CONTON Attilio
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Gambarare di Mira (VE) 02.09.1902 / Mira 03.11.1997
1928. Atletica Leggera. Ritirato Maratona
Veneziano di terraferma, inizia a gareggiare con continuità solamente intorno ai vent’anni di età. I suoi primi passi non sono eclatanti ed il primo successo di rilievo lo ottiene l’11 marzo 1923 in un 5mila sul campo veneziano della “Fenice”, superando Mion. Nelle gare locali è spesso tra i migliori, pur se la sua attività rimane confinata a livello del circondario. Il 10 agosto 1924, ancora sul campo della “Fenice”, chiude al terzo posto una prova sui 5mila, alle spalle comunque di due personaggi di rilievo come l’olimpionico Martinenghi ed il quotato Garlaschelli. Poco a poco acquista consapevolezza nei suoi mezzi, si allena con vigore e nel 1925, tra la sorpresa generale, “esplode”. Non ai tricolori dove il 28 giugno si ritira sui 10mila vinti da Speroni ed il giorno seguente chiude 5° sui 5mila appannaggio del sorprendente zaratino Busan. Conton inizia a carburare il 30 agosto quando vince il campionato veneto di maratonina, sui 20 km, superando il noto Biscuola. Si comincia a vedere in lui un buon podista da lunghe distanze. Se difatti torna su kilometraggi più brevi, non tutto fila per il verso giusto: il 6 settembre termina secondo la “Coppa Ancillotto” a Venezia, sui 3 km. Ma in ogni caso il risultato è indice di buona forma. Difatti sette giorni dopo, tra lo stupore di avversari e tecnici, al Lido di Venezia, su strade che conosce bene, si laurea campione italiano di Maratona, con 8’ di margine sull’abruzzese Zitti (mutilato di guerra) e con una condotta di gara spavalda. In testa sin dall’inizio, Conton rimane al comando con Biscuola che però cede di schianto, causa un dolore al ginocchio, al km 28. Non manca poco al traguardo, ma Conton non si perde d’animo ed anzi incrementa il margine nel finale, per un successo sorprendente quanto meritato. Definito “grezzo ma possente”, Conton chiude in 2h45’44”, un buon tempo per un esordiente sulla distanza. Inizia ad essere noto ed invitato alle varie gare. Si cimenta anche su distanze più brevi che probabilmente non sono il suo forte: il 20 settembre a Genova chiude difatti quarto la “XX Settembre”, sopravanzato nell’ordine da Davoli, May ed Ottolia.
La partecipazione a questa gara, non riconosciuta dalla FISA, gli costa però una squalifica che teoricamente gli impedirebbe di partecipare alla prestigiosa Bologna-Pianoro. Invece Conton si schiera al via, sia pure “fuori-gara”: termina primo, con un tempo migliore di 6’ del vincitore (Zitti), ma ovviamente il successo non conta. Si conferma però in grande forma ed ottimo uomo da lunghe distanze. Si presenta da favorito alla maratona di Torino del 18 ottobre. In effetti si installa in testa ed a 5 km dall’arrivo sembra il dominatore, quando improvvisamente accusa la stanchezza e rallenta. Qualcuno del seguito gli allunga una misteriosa fialetta, ma il risultato non è quello sperato: Conton sta male, cade, si rialza a fatica. Sul Ponte Margherita, in pieno centro a Torino, “cammina come un ubriaco”, a zig-zag. Prosegue per inerzia mentre alle sue spalle Malvicini recupera a vista d’occhio. Conton cade di nuovo, si rialza, arriva in vista del Motovelodromo, dove si conclude la gara, ancora in testa ma Malvicini gli è alle costole. Nel sottopassaggio che immette nello stadio il patatrac: Conton cade di nuovo, Malvicini sopraggiunge e lo sorpassa. Conton si rialza ma solo per sdraiarsi sul prato, semisvenuto. In un arrivo-thrilling, che a molti ricorda Dorando Pietri a Londra 1908, Malvicini vince e Conton non taglia nemmeno il traguardo. Dopo questo dramma sportivo, Conton si rivede il 13 maggio 1926 a Mestre dove guadagna il titolo regionale sui 10mila. Un mese dopo a Napoli, sulla pista dell’Arenaccia, si ritira nella prova che sulla stessa distanza assegna il titolo italiano (vince May). Il 29 giugno vince il “Giro di Meolo”. Il 19 settembre guadagna il “Giro di Mestre”. Il 10 ottobre Conton è a Terni per il tricolore di maratona: va in testa, guadagna tre minuti, sembra avere partita vinta ma, come l’anno prima, negli ultimi 5 km entra in crisi profonda fino a fermarsi e ad essere superato da Natale. Conton non arriva neppure al traguardo.
