CONTOLI Adolfo
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Bologna 19.02.1898 / Bologna 29.05.1988
1924. Atletica Leggera. 11° Decathlon, 15° Pentathlon
Non si hanno sue notizie di rilevanti risultati sportivi prima della “Grande Guerra” cui partecipa come tenente del 35° Fanteria. La disfatta di Caporetto lo vede in prima fila, catturato dagli austriaci ed imprigionato in un campo di concentramento. Rientrato in Italia ed ancora sotto le armi, pratica scherma e gioca a calcio con la Virtus, nel ruolo di guizzante ala destra, molto abile nel gioco di testa grazie ad uno stacco imperioso. Un colonello lo vede giocare e ne intuisce le possibilità atletiche, invitandolo a provare velocità e salti. Contoli ottiene subito buoni risultati: vince il Campionato Militare della Divisione di Bologna in 100, alto e disco. Ai tricolori “ufficiali”, organizzati dalla FISA, giunge 5° sui 100 e 2° nell’alto “da fermo”, senza rincorsa, specialità già anacronistica. Il 7 novembre ai tricolori riservati ai militari vince il salto in lungo con l’asta (con 7,19m) ed è 2° nel salto del reticolato, ancora con l’asta. Risultati che sembrano forieri di prestazioni ancora migliori. Difatti nel 1920 “esplode”. Non tanto a maggio, quando al concorso ginnico nazionale di Venezia è 2° nell’alto e nell’asta, quanto ai primi di ottobre nei tricolori, disputati a Milano sul campo dello SC Italia, zona Baggina. Tra la sorpresa generale, perchè poco noto, guadagna addirittura cinque titoli: lungo, 400 hs (dopo un bel duello col romano Braccini, superato nel finale) e tre salti da fermo (lungo, alto e triplo). Giunge 2° sui 110 hs, 3° nell’alto e nel triplo con rincorsa. Venti giorni dopo, ottiene altri successi nei tricolori per militari: 110 hs e alto da fermo. Poliedrico e versatile, entra nell’èlite del nostro atletismo e continua a giocare a calcio nella Virtus. Dato che va bene in diverse specialità, inizia a praticare il pentathlon dove il 17 aprile 1921 coglie la prima vittoria, affiancandovi i successi nel giavellotto e nei 100 oltre al secondo posto nel disco. Sette giorni dopo, vince i 100 ai Giardini Margherita di Bologna, in una manifestazione di beneficenza per i mutilati di guerra. Non riesce a specializzarsi in una disciplina, anzi spazia ogni dove: nelle selezioni per l’incontro internazionale di Praga, svoltesi a Milano sul campo dello SC Italia, vince 100 hs e 400 hs. E nella capitale ceca vince i 110 hs, con una grande rimonta finale, imponendosi pure nella staffetta 4x400[1].
Si rivede a metà giugno nei campionati italiani militari dove vince il salto con l’asta, superando 3,26m. Il 29 giugno vince il titolo italiano militari dei 110hs. Il 10 luglio a Forlì salta da fermo 1,44m, nuovo record italiano: vince anche l’alto con rincorsa (1,7 m) ed è secondo nell’asta con 3,30m. Sembra inarrestabile ed ai tricolori di Bologna è protagonista di un altro show da primattore. Il 18 settembre vince i 110 hs, battendo lo stagionato ma sempre valido Colbachini. Nella stessa giornata Contoli primeggia anche nei salti da fermo, coi nuovi record italiani: 1,44m nell’alto e 2,98m nel lungo. Giunge inoltre 5° nel giavellotto appannaggio di Clemente. Il giorno seguente vince il triplo da fermo, ancora col record nazionale (9,42m[2]) ed è terzo nell’asta (1° Lambiasi). Infine il 20 settembre guadagna il titolo anche sui 400 hs e soprattutto nel pentathlon, chiudendo una tre giorni da grandissimo quanto affermato polivalente: ben sei i titoli nel suo carniere. Si ripete sette giorni dopo ai campionati emiliani di Forlì, aggiudicandosi altre sei gare: 100, alto, lungo, triplo, asta ed alto da fermo. Il 1 novembre invece nei campionati sociali della “Virtus” si limita a primeggiare nell’asta. Il 20 novembre a Busto è primo sui 200, specialità che ancora mancava nel suo palmares. Siamo di fronte veramente ad un grande atleta che sa osservare, assimilare e migliorare i movimenti tecnici degli avversari, capendo anche i suoi errori, cercando costantemente di correggersi ed evolversi. L’ascesa continua nel 1922. Il 23 aprile a Milano, sul campo di Viale Lombardia, vince 110 hs ed asta. Il 2 maggio a Genova, sul campo della “Spes” primeggia nei 110 hs e nella staffetta olimpionica. Successo prestigioso sui 110 hs a Montecarlo, bissato sette giorni dopo a Bologna, abbinato al salto con l’asta. Ancora nel capoluogo felsineo, nei campionati emiliani, Contoli si impone nell’alto mentre nel lungo è superato da Alfieri. Inviato appositamente dalla FISA, va a Copenaghen per un’importante riunione internazionale: il 26 giugno è battuto nei 110 hs dal danese Thorsen, ma vince il lungo davanti al danese Rasmussen ed al norvegese Lanke.
