CONSONNI Luigi
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Briosco (MB) 21.06.1905 / deceduto nel 1992
1932. Ciclismo. 4° Km da Fermo
Monta in sella da adolescente, ottenendo i primi risultati interessanti intorno ai vent’anni di età, inserendosi in quel ciclismo che gravita attorno al movimento meneghino, probabilmente in quel tempo il migliore della penisola, tecnicamente e strutturalmente. Coglie il primo successo significativo il 5 aprile 1926 nella “Coppa Cogliati” ad Abbiategrasso, in volata su gruppo compatto. Il 29 giugno è battuto da Tarantola nella “Coppa Campari” a Sesto. Il 18 luglio Consonni giunge 4° allo sprint nella “Coppa Pomini” a Castellanza, vince Mara. Non gareggia molto: il 17 ottobre è secondo nel “Campionato Monzese”, battuto da Sala. Il 4 novembre chiude settimo il “GP della Vittoria” a Milano, ma è squalificato per rifornimento irregolare. Al momento sembra ancora “uno dei tanti”. Ha però mostrato buone doti di velocista e per questo tenta la via della pista. Il 30 e 31 luglio 1927 partecipa ai tricolori di velocità a Como: viene eliminato negli ottavi da Tasselli. Il 28 agosto, sulla stessa pista, nella velocità è superato solo dal professionista Bassi. Nello stesso “Stadio Sinigaglia” il 25 settembre chiude 4° l’individuale a punti vinto da Corsi. Il 2 ottobre al “Sempione”, con Brambilla, finisce quarto nell’americana vinta da Tasselli-Cazzaniga. Non si tratta di risultati eccezionali. Consonni inizia tranquillo il 1928 e gareggia poco. Si vede solo il 20 maggio a Dalmine dove si aggiudica l’individuale a punti. Non viene preso minimamente in considerazione per i Giochi, ma si presenta alla festa che saluta l’oro olimpico del quartetto al “Sempione” il 21 agosto: assieme a Martini, chiude 4° l’americana vinta da Tasselli e Gaioni, proprio due trionfatori di Amsterdam. Il 23 settembre al “Sempione” chiude 4° la velocità vinta da Pellizzari. Rivaleggia coi più forti pistard, ma spesso soccombe. Ciò accade anche a Como il 2 ottobre quando a superarlo nella corsa a punti è di nuovo Pellizzari. Cinque giorni dopo, al “Sempione” si aggiudica la corsa a punti, disputata in tandem, assieme all’olimpionico Corsi. Il 14 ottobre inizia la stagione invernale al “Palazzo dello Sport”: Consonni vince l’americana con Piano. Comincia ad essere apprezzato come pistard. Il 2 dicembre assieme all’olimpionico Cattaneo, sullo stesso anello meneghino, chiude terzo l’americana vinta da Piano-Severgnini.
Nel 1929 la musica non cambia molto. Il 28 aprile, nella gara di riapertura del “Sempione”, Consonni viene battuto da Pellizzari nella velocità. Il 5 maggio al Valentino di Torino, in una riunione di contorno al “Criterium degli Assi”, vince l’individuale a punti davanti all’olimpionico Cattaneo. Si rivede in pista ai tricolori di Carpi dove giunge 4° nella velocità appannaggio di Malatesta e 2° nella prova di mezzofondo che poi è in sostanza una corsa a punti (vince Novaretti). In piena estate si allena per il record dell’ora che tenta il 25 agosto al “Sempione” di Milano: ottiene 39,993 km, non lontano dal primato esistente per i dilettanti (40,318 km dell’olimpionico Gaioni). Segno evidente che non è sole veloce, ma anche un buon passista. A 25 anni comunque, un’età in cui spesso si è già professionisti, non sembra ancora aver dato il meglio di sè. Il 20 settembre chiude al terzo posto la “colossale traguardi” di Cremona, una sorta di circuito a punti su strada, alle spalle di Tasselli e Del Prato. Nel marzo 1930, con una decisione clamorosa quanto sconsiderata, il “Sempione” viene demolito ed i pistards hanno difficoltà a gareggiare con continuità, costretti a cercare alternative in provincia. Il 20 aprile comunque Consonni vince l’omnium a Carate. Non gareggia molto e si rivede solo ai tricolori di Firenze, disputati a metà luglio: nella velocità è eliminato nei quarti da Otto. Il 20 luglio è a Fiorenzuola dove chiude terzo l’eliminazione, superato dai locali Sesenna e Bruschi, e 4° la velocità appannaggio di Berettini.