Inizia bene il 1927. Il 15 maggio, nella prima preolimpica a Bologna, vince i 10mila. Il 19 giugno è quarto nella “Traversata di Padova” vinta da Lippi. Va a fasi alterne, ma in estate non trova la forma: il 7 agosto nel “Giro di Milano” si ritira dopo pochi km, senza mai essere entrato in gara per la vittoria. Stesso discorso il 4 settembre a Torre del Greco nei tricolori di maratonina dove accusa un dolore ad un piede. Se vuole andare ai Giochi, deve fare di più. Nel 1928 esordisce il 18 marzo a Bologna, chiudendo terzo sui 10mila, sopravanzato da Badiali e Bertini. Cerca la maglia azzurra. Il CT Gaspar lo convoca a Bologna per un collegiale al termine del quale, il 1 aprile, Conton vince una gara sull’ora: Amsterdam si avvicina. Il 6 maggio Conton chiude al secondo posto il “Giro di Milano” di 24 km, altra prova indicativa in chiave-Giochi, battuto dal sorprendente Prato che, secondo molti osservatori, sarebbe stato favorito dal non aver seguito i vari ritiri collegiali preolimpici. Il 17 giugno Conton è inviato dalla FIDAL in Francia, a disputare i 28 km della Parigi-Corbeil, come verifica delle sue condizioni in prospettiva olimpica: dimostra di essere in forma perchè chiude 2°, a 23” dal vincitore Tell. La preolimpica decisiva si disputa su 38 km l’8 luglio a Bologna: Conton rimane coi primi, poi ha un malore e si ritira.
La Commissione Tecnica comunque gli dà fiducia, perchè in passato ha comunque dimostrato buone qualità, e lo premia con la maglia azzurra. Con altri atleti non è altrettanto magnanima. La maratona olimpica si svolge il 5 agosto, con partenza ed arrivo all’Olympisch Stadion. La giornata è fresca e ventosa, il kilometraggio è ormai quello canonico di 42,195 km. Partono 69 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. Dopo metà corsa rimangono al comando 5-6 uomini e tutto si decide nei 5 km finali. Tra loro è presente anche Conton. Attacca lo statunitense Ray, poi cede. Al comando passa il giapponese Yamada, bloccato però dai crampi. Conton è sfinito ed improvvisamente, ai meno2, si ferma e si ritira. Esito sorprendente perchè il traguardo è vicino ed una medaglia pareva possibile, ma l’evento è legato ad una particolarità: Conton è analfabeta e non sa leggere i cartelli che indicano il kilometraggio. Ignaro di essere così vicino allo stadio, esausto, abbandona la contesa proprio nel momento topico. Difatti poco dopo emerge il franco-algerino El Ouafi che attacca poco prima dell’ingresso nello stadio e vince in 2h32’57” davanti al cileno Plaza (2h33’23”) ed al finlandese Marttelin (2h35’02”). Per Conton una beffa causata da circostanze veramente particolari ed irripetibili: un vero peccato perchè ha dimostrato di poter lottare coi migliori ad armi pari. Si riprende lentamente dalla delusione. Si rivede solo il 20 novembre nella “Traversata di Venezia” dove chiude secondo, battuto da Balbusso. Sei giorni dopo, altra piazza d’onore, stavolta alle spalle di Lippi, nella “Traversata di Vicenza”. Si rivede il 24 febbraio 1929 quando a Verona chiude settimo il campionato regionale di cross vinto da Gallo. Una lunga pausa lo porta al 23 giugno quando finisce secondo nella “Traversata di Venezia”, battuto da Pavan. Secondo arriva anche nei 10mila che, il 28 luglio ad Udine, valgono il titolo regionale: a batterlo stavolta è Gallo. Il 10 novembre chiude al quinto posto il “Giro di Bolzano” vinto da Beccali e 14 giorni dopo termina 6° la “Traversata di Treviso” vinta da Pavon. A questo punto, improvvisamente, la sua carriera si ferma e non ottiene più risultati importanti.