Il 2 luglio è a Londra, nel mitico Stamford Bridge, dove sui 110hs è battuto di misura dal britannico Gaby. Il weekend seguente passa a Praga dove vince il lungo da fermo, col nuovo record italiano di 3,05 m ed i 110hs, disputati peraltro sotto una fitta pioggia. Giunge invece terzo nell’alto da fermo, battuto dai cechi Spahic e Sova. Il 14 agosto al concorso ginnico di Como vince nell’alto, a pari merito con Pagani (1,73m). Contoli dà spettacolo ai tricolori di Busto, nelle gare disputate il 16 e 17 settembre: è indiscutibilmente “l’uomo dei Campionati”. Assoluto maestro della multidisciplinarietà, si aggiudica difatti ben sei titoli: 110hs; alto, lungo e triplo da fermo; asta e pentathlon. Non finisce qui: sette giorni dopo, sul nuovo campo meneghino della “Forza e Coraggio”, in Via Trento, Contoli fa suo anche il tricolore del lungo mentre nel triplo è battuto da De Micheli. Sfruttando la sua poliedricità, stravince anche il titolo del decathlon, ottenendo dunque complessivamente otto titoli nazionali in gare singole (ovvero senza staffette) nello stesso anno: un record assoluto e, oggi, praticamente imbattibile. In piena forma, Contoli continua a primeggiare: il 1 ottobre a Genova, nel meeting organizzato dalla “Rubattino”, vince giavellotto, lungo, disco e 110 hs oltre a giungere secondo nel peso. il 15 ottobre a Forlì vince pentathlon ed asta. Il 19 novembre al Velodromo di Bologna vince 100 e 110hs ad handicap, è secondo nel giavellotto dietro lo specialista Bottura. Si cimenta anche nella scherma, con la spada e non va poi troppo male: il 20 dicembre chiude al quarto posto il torneo di Bologna, vinto da Cornaggia. Nel 1923 la storia non cambia. Ai primi di Maggio a Palermo nel meeting universitario nazionale vince il pentathlon sul ceco Svoboda, giunge primo in lungo e giavellotto, secondo nel disco. Poi va a Parigi per la prova universitaria internazionale. Partecipa a numerose gare ma riesce a vincere solo nel pentathlon: 2° nell’asta battuto dal danese Petersen, è terzo in 110 hs (vinti da olandese Van Rappard) e giavellotto (primo Clemente), quindi chiude quarto disco e lungo. Il 10 e 11 giugno a Montecatini è di nuovo sugli scudi: primeggia in lungo, asta e pentathlon; è secondo nell’alto (vince Barbieri). Ai tricolori di Bologna, disputati il 23 e 24 giugno, guadagna il titolo nei 110 hs ed ovviamente nel pentathlon, ma ottiene anche diversi piazzamenti: 2° nel lungo, battuto per due cm (6.67 contro 6.65) da Nespoli; 2° anche nell’asta, saltando 3.30m contro i 3,40 di Pacetti; 5° nel disco e nel giavellotto. A fine luglio è a Roma per la prima “preolimpica”: è battuto nel giavellotto da Bottura, ma vince i 110 hs ed è secondo anche nell’asta e nel peso.
