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COMPAGNA Renzo

1924. Scherma. 11° Spada Individuale

Siciliano, classe 1896, appartenente ad una vecchia famiglia della nobiltà isolana di stampo gattopardesco: per la precisione è un barone. Si diletta a tirare di scherma e vi riesce piuttosto bene, soprattutto con la spada. Piuttosto alto per l’epoca, sfrutta la sua statura in pedana, utilizzando per lo più colpi dall’alto in basso e praticando spesso un gioco di attesa, arresto e contro risposta. Metodo forse schematico e semplicistico, ma che dà i suoi frutti. Si confronta poco a livello nazionale, relegato nella sua isola ma esce dal guscio in vista dei Giochi di Parigi. Dopo aver disertato le varie prove di selezione, entra tra i “probabili olimpici” di spada all’ultimo momento, brillando il 26 maggio nel repechage tenuto appositamente alla “Società del Giardino” di Milano. Ha così l’opportunità di partecipare alla decisiva prova di selezione che si tiene appena quattro giorni dopo nella stessa sede. Tra la sorpresa generale, perchè ignoto a molti, Compagna si piazza al terzo posto, dietro a due stagionati marpioni come Canova e Bertinetti. Il posto in Nazionale è suo, anche se solo nel torneo individuale in quanto la Commissione Tecnica, guidata dal CT Flauto, non lo ritiene abbastanza affidabile per la prova a squadre dove probabilmente abbiamo più possibilità di medaglia e serve gente più esperta a livello internazionale. A Parigi dunque Compagna partecipa al torneo di spada individuale cui prendono parte 67 schermidori di 18 nazioni.

Il 10 luglio, nel primo turno, inizia bene: vince sette incontri e ne perde due, col portoghese De Noronha e l’uruguaiano Belo. Chiude secondo la sua poule, alle spalle del forte svedese Hellsten (poi bronzo) che comunque riesce a battere. Ovviamente, si qualifica per il turno successivo. Lo stesso giorno difatti disputa i quarti e si comporta altrettanto bene: vince 8 assalti e ne perde due, con l’olandese Bijenburgh e l’altro uruguaiano Rolando. Di nuovo si piazza secondo nel girone ed entra in semifinale. L’11 luglio le cose iniziano a complicarsi dato che il livello tecnico cresce molto. Compagna vince comunque sei incontri e ne perde cinque ma, in un girone molto equilibrato, riesce ad entrare nella finale a dodici, disputata poche ore dopo quello stesso giorno. Nel girone decisivo però Compagna incontra diverse difficoltà e vince solo tre incontri, casualmente (o no?) tutti con schermidori belgi: Tom, Anspach e Gevers. Perde gli altri otto assalti (anche con l’altro italiano Mantegeazza) e chiude solo 11°. L’oro va ad un altro belga, Delporte, sul francese Ducret e lo svedese Hellsten. Per Compagna comunque una partecipazione più che sufficiente, anche sorprendente per intensità e dinamismo dopo lo scetticismo della vigilia, con l’ingresso in finale ed il confronto ad armi pari coi più forti spadisti del mondo. Col senno di poi, Compagna avrebbe fatto comodo anche nella prova a squadre. Dopo i Giochi comunque non ottiene più risultati di spicco.