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CONTE Antonio

Traetto - Minturno (LT) 11.12.1867 / Minturno (LT) 04.02.1953

1900. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola Maestri. 4° Fioretto Maestri

conte grande

Nasce a Minturno quando ancora si chiama Traetto. Figlio di un notaio ed appartenente ad una famiglia benestante, dal fisico elastico e guizzante, si appassiona subito alla scherma anche perché intraprende presto la carriera militare dove l’arte schermistica è tra gli insegnamenti più importanti. Inizia col battaglione d’istruzione di Maddaloni, poi passa nel 43° Fanteria di stanza a L’Aquila. La scherma gli entra nel sangue al punto da iscriversi alla prestigiosa Scuola Magistrale Militare di Roma: usa principalmente la sciabola, l’arma d’attacco per antonomasia con la quale vince numerosi incontri, sfidando ad armi pari i più forti schermidori del tempo, da Greco[1] (che è il suo mentore) al livornese Eugenio Pini[2] che più volte viene messo in difficoltà dal giovane rampante. Divenuto Maestro già nel 1889, a 21 anni, e di stanza a Milano col 65° Reggimento Fanteria, Conte si allena quotidianamente al noto Circolo Ferruccio. Nel 1892 primeggia al prestigiosissimo torneo di Parigi, ricevendo pure un encomio ed una medaglia dal Ministero della Guerra. Il suo crescendo sembra inarrestabile anche perché Conte non lascia niente al caso, studiando e ristudiando le mosse apprese dagli avversari, cercando di carpirne i segreti anche facendo imitare esattamente ai suoi allievi gli assalti dei suoi competitors. Il suo stile è ammirato, ma suscita anche invidie.

A causa di un iniquo divieto di espatrio, complici regolamenti troppo rigidi e mentalità troppo ottuse, nel 1895 Conte lascia l’Esercito, lasciando alle spalle la carriera militare e le sue sicurezze anche economiche. Sembra un azzardo, invece è la sua fortuna: si trasferisce infatti a Parigi dove apre una sala d’insegnamento nel Faubourg St. Honoré che riscuote tale successo da costringerlo ad aprirne un’altra, nel Boulvard Malherbes. Diviene famosissimo per i suoi assalti costituiti da un perfetto mix di tecnica ed impeto, capaci di mettere in difficoltà tutti i più forti campioni transalpini. Miete successi in tutta Europa: nel 1896 è il migliore nel torneo organizzato da “Le Figaro” (anche se il francese Kirchhoffer gli toglie il successo a seguito di una stoccata molto contestata perfino dal pubblico parigino), l’anno seguente a Bruxelles sbaraglia tutti i più grandi maestri, aggiudicandosi la cospicua somma di mille lire. In Russia diventa istruttore personale dello zar ed a Madrid dei reali spagnoli. Viaggia molto, ma si crea anche numerosi nemici: sembra che sfugga perfino ad un tentativo di avvelenamento. L’alloro olimpico, che vince inconsapevole perché tutti ritengono di gareggiare in un “normale” torneo, essendo l’edizione del 1900 la più caotica di tutti i tempi e mischiata con le prove dell’Esposizione Universale, corona la sua carriera eccezionale.

Il torneo di sciabola si svolge dal 23 al 27 giugno nel Salone delle Feste dell’Esposizione, al Campo di Marte. 27 concorrenti di 7 nazioni. Primo nel girone di semifinale, Conte domina la poule finale dove vince tutti gli assalti (sette), anche quello col connazionale Santelli (argento) con cui inizia, causa questo episodio, una polemica che andrà avanti per decenni. Un mese prima, dal 22 al 24 maggio, Conte sfiora il bronzo nel torneo di fioretto, arma che comunque non ha mai amato particolarmente: nella poule di semifinale viene battuto da due vecchie conoscenze, i francesi Merignac (poi oro) e Kirchhoffer (argento) che lo superano anche nel girone finale dove perde lo spareggio per la terza piazza con l’altro francese Mimiague. Si ricorda che i Maestri erano professionisti a tutti gli effetti ed il fatto che atleti non dilettanti abbiano partecipato ai Giochi, in un’apposita competizione riservata esclusivamente ad essi, anche col beneplacito di de Coubertin, conferma l’anomalia di quell’edizione parigina dei Giochi. Dopo il trionfo olimpico (inconsapevole), Conte rimane a Parigi e continua la sua attività con grande successo al punto che nel 1903 gli viene consegnata la Legion d’Onore. Lasciato l’insegnamento nei primi anni ’20, Conte viene presto, colpevolmente, dimenticato dal mondo sportivo italiano.

 

 


[1] Agesilao Greco, siciliano, nato a Caltagirone il 17.01.1866, tra i più forti schermidori di fine ‘800. Figlio di un marchese, arruolatosi nell’Esercito, primo del suo corso nella Scuola Magistrale di Roma. Fin dal 1887 vince numerosi tornei nelle varie armi, anche all’estero (Londra, Parigi, New York, Buenos Aires, ecc.), diventando famoso ed ammirato. Ricordato anche come grande teorico della scherma, trasformata grazie ai suoi insegnamenti in moderna disciplina sportiva, attraverso lo sviluppo di uno stile concreto e marziale, senza molti slanci acrobatici

[2] Nato il 20.10.1859. Allievo del padre Giuseppe che lo guida fino al rango di Maestro. Si distingue in diversi tornei, anche per il carattere impulsivo e rissoso che ne fa in pedana una sorta di “diavolo” come viene soprannominato dai francesi che lo vedono dominare i loro principali schermidori a Parigi nel 1891. Ottiene successi ognidove, per trasferirsi poi in Argentina dove, praticamente da zero, crea un movimento schermistico che diventa importante a livello internazionale