CONCA Giuseppe
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Milano 1904 / Buenos Aires (Argentina) 1972
1924. Sollevamento Pesi. 18° p.m. pesi piuma
1928. Sollevamento Pesi. 4° pesi piuma
Si rivela giovanissimo, adolescente, subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Tesserato per la PRL[1], il 4 maggio 1919 si piazza sesto, ma primo della sua categoria (i “piuma”), sollevando un totale di 257,5 kg, nel torneo organizzato dal Club Atletico Milanese (o CAM). Risulta inoltre primo nella classifica “proporzionale” ovvero legata al quoziente tra peso corporeo e kili sollevati. Promette bene, ma ai tricolori di Genova, organizzati dalla “Colombo” e disputati poco prima di Natale, giunge 5° nei “leggeri”: è stato difatti costretto al passaggio di categoria dall’aumento di peso e ciò non gli ha certo giovato. Dopo alcuni sacrifici a tavola e passato all’APEF, riesce a rientrare nei limiti di peso dei “piuma” (60 kg) e si ripresenta alle gare solo il 13 giugno 1920, nel torneo organizzato di nuovo dal CAM. Solleva un totale di 195 kg, vince nella sua categoria ed è secondo nella classifica “proporzionale”, superato da Quadrelli. Fa un pensierino ai Giochi di Anversa, ma nell’apposita selezione di Genova, il 19 luglio, è solo 4° nei “piuma” (vince Gatti) ed ovviamente non viene inserito nella lista azzurra per Anversa. Il 30 ottobre Conca è secondo dietro il “massimo” Tonani nel campionato sociale dell’APEF, conquistando comunque il primo posto nella “proporzionale”, a conferma delle sue qualità in rapporto al totale sollevato. Data l’età, si tratta comunque di ottimi risultati che però devono essere confermati. Dopo un’annata di difficile transizione, Conca si afferma definitivamente il 18 e 19 febbraio 1922 a Genova, nei locali della Sampierdarenese, dove si tengono i tricolori[2]: con 280 kg totali supera per 15 kg l’olimpionico Gatti ed intasca il suo primo titolo italiano. Fa ancora meglio il 21 maggio nei locali dell’APEF di Via Vignola, nel torneo riservato ai soci quando alza 305 kg. Nella stessa palestra si aggiudica il titolo lombardo dei “piuma” il 15 ottobre. È in piena forma e lanciato: sette giorni dopo, a Sestri Ponente, nella palestra della Sestrese, fa suo il titolo nazionale dei “piuma”, sollevando 292,5 kg contro i 287,5 dell’emergente Gabetti, con cui instaura un magnifico duello tecnico.
Nel 1923 si siede sugli allori e gareggia poco, segnalandosi solo sul finire dell’annata. Però ha saputo sfruttare la pausa per allenarsi al meglio. Torna difatti irresistibile. Il 28 ottobre stravince il Campionato Lombardo, disputato ancora nei locali dell’APEF, sollevando un totale di 387,5 kg ed ottenendo addirittura 4 primati italiani di categoria (ancora i “piuma”): slancio col braccio sinistro (65 kg), slancio a due braccia (95 kg), strappo a due braccia (74,6 kg) e distensione a due braccia (80 kg). Ovviamente, pensa ai Giochi dell’anno seguente e stavolta le sue mire sembrano ben riposte. Ma arriva Gabetti a rompergli le uova nel paniere, battendolo nettamente ai tricolori di Genova del 25 novembre, sollevando un totale di 384 kg mentre Conca si ferma a 365 kg. Inoltre Gabetti gli toglie anche tutti i primati: un duro colpo per Conca che cerca inutilmente il riscatto. Non lo trova nella prima preolimpica del 1924, disputata a metà marzo a Sestri Ponente, per l’organizzazione della gloriosa Sestrese. Nei “piuma” difatti arriva nuovamente secondo, superato nettamente da Gabetti per 40 kg (395 a 345). Conca appare sfiduciato e poco convinto: oltre tutto il servizio militare, è di stanza a Ferrara col 72° Fanteria, lo penalizza ulteriormente. Tuttavia i Giochi passano ogni 4 anni e Conca trova in sè le motivazioni giuste per tornare ad alti livelli di rendimento. Difatti è tutto un altro discorso il 3 e 4 maggio nella preolimpica disputata nei locali dell’APEF a Milano. Assente Gabetti, Conca stravince nei “piuma”, sollevando un totale di 385 kg contro i 275 di Longhi e stabilendo pure il primato italiano di distensione a due braccia (85 kg). Torna prepotentemente in lizza per una maglia azzurra a Parigi, ma gli obblighi militari rallentano nuovamente la sua preparazione: nell’ultima e decisiva prova di selezione, il 22 giugno a Genova nei locali della “Colombo”, finisce solo terzo, superato non solo dall’inarrivabile Gabetti ma anche dal sorprendente barese Scarcia. La Commissione Tecnica, guidata dal CT Enrico Taliani, però è benevola e dà a Conca un’altra chance, consentendogli di essere presente, grazie all’intervento diretto del CONI presso le autorità militari, al collegiale di rifinitura, che si tiene in uno sperduto paesino sulle colline dell’alessandrino, in località Piancastagna, non lontano da Cimaferle, nel comune di Ponzone, per passare poi a Genova. Conca dà sufficienti garanzie di rendimento e la FAI allarga i cordoni: nei “piuma” difatti gareggeranno ben tre atleti, i primi tre dell’ultima selezione genovese. Conca dunque veste la tanto agognata maglia azzurra, ma il risultato sarà pessimo.
Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Conca gareggia nei “piuma”, categoria in cui si schierano 21 atleti di 11 nazioni, ed il cui peso-limite è di 60 kg. La competizione, disputata il 21 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare (o distensione a due braccia), strappo a due braccia e slancio a due braccia. Conca compromette subito la sua classifica: commette tre nulli a 55 kg nello strappo ad un braccio, complice anche un guaio muscolare. Praticamente per lui la gara per le medaglie può considerarsi già conclusa, ma continua la sua fatica. Ottiene il suo miglior risultato nella pressa, piazzandosi al terzo posto, ma nelle altre prove rimane fin troppo lontano dai primi: 16° p.m. nello strappo, 18° nello slancio, 20° nello slancio ad un braccio. Chiude la classifica generale, inevitabilmente data anche in pratica un risultato in meno, all’ultimo posto, 18° a pari merito, con un totale di 275 kg. Vince alla grande l’altro italiano Gabetti, con 402,5, davanti all’austriaco Stadler (385 kg) ed allo svizzero Reinmann (382,5 kg). Risultati irraggiungibili per Conca, a prescindere dai tre nulli della prima prova che indubbiamente ha condizionato l’intera sua prestazione. In sostanza per Conca una giornata da dimenticare e sfortunata: dopo tanta fatica, tutto vanificato. La delusione è tanta, ma Conca non molla.
Tra infortunio e militare, si rivede in pedana solo nel 1925 ed è di nuovo grande: il 21 giugno si aggiudica tra i “piuma” il titolo italiano della FGNI, nei locali dell’APEF a Milano. Solleva un totale di 360 km contro i 325 del ligure Zoccola. L’anno seguente, dopo una lunga pausa dovuta anche all’assenza di gare con relative polemiche sui giornali, si rivede in pedana solo il 1 agosto. In una riunione definita già preolimpica, di nuovo all’APEF, solleva un totale di 250 kg e pare in buona forma. Il 24 ottobre si laurea campione lombardo a Pavia, sollevando un totale di 255 kg ed aggiudicandosi anche la classifica “proporzionale”. Ai tricolori di Bologna del 6 e 7 novembre trova però il forte Gabetti e si arrende: solleva un totale di 257,5 kg contro 272,5. Il 5 dicembre Conca trionfa nei campionati italiani della FGNI, tenutisi nella palestra della “Virtus” a Bologna, su un campo di partecipanti comunque di livello non eccelso. Si rivede il 25 marzo 1927: nella palestra dell’Audace a Roma è battuto dal sorprendente Brizzi che alza 245kg totali contro i 242,5 di Conca. Il 3 luglio Conca si aggiudica il campionato sociale del “GS Battisti” tra i “piuma”. Il 24 luglio altro bel successo nei campionati lombardi, tenuti nel salone di Via Tagliamento a Milano. Il 6 e 7 agosto, a Como, viene battuto dal forte Gabetti nei tricolori. Se ne riparla nel 1928, annata olimpica. L’11 marzo vince il campionato lombardo dei “piuma” nei locali della “Pro Patria” a Milano. 14 giorni dopo, Conca delude fortemente nei tricolori, organizzati a Milano dal “GS Battisti”: fallisce tre alzate e termina lontano dai primi. Viene comunque convocato per il collegiale preolimpico di Viggiù, tenuto all’Albergo d’Italia: il CT degli azzurri è Enrico Talliani che conosce da anni Conca e lo apprezza. Durante il ritiro Conca si riscatta, dimostra di essere in forma e guadagna i Giochi.
