Cornaggia-Medici è Sassetti mentre perde con Paredes, Da Silveira e d’Eça Leal, ma la nostra squadra prevale 9-6. Tre vittorie e zero sconfitte in finale: è oro azzurro! Per Cornaggia-Medici un buon torneo, ma non certo eccezionale in finale, per uno score di 15-9: una partecipazione olimpica comunque memorabile, per un successo altamente significativo. Nel 1929 prosegue su alti livelli. Il 24 gennaio disputa a Cannes il torneo di spada: chiude ottimo secondo, alle spalle del forte francese Cattiau. Il 17 marzo a Montecarlo, nella “Coppa Gautier”, assieme ad Agostoni e Riccardi, altra piazza d’onore: i nostri battono nettamente Svizzera e Portogallo, ma perdono 6-3 con la Francia che si aggiudica la manifestazione. Il 14 aprile a Napoli termina al 6° posto il torneo di spada degli Europei vinto da Cattiau. Si rivede a metà luglio quando a Carlsbad, in Boemia, con Ragno ed Anselmi, porta l’Italia a vincere il torneo di spada a squadre: 8-1 a Germania e Cecoslovacchia, 5-3 alla Francia i risultati. Il 27 dicembre, con la squadra della “Società del Giardino[2]” nei locali della quale s’è svolto l’incontro, termina secondo la “Coppa Lombarda” di spada a squadre: vince la “Patriottica”.

Nel 1930 si mantiene su alti livelli. Il 16 febbraio termina al terzo posto il torneo di spada a St. Moritz, preceduto da Riccardi e Cattiau. Il 23 marzo è a Montecarlo per la “Coppa Gautier” di spada a squadre contro la Francia. I nostri si impongono di misura, 31-30 dopo un grande duello[3]. Un altro bel match di spada coi francesi si svolge a metà aprile al Teatro Lirico di Milano: i nostri, con Cornaggia non impeccabile (2-2 il suo score) si impongono 10-6[4]. Agli Europei di Liegi gli azzurri, con Cornaggia, ottengono l’argento nella spada a squadre: battono 9-7 la Francia e sembra fatta, ma subiscono una netta sconfitta col Belgio e chiudono secondi[5], attirandosi le critiche della stampa. Nel 1931 la musica non cambia di molto. Il 4 febbraio al Teatro Lirico di Milano, in una grande serata d’armi, con la spada perde 6-8 dal belga De Beur. Il 22 marzo a Montecarlo è nella squadra azzurra che contende la “Coppa Gautier” di spada alla Francia che però vince 21-15[6]. Cinque giorni dopo, è a Bruxelles dove con la spada è battuto 10-9 da Tom. Si “vendica” due giorni dopo quando i nostri superano 10-6 il Belgio[7]. Il 1 giugno Cornaggia-Medici vince a Vienna il Campionato Europeo a squadre di spada[8] mentre il giorno seguente nel torneo individuale si ritira clamorosamente per protesta contro le decisioni di una giuria troppo avversa agli azzurri. Poi si pensa ai Giochi. Non esistono vere e proprie selezioni, ma vari ritiri collegiali dove il CT Nedo Nadi osserva gli schermidori, misurandoli in prima persona con vari assalti e valutandoli anche attraverso innumerevoli scontri diretti. Cornaggia-Medici si allena per mesi a Milano, assieme al maestro Mangiarotti che ne rifinisce la forma, togliendogli alcuni piccoli difetti. Non vi sono molti dubbi per Nadi che si fida ciecamente di Mangiarotti (e fa bene): Cornaggia-Medici ha il suo posto assicurato nella lista azzurra per la spada, comunicata con largo anticipo, ai primi di febbraio. Oltre tutto Cornaggia-Medici si conferma grande l’11 aprile quando gli azzurri vincono a Nizza la tradizionale “Coppa Gautier”, superando la Francia 23-13[9]. Nella stessa sede due giorni dopo chiude secondo il torneo individuale, battuto solo dal francese Jourdan. Il 15 maggio, in un’esibizione a Como con la spada, viene superato da Agostoni 9-10 dopo un match brillantissimo da ambo le parti. L’11 giugno a Vigevano, in un’altra esibizione con la spada, è nettamente battuto (4-10) da Riccardi. Poi, dopo l’ultimo collegiale a Roma, si pensa al viaggio per l’America. Il 1 luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico.

Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Ovviamente, gli schermidori provano anche alcuni assalti, pur negli spazi angusti dell’imbarcazione. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e nel clan azzurro cresce la fiducia. Le gare olimpiche di scherma si svolgono nei locali dell’Armeria di Stato del 160° Fanteria, all’Olympic Park di Los Angeles. Cornaggia-Medici esordisce nel torneo a squadre che vede al via solo 7 nazioni ed inizia il 5 agosto anche se i nostri quel giorno non gareggiano, esentati per sorteggio dal primo turno. Accedono difatti direttamente alla semifinale del giorno seguente. Primo avversario il Messico, facilmente battuto 13-3. Cornaggia-Medici esce con uno score di 3-1: perde con Delgadillo 2-3, ma batte Prieto Souza 3-0, Prieto e Valero 3-1. Al suo fianco Ragno, Riccardi ed Agostoni. Poichè anche il Belgio supera il Messico ed accedono in finale le prime due squadre, il match fra azzurri e belgi non si disputa in quanto inutile. Il 7 agosto dunque è finale. Molto, se non tutto, si decide contro la Francia: i nostri perdono 9-7. Cornaggia-Medici è in pedana, con Agostoni, Riccardi e Ragno. Vince un bel duello con Cattiau 3-2, ma poi perde gli altri tre assalti: 1-3 con Buchard, 2-3 con Schmetz e Piot. La via per l’oro è compromessa da questa sconfitta. Vinciamo bene comunque gli altri due incontri, 11-5 col Belgio, dove Cornaggia-Medici rimane in panchina, e 9,5-6,5 con gli USA dove Cornaggia-Medici è affiancato da Riccardi, Minoli e Ragno. Qui Cornaggia-Medici perde 0-3 con Shears, ma batte Calnan e Jaeckel per 3-1, Righeimer per 3-2. I nostri dunque conquistano l’argento, alle spalle della Francia e davanti agli USA.

Per gli azzurri è un piccolo passo indietro rispetto ad Amsterdam, ma c’è poco da recriminare e comunque l’argento rimane un bel risultato. Anche per Cornaggia-Medici che certo non è apparso brillante in finale, discontinuo ed abulico, attirandosi qualche critica neanche troppo velata. Cerca la rivincita nel torneo individuale, al via l’8 agosto con 28 schermidori di 12 nazioni. Nel primo turno Cornaggia-Medici non appare straordinario: chiude il girone al terzo posto, superato dal belga Janlet e dal francese Cattiau, con uno score di 4-2. Perde proprio con questi due uomini suddetti mentre sconfigge 3-0 l’ungherese Benko, 3-1 lo statunitense Heiss, il messicano Prieto Souza ed il canadese Dalton; pareggia 3-3 con lo svedese Lidstrom. Va meglio, ma non troppo, in semifinale quello stesso giorno: con uno score di 6-3 chiude al secondo posto, dietro il francese Schmetz da cui viene sconfitto 3-1. Perde anche con Janlet, ancora 1-3, e con lo statunitense Calnan 2-3. Vince invece 3-1 con lo svizzero De Graffenried e lo svedese Lindman, 3-0 col belga Poplimont, 3-2 con Agostoni, il danese Leidersdorff e lo svedese Lindstrom. Il giorno seguente in finale non è tra i più attesi, ma si rende protagonista di un exploit, sfruttando le incertezze degli avversari in un girone comunque equilibrato. Trova anche due fortunosi pareggi per 3-3, con Agostoni e l’argentino Saucedo, che lo aiutano non poco. A sorpresa perde con lo svedese Lindstrom 1-3, ma poi vince gli altri 8 incontri: 3-0 col belga De Beukelaer, 3-1 coi francesi Buchard, Schmetz e Cattiau oltre che con lo statunitense Calnan e lo svizzero De Graffenried; 3-2 con Ragno e lo svedese Thofelt (tra l’altro ottimo pentathleta). Alla fine il suo score, 8-2-1, è il migliore e guadagna uno splendido oro. Argento per il francese Buchard, con 8-3 e qui si capisce come Cornaggia-Medici abbia vinto proprio grazie a quei due pareggi. Bronzo per Agostoni, con 7-1-3, e “medaglia di legno” per Ragno: tre azzurri nei primi quattro fanno aumentare notevolmente le recriminazioni per l’esito della gara a squadre. In ogni caso un grande trionfo per i nostri e per Cornaggia-Medici che ha trovato il massimo rendimento proprio al momento giusto, in finale, dopo i turni precedenti non proprio fenomenali. È dura smaltire la sbornia olimpica, oltre tutto con un oro al collo. Tra viaggio di ritorno, feste e premiazioni (col Duce e Principe Umberto compresi), passano due mesi buoni. In pratica Cornaggia-Medici non torna in pedana sino al 13 giugno 1933 quando è nella Nazionale che si aggiudica l’oro agli Europei di spada, risultando tra i migliori del lotto[10]. Il 28 giugno si diletta con la sciabola a Vercelli dove, in un’esibizione, affronta il “vecchio” Bertinetti, superandolo 8-5.