Nel 1931 Consonni va ancora peggio: il 6 aprile è eliminato in semifinale nella prima prova tricolore di velocità, disputata a Como. Nelle altre prove non trova mai luce e non entra neppure mai nei primi quattro. Continua ad essere “uno dei tanti”. Improvvisamente, si sveglia nel 1932 quando si disputano le selezioni olimpiche. Veloce e resistente, con una solida base di fiato ed esperienza, può avere qualche chance come inseguitore. Il 29 maggio a Crema si cimenta sul km da fermo, ma finisce solo quarto (vincono Borsari e Pellizzari a pari merito). Inoltre viene scelto per un inseguimento a squadre assieme a Borsari, Bonfanti e Pedretti: i quattro sconfiggono, a 47 orari su 4 km, sei giovani corridori locali. Si sta iniziando a studiare il quartetto dell’inseguimento da inviare ai Giochi ed i tecnici, su tutti Plinio Lattuada e Vittorio Spositi (potente segretario UVI), hanno messo gli occhi anche su Consonni che il 12 giugno a Crema chiude secondo nel km da fermo, superato dal sorprendente quanto sconosciuto Sacchi con il quale, nella stessa specialità, giunge primo a pari merito sei giorni dopo a Como. In ogni caso finalmente, dopo tanta gavetta, Consonni sembra emergere. Il 26 giugno a Pordenone si svolge l’ultima e decisiva preolimpica: Consonni vince il km da fermo, guadagnandosi un posto ai Giochi anche se non è ancora chiaro in quale specialità potrà gareggiare. Per il momento difatti viene designato come riserva degli inseguitori, ma tutto si deciderà in America quando il CT Moretti prenderà le decisioni definitive. Poi si pensa al viaggio per l’America. Il 1 luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. I ciclisti sono i più fortunati perchè hanno a disposizione il cosiddetto home-trainer ovvero i rulli che, in cabina o all’aperto, permettono comunque di tenere le gambe in movimento. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles.
Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura ed il CT Moretti ha una bella gatta da pelare per la scelta definitiva del quartetto di inseguitori. Alla fine, dopo vari test, Consonni rimane relegato allo scomodo ruolo di riserva, ma riceve il “contentino” sotto forma di titolare del km da fermo, per il quale era in predicato pure Cimatti. Le gare olimpiche di ciclismo si svolgono al “Rose Bowl” di Pasadena. Consonni partecipa dunque al km da fermo cui prendono parte solo 9 corridori. La prova si disputa il 1 agosto e vi chiude al 4° posto, sfortunata “medaglia di legno”, a pari merito col britannico Harvell, col tempo di 1’14”7. Vince l’australiano Gray in 1’13” davanti all’olandese Van Egmond (poi oro nella velocità) con 1’13”3 ed il francese Rampelberg con 1’13”4. Il secondo abbondante di distacco dal bronzo lascia poche recriminazioni a Consonni che probabilmente ha sbagliato tattica, non seguendo i consigli del CT Moretti: partito troppo forte, preso dall’entusiasmo, s’è disunito nel finale, perdendo decimi preziosi. La sua prova comunque rimane più che sufficiente anche se, inevitabilmente, il quarto posto brucia, e non poco. Rientrato in Italia, è difficile smaltire la sbornia e la delusione olimpica. I Giochi per Consonni, in definitiva, rappresentano un lampo nel buio di una carriera non certo mediocre ma neppure esaltante. Dopo una stagione anonima come pistard, Consonni tenta il balzo nei professionisti dove rimane fino ai primi anni ’40, partecipando a numerose riunioni su pista ed a prove tricolori, ma senza mai trovare l’eccellenza.
Ciclisti azzurri in viaggio per l’America. Tra loro anche Consonni, evidenziato dal tondo