Le gare olimpiche si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di palazzetto degli sport di potenza, situato a lato dell’Olympisch Stadion, verso est. Conca gareggia nei “piuma” cui prendono parte 21 atleti di 13 nazioni ed il cui peso-limite è 60 kg. La gara si svolge il 28 e 29 luglio e prevede tre sollevamenti: pressa militare, strappo e slancio. Conca parte alla grande e nella pressa militare guadagna il primo posto, a pari merito col tedesco Wolpert, sollevando 92,5 kg e realizzando pure il record del mondo. Poi però le cose si complicano. Nello strappo difatti Conca solleva 80 kg e chiude 7° p.m., lontano dai vincitori (l’austraico Andrysek e l’altro italiano Gabetti) che alzano 90 kg. Al termine delle due prove comunque Conca è 2° della generale, con 172,5, alle spalle di Wolpert (175) e davanti a Gabetti (170). Tutto può ancora accadere, manca lo slancio. In effetti accade, ma non nel senso sperato da Conca che solleva “solo” 105 kg e si ferma all’ottavo posto p.m. Andrysek è fenomenale: con 120 kg ottiene record del mondo, primo posto e oro con 287,5 kg totali, davanti al sempre grande Gabetti e Wolpert. Conca realizza un totale di 277,5 e termina al quarto posto, “medaglia di legno”: per 5 kg rimane escluso dal podio. Dopo una partenza eccellente, s’è disunito nelle altre due prove: la sua rimane una buona prestazione, rimasta però incompiuta. Un vero peccato. Si rivede solo l’8 settembre 1929 quando si aggiudica il campionato lombardo a Milano. Gareggia poco, è al limite dell’abbandono, ma lo attrae il terzo sogno olimpico ed il 21 giugno 1931 si ripresenta in pedana, nella preolimpica di Bologna dove vince tra i “piuma”. Il 20 settembre partecipa anche ai tricolori, che valgono come indicativa olimpica, disputati a Genova nei locali della Doria: chiude terzo, battuto nettamente da Bescapè e Brizzi.
Per i Giochi si fa dura, ma non molla. Il 20 dicembre chiude ottimo secondo la “Coppa Podestà di Milano”, alle spalle del più pesante Cerruti. Nel 1932 ci prova: il 28 gennaio è a Genova, per la “Coppa Zucconi”, organizzata dalla “Sampierdarenese” e valida come indicativa preolimpica. Non va benissimo: finisce terzo, sopravanzato da Brizzi e Bescapè che stanno lottando accanitamente per la maglia azzurra. Conca, inferiore ai due, sembra fuori gioco. Tuttavia non molla: il 17 aprile, in un’altra prova di selezione, disputata all’ATM meneghina, chiude secondo, battuto da Bescapè, ma davanti a Brizzi: tutto pare riaprirsi. Invece delude nelle altre prove e non riesce ad essere selezionato per i Giochi. La sua carriera ad alti livelli termina praticamente qui anche se non abbandona l’attività, tesserandosi per l’ASSI[3] e ripresentandosi talora nelle prove tricolori: il 24 marzo 1935 a Genova chiude al quarto posto tra i “piuma”, molto lontano dal vincitore Bescapè che si aggiudica pure la prova successiva, di nuovo a Genova il 19 maggio, dove Conca chiude ottimo secondo. Identico risultato nella terza gara di Campionato, il 18 agosto a Varese: Conca termina alla piazza d’onore anche nella classifica finale tricolore. Chiude invece al terzo posto, con la sua ASSI, il tricolore a squadre, disputato a Genova il 6 ottobre e vinto dai Vigili del Fuoco meneghini sulla Pro Patria. Con la stessa ASSI si aggiudica la “Coppa Storace”, disputata a Genova il 24 maggio 1936: nelle preolimpiche però non emerge. La sua carriera su buoni livelli si chiude praticamente qui.
[1] Acronimo di “Post Resurgo Libertas”, società sportiva milanese molto attiva nelle prime decadi del XX secolo
[2] Si tratta dell’edizione 1921, rinviata a dicembre e posticipata ad inizio dell’anno seguente
[3] Associazione Sportiva Sindacati Industria