Sparisce di scena sino al 15 aprile 1934 quando è nella Nazionale di spada che a Montecarlo guadagna il torneo davanti a Belgio (superato 18-14) e Francia (18-8). Con lui Ragno, Rastelli e Brusati. Non va altrettanto bene agli Europei di Varsavia, tra 23 e 24 giugno: i nostri, con un ottimo Cornaggia-Medici, nel girone finale battono facilmente la Germania (24-8), ma impattano con la Svezia e Francia, premiata dal conto delle stoccate (34-36) che le vale l’oro. Per gli azzurri un mesto e sfortunato argento cui si aggiunge per Cornaggia-Medici il ritiro per infortunio nella finale del torneo individuale di spada. Torna in pedana solo il 2 febbraio 1935 a Sanremo dove, con Ragno e Mangiarotti, supera 10-8 i francesi in un grande match di spada. Alla fine di marzo tocca alla tradizionale “Coppa Gautier” a Nizza: gli azzurri, con un ottimo Cornaggia-Medici, vincono alla grande, superando nettamente Germania (25-7), Belgio (22-10) e Francia (18-6), per un trionfo indiscutibile. Non va altrettanto bene il 1 aprile a Montecarlo nella “Coppa del Principe[11]”: battiamo la Francia 9-7 e sembra fatta perchè i transalpini schiantano 8-1 il Belgio con cui però andiamo in difficoltà, a sorpresa, e perdiamo 8-7. La coppa così non viene assegnata, essendo le tre squadre a pari merito. Cornaggia-Medici sparisce poi di scena. Si rivede solo ai tricolori di spada del 1936, disputati alla “Patriottica” meneghina il 31 maggio: finisce sesto (vince D. Mangiarotti). Ma Nedo Nadi, che nel frattenpo è divenuto Presidente della Federazione ed ha il ruolo di indiscutibile supervisore della preparazione olimpica, non s’è certo dimenticato di lui e non lo sottovaluta. Così Cornaggia-Medici entra nella lista degli “azzurrabili” convocati per il tradizionale ritiro collegiale preolimpico, svoltosi nella quiete quasi monastica di Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio. Poi si parte, in treno da Verona, per Berlino.

Ai Giochi, Cornaggia-Medici esordisce nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni. Il 7 agosto i nostri vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Mangiarotti, Pezzana, Ragno e Cornaggia-Medici che vince con Dunay e Bezegh-Huszagh mentre i due punti sono perduti da Ragno e Mangiarotti, battuti entrambi da Dunay. Poichè l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzurri, divenuto inutile. Cornaggia-Medici è in panchina nel match seguente, il quarto di finale con la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3. In pedana troviamo Mangiarotti, Riccardi, Brusati e Pezzana. Poichè anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzurri, divenuto inutile. L’8 agosto si va dunque in semifinale e Cornaggia-Medici non è titolare neppure contro il Portogallo, agevolmente sconfitto 8-2. La compagine è formata da Mangiarotti, Ragno, Brusati e Pezzana. Questi ultimi due sono perfetti (3-0) mentre i due punti sono perduti ancora da Mangiarotti e Ragno, superati entrambi stavolta da Da Silveira. Cornaggia-Medici rientra contro gli USA ed arriva un’altra bella vittoria, 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1: in pedana vanno anche l’inamovibile Mangiarotti, Riccardi e Brusati. Cornaggia-Medici è sconfitto da De Capriles mentre vince con Sands, Righeimer e Heiss. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Cornaggia-Medici è titolare fisso dei tre incontri. La Svezia è battuta 10-5, con Cornaggia-Medici ottimo protagonista: vince tre assalti (Almgren, Dryssen e Granfelt), perdendo con Thofelt. Altrettanto fanno Mangiarotti e Ragno mentre Riccardi pare la pedina debole (1-1-2). Contro la Francia il discorso non cambia molto e vinciamo 9-5, con Cornaggia-Medici ancora protagonista di un bel 3-1: perde con Schmetz, incubo dei nostri, ma supera Pecheux, Buchard e Dulieux. Con Ragno (2-2) e Riccardi (1-1-2) impacciati, ci pensa un ottimo Mangiarotti (3 successi ed un pareggio) a completare l’opera. Con la Germania è una mezza passeggiata: dominiamo 7-1 e Cornaggia-Medici vince i suoi 4 assalti: Geiwitz, Esser, Uhlmann e Lerdon. L’unico punto è ceduto da Ragno con Lerdon. Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia. Per Cornaggia-Medici un bel torneo, da pedina fondamentale soprattutto in finale, con uno score di tutto rispetto, 15-3, a conferma del suo grande valore di spadista.

