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COLOMBO Umberto

1900. Atletica Leggera. Eliminato in Batteria 100 m e 400 m

1900. Ciclismo. 12° p.m. Corsa a Punti, Eliminato Batterie Velocità

Il miglior centometrista italiano di fine ‘800, anche se inizia a correre...in bicicletta, conquistando tra l’altro il titolo di “campione” del rione di Porta Garibaldi a Milano. Poi passa al podismo, inquadrato nella gloriosa “Mediolanum”, e fa subito faville, dimostrandosi velocista di alto livello. Il suo esordio tuttavia avviene in un anomalo, anche per l’epoca, 900 m “siepi”, una corsa “con ostacoli” come si diceva allora, a Pavia nel 1897 dove peraltro si impone. Si rivela definitivamente pochi giorni dopo quando al Trotter di Milano supera il quotato Stroscia[1] sui 100 metri. Poi a Torino, in occasione dei primi Campionati Italiani podistici, a soli 17 anni si impone nelle gare dei 100 e 1000 anche se le due prove non valgono per i tricolori. Sui 1000 addirittura batte nettamente il milanese Banfi, asso riconosciuto del mezzofondo, e stabilisce il primato italiano, con 2’52”1/5, denotando grande facilità di corsa e versatilità. A livello nazionale si ripete l’anno seguente: stavolta i 100, disputati ancora a Torino lungo il viale Duca di Genova, assegnano il titolo italiano e Colombo vince con tre metri di vantaggio su Tadini. In quello stesso 1898 compie un exploit sensazionale: conquista tutte le 18 gare cui partecipa, dimostrandosi imbattibile, in particolare al Trotter dove, sotto la pioggia battente, vince anche il Campionato Lombardo di velocità. Tra i suoi successi stagionali pure una prova sui 300 a Samarate, il Campionato Milanese sui 100, il Campionato Alta Italia (sui 150) ed il match con il torinese Chyesa[2], che lo ha sfidato apertamente ma rimane battuto sia sui 50 che sui 75 ai Boschetti di Milano. Risultati da fuoriclasse, almeno a livello nazionale. Denotando una notevole poliedricità, alterna al podismo il ciclismo e pure in sella alla bicicletta è tra i migliori dilettanti a livello nazionale: nel 1899 a Como è difatti secondo nei tricolori di velocità, battuto dal forte Restelli. Ma in quello stesso anno è a piedi che Colombo dà il meglio di sé: all’Ippodromo di Torino difatti bissa il tricolore sui 100, distanza in cui fa suoi anche i Campionati dell’Alta Italia a Como.

Corre più volte i 100 con tempi prossimi a 11” (record italiano dell’epoca) anche se è accreditato di tempi ancor più veloci che però lasciano molti dubbi storici, vuoi per i cronometraggi manuali vuoi per le distanze non sempre esatte. Gareggia pure nei 400 dove nel 1899 supera Banfi in una prova a Como. Primeggia anche nel lungo dove ottiene il primato nazionale con 6,20 m[3] e continua a correre in bicicletta, prendendo parte a diverse competizioni, su strada e soprattutto su pista dove al Ciclodromo Milanese è spesso piazzato ma raramente vincente. Al contrario, in atletica rimane tra i migliori in assoluto e lo conferma primeggiando anche ad inizio stagione 1900: all’Arena di Milano vince nettamente una prova sui 120m. L’ultima gara prima della trasferta parigina lo vede trionfare sui 100 a Legnano. Sembra in forma e l’avventura olimpica lo stimola al punto che si reca in Francia a sue spese, partendo in treno il 9 luglio assieme ad Emilio Banfi, altro podista italiano partecipante a quei Giochi. La batteria dei 100 si disputa il 14 luglio e Colombo non ha molto tempo per acclimatarsi. Capisce però di essere arrivato in un altro mondo, studiando gli allenamenti di britannici ed americani, molto più evoluti dei nostri, sportivamente ed agonisticamente parlando. Basta un dato: gareggiano con scarpette chiodate, nettamente più adatte per correre su un campo-gara caratterizzato dall’erba alta della pista della Croix-Catelan[4], al Bois de Boulogne, dove si svolgono le prove atletiche. Colombo non ha tempo per assorbire tutte le tecniche “moderne” anglosassoni come la partenza “con quattro appoggi” (detta in inglese crouch start): continua difatti a partire “in piedi” e nei primi passi perde subito due metri.

È pure sfortunato perché incappa in una batteria difficilissima, con le future medaglie d’oro (lo statunitense Jarvis che eguaglia pure il record mondiale) e di bronzo (l’australiano Rowley): giunge terzo ed è eliminato, peraltro con un tempo ben lontano dal suo personale. Stesso risultato nei 400, il cui primo turno si disputa quello stesso 14 luglio, dove addirittura si ritira nella batteria vinta dallo statunitense Boardman, dopo essersi trovato a mal partito sull’erba. La sua avventura olimpica termina dunque subito, almeno per l’atletica. Difatti Colombo torna a Parigi per gareggiare...in bicicletta: caso piuttosto raro di atleta italiano che partecipa a due sport diversi nella stessa edizione dei Giochi estivi, anzi l’unico che lo fa a livello individuale[5]. Addirittura, per essere presente alle gare su pista di ciclismo, Colombo diserta i tricolori dei 100 che si svolgono a Torino nei primi giorni di settembre. Difatti è già a Parigi, richiamato dalle sirene della ville lumiere, che però neanche stavolta gli portano bene. Al Velodromo di Vincennes, l’11 settembre, Colombo è eliminato in batteria (vinta dal futuro oro, il francese Taillandier) nella gara di Velocità mentre quattro giorni dopo, il 15, termina 12° p.m., praticamente ultimo, nella Corsa a Punti (oro all’altro italiano Brusoni). Dopo la seconda infruttuosa trasferta parigina, Colombo si ritira dalle gare a 20 anni appena compiuti, per pressanti motivi di lavoro. Si stabilisce per qualche tempo a Parigi dove non sa resistere, di nuovo, al richiamo della bicicletta (passione evidentemente mai sopita). Negli anni seguenti, in particolare nel 1902 e 1903, torna a gareggiare su pista, confrontandosi coi più forti corridori del momento, anche nel prestigioso “Parco dei Principi”, senza però ottenere risultati di spicco. Nel 1904 ritenta brevemente perfino l’avventura sui 100, ma trova avversari più forti ed abbandona definitivamente lo sport attivo.


[1] Soprannome del milanese Filippo Invernizzi, buon velocista di fine secolo

[2] Valido podista dei primordi, in grado di spaziare dalla velocità al fondo. Campione Torinese dei 100 m nel 1893 e per due volte dei 400 m (1894 e 1895). Nel 1896 è il primo italiano a correre i 400 m in meno di un minuto, per la precisione 59”3/4. Nel 1898 giunge 3° nei tricolori dei 100 m, ultimo suo risultato importante

[3] Saltando tramite la pedana elastica, come si è soliti fare all’epoca

[4] È la pista del famoso Racing Club di Parigi

[5] Difatti l’unico altro caso riguarda Luigi Burlando che nel 1920 ad Anversa gareggia nel calcio e nella pallanuoto, due sport di squadra