Poi batte il record dell’alto da fermo, saltando 1,47m. Il 30 settembre a Forlì vince disco, 110 hs e pentatlon. Il 14 ottobre a Bologna vince 200 e lungo, davanti al grande rivale Tommasi, e giunge 4° nel disco vinto da Tugnoli. Dunque si cimenta ancora nei lanci anche se indubbiamente non riesce mai a battere i migliori. Gli servono per allenamento in vista del pentathlon dove intende partecipare ai Giochi. In Italia nessuno può insediarlo nelle gare multiple, a livello internazionale è un’altra cosa. Intanto inizia l’annata olimpica 1924 col piede giusto. Il 23 marzo a Bologna si aggiudica il titolo emiliano in alto e lungo. Il 12 e 13 aprile gareggia nella preolimpionica di Genova: vince i 110 hs ed è secondo nel lungo battuto da Tommasi. Un piccolo infortunio blocca la sua preparazione e gli fa perdere tempo prezioso. Il 10 maggio nella preolimpica di Busto è superato nel lungo da Sabbaini. Il 31 maggio al concorso ginnico di Firenze è secondo nel lungo, sopravanzato da Tommasi, ma è il migliore nel pentathlon anche se non viene ufficialmente classificato perchè non raggiunge il numero minimo di punti. Nella stessa manifestazione il 2 giugno Contoli guadagna agevolmente il successo nei 110 hs. Il 7 e 8 giugno a Milano, sul campo di Viale Lombardia, nell’ultima prova di selezione olimpica, vince alla grande il decathlon[3] ed in questa specialità ottiene la maglia azzurra di Parigi dove gareggerà pure nel pentathlon. D’altra parte vi sono pochi dubbi: Contoli è il nostro miglior specialista di prove multiple. Le gare olimpiche di atletica si svolgono nel famoso stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato nel film “Momenti di Gloria”. Contoli esordisce il 7 luglio nel pentathlon cui prendono parte 30 atleti di 17 nazioni. La competizione prevede le prime tre prove aperte a tutti, poi in base alla classifica a punti (1 al primo, 2 al secondo e così via) solo i primi dodici accedono alla quarta prova (giavellotto) e quindi i primi sei ai 1500. Contoli si rende protagonista di una discreta prestazione da metà classifica: salta 5,99m in lungo, lancia a 42,98m il disco ed ottiene 23”8 sui 200. Risultati che gli valgono la quindicesima posizione nella generale, impedendogli dunque di proseguire la gara. L’11 ed il 12 luglio tocca al decathlon, con al via 36 atleti di 22 nazioni, e va ancora meglio. Tranne un deludente 55”8 sui 400, Contoli ottiene prestazioni se non brillanti comunque più che dignitose per un decathleta: 11”6 sui 100, 6,37m nel lungo, 10,54m nel peso, 1,60m in alto, 17”4 sui 110 hs, 32,92m nel disco, 3,10m nell’asta, 46,93m nel giavellotto e 4’56” sui 1500. Risultati pari ad un totale di 6406 punti che gli consente di piazzarsi all’11° posto della generale, a soli 100 punti dal decimo.