Ottimo viatico per il torneo individuale di spada, disputato interamente alla “Tennisplatze” ed al quale prendono parte 68 schermidori di 26 nazioni. Nel primo turno, il 9 agosto, Cornaggia-Medici emerge ma non troppo: perde difatti due assalti (svizzero Fitting e portoghese Da Silveira), ne pareggia uno (svedese Driebergen) ma ne vince cinque (norvegese Guthe, messicano Martinez, brasiliano De Oliveira, egiziano Shamil ed austriaco Weber). Passa comunque il turno. Il giorno seguente la musica non cambia molto, con altre tre sconfitte (tedesco Lerdon, portoghese Carinhas, magiaro Bartha). Vince però altri cinque assalti: messicano Haro, brasiliano Aguiar Valim, belga De Bergendael, argentino Saucedo e romeno Marinescu. Riesce comunque ad accedere ad entrare nella semifinale dell’11 agosto. Qui l’equilibro segna sovrano e Cornaggia-Medici totalizza uno score di 5-4. Vince con Ragno, il messicano Haro, il greco Zalokostas, il portoghese D’Eça Leal e lo svizzero Hauert. Viene sconfitto dal britannico Campbell-Gray, il belga Debeur, il francese Pecheux e lo svedese Granfelt. C’è talmente tanto equilibrio che si rende necessario uno spareggio a quattro per accedere alla finale: ne fa le spese Pecheux che viene eliminato mentre Cornaggia-Medici se la cava. Poche ore dopo dunque si disputa la finale dove l’equilibrio continua ad imperare. Cornaggia-Medici perde tre volte (Ragno, Riccardi e magiaro Bay), ma vince in sei occasioni: svedese Drakenberg, Debeur, Da Silveira, belga Stasse, Campbell-Gray e Zalokostas. Col suo 6-3 si classifica al secondo posto dietro Riccardi ed a pari merito con l’altro azzurro Ragno. Si contano le stoccate reciproche e Cornaggia-Medici perde il confronto (+6 a +9): dunque è bronzo. Non solo, il podio è interamente azzurro: oro a Riccardi, argento a Ragno e bronzo appunto a Cornaggia-Medici, per un trionfo assoluto, straordinario ed irripetibile della nostra scherma, dopo il successo a squadre. In un torneo equilibrato, dove Riccardi ha fatto la parte del leone, Cornaggia-Medici s’è districato a dovere, sfruttando l’equilibrio, con un pizzico di fortuna che non guasta mai, passando attraverso qualificazioni non brillantissime, ma uscendo al momento giusto. Cornaggia-Medici lascia i Giochi con un oro ed un bronzo, bilancio notevole anche se rispetto a Los Angeles si tratta di un piccolo passo indietro a livello individuale. I Giochi del 1936 rappresentano l’ultima grande impresa di Cornaggia-Medici che a 32 anni ha ormai dato il meglio di sè. Il suo bottino olimpico è rimarchevole e dice tutto sul suo status di campione assoluto: tre ori, un argento, un bronzo. Una carriera grandissima.


[1] Carlo Ottavio Cornaggia Medici Castiglioni, nato a Milano il 06.12.1851. Conte, laureato in Giurisprudenza, ricopre numerosi incarichi importanti: già onorevole del Regno, è nominato senatore nel 1924. Tra l’altro è Presidente dell’Ospedale Maggiore e della Banca Popolare

[2] Con lui gareggiano R. ed E. Minoli, Bertolaia

[3] Con lui gareggiano Pezzana, Terlizzi, Riccardi, Minoli, Basletta e Ragno

[4] Con lui gareggiano Agostoni, Riccardi e Minoli

[5] Con lui gareggiano Ragno, Riccardi, Agostoni, Minoli e Pezzana

[6] Con lui gareggiano Bertinetti, Agostoni, Riccardi, Terlizzi e Minoli

[7] Con lui gareggiano Agostoni, Riccardi e Minoli

[8] Con lui gareggiano Agostoni, Bertolaia, Minoli, Ragno e Riccardi

[9] Con lui gareggiano Minoli, Riccardi, Ragno, Agostoni e Terlizzi

[10] Con lui gareggiano Riccardi, Ragno, Minoli, Brusati e Visconti

[11] Con lui gareggiano Agostoni, Brusati e Ragno


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