Performance tra le più significative di tutti i tempi per un decathleta italiano ai Giochi. L’oro va allo statunitense Osborn sul connazionale Norton e l’estone Klumberg che chiude con 7329. Contoli dunque termina a 900 punti dal podio, certamente non pochi, ma che comunque non tolgono il valore della sua prestazione. Dopo i Giochi, Contoli pensa al futuro. Perduta l’adorata mamma per una malattia incurabile, entra nella scuola piloti dell’Aeronautica Militare a Roma, ma non dimentica certo l’atletica. Difatti il 20 e 21 settembre è grande protagonista ai tricolori di Bologna, disputati sul campo della “Virtus”. Vince il titolo nel pentathlon e sui 110 hs oltre ad ottenere diversi piazzamenti: secondo p.m. nel lungo, terzo nell’asta (con 3,30m), quinto nel triplo, sesto nel disco e nel giavellotto. Nel 1925 è sfortunato: una brutta eczema, con infezione, al ginocchio sinistro gli impedisce di gareggiare per diversi mesi. Inoltre i suoi impegni di ufficiale di aviazione fanno il resto. Si ripresenta nel 1926, ai tricolori di Napoli del 12 e 13 giugno dove, confermando la sua poliedricità, si aggiudica i 110hs, è secondo nell’asta (alle spalle di Lambiasi), 4° nel peso e 5° nel giavellotto. Seleziona con cura gli impegni ed il 17 ottobre si presenta a Bologna per i Campionati Nazionali della FGNI. Grandi prestazioni: vince alto da fermo, lungo da fermo, lancio palla vibrata ed asta. Dunque è ancora sulla breccia, ma la sfortuna è di nuovo in agguato. A metà gennaio 1927 ha un brutto incidente: partito da Pola per un volo di prova, scoppia il motore del suo aereo che perde l’elica. Miracolosamente, ma con molta maestria, riesce a far planare il velivolo fino ad ammarare in Adriatico. Esce praticamente illeso dall’incidente. Come nulla fosse, riprende a volare e gareggiare. Il 23 maggio è selezionato tra gli azzurri che si recano in Grecia, per un incontro coi più forti atleti ellenici: nell’asta è secondo, superato da Caragiannis. Il 31 luglio è grande protagonista nella preolimpica sul campo del GSOM: con 3,61m stabilisce il nuovo record italiano nell’asta, si piazza secondo nell’alto e terzo nel lungo, vinti rispettivamente da Palmieri e Tommasi. Può ambire ai Giochi. Tra 17 e 19 settembre è a Bologna per i tricolori: nel lungo è secondo, alle spalle di Torre, mentre nel decathlon si ritira.
Non molla, cerca la qualificazione ai Giochi. Il 9 ottobre è a Trieste per la preolimpica: vince i 110 hs, si piazza 4° nel peso, 5° nel giavellotto e nel disco. Sette giorni dopo, è grande protagonista a Bari: vince l’asta con 3,65m che gli vale il nuovo primato italiano, guadagna anche i 110 hs ed il lungo; si piazza secondo nel peso e nel disco, terzo nel triplo. La poliedricità è sempre stata il suo forte e continua a dimostrarlo. I Giochi sembrano per lui sempre più vicini. Il 9 aprile 1928 difatti si distingue nella preolimpica di Genova, disputata sul campo della Nafta: vince l’asta, chiude terzo nell’alto e quinto nel disco. La strada per la maglia azzurra pare spianata, ma di nuovo la sfortuna lo perseguita: è vittima di una brutta intossicazione alimentare che ne compromette la preparazione. Rimane assente dalle gare per qualche settimana, proprio nel momento cruciale in cui il CT Gaspar prepara la lista azzurra. Contoli non è pronto, non ha recuperato la condizione e deve rinunciare ai Giochi. Un vero peccato perchè, pur non avendo possibilità di medaglia, avrebbe potuto ben figurare. La sua carriera ad alti livelli in pratica termina qui. Si dedica poi all’attività di allenatore e nel 1932 è il CT della nostra Nazionale di atletica ai Giochi dove otteniamo il primo oro della storia in una prova di corsa (con Beccali sui 1500) ed il bronzo di Frigerio nella 50km di marcia. Quindi diventa pilota di aerei, dilettandosi pure nel paracadutismo che pratica sino ai 70 anni di età. Contoli è un grande personaggio del nostro sport, uno tra i nostri migliori interpreti delle prove multiple che, come molti altri, ha subìto l’ingiuria del tempo e della memoria collettiva, non essendo spesso ricordato a dovere.
[1] Con lui gareggiano Ambrosini, Orlandi e Tosi. Si tratta della prima affermazione italiana nella specialità a livello internazionale
[2] Questo record rimarrà imbattuto fino all’abolizione della specialità, fino al 1930
[3] Ottiene il record italiano con 6671,80 punti, conteggiati secondo la tabella in vigore nel 1924 ovvero quella creata nel 1912